domenica 21 aprile 2013

la Nestlé




La Nestlé S.A. o Société des Produits Nestlé S.A., con sede a Vevey, in Svizzera, è la più grande azienda mondiale nel settore alimentare.
Produce e distribuisce una grandissima varietà di prodotti alimentari, dall'acqua minerale agli omogeneizzati, dai surgelati ai latticini.

Storia

Intorno al 1860, il farmacista Henri Nestlé sviluppò un alimento per i neonati che non potevano essere nutriti al seno a causa di particolari intolleranze. Il prodotto salvò la vita di un bambino, e la Farine Lactée Henri Nestlé fu presto venduta in tutta Europa. Nel 1866 fu formalmente fondata la Nestlé.
Nel 1905, la Nestlé si fuse con la Anglo-Swiss Condensed Milk Company. Rapidamente l'azienda crebbe fino a possedere fabbriche negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania e in Spagna. Durante la Prima guerra mondiale crebbe la richiesta di prodotti caseari, e la produzione della Nestlé raddoppiò prima della fine del conflitto.
Dopo la fine del conflitto il mercato caseario tornò a normalizzarsi e gran parte dei consumatori tornarono a latte fresco. La Nestlé rispose a questo mutamento di contesto modificando la propria linea aziendale, riducendo il proprio debito e iniziando a espandersi nel settore della produzione del cioccolato, che rappresenta a tutt'oggi la seconda attività più importante dell'azienda.

All'inizio della Seconda guerra mondiale, i profitti dell'azienda scesero bruscamente (dai 20 milioni di dollari del 1938 ai 6 milioni del 1939). Furono realizzate nuove fabbriche in molti paesi in via di sviluppo, specialmente America latina. Proprio la guerra, paradossalmente, portò all'invenzione di un nuovo prodotto di enorme successo, il Nescafé, che venne inizialmente utilizzato dall'esercito degli Stati Uniti. Anche grazie a questo prodotto, i profitti dell'azienda tornarono a salire durante il conflitto.
La fine della seconda Guerra Mondiale fu l'inizio di una fase molto dinamica. La crescita dell'azienda fu accelerata e furono portate a termine numerose acquisizioni. Nel 1947 la Nestlé si fuse con la Maggi (produttrice di condimenti e zuppe). Seguirono Crosse & Blackwell nel 1950, Findus (1963), Libby's (1971) e Stouffer's (1973). Fu inoltre realizzata una shareholding con L'Oréal (1974), con ulteriore diversificazione della produzione. Nel 1977 la Nestlé continuò a espandersi al di fuori del settore alimentare acquisendo gli Alcon Laboratories. Nel 1984 venne acquisito un gigante dell'industria alimentare statunitense, la Carnation.
Nella prima metà degli anni novanta, la caduta delle barriere commerciali e la nascita del mercato globale fornirono alla Nestlé nuovi importanti mercati nei quali espandersi. Negli anni successivi avvennero nuove importanti acquisizioni: Sanpellegrino (1997), Spillers Petfoods (1998), Ralston Purina (2002), Dreyer's (2002) e Chef America (2002). Nel 2005 Nestlé perde posizioni nel mercato degli alimenti per l'infanzia dopo il ritiro di alcuni tipi di latte in polvere, e procede all'acquisizione di Gerber Products Company nel 2007 e la divisione alimentare della multinazionale Pfizer nel 2012 con l'intento di riconquistare una posizione di leader nei mercati emergenti.

Principali marchi

Cereali

Cheerios (eccetto USA)
Chocapic
Chokella
Cini Minis
Cinnamon Grahams
Clusters
Cookie Crisp
Crunch
Fibre1
Fitness
Force Flakes
Golden Grahams
Golden Nuggets
Honey Nut Cheerios (eccetto USA)
Honey Stars
Koko Krunch
Nesquik
Nestlé Corn Flakes
Oat Cheerios
Shredded Wheat
Shreddies
Trix

Caffè e altre bevande solubili

Bonka
Coffee-Mate
International Roast
Klim
Loumidis
Nescafé
Nespray
Nespresso
Orzoro
Ricoffy
Ricoré
Taster’s Choice
Zoégas

Acqua

Aberfoyle
Acqua Panna
Acqua Vera
Al Manhal
Arrowhead
Contrex
Deer Park
Hépar
Ice Mountain
Levissima
Nałęczowianka
Nestlé Aquarel
Nestlé Pure Life
Ozarka
Pejo
Perrier
Poland Spring
Recoaro
Quézac
S. Pellegrino
San Bernardo
Vera
Viladrau
Vittel
Zephyrhills

Altre bevande

BBThè
Beltè
Nestea
Carnation
Caro
Chinò
Five5
Gingerino
Gloria
Libby’s
Milo
Nescau
Nestlé Omega Plus
Nesquik
Sanbitter
Svelty

Prodotti freschi

Buitoni
Chiquitin
Herta
La Laitière
La Lechera
LC1
Molico
Nestlé
Ski
Sveltesse
Svelty
Toll House
Yoco

Gelati

Antica gelateria del corso
Oreo (Canada)
Camy
Dreyer's
Frisco
Häagen Dazs
Motta Gelati
Mövenpick
Nestlé
Peters
Push-Up
Savory
Schöller
Valiojäätelö (Finlandia)

Alimenti per neonati

Alfare
Beba
Cérélac
FM 85
Fruttolo
Good Start
Guigoz
Lactogen
Mio
Nan
NAN HA
NanSoy
Neslac
Nestlé
Nestogen
Nestum
Nido
Nidina
Ninho
PreNan

Alimenti per sportivi

Neston
Nesvita
PowerBar

Alimenti per la salute

Modulen
Nutren
Nutren Junior
Peptamen
Peptamen UTI
Nestlè Nutrition (alimenti per disfagici)

Condimenti

Buitoni
Maggi
Thomy
Winiary

Cibi surgelati

Buitoni
Hot Pockets
Lean Cuisine
Maggi
Mare fresco
Stouffer’s

Cioccolato, dolci e biscotti

Aero
After Eight
Baby Ruth
Butterfinger
Cailler
Caramac
Coffee Crisp
Crunch
Damak (Turchia)
Fruit Joy
Kit Kat
Smarties
Perugina
Polo
Galak
La Lechera
Joe (Nestlé) (Romania)
Lion
Nestlé
Orion (Repubblica Ceca)
Quality Street
Rolo
Toll House
Snack
Violet Crumble
Yorkie
The Willy Wonka Candy Company

Prodotti per la cucina

Davigel
Milkmaid
Minor's
Moça
Santa Rica

Cibo per animali

Alpo
Beneful
Dog Chow
Fancy Feast
Felix
Friskies
Gourmet
Mighty Dog
Mon Petit
ONE
Pro Plan
Purina
Tidy Cats

Critiche alla politica commerciale di Nestlé

Fin dai tardi anni settanta, la Nestlé è stata oggetto di numerose critiche circa la sua politica commerciale. Movimenti di opposizione a questa azienda, iniziati su vari fronti e in diversi paesi, sono approdati all'istituzione di un International Nestlé Boycott Committee ("comitato internazionale per il boicottaggio della Nestlé") di cui fanno parte, formalmente o informalmente, numerose associazioni analoghe in diversi paesi del mondo. Tra i maggiori esponenti nelle critiche contro questa azienda spicca lo svizzero Jean Ziegler.

Latte per neonati

La Nestlé viene accusata di una politica commerciale aggressiva e irresponsabile per quanto riguarda la promozione di latte per neonati nei paesi in via di sviluppo, soprattutto attraverso forniture gratuite a strutture ospedaliere.
Secondo l'UNICEF, la sostituzione dell'allattamento materno con il latte in polvere, porterebbe nei paesi del Terzo Mondo alla morte di circa un milione e mezzo di bambini ogni anno, a causa di problematiche legate alla difficoltà di sterilizzazione dell'acqua e dei biberon utilizzati. Vi è evidenza che anche in paesi sviluppati l'utilizzo del latte in polvere per neonati comporta un aumento dei rischi di mortalità post-neonatale rispetto all'allattamento materno.
Per queste ragioni l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) adottò il 22 maggio del 1981, l'International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes, un regolamento internazionale sulla promozione di surrogati del latte materno, linea guida non legalmente vincolante al quale la Nestlé aderì nel 1982.
I controlli eseguiti nel 1988 dalla International Baby Food Action Network riscontrarono però infrazioni da parte della Nestlé e di altre compagnie produttrici di latte per neonati e provocarono la ripresa del boicottaggio dell'azienda nato nel 1977 e successivamente interrotto con la sua adesione al Codice dell'OMS.
Diverse indagini hanno mostrato come la Nestlé e altre compagnie produttrici di latte in polvere per neonati negli ultimi anni abbiano ripetutamente infranto, soprattutto in regioni sottosviluppate, il Codice internazionale dell'OMS al quale hanno ufficialmente aderito.

Azione legale contro il governo dell'Etiopia

Nel 2002, l'agenzia Oxfam rivelò che la Nestlé aveva fatto causa all'Etiopia per 6 milioni di dollari. L'Etiopia, uno dei paesi più poveri del mondo, si trovava in un periodo di carestia che metteva in pericolo la vita di oltre 11 milioni di persone. La Nestlé chiedeva un risarcimento per un'azienda del settore agricolo di sua proprietà, nazionalizzata nel 1975 dal regime marxista di Mengistu.
Nel dicembre del 2002 Nestlé ha accettato di accordarsi con le autorità etiopi per ricevere 1,6 milioni di dollari che devolverà interamente per la lotta alla fame.

Nestlé Purina nel Venezuela

Nel 2005, la Nestlé Purina commercializzò tonnellate di cibo per animali contaminato nel Venezuela. I marchi incriminati includevano Dog Chow, Cat Chow, Puppy Chow, Fiel, Friskies, Gatsy, K-Nina, Nutriperro, Perrarina e Pajarina. Morirono oltre 400 fra cani, gatti, uccelli e animali da allevamento. Il problema fu attribuito a un errore di un produttore locale che aveva immagazzinato in modo scorretto il mais contenuto in tali cibi, portando alla diffusione di un fungo tossico nelle riserve.
Nel marzo del 2005, l'Assemblea Nazionale del Venezuela stabilì che la Nestlé Purina era responsabile a causa di insufficienti controlli di qualità, e condannò l'azienda a risarcire i proprietari degli animali intossicati.

Cibo transgenico

Nell'agosto 2004 un test di Greenpeace riscontrò la presenza di organismi geneticamente modificati in una confezione di Nesquik. Una donna cinese denunciò Nestlé, poiché l'uso di OGM nei prodotti per l'infanzia era proibito dalle leggi locali. Un secondo test condotto in dicembre diede risultati negativi.
Nel novembre 2005 Nestlé si oppose alla decisione svizzera di bandire gli OGM.

Uso di HEK293

La Nestlé viene indicata come una delle compagnie (alimentari, cosmetiche o medicinali) che fanno uso di cellule HEK293 (cellule embrionali renali umane), nella ricerca di nuovi esaltatori di sapore.

Schiavitù e manodopera minorile

Nel 2005 l'ONG International Labor Rights Fund, seguita da Global Exchange, denunciarono Nestlé e le aziende fornitrici di commodity, Archer Daniels Midland e Cargill per l'uso di manodopera ridotta in schiavitù, testimoniata da un caso di minori, trafficati dal Mali alla Costa d'Avorio e lì costretti a lavorare in piantagioni di cacao gratuitamente dalle 12 alle 14 ore al giorno, con poco cibo, sonno e frequenti percosse.  L'Organizzazione Internazionale del Lavoro, infatti, stima che 284.000 minori lavorino nelle coltivazioni di cacao nell'Africa Occidentale, soprattutto in Costa d'Avorio, dove Nestlé è la terza compratrice mondiale. L'esportazione di cacao, oltretutto, sarebbe stata la principale fonte finanziaria per le forze militari della guerra civile.
Nel 2001 Nestlé e altri grandi produttori di cioccolato hanno firmato un accordo, il protocollo Harkin-Engel (o Protocollo sul cacao), per affermare che avrebbe certificato, da luglio 2005, che il suo cioccolato non era stato prodotto attraverso manodopera minorile, debitoria, forzata o proveniente da traffico di esseri umani. Il protocollo, secondo il più recente report dell'International Labor Rights Fund pubblicato nel 2008, sarebbe stato disatteso
.
Finanziamenti a Partiti Politici

Secondo alcune fonti, la Nestlé finanzia i maggiori partiti statunitensi: l'azienda avrebbe investito nel 2002 153.000 dollari, destinati per il 77% al Partito Repubblicano e per il restante 23% al Partito Democratico. La pratica del finanziamento ai partiti è comunque uno strumento legalmente riconosciuto negli Stati Uniti d'America.

Latte inquinato in Italia

Nel 2009, la Nestlé italiana è stata condannata, insieme alla Tetrapak, al pagamento dei danni, per l'inquinamento del latte Nidina con Itx, un tipo di inchiostro.

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