mercoledì 22 gennaio 2014

le anime morte




 (in russo, Мёртвые души, Mërtvye duši, Mjortvyje duši, IPA: ['mʲortvɪjɪ 'duʃi]) è un romanzo pubblicato nel 1842 dallo scrittore russo, ucraino di nascita, Nikolaj Vasil'evič Gogol'. È un classico della letteratura mondiale e sicuramente l'opera più nota di Gogol', insieme ai racconti Il cappotto e Il naso.
Le anime morte è un romanzo satirico che Gogol' scrisse quasi interamente durante il suo soggiorno a Roma.
Gogol' era intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia seguendo un modello dantesco. E Le anime morte, che in sé rappresenta un romanzo compiuto, era, nelle intenzioni dello scrittore, solo la prima parte di questo grande poema, quella nella quale veniva descritta la dimensione morale più bassa della Russia (l'inferno, in uno schema dantesco). Questo grande progetto rimase incompiuto.

Trama

Un giorno, nel capoluogo del governatorato di N. arriva l'affabile Consigliere di Collegio Pavel Ivanovič Čičikov.
Il suo intento è quello di acquistare a buon prezzo le "anime morte". Con questo termine si indicano quei servi della gleba morti dall'ultimo censimento e per i quali i proprietari continuano a pagare il testatico fin quando non ne verrà registrata la morte nel prossimo censimento. Čičikov punta così a crearsi, con il minimo sforzo, un numero di servitori ("fantasma") elevato al punto tale che ipotecandoli si possa costituire un grosso capitale.
Questa idea semplice e un po' diabolica cerca la sua attuazione in una capitale di governatorato popolata da personaggi pittoreschi, notabili cittadini o piccoli proprietari terrieri, tutti portatori di un vuoto morale che li fa sembrare spesso più morti di quei servitori che vengono rievocati e che sono l'oggetto delle trattative.
La cosa deve chiaramente restare nascosta, ma alla fine tutto salta fuori (anche a causa dell'avida Korobočka, che, dopo aver venduto delle anime morte a Čičikov, arriva in città per chiedere il valore di mercato di queste anime per paura di averci rimesso). L'unica soluzione è la fuga che vanifica tutti gli sforzi fatti.

Commento

L'idea prima del libro fu suggerita a Gogol' da Puškin ed è tratta da un fatto di cronaca.
Successivamente Gogol' sviluppò il progetto di farne una prima parte di un grande poema sulla Russia che però non vide mai la luce, anzi segnò in un certo senso il suo declino. Infatti scrisse solo la seconda parte che poi bruciò quasi per intero (ne rimangono i primi capitoli).
Ai personaggi spregevoli di questa prima parte avrebbero dovuto fare da contraltare delle figure via via migliori fino ad arrivare ad un finale ideale che avrebbe dovuto indicare una sorta di via verso la redenzione per l'intero popolo russo.
Questo disegno non ebbe luogo e la critica si divide nel giudicare Le anime morte come un romanzo anche di denuncia sociale, come potrebbe fare intendere il suo inserimento nel progetto del grande poema appena esposto, piuttosto che considerarlo in sé stesso, per ciò che realmente è stato ed è, cioè un vivido quadro di una Russia sgangherata e sonnolenta, abitata da figure grottesche e patetiche, delle quali il protagonista, Čičikov è il più degno rappresentante.
In ogni caso questo romanzo è uno spartiacque nella letteratura russa che fino a quel momento sembrava non accorgersi di certe realtà. Il grande successo che riscosse all'epoca è nulla a confronto dei riflessi che ha avuto sull'intera letteratura del suo paese, a partire proprio dalle opere spiccatamente di denuncia sociale che cominciarono a fiorire, come ad esempio le Memorie di un cacciatore di Ivan Turgenev.

Curiosità

Il primo titolo del romanzo fu "Le avventure di Čičikov ovvero le anime morte". Questo per addolcire quel Le anime morte sul quale pendeva un sospetto di allusione religiosa eterodossa.
Nel 1923 l'editore francese Ambroise Vollard, chiede a Marc Chagall, a Parigi, l'illustrazione delle "Anime morte": le opere di Chagall saranno pubblicate solo più tardi, nel 1948, grazie all'editore Tériade.
Gogol' scrisse una parte dell'opera in viaggio tra Albano e Genzano, ponendo a confronto le bellezze paesaggistiche laziali con quelle della propria patria.

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