sabato 23 marzo 2013

escursionismo e speleologia di Gia Van Rollenoof





... Scorrevano i giorni e le settimane: a Gia sembrava che il tempo si fosse fermato per divenire piacevolmente infinito.
Un giorno, conversando con Nourhan le espresse un desiderio che aveva da tempo.
«Amore, mi piacerebbe almeno una volta cucinare per voi, siete sempre così care e non mi fate fare mai nulla… se non l'amore. Vorrei darvi una prova tangibile della mia gratitudine per come mi trattate sempre. Tu ormai la mia cucina l'hai conosciuta a Venezia,  ma non so se le cose che potrei preparare qui sarebbero gradite anche da Nahed e da Rashida.»
«Ci penserò su e vedrò se posso consigliarti bene» le rispose Nourhan.
Al mattino successivo quando s'incontrarono, lei la prese per mano.
«Vieni amore, ho una sorpresa per te» le disse conducendola nella grande cucina. Aperse il frigorifero e le mostrò il contenuto.
«Non posso credere: mozzarelle di bufala, qui da voi!» esclamò Gia.
«Amore, ormai il mondo è globalizzato, così come a Venezia si può mangiare il kebab, anche qui da noi non ci facciamo mancare delle vostre specialità: credi che un bel giro di pizza fatta da un'adorabile donna veneziana potrebbe andar bene per sdebitarti e farci contente? In giardino c'è anche il forno a legna… solamente dovrai usare la farina integrale, quella con cui facciamo il pane. Nel giardino hai già visto che c'è un orto e lì non mancano né i pomodorini, né il basilico; l'olio d'oliva poi qui da noi è più che extravergine! Gli ulivi li hai visti, no? Ma forse, conoscendoti, tu avresti preferito cucinare del pesce?»
Gia oltre che stupita per aver trovato le mozzarelle, era molto contenta.
«Amore, è perfetto. No, la pizza andrà a meraviglia e poi, prepararla  mette sempre tanta allegria!»  
«Se è così, saremo tutte a divertirci: le prepareremo insieme così anche noi impareremo a farle come Dio comanda e tu sarai la chef che ci coordinerà» decretò Nourhan.
Ritornarono nel giardino a passeggiare, mano nella mano.
«A proposito di mozzarelle, ricordi a Venezia, Gia?» 
E come se lo ricordava, Nourhan era arrivata da appena qualche giorno ed ogni volta che stavano nude, Gia smaniava nel guardala, godendosi con gli occhi quel suo magnifico e generoso corpo bruno.
Lei aveva dei seni pieni e grandi. Gia, troppo emozionata ed eccitata, quella volta si scordò di parlarle in inglese.
«Oddio quanto amo riempirmi la bocca di queste tue morbide, succulente, gustose mozzarelle, stringerle fra le mie mani, Nourhan!»
Lei non comprese.
«Mozzarella? What are they? le chiese.
«Una di queste sere te la farò gustare su di una pizza, amore: prova a ripetere in italiano: m o z z a r e l l a.
Evidentemente Gia non le era stata molto chiara.
«È così che si chiamano le tette in italiano?» le ancora chiese Nourhan.
Da dietro lei, le prese entrambe le mammelle nelle mani, scoppiando a ridere.
«Beh, qualche volta anche sì, ma non è che per davvero queste tue magnifiche poppe siano delle mozzarelle, amore: ma sono egualmente tanto buone da mangiare, morbide da toccare, e se te le strizzo ben bene… così, vedi? Come le migliori mozzarelle di bufala, anche queste fanno la goccia! Ma purtroppo, anche se mi verrebbe di farlo, non te le posso mordere come invece posso fare con una mozzarella vera!» le rispose Gia, e ridendo si spostò in modo da starle di fronte, sollevandole una sua mammella e riempiendosene poi la bocca.
«Dai Gia, scherzi sempre tu: mi hai incuriosita, spiegami, cosa sarebbero allora queste mozzarelle?» 
Gia la prese per mano e nude com'erano, la condusse in cucina, aperse il frigo e ne tirò fuori una vaschetta con due mozzarelle annegate nel loro liquido. Ne prese una con la mano e gliela porse.
«Prendila in mano  e prova a palparla: ricorda molto la consistenza di una tetta vera. Poi goditela in bocca, mordila forte quanto vuoi e quindi mangiatela… che ne dici, buona?»
«Uhm… divina, anche da noi si trovano, ma buone come questa ancora non ne avevo mai assaggiate: avevi ragione assomiglia molto alle tette, ma preferisco il sapore delle tue, Gia…»

Quell'atmosfera gioiosa, allegra e tanto sensuale che c'era sempre tra loro tutte, si trasferì anche nel cuore e nello spirito di Gia.
Anche per lei ormai, allattare Nourhan era diventata una dolce consuetudine. Si sentiva sempre le mammelle piene, tese e questo le dava una persistente e piacevolissima sensazione… (continua)

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