di
Gianni Lannes
Tante piccole
cavie in pasto alla tecnocrazia. Efficaci e sicuri? La famigerata Pfizer che in Italia mantiene
sul libro paga fior di medici, politicanti, esperti da bar sport,
televirologi domenicali, veterinari addomesticati, istituzioni
sanitarie, università e centri di ricerca, ha annunciato un
cosiddetto “vaccino” anche per chi si è appena affacciato alla
vita. Eppure, i sieri anticovid-19, non sono mai stati adeguatamente
testati sugli esseri umani (adulti), in paese violazione delle normative
nazionali, europee e mondiali. Infatti, nei bugiardini ministeriali è
scritto testualmente, come nel caso Pfizer:
«La
sicurezza e l’efficacia di Comirnaty nei bambini e negli
adolescenti di età inferiore a 16 anni non sono state ancora
stabilite. I dati disponibili sono limitati. (...) L’Agenzia
europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i
risultati degli studi con Comirnaty nella popolazione pediatrica per
la prevenzione di COVID-19 (vedere paragrafo 4.2 per informazioni
sull’uso pediatrico). Questo medicinale è stato autorizzato con
procedura “subordinata a condizioni”. Ciò significa che devono
essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L’Agenzia
europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove
informazioni su questo medicinale e il riassunto delle
caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario
(…) La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota;
sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. Come per
tutti i vaccini, la vaccinazione con Comirnaty potrebbe non
proteggere tutti coloro che lo ricevono. I soggetti potrebbero non
essere completamente protetti fino a 7 giorni dopo la seconda dose
del vaccino. È pertanto essenziale continuare a seguire
scrupolosamente le raccomandazioni di sanità pubblica (mascherina,
distanziamento e lavaggio frequente delle mani)».
Con
un articolo dal titolo «Peter Doshi: I vaccini Pfizer e Moderna
“efficaci al 95 per cento” abbiamo bisogno di maggiori dettagli e
dati grezzi», Peter Doshi, editore associato di The
BMJs,
ha riesaminato i dati ufficiali in merito alla sperimentazione Pfizer
in possesso della Fda nordamericana, affermando che una stima
approssimativa dell'efficacia del vaccino contro lo sviluppo di
sintomi di Covid-19, con o senza un risultato positivo del test Pcr
dà una riduzione del rischio del 19 per cento, molto al di sotto
della soglia di efficacia del 50 per cento per l'autorizzazione
stabilita dalle autorità di regolamentazione USA; inoltre anche dopo
la rimozione dei casi verificatisi entro 7 giorni dalla vaccinazione
(409 sul vaccino Pfizer vs 287 sul placebo), che dovrebbe includere
la maggior parte dei sintomi dovuti alla reattogenicità del vaccino
a breve termine, l'efficacia del vaccino rimane bassa: 29 per cento.
È notizia abbastanza recente della morte di numerose persone in
Norvegia a seguito della vaccinazione Pfizer attualmente sospesa.
in
Italia si stanno verificando preoccupanti casi di focolaio post
vaccinazione, come ad esempio quello della Rsa Santa Caterina di via
San Vincenzo a Prato, dove 97 su 102 anziani sono risultati positivi
dopo la vaccinazione.
Il
27 luglio 2020, Pfizer e BioNTech, con gli studi clinici di fase 1/2
e in consultazione con il Cber e la FDA statunitense e altri
regolatori globali, hanno annunciato di promuovere il loro vaccino
BNT162b2, come candidato per uno studio di fase 2/3 che ha ricevuto
la designazione fast
track
della
Food
and drug administration (Fda)
degli Stati Uniti.
Già
in un articolo del NewYorkTimes
(datato 8
giugno 2020) si affermava che anche se un vaccino genera anticorpi
ciò non prova che il vaccino sia efficace nel prevenire l'infezione
e potrebbe dare alle persone la falsa sensazione di essere protetti.
Lo
studio «Sicurezza e immunogenicità di due candidati al vaccino
Covid-19 a base di RNA» descrive la sperimentazione americana di
fase 1: n° NCT04368728 la cui fine è prevista l'11 dicembre 2022.
La sperimentazione ha confermato che il BNT162b2 era associato a una
minore incidenza e gravità delle reazioni sistemiche rispetto al
BNT162b1 e quindi sarà scelto per gli studi di fase 2 e 3. Da tale
studio si evince come il 17 per cento dei partecipanti tra i 18 e 55
anni e l'8 per cento tra i 65 e 85 anni ha riportato febbre (da ≥38,0
a 38,9° C) dopo la seconda dose di 30 μg BNT162b2, con un piccolo
numero eventi gravi sistematici. A 1 mese dal ricevimento della
seconda dose, il 25 per cento dei partecipanti di età compresa tra
18 e 55 anni ha subito eventi avversi. I prossimi studi programmati
saranno uno di fase ancora 1-2 su 120 persone con la variante b2 e
uno studio su 160 partecipanti con la versione b3. Entrambi in
scadenza nell'inverno 2021.
Il
funzionamento del vaccino Pfizer è simile a quello di Moderna Inc –
mRNA-1723 e si basa su un «modRNA», basato a sua volta su un mRNA,
il BNT162, contro il Sars-CoV-2. Questa tecnologia è stata usata per
la prima volta per la manipolazione del programma genetico del cuore
dei mammiferi adulti, per innescare la rigenerazione cardiaca. Il
problema più rilevante è che qualsiasi mRNA non modificato viene
riconosciuto dall'immunità innata del soggetto ricevente, causando
il rilascio di interferoni e citochine e porta alla morte cellulare.
L'11
novembre 2020, l'Unione europea ha dato il via libera a sottoscrivere
un contratto con Pfizer-Biontech, per 300 milioni di dosi; a seguito
della notizia del 10 novembre 2020 il Ceo di Pfizer e il
vicepresidente esecutivo hanno venduto sul mercato le azioni della
casa farmaceutica.
La
micidiale Pfizer (controllata da holding finanziarie a dir poco
mafiose e criminali) è nota per «il contenzioso di Kano», nonché
per le 47 condanne e 4.421.846.055 di dollari pagati a titolo di
risarcimenti e/o sanzioni, dal 2000 al 2019.
Domanda
a Mattarella, Draghi&Speranza: sulla base di quali considerazioni
scientifiche il Governo tricolore ha deciso di utilizzare questo
vaccino, dato che, come per tutti gli altri, non ha ancora terminato
gli studi preliminari di sicurezza ed efficacia?
L'aggiornamento
del database
Vaers relativo alle razioni avverse del vaccino Pfizer, del 12 marzo
2021, riporta che nel 2020, ben 31.797 persone hanno riportato un
evento avverso, di cui 58 persone hanno avuto reazioni anafilattiche
e 11 persone sono morte; mentre dal 1° gennaio 2021 al 5 marzo,
50.076 persone hanno riportato un evento avverso, di cui 132 persone
hanno avuto reazioni anafilattiche e 578 persone sono morte; 4
persone hanno subito morte cerebrale e ci sono stati 6 aborti e 19
problematiche varie ai feti di donne in gravidanza e 4 persone hanno
riportato casi di cancro.
Non
è tutto. Il database
inglese
delle reazioni avverse al vaccino Pfizer, dell'11 marzo 2021, riporta
che: 2.294 persone hanno avuto disordini del sangue; 1.153 problemi
cardiaci; 819 disturbi alle orecchie; 12 disturbi al sistema
endocrino; 1.398 disturbi agli occhi; 10.534 disturbi
gastrointestinali; 28.915 disordini di carattere generale; 18
disturbi epatici; 528 disturbi al sistema immunitario, di cui 197
reazioni anafilattiche; 2.059 hanno avuto infezioni di vario tipo, di
cui 487 riconducibili al coronavirus/Covid-19; 458 lesioni; 587
disturbi metabolici; 12.823 problemi muscolari e ai tessuti; 24
neoplasie; 18.059 disturbi del sistema nervoso, di cui 457 tremori,
756 anomalie sensoriali, 158 eventi di crisi e disturbi compulsivi,
82 paralisi o paresi, 1.556 parestesie e disestesie, 206 disturbi del
nervo cranico facciale; 18 aborti; 1.409 disturbi psichiatrici; 212
disturbi ai reni e all'apparato urinario; 389 disturbi al sistema
riproduttivo; 3.986 disturbi al sistema respiratorio; 6.809 disordini
alla pelle; 1.119 disordini vascolari; molte altre hanno riportato
reazioni avverse per un totale di 94.809 reazioni al farmaco.
Altri
esempi documentati di insicurezza evidente ed inefficacia patentata.
L'aggiornamento del database
europeo
delle reazioni avverse al vaccino Pfizer, in data 13 marzo 2021
riporta che: in tutta Europa, su un totale di 102.100 reazioni
avverse, 32.866 (32,19 per cento) provengono dall'Italia. Dal secondo
rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19 di Aifa, che
registra le reazioni avverse dal 27 dicembre 2020 al 26 febbraio
2021, si apprende che: al 26 febbraio 2021 sono state inserite 729
segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal
vaccino, e che 40 segnalazioni riguardano casi di «decesso», per un
tasso di segnalazione di circa 0,97 su 100.000 dosi somministrate. Il
96 per cento delle reazioni avverse riguardano Pfizer, ovvero su
3.741.828 di dosi somministrate si sono avute 28.762 reazioni
avverse.
L'Aifa
ricorda che «la tipologia delle segnalazioni inserite dall'inizio
della campagna vaccinale è prevalentemente di tipo spontaneo (99 per
cento circa) e le rimanenti segnalazioni sono invece stimolate
tramite progetti di farmacovigilanza attiva». Ciò vuol dire che il
fenomeno delle reazioni avverse è ampiamente sottostimato nel
Belpaese. Inoltre, si legge che ben 16 somministrazioni a mRNA non
hanno il brand
segnalato
e che non ci sono ancora sufficienti informazioni per definire il
fallimento vaccinale immunologico e clinico, ovvero se una
vaccinazione completa e appropriata comporta una risposta immunitaria
adeguata o protegge dalla malattia che intende prevenire, questo
perché non sono ancora chiari quali siano i marcatori immunologici
di protezione.
E
ancora: l'autorità britannica del farmaco, la Mhra Buyer
Organisation, il 23 ottobre 2020 aveva organizzato un Technology
Entratainment Design (Ted)
per la ricerca urgente di uno strumento software
di
intelligenza artificiale (AI) per elaborare l'elevato volume previsto
di reazioni avverse al farmaco (ADR) del vaccino Covid-19 e garantire
che nessun dettaglio dal testo di reazione delle reazioni avverse
venisse perso. Infatti il Regno Unito ha previsto di utilizzare l'IA
per elaborare le reazioni avverse ai vaccini Covid, come riportato
dal Financial
Time.
Dalla
disamina del rapporto della Fda si evince che il placebo e il vaccino
hanno dato gli stessi esiti in termini di reazioni avverse, con la
morte di 6 persone durante i test, fino al 14 novembre 2020, 2 nel
braccio dei vaccini e 4 nel braccio del placebo. Come risulta dal
Trial
numero
NCT04368728, cui il report
fa
riferimento, il placebo è una soluzione salina. I dati conclusivi e
grezzi però non saranno disponibili se non solo 24 mesi dopo la
conclusione del Trial,
ovvero il 29 gennaio 2023, rendendo quindi impossibile realizzare
studi indipendenti sulle reazioni avverse del vaccino, per valutare i
dati di Pfizer. Le parole di Andrea Crisanti – «Senza dati, non me
lo faccio (il vaccino, ndr), perché voglio essere rassicurato che è
stato testato e soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia.
Come cittadino ne ho diritto, non sono disposto ad accettare
scorciatoie» – si riferiscono proprio a questa problematica.
Proprio
il ministro in scadenza Speranza in data 2 dicembre 2020, presso il
Senato della Repubblica, ha dichiarato in sostanza che la
sperimentazione di Fase 4, ovvero la Farmacovigilanza, sarà
organizzata da Aifa con studi indipendenti post-autorizzativi sui
vaccini Covid. In tal modo, a rigor di logica, risulterebbe
confermato che, senza aspettare la conclusione della Fase 3, la
sperimentazione di Fase 4 risulterebbe essere un test di reazioni
avverse su larga scala, in violazione del Codice di Norimberga.
Il
10 dicembre 2020 sul portale Reuters.com
è
apparsa la notizia di un attacco hacker
al
sistema informativo dell'Ema. BioNTech ha dichiarato di non aver
subìto attacchi e che i dati consultati riguardavano alcuni
documenti relativi al vaccino COVID-19 BNT162b2 tra cui il protocollo
dello studio clinico C4591001, citato nella AIC condizionata.
Tuttavia, leggendo il documento, reso pubblico tramite internet,
possiamo evidenziare alcune considerazioni:
1)
la valutazione dei rischi/benefici di Pfizer considera tra i rischi:
le potenziali reazioni avverse locali e gli eventi sistemici dopo la
vaccinazione; gli eventi avversi sconosciuti e le anomalie di
laboratorio e il potenziale aumento della malattia a causa della
vaccinazione se il soggetto risultasse affetto da Covid-19. Mentre
tra i benefici: la ricezione di un vaccino «potenzialmente»
efficace durante una pandemia, l'accesso ai test
diagnostici
e la contribuzione alla ricerca scientifica. Sulla base di queste
indicazione esprime che: «Tenendo conto delle misure adottate per
ridurre al minimo il rischio per i partecipanti che partecipano a
questo studio, i potenziali rischi identificati in associazione con
BNT162 RNA-based COVID-19 vaccino sono giustificati dai benefìci
previsti che possono essere offerti ai partecipanti sani» (pagine
27-28);
2)
la farmacocinetica e la farmacodinamica, ovvero lo studio
quantitativo l'assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e
l'eliminazione del farmaco e lo studio sugli effetti biochimici e
fisiologici sull'organismo, non sono stati presi in considerazione
(pagina 64);
3)
nei criteri di esclusione dallo studio, 5.2 pagina 36, si trova, al
numero 11, Donne
in gravidanza o in allattamento.
Inoltre, per la donna, lo studio si interromperà immediatamente in
caso di gravidanza, e se vaccinata verrà comunque tenuta in
osservazione ma non proseguirà nella sperimentazione (pagine 48 e
58). La sperimentazione si interrompe altresì se un uomo
partecipante espone la partner femminile
in un concepimento (pagina 61).
In
sostanza, la valutazione del rischio è superficiale e le
considerazioni, che valgono per i soggetti partecipanti allo studio,
valgono anche per i soggetti sottoposti alla somministrazione dopo
l'Aic condizionata, in quanto non vi è stato nessun cambiamento
sostanziale del farmaco e una sovrapposizione tra la Fase 3 della
sperimentazione e l'inizio della somministrazione. Ancor peggio:
risulta che la valutazione di rischio/beneficio di Ema e Aifa, sia
stata basata su quella presentata da Pfizer.
I
soggetti a cui sarà somministrato il vaccino partecipano alla
«sorveglianza post
marketing»,
(che a seguito della AIC condizionata si configura come Fase 4 di una
sperimentazione clinica) monitorata da Aifa, e, come dichiarato dal
Ministro Speranza il 2 dicembre 2020 al Senato, avranno la stessa
valutazione di rischio/beneficio.
Questo
conferma, appunto, che il vaccino Pfizer, così come gli altri, trova
la sua cornice normativa nella legislazione sui farmaci sperimentali.
Il
21 dicembre 2020 il Chmp con nota EMA/707383/2020, ha pubblicato il
rapporto di valutazione sul farmaco a mRNA di Pfizer denominato
COMIRNATY (BNT162b2). Nel rapporto viene evidenziato l'uso di due
nuovi eccipienti: il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato
ALC-0159 (pagina 23), mai utilizzati in precedenza in un prodotto
finito approvato all'interno dell'Unione europea (pagina 28). L'Ema
conferma che il rischio potenzialmente correlato alla vaccinazione è
quello dell'anafilassi.
Il
23 dicembre 2020 Aifa pubblica la determina 154/2020 con la quale si
rende nota la condizione imposta da Ema ai sensi dell'articolo
14-bis del
Regolamento (EU) 726/2004, ovvero che BioNTech, per confermare
l'efficacia e la sicurezza di «COMIRNATY», fornirà la relazione
finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591001
randomizzato, controllato verso placebo in cieco per l'osservatore,
entro dicembre 2023, pena la revoca dell'Autorizzazione
all'immissione in commercio.
il
24 dicembre 2020, l'Ex procuratore Raffaele Guariniello dichiara che:
«Chi rifiuta di vaccinarsi può essere licenziato» e il 29 dicembre
2020 gli fa eco il giurista, ex senatore, Pietro Ichino: «Il datore
di lavoro può licenziare se un dipendente si rifiuta di farlo. Lo
dice il codice civile»;
la
direttiva (UE) 2020/739 inserisce il SARS-CoV-2 nell'elenco degli
agenti biologici. Tale direttiva è stata recepita con il
decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125 (l'articolo 4, comma 1); ne
consegue che il datore di lavoro, in sede di valutazione dei rischi,
dovrà quindi prendere in considerazione ogni informazione
disponibile sull'agente biologico e predisporre le misure più idonee
a contenere il rischio secondo la normativa vigente, l'esperienza e
la tecnica. Un ruolo centrale assume a tal riguardo la sorveglianza
sanitaria, necessaria per i lavoratori esposti all'agente biologico.
Compete al medico competente indicare al datore di lavoro le misure
specifiche, da adottare. Tra queste compare anche la messa a
disposizione di vaccini efficaci (articolo 279 T.U.), relativamente
ai quali i lavoratori hanno peraltro diritto ad essere informati sui
vantaggi ed inconvenienti della vaccinazione e della non
vaccinazione;
Peter
Doshi, editore associato del British
Medical Journal in
un editoriale del 4 gennaio 2021, ha calcolato l'efficacia del
vaccino Pfizer tra il 19 e il 29 per cento, la quale diverge dal dato
pubblicato dalla stessa casa produttrice;
il
19 gennaio 2021, il dipartimento delle politiche giovanili e il
servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei
ministri, ha pubblicato una comunicazione agli enti di servizio
civile con informazioni sulla vaccinazione anti Covid-19 nei progetti
inseriti nel bando di selezione per operatori volontari;
in
tale comunicazione si afferma che in relazione al bando del 21
dicembre 2020 per la selezione di 46.891 operatori volontari, il
dipartimento dispone che, al fine di uniformare il comportamento che
gli enti di servizio civile dovranno tenere in relazione alla
questione delle vaccinazioni, gli operatori volontari in servizio
civile ivi impegnati nelle case di riposo si sottopongano a
vaccinazione anti Covid-19 per poter svolgere le attività previste
in quello specifico progetto occorre necessariamente sottoporsi alla
vaccinazione;
senza
il consenso coloro i quali hanno vinto il bando non potranno svolgere
la mansione, esponendosi a rischi non considerati nel consenso
informato. Tale comportamento qualifica il dipartimento come datore
di lavoro ai sensi del decreto legislativo numero 81 del 2008, ma la
condizionalità all'Aic rende il vaccino non ancora certificato nella
sua efficacia. La legge 22 dicembre 2017, n. 219 disciplina il
Consenso informato in ambito terapeutico nel rispetto dei principi
degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e 1, 2 e 3 della Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che tutelano il diritto
alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della
persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere
iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della
persona interessata.
Mediante
l'articolo 1, comma 3, della predetta legge, ogni persona ha il
diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere
informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo
alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli
accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché
riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell'eventuale
rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento diagnostico o
della rinuncia ai medesimi.
Il
farmaco a mRNA di Pfizer contro il Covid-19, Comirnaty, ha ottenuto
l'autorizzazione all'immissione in commercio da Ema, subordinata a
condizioni, in quanto ai sensi dell'articolo 14-a(4) del regolamento
726/2004/CE e successive modifiche, il titolare dell'autorizzazione
all'immissione in commercio dovrà completare, entro dicembre 2023,
la relazione finale sullo studio clinico C4591001, a seguito della
quale l'Ema può anche revocare l'autorizzazione. L'Aifa, con la
determina 154/2020, lo ha collocato nella apposita sezione di cui
all'articolo 12, comma 5, della legge 8 novembre 2012 n. 189, Classe
C (nn), dedicata ai farmaci non ancora valutati ai fini della
rimborsabilità. Il libretto illustrativo su Comirnaty pubblicato sul
sito di Ema, illustra la controindicazione alla somministrazione se
vi sono ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli
eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Nel
rapporto di Ema del 21 dicembre 2020, si evidenzia che due nuovi
eccipienti sono inclusi nel prodotto finito, il lipide cationico
ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159, per i quali vengono fornite
informazioni limitate in quanto non utilizzati in precedenza in un
prodotto finito approvato all'interno dell'UE. Nel modulo sul
consenso informato, pubblicato dal Ministero della salute, non si fa
riferimento al farmaco dal nome Comirnaty, ma bensì al più generico
vaccino «Pfizer-BioNTech COVID-19». Nel modulo è presente il
quesito relativo alle ipersensibilità ai componenti del farmaco, ma
nessuno può dare tale dichiarazione in modo veritiero e corretto a
tale quesito, poiché dato il poco tempo tra l'approvazione e
l'utilizzo del farmaco, non sono stati messi a disposizione del
Servizio sanitario nazionale e del privato convenzionato, strumenti
diagnostici disponibili gratuitamente al pubblica, per la valutazione
della ipersensibilità al principio attivo e ai componenti di
Comirnaty. Il consenso pertanto risulta viziato da una dichiarazione
che non potrà essere che mendace.
La
somministrazione di Comirnaty non può venire effettuata se prima non
si dà alle persone la possibilità di poter rispondere in modo
veritiero e corretto al consenso informato previsto dalla legge.
Inoltre, nel consenso informato non è presente l'elenco delle
possibili alternative terapeutiche esistenti. Risulta che
l'idrossiclorochina è un'efficace alternativa terapeutica.
In
merito all'utilizzo dei vaccini pluridose e al fatto che tutte le
autorità competenti in materia, Ministeri, Istituto superiore di
sanità e Aifa, erano al corrente della maggiore pericolosità dei
pluridose, data la pubblicità dei lavori e dei risultati della
commissione. Il rischio relativo ai vaccini pluridose risiede nel
fatto che i componenti più pesanti e pericolosi, disciolti in
soluzione, tendono a depositarsi sul fondo della boccetta se non
adeguatamente agitati, e raccolti nell'ultima dose iniettata. Il
vaccino attualmente in somministrazione Pfizer è dichiarato essere
un pluridose. Come avverte il Cdc americano nelle indicazioni su come
preparare il vaccino prima dell'iniezione («how
to prepare the vaccine»,
punto 4 e 10), nonché le indicazioni del foglietto illustrativo, il
vaccino non può venire agitato.
Leggendo
il modulo di consenso informato per la vaccinazione con il vaccino
Pfizer, allegato alla circolare n. 0042164-24/12/2020-DGPRE-DGPRE-P,
al punto 10 delle note informative si riporta che: «Non è possibile
al momento prevedere danni a lunga distanza». La Commissione uranio
e vaccini della passata legislatura ha appurato la correlazione
statisticamente significativa tra le malattie occorse ai militari,
nel lungo periodo, e la profilassi vaccinale, confermata anche
dall'articolo scientifico: «Incidenza di tumori maligni (1996-2012)
in giovani militari italiani inviati in missione all'estero. Analisi
preliminare dei dati della Commissione parlamentare di inchiesta su
uranio impoverito e vaccini (CUC)». Ciò costituisce documentato
motivo sanitario di carattere generale ma valido per ogni essere
umano, rientrante nelle specifiche di cui all'articolo 206-bis.
La
Corte costituzionale, con la sentenza 120 del 2018, ha riconosciuto
il diritto costituzionale di associazione sindacale, oggi ancora non
regolamentato dalla legge, anche per i militari.
E
poi c'è l'alto rischio di Ade post
vaccinazione,
non evidenziato nel consenso informato proposto al cittadino. Il 22
dicembre 2020, sotto sua responsabilità, il direttore generale
Magrini di Aifa, ha dichiarato che: «Non esistono controindicazioni
neppure per le donne in gravidanza e in allattamento».
Il
28 dicembre 2020, il Centers
for Disease Control and Prevention (Cdc)
nordamericano dichiara che: «sulla base di ciò che sappiamo in
questo momento, le persone incinte corrono un rischio maggiore di
malattie gravi da Covid-19 e morte, rispetto alle persone non
gravide». Il Centers
for Disease Control and Prevention (Cdc)
al 31 gennaio 2021 riporta su un 9.794 eventi avversi: 2 casi di
aborti, 1 caso di frequenza cardiaca del feto anomala e 1 caso di
ipocinesia fetale.
Il
27 dicembre 2020 è iniziata nei Paesi dell'Unione europea la
campagna vaccinale anti COVID che proseguirà per tutto 2021, con
l'obiettivo di raggiungere l'immunità di gregge per il SARS-CoV-2.
Il
2 dicembre 2020, con comunicazione resa alla Camere, il ministro
Speranza aveva presentato le linee guida del piano strategico per la
vaccinazione, elaborato da Ministero della salute, commissario
straordinario per l'emergenza, Istituto superiore di sanità, AGENAS
e AIFA, da cui era emerso che l'Italia avrebbe ricevuto 202 milioni
di dosi in base agli accordi preliminari d'acquisto (APA)
sottoscritti dalla Commissione europea, previa autorizzazione
all'immissione in commercio (AIC), dopo autorizzazione dell'EMA e
dell'AIFA. A fronte dei dati comunicati sui quantitativi trimestrali
forniti dalle aziende Astrazeneca, Pfizer Biontech, Johnson&Johnson,
Sanofi GSK, CureVac e Moderna, inspiegabilmente nulla era emerso in
relazione al valore economico dei singoli contratti.
Il
17 dicembre 2020, forse per errore, il Ministro del bilancio del
Belgio, Eva De Bleeker, aveva pubblicato su "Twitter" e
subito rimosso una tabella relativa al valore economico dei contratti
firmati da Bruxelles con le case farmaceutiche, fin a quel momento
rimasto segreto a causa di stringenti clausole di riservatezza.
L'Unione europea ha infatti centralizzato la negoziazione e la
stipula dei contratti, partecipando alla definizione dei prezzi per
tutti i Paesi UE, con spese però a carico dei singoli Stati. Dalla
tabella, dunque, emergeva che i vaccini più costosi fossero quelli
di Pfizer Biontech (12 euro a dose) e Moderna (18 dollari a dose) e
che il meno costoso fosse quello di Astrazeneca, che aveva annunciato
un prezzo "no profit".
Secondo
una stima non ufficiale, fatta sulla base della tabella resa pubblica
forse accidentalmente, per l'Italia il costo complessivo per
l'acquisto di 202,573 milioni di dosi sarebbe di 1.534.148.483,32
euro così ripartiti: Astrazeneca 40,38 milioni di dosi a 1,78 euro
ciascuna per un totale di 71.876.400 euro, J&J 53,84 milioni di
dosi a 8,50 dollari ciascuna per un totale di 373.093.298,2 euro,
Pfizer Biontech 26,92 milioni di dosi a 12 euro l'una, per un totale
di 323.040.000 euro, Sanofi GSK 40,38 milioni di dosi al prezzo di
7,56 euro ciascuna per un costo totale di 305.272.800 euro, Curevac
30,285 milioni di dosi al prezzo di 10 euro cadauna per un totale di
302.850.000 euro, Moderna 10,768 milioni di dosi a 18 dollari per un
totale di 158.015.985,12.
È
innegabile che esista una realtà spesso poco considerata di persone
danneggiate dalla somministrazioni dei vaccini stessi, alle quali lo
Stato ha riconosciuto una tutela con legge 25 febbraio 1992, numero
210, con cui ha introdotto un indennizzo per i danneggiati in modo
irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di
emoderivati infetti e con successiva legge 29 ottobre 2005, numero
229, che aveva previsto un indennizzo ulteriore, pari dalle 4 alle 6
volte la somma già percepita in relazione alla categoria assegnata.
La legge di bilancio per il 2021 contiene uno stanziamento di circa
161 milioni per questa categoria di persone, a dimostrazione del
fatto che la realtà dei danneggiati da vaccino non sia irrilevante e
sia un tema sempre caldo, ma poco dibattuto. Tale misura interviene
per sanare un contenzioso protrattosi per 9 anni, a seguito di una
sentenza sfavorevole della Corte costituzionale, ignorata dai Governi
e dal Ministero della salute, che aveva modificato la base di calcolo
dell'indennizzo previsto dalla legge 229 del 2005, disponendo la
rivalutazione dell'indennità integrativa speciale.
Lo
stanziamento in manovra riguarda casi passati, provocati fra gli
altri da vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di
un'autorità sanitaria e non si ravvisano ulteriori previsioni
economiche ad hoc a copertura di potenziali danni da
vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 che, pur non essendo stata
dichiarata ancora obbligatoria, ha l'ambizione di essere una
profilassi di massa per il raggiungimento presunto dell'immunità di
gregge.
Riferimenti:
https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005389_049269_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=78398&parte=1%20&serie=null
https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/covid-19-aifa-autorizza-vaccino-moderna
https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5452&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto&tab=1
https://drive.google.com/drive/folders/1Egvd8uHNNekYx8VkU6Y-ecE5C0Adb_mG
http://download.dpsw.it/?g=276&f=1430&c=C1A44324-C145-470D-8374-B1ABE56BB52D
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini
Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.
Gianni Lannes, VACCINI CAVIE CIVILI E MILITARI, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.
fonte: SU LA TESTA GIANNI LANNES