martedì 11 marzo 2014

Renzi e Fiesoli


MATTEO RENZI OSPITA IN UN CONVEGNO RODOLFO FIESOLI GIA’ CONDANNATO NEL 1985 PER PEDOFILIA E NEL 2000 PER MALTRATTAMENTI SUI BAMBINI. POI ARRESTATO PER ABUSI SUI MINORI NEL 2011 E ADESSO NUOVAMENTE SOTTO PROCESSO



http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/forteto-la-comunita-dove-per-decenni-i.html#more





di Gianni Lannes

Un lager. Persone plagiate e ridotte a marionette. Abusi sessuali e psicologici. Pedofilia. Un incubo noto: nel 2000 c’era stata la storica sentenza di condanna per gli orrori del Forteto della Corte europea dei diritti dell’uomo. E Il Corriere della Sera nel 2003  aveva dedicato ampio spazio al fenomeno. Eppure i vip della sinistra tricolore hanno fatto sempre finta di nulla, come Renzi, che addirittura ha negato l'evidenza quando è stato intervistato dalla trasmissione televisiva Le Iene. E successivamente smascherato da alcuni consiglieri comunali di Firenze che hanno presentato interrogazioni all'allora primo cittadino.



Ha dichiarato testualmente Matteo Renzi  all’intervistatore Trincia della trasmissione tv Le Iene, andata in onda il 5 maggio 2013:  

«I ragazzi del comune non venivano e non vengono naturalmente affidati al Forteto, per noi la vicenda è meno di zero dal punto di vista amministrativo».




I fatti nudi e crudi. A quanto pare Matteo Renzi invitandolo a Palazzo vecchio in un’occasione pubblica ha legittimato come un esempio per l’educazione dei giovani, il pedofilo conclamato e notoriamente pluricondannato Rodolfo Fiesoli che ha massacrato numerosi bambini per decenni, addirittura finanziato dalla Regione Toscana con un milione e duecentomila euro. Un atto, semplicemente abominevole sul piano morale, e ancor più grave perché sponsorizzato in veste istituzionale di sindaco, da chi oggi fa il presidente del consiglio dei ministri, sia pure pro tempore.


Quando si fa del male a un bambino, anzi a tanti bambini come nel caso della comunità “Il Forteto” addirittura per più di 30 anni sotto la benevolenza di certa magistratura (addirittura due presidenti di tribunali dei minorenni, e più di un pubblico ministero, come nel caso di Antonio Di Matteo, poi trasferito a Salerno), con l’ausilio di medici e assistenti sociali, e grazie alla protezione della casta politica governativa ai massimi livelli, le cicatrici restano per tutta la vita impresse nell’animo, e il tempo non le cancella.


Sono trascorsi poco più di due anni da quel convegno a Firenze (12 novembre 2011), andato in onda nel palazzo dei Cinquecento. E forse, il primo ministro Renzi accusa vistose amnesie, assolutamente ingiustificabili sul piano etico, in chi riveste - sia pure “fortuitamente” - un ruolo governativo di primo piano nell’ambito politico. Qualcuno, poi, in perfetto stile staliniano e tutta fretta, dopo l’ennesimo arresto di Rodolfo Fiesoli il 20 dicembre 2011 per “violenza sessuale”, ha misteriosamente fatto sparire dai siti istituzionali foto imbarazzanti e video compromettenti.



Ma qualcosa si è salvato dalle furtive rimozioni in salsa totalitaria. Basta cercare su Internet: la Rete, infatti, ha una buona memoria.

Matteo Renzi:

Rodolfo Fiesoli:




Comunque, ecco la cronaca dell’evento da vip, riportata dalla pagina locale del quotidiano La Repubblica:

«Da Jovanotti a Renzi i vip del TedxFirenze. Per la prima volta in città l'evento culturale votato alla diffusione di idee. In programma sabato 12 novembre nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Da Jovanotti a Renzi i vip del TedxFirenze. La prossima settimana arriva in città la prima edizione di TEDxFirenze, un evento culturale votato alla diffusione di idee di valore organizzato su licenza e con la supervisione di TED, prestigiosa organizzazione no-profit americana fondata nel 1984 dal giornalista Chris Anderson per dare potere alle idee (Al Gore tra i fondatori). All'evento, in programma sabato 12 novembre nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, parteciperanno una serie di speakers tra cui l'attrice Monica Guerritore, il cantautore Jovanotti, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, l'imprenditore Marco Boglione, il fisico nucleare Franco Cervelli e l'ingegnere per la diagnostica dei beni culturali Maurizio Seracini, noto per la sua ricerca sull'opera di Leonardo Da Vinci, La Battaglia di Anghiari, nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio. Tra gli speakers anche il regista canadese David Battistella, che si è provvisoriamente trasferito a Firenze per studiare la vita di Filippo Brunelleschi (ha comprato i diritti del libro 'La cupola di Brunelleschi' di Ross King e presto dirigerà un film su di lui), l'imprenditrice sociale Selene Biffi, l'educatore Rodolfo Fiesoli (fondatore de Il Forteto) e Federico Biondi, specializzato nella creazione di software per internet».

In un sito online che non hanno fatto a tempo a far sparire si legge:

«Perchè l’evento di Novembre si chiama TEDX e non TED? I TEDfellow, nel corso degli anni hanno contribuito in vari modi alla diffusione e alla crescita dell’evento e della community, uno dei principali modi usati è l’organizzazione di eventi nello spirito del TED. Basta aprire la pagina dedicata agli eventi dei prossimi mesi per capire quanto il fenomeno sia diffuso ( solo in Italia nelle ultime settimane sono stati organizzati TEDX a Bologna e Roma). Ogni evento è indipendente dall’altro ma mantiene le linee guida della conferenza principale. Chi parlerà a Firenze? Il programma dell’evento fiorentino è quasi già tutto delineato sul palco saliranno: Selene Biffi, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Enrico Mentana, Matteo Renzi,Marco Boglione, Rodolfo Fiesoli, Maurizio Seracini, Franco Cervelli e David Battistella.Gli 11 speakers della prima edizione di TEDxFirenze affronteranno nei loro talks i temi di Innovazione e Ottimismo e saranno l’imprenditrice sociale Selene Biffi, l’attrice Monica Guerritore, il cantautore Lorenzo Jovanotti, il giornalista Enrico Mentana, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, l’imprenditore Marco Boglione, l’educatore Rodolfo Fiesoli, l’ingegnere Maurizio Seracini, lo sviluppatore Federico Biondi, il fisico nucleare Franco Cervelli e il regista David Battistella».



Alla voce resoconti e commenti postumi, la carrellata è sorprendente:


«In settimana è ri-scoppiato lo scandalo Forteto: altri 22 indagati oltre a Rodolfo Fiesoli, il fondatore e guru della setta. Per tutti l'accusa di maltrattamenti nei confronti di bambini che nel corso degli anni sono stati al Forteto. Vicenda con pesanti risvolti politici: la casta politica democratica fiorentina e toscana portava in palmo di mano Rodolfo Fiesoli spacciandolo come esempio per l'educazione dei giovani. La stampa di regime (corrierino erminio, repubblica fiorenza, la nazione della feccia ndS) cerca di limitare al PD mugellano la cantonata, sapientemente cancellando la comparsata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio del guru Fiesoli al TEDxFirenze del 2011 davanti a Sua Bassezza Babbeo I.I babbei di TEDxFirenze in puro stile sovietico (i compagni  caduti in disgrazia venivano cancellati dalle foto e sparivano da giornali e riviste ndS) hanno fatto sparire dal sito http://www.tedxfirenze.net l'ingombrante partecipazione del guru del Forteto alla edizione 2011. Strumenti nuovi, metodi vecchi... P.S Se cercate su Google potete comunque trovare l'intervento di Fiesoli che predica a Palazzo Vecchio in presenza del babbeo».


E ancora su qualche sito scampato all’oscuramento di regime è scritto testualmente:




«novembre 14, 2011 TEDxFirenze, l’ottimismo c’è, l’innovazione? by Dukko. Sono stato uno dei pochi fortunati a poter assistere al TEDx organizzato il 12 novembre a Firenze. Il tema di questo TEDx era “Innovazione e ottimismo“, un tema caldo ed interessante, in questo periodo. Com’è andata? (per un’impressione “social”, vedere qua). L’inizio non è stato, purtroppo, dei più interessanti. Franco Cervelli, il primo relatore, ha praticamente fatto una lezione di astrofisica, sicuramente interessante ma del tutto inadeguata al contesto: il pubblico non aveva le competenze necessarie per capire e interessarsi ad argomenti così complessi come lo studio della materia oscura. Maurizio Seracini invece ha proposto innovazione che guarda al passato: le nuove tecnologie applicate allo studio dell’arte e all’interazione del pubblico con essa. Più in linea con l’argomento, sicuramente, ma non in stile TED, assolutamente. L’unico intervento realmente interessante della prima parte, quello di Selene Biffi, che ha presentato YAC (Youth Action for Change), è stato troncato in quattro minuti, del tutto non adeguati per la presentazione di un progetto così vasto e interessante. D’altro canto, Federico Biondi, il relatore di Qooid, un social network a mio avviso simile a tanti altri, ha avuto ampio spazio, pur essendosi limitato a leggere un foglio. Non ci siamo per niente. Bruno Giussani ha concluso la prima parte, ricordando a tutti cosa è un vero TED, spiegando la storia di questa organizzazione pur non annoiando il pubblico. Ed il messaggio è stato recepito: la seconda parte, quella sì che era un TED Talk. Apre le danze un incredibile Lorenzo Jovanotti Cherubini, che in pieno stile TED ci trasmette ottimismo e idee per non farsi abbattere dalla vita (indimenticabile il suo “effetto Bruce Lee“, cioè “che quando uscivi dal cinema si aveva voglia di menare le mani e davamo pugni nell’aria facendo le facce da Chen”, con tanto di video di Bruce Lee che prende a calci tutti, la voglia di combattere contro ciò che non va nella nostra vita, come Bruce). Sulla scia, David Battistella, regista canadese che ci racconta, in un’impegnativo italiano (grande rispetto per ciò), l’ottimismo attraverso Brunelleschi e la sua innovatività del Duomo. E poi Rodolfo Fiesoli, tipico toscano divertentissimo ma saggio, che mi ha ricordato tantissimo Benigni, l’ottimismo che sprizza da tutti i pori. Ha concluso, infine, un mediocre, a mio avviso, Matteo Renzi, che ha infarcito il suo discorso di un po’ troppa retorica, ma che comunque era in linea con i talk di TED e perciò apprezzabile».

A pagina 45 della relazione finale della Commissione d’inchiesta regionale si legge: 

«lo stesso Fiesoli era a Palazzo Vecchio per partecipare in qualità di relatore a un convegno relativo a TEDxFirenze, evento culturale “votato alla diffusione di idee di valore”».

La Giustizia tricolore fa incredibilmente ancora uno sconto. A Rodolfo Fiesoli, il fondatore della comunità per giovani disagiati “Il Forteto” di Vicchio nel Mugello, arrestato il 20 dicembre 2011 con l'accusa di violenza sessuale e maltrattamenti, il primo giugno 2012 viene revocato l’arresto domiciliare. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Firenze che in alternativa ha stabilito un'altra misura, l'obbligo di dimora, che Fiesoli dovrà osservare nel comune di Pelago (Firenze) da dove non si deve allontanare. Nel ricorso al riesame Fiesoli è stato assistito dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Lucia Mininni che avevano fatto istanza per la revoca dei domiciliari. Nella discussione davanti al riesame il pm Giuliano Gianbartolomei si è opposto alla richiesta considerando un errore variare la misura.

Prato, 2 ottobre 2013, venerdì, ore 14, aula 2 del palagiustizia di Novoli. Mancano ormai poche ore all’inizio del processo: il caso dei ripetuti abusi all’interno della comunità del Forteto, guidata dal “profeta”, il pratese Rodolfo Fiesoli. Un processo che punta il dito sulle colpevoli omissioni della giustizia, sulle dolenti manchevolezze dei servizi sociali pubblici e sulla inspiegabile benevolenza che una certa parte politica, culturale e addirittura giudiziaria ha concesso per tre decenni a un soggetto - Fiesoli stesso, ma anche il suo sodale Luigi Goffredi venne giudicato colpevole di maltrattamenti e fu condannato a 10 mesi - già condannato a due anni di reclusione nel 1985 per atti di libidine violenti, corruzione di minorenne e maltrattamenti al Forteto. Nonostante questo, e con relazioni di assistenti sociali definite dagli inquirenti «a dir poco imbarazzanti» per la loro inconsistenza, il tribunale dei Minorenni continuò ad affidare quei bambini al Forteto. Così quella lontana sentenza - che avrebbe dovuto impedire l’affidamento al Forteto, al Profeta e ai suoi adepti di tanti piccoli problematici - è stata deliberatamente ignorata e ridotta a una presunta bagatella da magistrati amici e compiacenti, da servizi sociali miopi e inadatti, da professionisti della parcella (psichiatri, psicologi e addetti ai lavori) pronti soprattutto a incassar denaro piuttosto che a occuparsi davvero della salute di quei poveri bambini. Ed è ancora più sorprendente, oltre a far rabbrividire, la scoperta - a poche ore dall’avvio del dibattimento - che l’intero fascicolo processuale di quell’antica condanna a Fiesoli e Goffredi, datata anni Ottanta, sia clamorosamente sparito dall’archivio del tribunale di Firenze che dal 1987 si trova a Prato. Nell’estate del 2012, infatti, i magistrati della procura di Firenze che indagano sul Forteto volevano mettere le mani su quel fascicolo e vedere cosa c’era dentro. Ebbene, dopo mesi di ricerche, la risposta: quel faldone non si trova più, sparito, volatilizzato.Davvero singolare, comunque, che fra migliaia e migliaia di fascicoli processuali sia sparito proprio quello lì. Sarà ovviamente una sfortunata coincidenza. Per fortuna, comunque, l’archivio delle sentenze del tribunale di Firenze è separato da quello dei fascicoli processuali e pertanto almeno la sentenza (seppur scarsamente leggibile causa usura dovuta al tempo) è stata recuperata. La sparizione di quel l’impolverato faldone non cambia nulla ai fini processuali: accusa e difesa sono pronte a presentare al collegio giudicante della seconda sezione penale del tribunale delle liste testi che sforano le cento unità, con nomi eccellenti (da parte dei difensori) come Massimo D’Alema e Rosy Bindi, in qualità di esponenti dell’intellighenzia Pd che per anni ha benedetto la bontà del sistema Forteto. Magari in aula, se mai verranno, spiegheranno perché.
Il 20 ottobre 2013 riappare come per miracolo il fascicolo che si era perso nel tempo e nello spazio. Un fascicolo che per decenni è stato deliberatamente ignorato, trasformato in una bagatella o, peggio, in un errore giudiziario di cui il cosiddetto “profeta”, Rodolfo Fiesoli, sarebbe stato una vittima. In una grande busta gialla c’è il fascicolo, o almeno una parte di esso. Dentro ci sono interrogatori, deposizioni. Dentro c’è innanzitutto una scoperta straordinaria: nel 1978, quando si istruisce il processo di primo grado contro Fiesoli, il magistrato inquirente Carlo Casini è affiancato dal collega Gabriele Chelazzi, il sostituto procuratore antimafia morto nel 2003, nel corso delle sue indagini. Esattamente nel 1978,  trentatré anni prima del nuovo arresto di Fiesoli nel dicembre 2011, il sostituto procuratore Chelazzi aveva già scoperto il marcio del Forteto, così come molti anni prima di tutti aveva iniziato a parlare di trattativa Stato-mafia. Sono Chelazzi e Casini, in un verbale della procura di Firenze datato 6 dicembre 1978 e agli atti di quell’antico processo, a interrogare una coppia di Prato che parla dell’esperienza al Forteto. Fiesoli è stato arrestato pochi giorni prima, il 30 novembre: 

«All’inizio - dicono i due - ci parve un’esperienza positiva, ma piano piano ci siamo accorti che viceversa il gruppo era estremamente chiuso, ripiegato su stesso e che al suo interno avvenivano stranezze anche gravi».

Ma il passato non si può cancellare. Perché spunta dalle carte del 1978 e da quelle degli anni successivi. E se la follia religiosa potrebbe già di per sé essere considerata un “legittimo impedimento” a quel che invece il tribunale dei minori ha deliberato per decenni, la parte relativa al sesso è la pietra tombale della vergogna. E’ sempre la coppia di Prato a parlare a Chelazzi e Casini: 

«Fiesoli aveva una particolare fissazione di carattere sessuale». E si legge: «E’ successo due o tre volte che nel corso delle riunioni egli si sia tirato giù i pantaloni e le mutande, prendendosi in mano il membro e mostrandolo, secondo lui doveva essere un gesto disinibitorio». E’ solo l’inizio di un racconto choc fatto di divieti ad avere rapporti sessuali fra coniugi, di richieste di rapporti omosessuali, di riunioni collettive per guardarsi reciprocamente i genitali, di parolacce, di insulti, di inviti a picchiare i propri genitori. E qui torna anche l’altro lato emerso nell’inchiesta di oggi: «Tra le cose che secondo il Fiesoli bisognava fare c’era rompere con la famiglia. A me disse che non sarei stata libera da mia madre finché non l’avessi picchiata».

Tutte dichiarazioni successive all’arresto del 30 novembre 1978. Mentre il giorno 29, al magistrato Casini, un’altra ospite del Forteto confermerà che «per sbloccarla il Fiesoli le faceva vedere il membro». Il giorno dell’arresto sono Chelazzi e Casini, insieme, a interrogare il Profeta: respinge ogni accusa, Fiesoli, «non ricordo di aver compiuto gesti di esibizione o di essermi denudato, ma ritengo che anche gesti di questo tipo potrebbero avere effetto sbloccante nei confronti di persone oppresse da paure». Nega e negherà tutto, Fiesoli, che viene scarcerato il primo giugno del 1979. E proprio in quelle stesse ore il tribunale dei minorenni allora guidato da Giampaolo Meucci gli affida un bambino down, un segnale chiarissimo di quale parte avrebbe tenuto quell’istituzione in quel momento e negli anni successivi. Anche nonostante la condanna definitiva arrivata nel 1985 per atti di libidine violenta, corruzione di minorenne e maltrattamenti. 

Fu invece assolto dall’accusa di atti osceni in luogo pubblico per le sue esibizioni di genitali. Ma non perché non li avesse commessi, confermò la Cassazione, ma perché era avvenuto in un luogo privato, appunto, “Il Forteto”.

E’ il 1978 quando un magistrato rigoroso come Gabriele Chelazzi scoperchia il marcio degli abusi al Forteto. E dunque: quanti bambini abusati hanno sulla coscienza magistrati, medici, assistenti sociali, giornalisti e politicanti di rilievo, che, nei tre decenni successivi, non hanno voluto o non hanno saputo vedere o hanno volutamente ridimensionato quel che accadeva là dentro?

Nel 1998 la Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo riceve la richiesta di ricorso contro l'Italia, e in particolare contro l'operato del Tribunale dei minori di Firenze, da parte di due madri con doppia cittadinanza, italiana e belga, cui il Tribunale per i minorenni di Firenze aveva imposto di interrompere ogni relazione con i rispettivi figli, collocati presso la comunità Il forteto. Le donne, inoltre, denunciarono trattamenti violenti e inumani nei confronti dei minori, con una scolarizzazione pressoché inesistente.

Il 13 luglio 2000 la Corte ha condannato l'Italia, per l'affidamento alla comunità dei due bambini, a pagare una multa di 200 milioni di lire come risarcimento dei danni morali. Nella sentenza (caso Scozzari e Giunta contro Italia - ricorso n. 39221/98 et 41963/98), la Corte sottolinea come «la circostanza che nell'ambito dell'affidamento di bambini da parte dei pubblici poteri, due persone condannate, certamente venti anni prima, per maltrattamenti e abusi commessi su persone che a quell'epoca erano loro affidate all'interno della stessa comunità possano svolgere un ruolo tanto attivo suscita delle serie riserve»; nonostante ciò gli affidamenti di minori proseguono ancora.

Nel 2002 l'eurodeputata Cristiana Muscardini aveva presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo l'allontanamento immediato di tutti i minori presenti nella struttura e la cancellazione de Il forteto quale centro di riferimento per la commissione per l'infanzia. Tuttavia la Commissione incredibilmente si dichiarò non competente.

Il 20 dicembre 2011 - 38 giorni dopo l’evento con Renzi a Palazzo Vecchio - Rodolfo Fiesoli viene nuovamente arrestato con l'accusa di maltrattamenti e abusi su minorenni affidati all'interno della comunità. 

  




L'albo d'oro del Forteto è una passerella di mammasantissima della sinistra: Piero Fassino e Livia Turco, Rosy Bindi e Susanna Camusso, Tina Anselmi e Riccardo Nencini, Claudio Martini e Enrico Rossi. Da lì sono passati in tanti: per esempio Antonio Di Pietro, che - candidato nel Mugello - scrisse la prefazione al volume Fili e nodi di Rodolfo Fiesoli, che tuttavia Piero Tony, ex presidente del tribunale dei minori di Firenze ora procuratore della repubblica di Prato, chiama confidenzialmente «Foffino». Padre Alex Zanotelli ci andò a pranzo nel 2003 con la sua Carovana della pace. Ci sono immagini dell'attuale governatore Enrico Rossi, dei sindaci della zona, dell'ex senatrice Vittoria Franco membro della Commissione parlamentare per l'infanzia, e della senatrice Anna Serafini, moglie di Fassino (ex presidente della Consulta per l'infanzia). Nel 2010 fu presentato al Senato il libro che raccontava l'azione della Fondazione in sei scuole del Mugello. Possibile che nessuno di questi personaggi sul palcoscenico, lautamente pagati dagli ignari contribuenti sapeva che Fiesoli era stato arrestato nel 1979 e condannato in via definitiva nel 1985 (due anni di reclusione) assieme a Goffredi per maltrattamenti a una ragazza a lui affidata, atti di libidine violenta e corruzione di minorenne? Sicuramente non era all'oscuro della situazione l'avvocato Giuliano Pisapia (sindaco di Milano), che fece parte del collegio che patrocinò Fiesoli in Cassazione. Pisapia nel 1998 entrò nel comitato scientifico della Fondazione Forteto, unitamente all’ex presidente del tribunale per i minori Gianfranco Casciano, l'ex giudice minorile Antonio Di Matteo, l'ex deputato (Rifondazione e Comunisti italiani) Eduardo Bruno, la deputata Tina Anselmi, l'ex pm Andrea Sodi, l'ex capo dell'Ufficio minori della questura di Firenze Mariella Primiceri.











fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

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