giovedì 15 agosto 2013

radiofreccia




Radiofreccia è un film del 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci.
L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: il film, infatti, riceve ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro. A inizio 2006, ottiene un importante riconoscimento internazionale: la pellicola viene proiettata negli Stati Uniti al MoMA, il Museo d'Arte Moderna di New York.

Trama

« Te sta' dentro, che qua fuori è un brutto mondo! »

(Freccia)

È la notte del 20 giugno 1993: Bruno Iori, il deejay di Radiofreccia, all'alba del diciottesimo anniversario della fondazione della stessa, decide di chiuderla. Prima di farlo rievoca gli anni passati, partendo proprio dagli episodi che portarono alla creazione di quella che un tempo era Radio Raptus. Il lungo flashback parte dal 1975, in una piccola città del reggiano, mai esplicitamente nominata, anche se alcuni elementi visivi la identificano con Correggio, il borgo di Ligabue. Il periodo è caratterizzato dalla fondazione di molte radio libere e così anche Bruno, ragazzo affascinato dalla musica, fonda la propria radio, chiamata Raptus. Aiutato dai suoi amici Iena, Tito, Boris, e soprattutto Freccia, Bruno vedrà crescere sempre di più la sua radio, che però perderà la connotazione di libertà per diventare sempre più una realtà commerciale. La vita dei suoi amici, tra scherzi, scampagnate, serate al bar di Adolfo e vicissitudini familiari, non sarà semplice. Tito tenterà di uccidere il padre che abusava della sorella, mentre Iena sposerà una donna che lo tradirà con Boris il giorno stesso delle nozze, durante il ricevimento. La sorte peggiore toccherà però a Freccia, che cadrà nella tossicodipendenza a causa della sua relazione con una ragazza eroinomane. La sua dipendenza gli farà perdere il lavoro e gli procurerà diverse frizioni con i suoi amici, ed in particolar modo con Bruno, e gli causerà molti guai con la giustizia. L'amore di Marzia lo farà riprendere, ma la delusione d'amore con Cristina, la cugina della moglie di Iena lo farà ripiombare fatalmente nella droga. Dopo la sua morte, Radio Raptus verrà ribattezzata, in suo onore, Radiofreccia.

Sceneggiatura

Il film è tratto dalla raccolta di racconti Fuori e dentro il borgo scritto dallo stesso Ligabue. In particolar modo la storia ricalca i racconti Il girotondo di Freccia e Radio Fu. La sceneggiatura viene riscritta a quattro mani dallo stesso regista, Ligabue, in collaborazione con Antonio Leotti. Questi, inoltre, inseriscono anche altri personaggi dello stesso libro, ma trascurano volutamente la parte biografica ivi contenuta.
Da sottolineare la differenza con il libro, ove il personaggio di Freccia è in realtà chiamato Foja, in virtù di una voglia a forma di foglia che aveva sotto un orecchio.

Regia

« Io credo che fare il regista sia una cosa molto lontana dalla mia natura. La musica è un'esperienza più immediata. Il cinema ha a che fare con i filtri, con la progettazione, e quelli non sono i miei modi. Però ho sentito che era un'offerta che non potevo rifiutare. Volevo raccontare una storia, volevo immortalare un mondo e ricordare i miei quindici anni, e quello era il modo migliore di farlo. »

(Luciano Ligabue)

Il film rappresenta l'opera d'esordio di Luciano Ligabue in veste di regista. Per l'occasione viene assistito, dal punto di vista tecnico dal più esperto Antonello Grimaldi. Lo stesso regista asserisce:

« [L'apporto di Grimaldi] È stato molto determinante perché mi ha spiegato prima del film in maniera molto chiara la teoria che mi serviva per rappresentare ogni scena. »

(Luciano Ligabue)

Le riprese richiedono circa dieci settimane, nel periodo che va fra maggio e luglio del 1998 e, malgrado l'ambientazione sia quella di Correggio, esse vengono effettuate in vari paesini della provincia reggiana e mantovana. In particolare è possibile riconoscere Gualtieri, il ponte di barche di Torre d'Oglio, che è in comune di Marcaria, nel Mantovano, il ponte ferroviario sul torrente Crostolo, fra Guastalla e Gualtieri, Piazza Martiri di Carpi e la fornace a Boccadiganda, frazione di Borgoforte, nel Mantovano.

« Io devo fare una regia circolare. »

(Luciano Ligabue)

L'idea di Ligabue è quella di costruire un film che a spirale ricada sempre sul personaggio centrale, Freccia. Ma l'idea di cerchio o meglio spirale è possibile vederla sin dalle battute iniziali quando in un lungo viaggio della macchina da presa, si parte dai dintorni del borgo, fino ad entrarvici dentro, poi salendo in circolo lungo una scala a chiocciola e poi intorno a Bruno. La medesima tecnica cinematografica è ripresa più volte nel prosieguo del film.
Il lavoro di Ligabue viene premiato, difatti Radiofreccia vince un David di Donatello ed un Nastro d'argento come miglior regista esordiente 1999.
Lo stesso rocker, inoltre, si ritaglia due piccoli camei nel film. Difatti ricopre il ruolo di speaker radiofonico, mentre Adolfo spiega a Bruno le radio libere, e come disk jockey nella radio che vanno a spiare i ragazzi per capire cosa serve loro al fine di poter allestire la propria.

Cast

L'idea iniziale di Ligabue è quella di impiegare attori non professionisti. Tuttavia, successivamente, si rende conto che di per sé, già l'esordio alla regia è un gravoso impegno e quindi, per non rischiare troppo, decide di ricorrere ad attori professionisti. Vengono quindi scritturati cinque giovani attori affiancati da altri ben più famosi.

Protagonisti

Stefano Accorsi (Ivan Benassi detto Freccia)

« Mi piace molto questo personaggio. Mi ci sono affezionato e sento di averci parecchi punti di riferimento, visto che è un personaggio di una terra che è la mia terra e visto che, comunque, anche Luciano ce l'ha molto chiaro in testa è uno che come dice lui stesso....c'ha un buco dentro »

(Stefano Accorsi)

Orfano di padre e malato di cuore, Ivan Benassi detto Freccia per via di una voglia sulla tempia destra, abita con la madre ed il convivente, Carlo, che mal sopporta. Il disagio provocato dalla presenza dell'estraneo in casa lo porta ad allontanarsi, per trasferirsi nei locali di Radio Raptus. Durante questo periodo scopre il piacere di parlare in radio, ma anche la droga, che lo porterà a commettere numerosi crimini, ad entrare e uscire da prigioni ed ospedali ed infine alla morte.
L'interpretazione di Freccia, valse ad Accorsi un David di Donatello come migliore attore protagonista.

Luciano Federico (Bruno Iori)

« Sono le 22:00 di questo 20 giugno 1993. Due ore, ci restano due ore, dopo di che il segnale di Radiofreccia verrà spento per sempre. »

(Bruno Iori)

Bruno è il fondatore di Radio Raptus. Dopo aver scoperto nel bar di Adolfo l'esistenza delle radio libere, decide di fondarne una propria. Si mette all'opera, grazie anche all'aiuto degli amici. In un primo momento è molto preso dall'idea di poter avere una propria radio, fino al punto di asserire che ce ne vorrebbe una in ogni casa. Tuttavia il tempo passa, i turni aumentano, ed è sempre più legato a sponsor che mal volentieri sopporta. Decide di chiudere la radio un minuto prima che raggiunga la maggiore età e lo fa raccontando dal principio come è cominciata la propria avventura. Alla fine del racconto, fa intendere di aver sposato la fidanzata Ilaria, con cui stava da molti anni.

Enrico Salimbeni (Tito)

Il capellone del gruppo ha, in realtà, una difficile storia alle spalle, fatta di violenze perpetrate dal padre nei confronti della sorella minore, dodicenne, per anni. Un giorno, non potendo più sopportare le sevizie, quasi uccide a bastonate il genitore. Si costituisce e, nonostante le attenuanti, sconta 21 mesi di galera. Uscito dal carcere, si riunisce al gruppo, ma continua a vivere un disagio interiore, testimoniato da un laconico non riesco a fare l'amore, ho paura di far male. Alla conclusione della sua ultima trasmissione, Bruno spiega che il padre, dopo quasi vent'anni, è uscito di galera ed è scomparso. Tito, pur non avendo un lavoro fisso, riesce a cavarsela ed è riuscito a trovare un po' di felicità, una moglie e ben tre figli.

Roberto Zibetti (Boris)

Il più maligno della compagnia di amici. Personaggio individualista ed egocentrico, sempre pronto a giudicare la vita degli altri e costantemente definito "stronzo" da tutti, compresi i suoi amici. Frequenta di tanto in tanto delle prostitute. Pensa sempre solo e per sé, fino ad arrivare a copulare con la neo moglie del suo amico Iena durante il ricevimento, dopo questo avvenimento nessuno gli rivolge più la parola, fino ad incontrarlo al funerale di Freccia. Da Bruno si viene a sapere che è finito a fare il consulente finanziario, non ha una relazione stabile ma solo avventure occasionali e ancora si caccia nei guai, fatto testimoniato da un occhio nero sul suo volto.

Alessio Modica (Iena)

Timido ed introverso, in ogni situazione ha sempre paura delle ripercussioni. Del gruppo di amici, è quello con l'anima più paesana. Il primo del gruppo a sposarsi, e ad essere tradito dalla moglie con il suo amico Boris il giorno stesso del matrimonio, nei bagni. Nonostante questo rimane con la moglie che, come spiega Bruno alla fine del racconto, col tempo ha smesso di tradirlo e alla fine sono diventati una coppia serena.

Altri personaggi

Personaggi secondari, sono:

Francesco Guccini (Adolfo)

« Già in fase di scrittura mi piaceva immaginare Guccini nei panni del barista e forse quel ruolo l'ho scritto proprio pensando a lui come interprete. Come ho fatto a convincerlo ad accettare? Non è stato molto difficile. Francesco infatti, divertito dalla singolare proposta, si è subito reso disponibile »

(Luciano Ligabue)

In questa, che è una delle poche apparizioni cinematografiche di Guccini, il cantautore pavanese ricopre il ruolo di un burbero barista proprietario del bar Laika. Introduce Bruno alla scoperta delle radio libere, anni dopo lascia il bar alla figlia.
Curioso fu l'episodio che capitò allo stesso Guccini durante le riprese: mentre queste venivano effettuate in un bar reale, all'improvviso, un uomo esterno alla troupe, entrò ed ordinò da bere.

Serena Grandi (Madre di Freccia)

La madre di Freccia è vedova e convive con un uomo, Carlo, titolare di una ferramenta. La donna tuttavia non riesce ad imporsi sul nuovo compagno, il quale detta legge in casa altrui e costringe all'allontanamento di Freccia (consolidato con una testata sul naso da parte di Freccia, che rompe il naso al compagno della madre), il quale non esita ad apostrofare la madre come donna di facili costumi e a rubare l'autoradio a Carlo ogni volta che ne compra uno nuovo, per vendicarsi.

Davide Tavernelli (Kingo)

« ... c'è la fila fuori di gente che vuole i miei concerti, ho appena finito di suonare a un matrimonio. La sposa Signor Kingo di qua signor Kingo di là; signor Kingo sti maroni bhe, stammi su da dosso che poi tuo marito non mi paga »

(Kingo)

Divertente personaggio di Correggio, suona nel complesso "LITTLE TAVER & HIS CRAZY ALLIGATORS".

Accoglienza

Il film viene accolto dal pubblico con molto calore e gli incassi sfiorano i dieci miliardi. Lo stesso entusiasmo si ripeté in occasione dell'uscita in VHS sei mesi più tardi.

Colonna sonora

« Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa... »

(Luciano Ligabue)

Come lo stesso Ligabue dice, la musica ha un ruolo primario nel film:

« Ho cercato per quanto possibile, ovvero per quanto consentiva il budget, di mettere nel film le canzoni che i conduttori delle radio libere usavano passare all'epoca: da Rebel Rebel di David Bowie a The Passenger di Iggy Pop, da Long Train Running dei Doobie Brothers a Vicious di Lou Reed, da Year of the Cat di Al Stewart a Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, e via dicendo. »

(Luciano Ligabue)

Oltre a pezzi famosi, il cantante compone alcune canzoni appositamente per il film:

« Questi classici degli anni '70 si fondono con un paio di brani inediti scritti da me e alcuni pezzi strumentali di commento in cui per la prima volta arrischio assoli alla chitarra. »

(Luciano Ligabue)

Con la ballata Ho perso le parole, Ligabue vince un Nastro d'argento come miglior canzone dell'anno 1999.
La colonna sonora è stata pubblicata in due differenti versioni, rispettivamente di una e due cd. La prima contiene per lo più i pezzi di altri artisti, mentre la seconda riporta sul primo cd tutte le canzoni scritte dallo stesso Ligabue per il film e sul secondo le canzoni di altri artisti utilizzate per il film.

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