mercoledì 14 agosto 2013

Francisco Franco



Francisco Franco y Bahamonde, solitamente abbreviato in Francisco Franco e conosciuto anche come il Generalísimo Franco o il Caudillo de España, è stato un generale e politico spagnolo. Fu l'instauratore, in Spagna, di un regime dittatoriale noto come franchismo, parzialmente ispirato al fascismo. Rimase al potere dalla vittoria nella guerra civile spagnola del 1939 fino alla sua morte nel 1975.

La giovinezza e i rapporti familiari

Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde fu il secondo di cinque figli (oltre a lui, in ordine di anzianità Nicolás, Pilaz, Paz, che morì nel 1903 a cinque anni, e Ramón) nati dal matrimonio infelice tra Nicolás Franco y Salgado-Araujo, ufficiale dell'amministrazione navale per tradizione familiare, di tendenze libertine, e Maria del Pilar Bahamonde y Pardo de Andrade, figlia molto religiosa e conservatrice di un commissario per le forniture navali.
El Ferrol, porto strategico nell'estremo nord-ovest della Spagna, ubicato in un caratteristico Rìa galiziano, era al tempo una cittadina di circa ventimila abitanti la cui vita economica ruotava intorno alla base navale, creata nel 1726.
La famiglia di Franco faceva parte della piccola borghesia dei funzionari amministrativi, che nella rigida gerarchia sociale delle cittadine di provincia era seconda alle famiglie degli ufficiali di marina imbarcati. Mentre i due estroversi fratelli Nicolás (il primogenito e preferito) e Ramón finirono per assomigliare per carattere al padre, malgrado provassero rancore nei suoi confronti, Francisco sin da bambino esibì un carattere introverso e riservato. Incapace di guadagnarsi l'affetto del padre, uomo molto severo con i figli e spesso assente, legò moltissimo con la madre, dalla quale assunse un grande amore per la Chiesa Cattolica. La madre peraltro fu una figura centrale per tutti i figli e instillò in loro la volontà di farsi strada nella vita e di elevarsi al di sopra delle origini piccolo borghesi, testimoniata dal successo personale che raggiunsero in modo indipendente sia Nicolás, come ingegnere navale e poi collaboratore di Francisco, che Ramón come aviatore e avventuriero.
Che Francisco non fosse certo il preferito del padre lo testimonia il fatto che in epoca successiva, sia nel 1926, quando Franco era ormai un personaggio pubblico e il generale più giovane di Spagna, che quando più tardi divenne capo di stato, ogni volta che al padre di Francisco facevano domande sul "figlio", questi intendeva in prima battuta Nicolás, o al massimo Ramón.

L'accademia e le prime esperienze militari

A causa del numero chiuso introdotto nell'accademia navale, il giovane Franco diresse i suoi sforzi a superare gli esami di ammissione all'Accademia militare di Toledo nel luglio 1907. Poco dopo il padre assunse un incarico a Madrid e abbandonò definitivamente la famiglia. Senza divorziare mai dalla moglie, con una cerimonia laica si unì anni dopo ad Agustina Aldana, con la quale convisse fino alla morte nel 1942.
Il 29 agosto 1907 Franco entrò in accademia, dove avrebbe conosciuto molti futuri commilitoni. Non fu per lui un periodo facile: separato dalla figura materna di riferimento e dall'ambiente in cui era cresciuto, dovette subire le occasionali angherie e il nonnismo dei compagni, a causa dell'aspetto mingherlino e dell'atteggiamento riservato. Franco reagì impegnandosi assiduamente nello studio di materie quali topografia e storia militare e manifestando un'aderenza totale ai princìpi che l'accademia si proponeva d'istillare nei cadetti: obbedienza, eroismo, coraggio e senso del dovere. Molti decenni più tardi definì egli stesso quegli anni un "duro calvario".
Tre anni dopo gli fu assegnato il grado di Secondo Tenente di Fanteria. Nel 1912 si diplomò ufficiale e partì subito alla volta del Marocco, dove infuriava la guerra. In diversi scontri si comportò con valore e le descrizioni delle sue imprese sui giornali spagnoli iniziarono a dargli una certa fama in patria. Nel 1914 a soli 21 anni fu promosso a capitano per merito. Divenne noto non solo per la risolutezza sul campo di battaglia ma anche per le capacità organizzative.
Il 29 giugno 1916 subì l'unica ferita grave da lui riportata, in un combattimento a El Biutz.
Secondo un articolo, comparso su El Mundo, a firma dello scrittore José María Zavala, tale ferita all'addome gli causò la perdita di un testicolo e conseguente infertilità. La fonte della notizia citata da Zavala sarebbe l'urologa Ana Puigvert, nipote dell'urologo personale di Franco, Antonio Puigvert, la quale ha riportato una confidenza del nonno.
L'anno successivo fu promosso maggiore con effetto retroattivo al giorno del ferimento. Non essendoci posti vacanti per tale grado, venne inviato a Oviedo. Qui incontrò a una sagra paesana la quindicenne Maria del Carmen Polo y Martinez Valdés, che lo colpì. Franco iniziò un assiduo, seppur timido, corteggiamento a distanza, pur incontrando una certa opposizione dalla famiglia di Carmen, facente parte dell'aristocrazia provinciale.
Nel 1920 entrò nei ranghi della neoformata Legione straniera spagnola, di cui fu uno degli ufficiali fondatori, e si distinse per durezza e ferrea disciplina.
Tornato in Spagna per un breve soggiorno, sposò Carmen Polo. Ripartì quindi alla volta del Nordafrica, dove proseguì la sua carriera militare sino a divenire colonnello nel 1925 e generale di brigata l'anno seguente (a 33 anni fu il più giovane generale d'Europa).
Nel 1926, la moglie partorì l'unica figlia, Carmen Franco.
Tornato nuovamente in Spagna durante la dittatura del generale Miguel Primo de Rivera, con cui ebbe dei contrasti sulle questioni africane, fu nominato direttore generale dell'Accademia Generale Militare di Saragozza. Il 14 aprile 1931, con la caduta della monarchia e la proclamazione della seconda repubblica, fu però inviato come comandante militare alle Baleari, fu nominato Capo di Stato Maggiore, e fu richiamato in Spagna solo in seguito alla vittoria elettorale della destra, del 1934. Nello stesso anno collaborò inoltre alla repressione della Rivoluzione delle Asturie.

La presa del potere

Franco era nazionalista e anticomunista, con una concezione rigida e conservatrice della religione e una visione chiara della storia della Spagna. Secondo la sua interpretazione i secoli passati erano stati dominati dalla lotta perenne tra forze tradizionali, religiose e patriottiche, e gruppi antinazionali legati alla Massoneria. In seguito al successo elettorale del Fronte popolare, il 19 febbraio 1936, Franco venne allontanato dal paese e inviato nelle isole Canarie. Il 23 giugno dalle Canarie il generale Franco inviò al presidente del consiglio Santiago Casares Quiroga una lettera protestando per il trattamento tenuto nei confronti degli ufficiali dell'esercito considerati di destra che erano stati sostituiti con altri di tendenza repubblicana. La lettera non ottenne risposta da Quiroga che semplicemente la ignorò. Secondo quanto poi detto dallo stesso Franco la lettera aveva come obiettivo di portare ad un accomodamento in modo da scongiurare il "pronunciamento". Franco, che fino a quel momento aveva tentennato, si schierò decisamente con i futuri insorti.
Quando il 13 luglio José Calvo Sotelo fu assassinato da un commando degli "Asaltos", Franco si unì quindi a un gruppo di generali, guidati da José Sanjurjo e Emilio Mola, con cui preparò l'Alzamiento del 18 luglio 1936. Franco era alla guida dell'esercito di ribelli che entrò in Spagna sbarcando dal Marocco. Il 24 luglio fu nominato membro della giunta militare e divenne comandante delle forze nazionaliste del Sud. Il 29 settembre, dopo la morte del generale Sanjurjo, fu ufficialmente dichiarato Generalísimo de los ejércitos de Tierra, Mar y Aire. Il 3 ottobre 1936 fu nominato capo dello Stato e, dopo la morte di Mola, il 30 gennaio 1938 divenne anche capo del governo.
Una sanguinosa guerra civile, nella quale fu sostenuto dalla Germania nazista e dall'Italia fascista proseguì per tre anni, vinta la quale, nell'aprile 1939, il Generalísimo assunse la guida definitiva della Spagna, instaurando un apparato dittatoriale che represse violentemente ogni opposizione al regime.
Franco, che era di origini giudaiche, non si allineò agli altri fascismi nelle leggi antisemite e fece accogliere un gran numero di ebrei in fuga dall'Europa invasa dai tedeschi.
Nel 1940 Franco si incontrò con Hitler a Hendaye e l'anno seguente con Mussolini a Bordighera, ma nonostante le pressioni di tedeschi e italiani, scelse di mantenere la Spagna neutrale e decise solo di inviare volontari contro l'Unione Sovietica (la cosiddetta División Azul). Secondo lo storico Pere Ferrer, la neutralità spagnola fu in realtà ottenuta dalla diplomazia inglese a suon di milioni di dollari. Il banchiere spagnolo Juan March amministrò un conto bancario, autorizzato dallo stesso Winston Churchill, con cui corrompere la dirigenza franchista.

Dopo il 1945

Alla fine del conflitto si avvicinò ai paesi occidentali e, approfittando della Guerra Fredda, si impose come sostenitore dell'anticomunismo e oppositore dello "spettro" anarchico. Nel settembre 1953 concluse un accordo economico con gli Stati Uniti d'America e, nel 1957, ristrutturò il governo per risollevare il paese dalla complessa situazione economica, nominando alcuni ministri "tecnocrati", ossia qualificati e professionalmente preparati. L'anno prima aveva fondato la RTVE, lanciando così nel paese iberico la televisione, che dopo pochi anni sarà finanziata direttamente dallo stato.
Affidò parte dell'amministrazione del paese all'ammiraglio Luis Carrero Blanco e tra i ministri alcuni provenienti dalla ACNP (Asociación Católica Nacional de Propagandistas) e due dell'Opus Dei: al ministero della finanze chiamò Mariano Navarro Rubio e a quello del Commercio Alberto Ullastres. Successivamente ne scelse altri due: Gregorio Lopez Bravo, ministro dell'Industria, e Laureano Lopez Rodó, commissario generale del piano di sviluppo economico. Nel 1947 aveva restaurato la monarchia (di cui si autoproclamò reggente) e nel 1969 nominò suo successore il principe Juan Carlos di Borbone, che alla sua morte fu incoronato re di Spagna. L'8 giugno 1973 lasciò la carica di Primo Ministro a Luis Carrero Blanco, che però fu ucciso in un attentato il successivo 20 dicembre. Due mesi prima di morire, Franco cestinò una lettera di Papa Paolo VI che gli chiedeva clemenza verso otto condannati alla pena capitale per reati politici.

La morte

Franco soffriva di malattia di Parkinson da anni e questa malattia lo tormentò fino alla morte avvenuta il 20 novembre 1975, esattamente 39 anni dopo il decesso di José Antonio Primo de Rivera. Lo storico Ricardo de la Cierva sostenne però di essere stato informato della sua morte già la sera del 19 novembre. È sepolto nella Valle de los Caídos, non lontano dal Monastero dell'Escorial, di Madrid. Franco è venerato come santo dalla scismatica Chiesa Palmariana.

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