mercoledì 30 luglio 2014

boom di truffe online



A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com 

NEI PRIMI 6 MESI DEL 2014 LA POLIZIA HA RICEVUTO BEN 43.000 DENUNCE PER TRUFFE ONLINE! (vedi: http://bit.ly/X5VFy2) FATE ATTENZIONE AL "PHISHING", un fenomeno molto diffuso per carpire i Vostri dati di accesso o il codice PIN delle Vostre carte di credito ricaricabili! FATE GIRARE, FERMIAMO LE TRUFFE ONLINE!

L'immagine di seguito spiega alcune strategie di phishing utilizzate dai truffatori: 
  
Su facebook l'immagine la trovi QUI

ALTRE TRUFFE ONLINE: FALSE PROPOSTE DI PRESTITO, AFFITTI E ALTRO 

Oggi pomeriggio prendendo spunto dall'articolo sul fatto che nei primi 6 mesi del 2014 la Polizia Postale ha ricevuto oltre 43.000 denunce per TRUFFE SUL WEB, sul mio profilo discutevo di questo fenomeno, sempre più diffuso;

Puntuale come un orologio svizzero, stasera mi arriva un messaggio, in arabo e in inglese, da questo tizio, che mi propone grandi affari... :-) da notare l'immagine di copertina del profilo, relativa all'ONU, come se l'individuo - che sembra una specie di sceicco - lavorasse per tale organizzazione; una strategia per acquistare (agli occhi di un ingenuo) credibilità...

Nonostante la copertina del profilo del tizio indichi l'email del "segretariato delle nazioni unite per i diritti umani", mi chiede di rispondere al suo messaggio... su una email di Hotmail... chissà come mai... :-) Sicuramente se lo facessi, mi proporrebbe chissà quale possibilità di guadagno... ma prima devo anticipare soldi per le spese notarili o qualcosa di simile... 

Nei gruppi Facebook ci sono tantissimi post di fake che propongono prestiti a tassi bassissimi e senza garanzie... (ma per prima cosa, per ottenere un prestito, devi mandargli qualche centone per le spese della pratica...E VISTO CHE DI ANNUNCI DI QUESTO TIPO CE NE SONO MOLTISSIMI, EVIDENTEMENTE QUALCUNO CI CREDE... e cade nella trappola. La disperazione e lo stato di necessità portano le persone a credere a qualsiasi cosa.

Un'altra truffa molto frequente è quella di persone che offrono case in affitto a prezzi ultra-convenienti: inseriscono annunci di locali in affitto sui siti più famosi. 
Quando cercavo casa un mese fa, ho trovato l'annuncio di un monolocale in affitto ad un prezzo davvero eccezionale... troppo eccezionale... infatti appena l'ho contattato, ho ricevuto una email in inglese che mi informava che l'appartamento è di proprietà di uno straniero, che ha acquistato casa in Italia come investimento, e intende affittarla. Mi ha mandato altre foto del monolocale,chiedendomi di provvedere a PAGARE L'AFFITTO E UN MESE DI CAPARRA, che al ricevimento del pagamento mi avrebbe spedito tramite corriere le chiavi di casa... poi il mese successivo sarebbe venuto in Italia e avremmo formalizzato il contratto...

TRUFFE COSI' CE NE SONO MOLTISSIME !!! NON VI FATE FREGARE

"Ma la polizia non riesce a rintracciare gli individui che ricevono il pagamento?" -chiedono giustamente in molti. Purtroppo non è così facile, e le forze dell'ordine hanno le mani legate. Queste persone operano da nazioni del 3° mondo - spesso dalla Nigeria - e per risalire al soggetto, la polizia necessita della collaborazione delle autorità locali... che spesso non si interessano a casi come questi. L'unica soluzione valida è PRESTARE ATTENZIONE ed evitare di cadere in trappola! 

Anche in questo articolo sui troll che popolano i gruppi Facebook, seppur marginalmente, parliamo dei truffatori; molto spesso i link a siti pornografici che vengono spammati sui gruppi Facebook dai troll, sono pagine web che contengono malware, trojan e simili: NON APRITELI! I truffatori cercano di utilizzare immagini e titoli dei post molto accattivanti per convincere gli utenti a cliccare, ma si tratta di TRUFFE! Chi gestisce siti hard non va sui gruppi dedicati a tutt'altro a spammare! Così agiscono i truffatori. Tenete presente che moltissime "infezioni" di virus informatici e "trojan horse" avvengono proprio su siti pornografici di dubbia provenienza. Prestate la massima attenzione, e se cercate materiale "hard", andate sui siti più famosi e attendibili, per evitare brutte sorprese.


Alessandro Raffa per nocensura.com 

fonte: www.nocensura.com

sabato 26 luglio 2014

iprite



Il tioetere del cloroetano, più noto come iprite, è uno dei gas impiegati per la guerra chimica; è conosciuto anche come gas mostarda per il suo odore.

Caratteristiche chimiche

Chimicamente è il tioetere del cloroetano, un liquido di color bruno-giallognolo dal caratteristico odore di aglio o senape, abbastanza stabile all'aria, con elevato punto di ebollizione e bassa tensione di vapore; anche il punto di fusione è basso; si tratta perciò di una sostanza assai persistente.

L'iprite è un vescicante d'estrema potenza, possedendo la spiccata tendenza a legarsi a molte e diverse molecole organiche costituenti l'organismo.

Azione fisiologica

L'iprite è liposolubile e penetra in profondità nello spessore della cute; dopo che gli strati superiori, ancora sani, sono andati incontro al fisiologico ricambio, si presentano sulla superficie cutanea le cellule colpite e non proliferanti, cosicché si aprono devastanti piaghe. Concentrazioni di 0,15 mg d'iprite per litro d'aria risultano letali in circa dieci minuti; concentrazioni minori producono le sopracitate gravi lesioni, dolorose e di difficile guarigione. La sua azione è lenta (da quattro ad otto ore) ed insidiosa, poiché non si avverte dolore al contatto. È estremamente penetrante ed agisce sulla pelle anche infiltrandosi attraverso gli abiti, il cuoio, la gomma e diversi tessuti anche impermeabili all'acqua.

In caso di esposizione a dosi molto elevate provoca danni gravissimi all'apparato respiratorio ed all'apparato ematopoietico. Sono descritte anche forme di cecità da cheratite. La morte può sopraggiungere in tal caso in una settimana circa, a causa di una depressione della risposta immunitaria per leucopenia, e secondariamente per le lesioni cutanee, che aprono la porta ad infezioni diffuse. Questa classe di molecole induce danni al DNA, per la loro tendenza a legarsi ad esso, e tutte le patologie derivanti come induzione di tumori e genotossicità.

L'unica terapia è quella sintomatica in camera sterile, al fine d'evitare le infezioni che risulterebbero altrimenti letali; gli scampati presenteranno per tutta la vita estese cicatrici deturpanti. Scarsa utilità mostra la terapia contro le grandi ustioni, a base di medicazioni sterili (non con sostanze oleose o con unguenti); solamente nelle lesioni oculari la vaselina sterile è idonea ad evitare le sinechie dopo blefarospasmo reattivo.

Per distruggere l'iprite sul terreno o sugli oggetti si ricorre al cloruro di calce.

Per la sua eliminazione dalla pelle sono stati usati diversi rimedi. Utili in emergenza ripetuti lavaggi con solventi poco polari alcool, etere, acetone, acquaragia, tenendo conto che anche essi sono irritanti per la cute, ma l'effetto lavante ha la meglio. Usato il lavaggio con ossidanti per la distruzione della molecola, permanganato di potassio, ipocloriti (varechina inclusa). Ugualmente queste molecole, specialmente l'ipoclorito, sono irritanti.

I danni cutanei possono essere ridotti per rapida applicazione di iodopovidone (o PVPI, complesso idrosolubile di iodio e polivinilpirrolidone) in una base di glicofurolo (Poli(ossi-1,2-etandiile), α-(tetraidro-2-furanil)metil-ω-idrossi-), ma dal momento che l'esposizione all'iprite inizialmente non ha sintomi, di solito non è riconosciuta fino ad irritazione cutanea avvenuta. Le proprietà vescicanti possono anche essere neutralizzate da una soluzione di decontaminazione "DS2" (2% di NaOH, il 70% Dietilentriammina, Il 28% di glicole etilenico monometiletere). La tossicità dei composti usati viene compensata dall'azione salva vita.

Impiego

L'iprite fu utilizzata per la prima volta in Belgio, nel settore di Ypres (da cui il nome), il 12 luglio 1917, durante la prima guerra mondiale, per iniziativa dell'esercito tedesco; già l'anno precedente i francesi ne avevano preso in considerazione l'impiego, scartandolo per difficoltà tecniche: la produzione su scala industriale iniziò in Francia solo nel giugno 1918, e in Gran Bretagna nel settembre dello stesso anno.

Le sue caratteristiche principali (azione per contatto, lunga persistenza ambientale) e le lesioni che procura (ad insorgenza lenta ed inabilitanti per lungo periodo) lo resero subito un'arma innovativa in una guerra che cercava nella tecnologia un aiuto per sfuggire al più presto dall'immobilità della guerra di trincea.

La diffusione avveniva essenzialmente tramite proiettili d'artiglieria, di rado tramite bombe d'aereo; a causa della sua scarsa attività e della lentezza dell'idrolisi alla quale è soggetto (e che lo inattiva), il gas può persistere nel terreno parecchi giorni o settimane; per questo motivo l'iprite trovò specialmente impiego in attacco, per annullare l'azione dell'artiglieria avversaria e bloccare l'arrivo dei rinforzi sulle prime linee.

Nel 1919 venne impiegata dall'Inghilterra contro i ribelli dell'Hadramaut e nel 1922, in grandi quantità, dalla Spagna per contrastare la ribellione del Riff spagnolo. Dopo il massacro del cantiere Gondrand, dal dicembre 1935 al maggio 1936 gli italiani usarono in Etiopia circa 85 tonnellate di iprite con bombe da aereo.

Nella seconda guerra mondiale l'iprite non fu utilizzata nei campi di battaglia ma gli eserciti di entrambi gli schieramenti disponevano di abbondanti scorte di ordigni come elemento di dissuasione nel caso l'avversario avesse impiegato tale tipo di arma. Tuttavia nel dicembre del 1943, nel corso dell'attacco aereo dell'aviazione tedesca alle navi alleate nel porto di Bari, fu colpito e distrutto un cargo statunitense che trasportava munizioni all'iprite la cui esplosione provocò il Disastro di Bari.

Le azoipriti o mostarde azotate

Sostituendo all'atomo di zolfo un atomo d'azoto, si sintetizzano le azoipriti, molto meno tossiche, ma più subdole perché meno odorose.
Le azoipriti sono ammine terziarie sintetizzate nel 1935, e contraddistinte da un notevole potere vescicante. La struttura chimica generale è la seguente:

R-N(CH2CH2Cl)2

Possiedono un'azione vescicante meno potente dell'iprite, ma attraversano più facilmente la cute. Sono irritanti a basse dosi, a dosi più elevate producono la necrosi dei tessuti esposti; già a dosi modeste gli occhi e le mucose delle vie respiratorie sono fortemente danneggiati; a dosi massicce il decesso avviene in pochi giorni, con le stesse lesioni tipiche delle ipriti.
Sono meno sensibili dell'iprite agli agenti ossidanti (ipocloriti) ed all'idrolisi, in compenso hanno una maggior solubilità in acqua, e si può sperare di lavarle via con un lavaggio prolungato.
Bloccano irreversibilmente la mitosi cellulare, per cui sono state ampiamente sperimentate come agenti chemioterapici nel trattamento di neoplasie, in particolar modo la leucemia. Sia esse che i loro derivati hanno, tuttavia, dimostrato risultati transitori.

deismo



Il deismo (dal latino deus) è una filosofia razionalistica della religione sviluppatasi nei secoli XVII e XVIII prima in Gran Bretagna e, successivamente in Francia e in Germania. Esso può essere visto anche come una teologia che ribadendo l'esistenza di Dio la configura in termini differenti da quelli della dottrina cristiana tradizionale. In realtà esso assume anche alcuni elementi del panteismo di Spinoza, ma riconferma l'esternalità di Dio rispetto all'universo.

Il deismo riconosce l'esistenza di un ente supremo ordinatore dell'universo, ma nega ogni forma di rivelazione storica e di provvidenza, e rifiuta perciò qualsiasi dogma o autorità religiosa. Inoltre ritiene che l'uso corretto della ragione consenta all'uomo di elaborare una religione naturale e razionale completa ed esauriente, capace di spiegare il mondo e l'uomo. Nelle sue varie forme esso ritiene inessenziale la rivelazione, o ne prescinde, ritenendo che essa sia solo per gli incolti. Il deista fonda quindi la propria teologia non sui testi sacri ma sulla ragione.

Tuttavia assume a priori l'esistenza di una divinità, come base indispensabile per spiegare l'ordine, l'armonia e la regolarità nell'universo.

Il concetto alla base del deismo, quello di una divinità eminentemente creatrice, ma anche ordinatrice e razionalizzatrice, è immediatamente utilizzabile, nell'ambito della classificazione tra religioni rivelate e religioni in ottica etnologica, per identificare questi secondi modelli rispetto alle prime. Nella religione rivelata infatti la divinità non esplica solo una funzione creatrice ma anche quella di censore/supervisore etico dell'uomo. Questa modalità di intendere il profilo della divinità è una modalità contingente che si può ritrovare solo su sistemi di culto connessi con modelli sociali di tipo classistico. Il passaggio da modelli deistici a modelli teoetotomistici - corroborato da varie evidenze antropologiche - è stato invocato per spiegare la credenza religiosa riguardo al peccato originale.

Questa trasformazione socio culturale può essere infatti invocata per interpretare il passaggio dalla condizione anteriore alla manducazione del malum del prohiberi arbori - detto per l'appunto della conoscenza del bene e del male - in cui l'uomo, vivendo in contesti deistici non era in grado di sperimentare la condizione di conoscenza di eventuali gesti e scelte da intendere quale opposizione alla volontà della divinità (male) da gesti e atteggiamenti graditi alla stessa (bene). Le forme deistiche, non teoetomistiche, non contemplano infatti alcun concetto di peccato/corruzione/impurità. Questo implica che in esse la sfera etica sia sottratta dall'ambito confessionale, di fede.

L'uomo dunque non può conoscere il bene e il male. È immediata la possibilità di identificare questa valenza nel nome dato all'albero in questione, detto per l'appunto della conoscenza del bene e del male, dall'agiografo. La conoscenza del bene e male, vere e proprie categorie teologiche, è infatti possibile solo in un contesto dove la divinità emani norme e leggi o principi etici a cui l'individuo si deve attenere - pena l'incorrere in sanzioni/condanne.

La concezione deistica, nata in un'epoca fortemente segnata dalle guerre di religione, intende così, mediante il solo uso della ragione, porre fine ai contrasti fra le varie religioni rivelate in nome di quell'univocità della ragione, sentita, in particolare nell'ottica dell'illuminismo, come l'unico elemento in grado di accomunare tutti gli esseri umani.

Critiche alle istituzioni religiose

Facendo leva sulla ragione, i deisti contestano le rivelazioni positive su cui si fondano le varie confessioni religiose, ritenendo le chiese istituzioni umane, dettate da scopi di dominio e non dal possesso della verità, in quanto la vera rivelazione è offerta dal lume naturale della ragione e non da comunicazioni dirette e miracolose della divinità a profeti e fondatori di religioni positive.

Per Lord Bolingbroke (1678-1751), la religione, il cristianesimo e le chiese non sono che mezzi al servizio dello Stato per raffrenare le passioni antisociali presenti nell'uomo. Il Cristianesimo è vero solo nella misura in cui coincide con i princìpi della ragione, mentre la fede ecclesiastica è un'invenzione umana, escogitata a vantaggio di un ordinamento gerarchico in cui il clero recita una parte ben remunerata, mantenendo al contempo nella miseria, nella superstizione e nell'ignoranza gli strati popolari. Anche per Matthew Tindal la religione rivelata è il risultato di imposture umane, evidenti negli antropomorfismi che caratterizzano la divinità preda di passioni umane come l'ira e la gelosia. La religione autentica - che Tindal in ogni caso identifica negli aspetti razionali del Cristianesimo, il quale però egli ritiene essere eterno, cioè istituito direttamente da Dio all'atto della creazione - si fonda su principi puramente morali e pratici, come voleva anche Locke un atteggiamento di tolleranza nei confronti dei non conformisti e di chi ha opinioni non coincidenti con l'ortodossia di una chiesa dominante.

Critiche all'ateismo

Nonostante talvolta sia polemico nei confronti delle religioni positive, incluso il cristianesimo, il deismo rifiuta decisamente l'ateismo, in quanto incapace di spiegare l'ordine del grande orologio dell'universo che richiede un grande orologiaio quale suo fattore (Voltaire).

L'obiezione fondamentale mossa agli atei dai deisti è compendiabile nell'immagine dell'Iliade o dell'Eneide come risultanti da una combinazione puramente casuale delle lettere dell'alfabeto o dei caratteri di stampa. Per usare un'altra immagine: gli atei sono imbarcati su di un aereo privo di pilota e non saprebbero spiegare chi ha predisposto il pilota automatico, o costruito un aereo capace di volare, non mettendo all'origine una Mente onnisciente e onnipotente.

Cenni storici

Nonostante le difficoltà iniziali a superare la censura, non solo ecclesiastica, per le posizioni di estremo razionalismo, il deismo diventò ben presto una delle principali correnti d'interpretazione filosofica del religioso, anticipando le tematiche che avrebbero trovato pieno sviluppo con l'illuminismo.

Se l'amico di Cartesio, Marin Mersenne, nel 1624 sente l'urgenza di denunciare il diffondersi del deismo in Europa e pubblica "L'impiété des déistes, athées et libertins de ce temps, combatue et renversée de point en point par raisons tirées de la philosophie et de la théologie", Pascal qualche decennio dopo denunzierà come deisti tutti coloro che pretendono di assurgere alla conoscenza di Dio prescindendo dalla Rivelazione positiva tramandata dalla tradizione ecclesiastica e contrapporrà al «dio dei filosofi», raggiunto con il lume naturale, il vero Dio rivelato dalla Sacra Scrittura, il dio dei patriarchi, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

David Hume è il critico più geniale dell'antropomorfismo sotteso alla concezione deistica del mondo. Nei suoi Dialoghi sulla religione naturale, sostenendo che "la materia può essere suscettibile di numerose e grandi rivoluzioni durante i periodi infiniti di durata eterna del mondo", contro la tradizione che da Anassagora si estenderà fino ad Hegel e oltre, attacca il privilegio accordato "a questa piccola agitazione del cervello che noi chiamiamo pensiero" facendone il modello di risoluzione di tutti gli enigmi posti dall'esistenza e dal funzionamento dell'universo. Molti furono i personaggi illustri dell'illuminismo europeo che sostennero le posizioni del deismo, tra i più noti John Locke, Immanuel Kant, Samuel Clarke, John Toland, Matthew Tindal, Anthony Collins, Voltaire, e Lessing.

Nel Settecento in molti paesi il deismo è diffuso in ambienti massonici tra cui intellettuali e politici come Lessing, Voltaire, Thomas Jefferson, Fichte, Hegel. In Germania il deista forse più noto, insieme con Adam Weishaupt, il fondatore dell'ordine degli Illuminati, è Hermann Samuel Reimarus, i cui scritti furono pubblicati postumi da Gotthold Ephraim Lessing come Frammenti dell'anonimo di Wolfenbüttel (tr. it. a cura di F. Parente, Bibliopolis, Napoli, 1977). In particolare la pubblicazione del frammento in cui Reimarus contestava l'attendibilità storica del miracolo della Risurrezione di Gesù, attribuendola a un'invenzione dei discepoli, destò un vivacissimo scandalo nel corso del quale a Lessing fu vietato il diritto di replica. Lessing utilizzerà questo silenzio imposto per portare sul palcoscenico la prosecuzione del confronto con il pastore Goeze, scrivendo il dramma Nathan il saggio in cui, utilizzando la parabola dei tre anelli, già presente nel Decameron di Boccaccio, svilupperà al contempo il tema della tolleranza e il tema della teoria dell'impostura.

Il deismo oggi

La filosofia del Deismo permane tuttora e secondo numerose indagini una concezione religiosa di tipo Deista sarebbe particolarmente diffusa negli Stati Uniti e in grande espansione. Alcune associazioni di Deisti, basandosi su studi americani sulle dinamiche religiose, stimano la popolazione americana vicina al Deismo come quasi il 10% del totale, sebbene questa percentuale venga considerata come parte della percentuale di popolazione non religiosa/atea. Altre stime vorrebbero invece il Deismo essere una minoranza molto più esigua, circa lo 0,02%.

Rapporto tra bene e male nel Deismo

Il concetto alla base del deismo, quello di una divinità eminentemente creatrice, ma anche ordinatrice e razionalizzatrice, è immediatamente utilizzabile, nell'ambito della classificazione tra religioni rivelate e religioni in ottica etnologica, per identificare questi secondi modelli rispetto alle prime. Nella religione rivelata infatti la divinità non esplica solo una funzione creatrice ma anche quella di censore/supervisore etico dell'uomo. Questa modalità di intendere il profilo della divinità è una modalità contingente che si può ritrovare solo su sistemi di culto connessi con modelli sociali di tipo classistico. Il passaggio da modelli deistici a modelli teoetotomistici - corroborato da varie evidenze antropologiche - è stato invocato per spiegare la credenza religiosa riguardo al peccato originale.

Questa trasformazione socio culturale può essere infatti invocata per interpretare il passaggio dalla condizione anteriore alla manducazione del pomo dell'albero - detto per l'appunto della conoscenza del bene e del male - in cui l'uomo, vivendo in contesti deistici non era in grado di sperimentare la condizione di conoscenza di eventuali gesti e scelte da intendere quale opposizione alla volontà della divinità (male) da gesti e atteggiamenti graditi alla stessa (bene). Le forme deistiche, non teoetomistiche, non contemplano infatti alcun concetto di peccato/corruzione/impurità. Questo implica che in esse la sfera etica sia sottratta dall'ambito confessionale, di fede.

L'uomo dunque non può conoscere il bene e il male. È immediata la possibilità di identificare questa valenza nel nome dato all'albero in questione, detto per l'appunto della conoscenza del bene e del male, dall'agiografo. La conoscenza del bene e male, vere e proprie categorie teologiche, è infatti possibile solo in un contesto dove la divinità emani norme e leggi o principi etici a cui l'individuo si deve attenere - pena l'incorrere in sanzioni/condanne.

Molti Deisti moderni hanno aderito a valori come il rispetto per la natura, per il prossimo, nonché la tolleranza nei confronti degli altri culti.

Vita dopo la morte nella concezione Deista

Il Deismo non ha una posizione definita per quanto riguarda la vita dopo la morte. Le associazioni Deiste moderne non hanno infatti scelto una visione univoca, ma hanno lasciato ogni singolo componente decidere circa la visione della vita dopo la morte, pur ribadendo che l'uomo non dovrebbe fare di questo dubbio una preoccupazione quotidiana. In generale, buona parte dei Deisti ammette la possibilità di una vita dopo la morte (o in alcuni casi della reincarnazione)

giovedì 24 luglio 2014

Pardi: Renzi peggio della P2, è in arrivo una dittatura

La P2 è cosa passata e sepolta. E comunque tale riforma è peggio di quel che era il programma della P2 perché essa era una cosa visionaria di ultradestra, frenata dall’interno da tutti i meccanismi della democrazia, Dc compresa non essendo complice fino in fondo. Oggi invece abbiamo il partito di centrosinistra che instaura la dittatura della maggioranza, peggio della P2. Renzi sta applicando e realizzando il programma di Berlusconi. Come un mantra, il premier si dice continuamente soddisfatto dell’affidabilità di Forza Italia, la quale avrebbe mantenuto in vita il Patto del Nazareno. Lo credo bene, è il loro programma! Quante volte Berlusconi si è lamentato di una Costituzione che non darebbe a chi governa gli strumenti per farlo? Hanno inventato questo meccanismo di dittatura della maggioranza (e di dittatura del leader della maggioranza sulla sua maggioranza) per liquidare ogni possibilità di opposizione parlamentare.
La riforma del Titolo V è frutto di un dialogo tra Pd e Fi. Vi sembra normale che un pregiudicato come Berlusconi sia protagonista di una riforma Pancho Pardicostituzionale? La legge elettorale è platealmente incostituzionale come quella attuale: con un mostruoso premio di maggioranza mantiene il voto diseguale ed esclude dalla rappresentanza politica milioni di cittadini. Tra l’altro le liste saranno bloccate quindi a decidere la composizione saranno i partiti, nelle loro segrete stanze. C’è il rischio si instauri in Italia – in senso tecnico – una dittatura della maggioranza in grado di modificare la Corte Costituzionale ed eleggersi il suo presidente della Repubblica. Inoltre sarà la dittatura del leader della maggioranza sulla sua stessa maggioranza. Questo Parlamento non ha alcuna legittimità a legiferare sulla Costituzione essendo composto da nominati in base a una legge elettorale, il Porcellum, ritenuta incostituzionale dalla Consulta. Di cosa stiamo parlando? Abbiano il buon gusto e la serietà di legiferare su temi come lo sviluppo, il lavoro, l’economia, i diritti civili ma si astengano rigorosamente dal toccare la nostra Carta. È un’anomalia pericolosissima.
Il soggetto promotore è senza diritto: solo Camere elette con una legge che restauri il principio dell’articolo 48 (il voto è personale ed eguale) potranno modificare la Costituzione. In secondo luogo, ci vogliono far credere che il bicameralismo sia la causa di tutti i mali. Una bugia. Da tempo il Parlamento è esautorato dai propri compiti: si governa il paese tramite decreti leggi con le Aule relegate al solo compito di votare la fiducia. I disegni di legge sono rarissimi e il potere legislativo è di fatto nelle mani dell’esecutivo. Il vero problema è che la maggioranza non è compatta e i leader non riescono a gestire i propri partiti. Bicameralismo perfetto? No, potremmo anche rivederlo. Ma il focus è un altro: la riforma costituzionale va associata alla nuova legge elettorale in cantiere. I due provvedimenti sono parte di uno stesso disegno. Vogliono declassare il Senato e lasciare intatta la Camera che permetterà al partito che prende più voti un dominio assoluto.
(Pancho Pardi, dichiarazioni rilasciate a Giacomo Russo Spena per l’intervista “La riforma di Renzi peggio della P2”, pubblicata da “Micromega” il 14 luglio 2014).

fonte: www.libreidee.org

la violenza sessuale come strumento di guerra in Siria


I cosiddetti "ribelli" siriani (che in realtà sono un esercito di mercenari ed estremisti islamici reclutati in almeno 30 diverse nazioni) finanziati dagli USA per defenestrare il governo di Assad, balzati alle cronache nei mesi scorsi per le esecuzioni sommarie di cristiani e cittadini e persino per alcuni episodi di cannibalismo, stanno continuando a commettere nefandezze allucinanti. (vedi questi video) stanno introducendo lo stupro di gruppo come "arma" di guerra, per terrorizzare la popolazione. Delitti di una violenza inaudita, di una ferocia tale da lasciare basiti...
Se il governo di Assad non è ancora caduto, è solo grazie all'impegno della popolazione, che si è schierata dalla parte del governo per scongiurare che questi assassini disumani possano andare al potere nel paese. Gli USA continuano a finanziarli, a fornire loro armi tramite la Turchia, e come se non bastasse nelle ultime settimane questi terroristi (sono tali, e non 'ribelli') si sono impadroniti anche di armi chimiche e di 40 kg di materiale radioattivo. Ne abbiamo parlato in questo articolo. Questa gente è capace di tutto, sono stati loro ad utilizzare armi chimiche contro la popolazione, un anno fa, cercando di far ricadere la colpa su Assad.

Cerchiamo di tenere viva l'attenzione sulla Siria, dove dall'inizio del conflitto hanno perso la vita quasi 200.000 persone, morti che passano in sordina...

Come mai la sinistra italiana che (GIUSTAMENTE) insorge sempre in favore del popolo palestinese, ignora completamente la questione siriana?!? Assad non è il "mostro" che gli USA vorrebbero farci credere, ha fatto tanto per la Siria e per il popolo siriano, basti pensare che fino a pochi anni fa era considerato in tutto il mondo UN ESEMPIO, fu persino premiato dal Presidente Napolitano... 


Staff nocensura.com



LA VIOLENZA SESSUALE IN SIRIA 
Stuprate davanti alla famiglia, stuprate più volte, stuprate, torturate e talvolta anche uccise. Le donne siriane che sono riuscite a lasciarsi alle spalle le bombe e le distruzioni di una guerra che dura ormai da due anni non riescono a dimenticare la violenza sessuale che hanno dovuto subire. International Rescue Committee (IRC), un’ONG con sede a New York che opera in teatri di guerra, ha condotto un’indagine su questo tema con circa 240 interviste alle famiglie di profughi siriani giunti in Libano, Giordania, Turchia ed Iraq.
Donne siriane rifugiate in Libano
Donne siriane rifugiate in Libano
Non è possibile conoscere il numero preciso di stupri avvenuti mentre l’esercito del presidente siriano Bashar al Assad e le brigate dei ribelli continuano ad ammazzarsi lungo tutta la Siria. Ma la conclusione a cui arriva IRC non lascia spazio ad interpretazioni: lo stupro di massa è una vera e propria arma di guerra, tanto che molte delle donne intervistate ammettono che la violenza sessuale, o la paura di subirla, sia stata la prima causa della loro fuga dalla Siria.
Come spiega in questa intervista Melanie Megevand, coordinatrice di IRC in Giordania per le attività a difesa delle donne, ci sono diversi tipi di ricatto dietro ad una violenza sessuale. Oltre allo stupro di massa come strumento per intimidire ed indebolire la popolazione, c’è il “sesso per la sopravvivenza”, ossia sesso in cambio di bisogni ineludibili, come cibo o acqua, difficilmente reperibili in zone di particolare miseria. C’è poi il matrimonio forzato, che nasce laddove le famiglie decidono di dare in sposa la figlia, anche contro la sua volontà, ad un uomo più ricco o lontano da zone di pericolo, in modo da metterla in sicurezza. Una pratica che coinvolge anche ragazze minorenni, che non è frutto della libera scelta personale e che quindi, come sottolinea Megevand, è anch’essa un ricatto per la sopravvivenza. Stupisce infine che nelle sue interviste IRC abbia incontrato anche uomini che raccontano di aver subito violenza sessuale. Un’ammissione inedita e pericolosa in una cultura come quella siriana dove spesso il sesso e tutto ciò che lo circonda ha uno stretto legame con l’onore.
Le associazioni internazionali stanno da tempo alzando la voce su questo aspetto, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale e i governi occidentali ad agire per risolverlo. Le rifugiate siriane che arrivano nei Paesi confinanti hanno bisogno di cure mediche e psicologiche per riprendere, per quanto possibile, la loro vita. Una necessità sempre più concreta, visto che secondo le stime dell’Onu sono ormai più di un milione i rifugiati siriani, un numero che potrebbe triplicare entro la fine del 2013. E di conseguenza aumenteranno anche le storie di ordinaria violenza sessuale.

Fonte: focusonsyria.org 

fonte: www.nocensura.com

i doppioni possono capitare - 2 - (Manchester e London pride... Spargimenti gif)


Stefania, Convivio ed eventuale Joker-Batman


martedì 22 luglio 2014

i falsi anti europeisti, i complici della mattanza italiana




Di Alessandro Raffa per nocensura.com 



Cameron anti-UE? Solo "gestione del dissenso"... come quando Berlusconi in campagna elettorale "sparava a zero" contro l'Europa... invocando un'inchiesta sulle pressioni internazionali che portarono al suo defenestramento.

In Inghilterra i sentimenti anti-europeisti sono divampati come un incendio. 
Nel giro di pochi anni, l'UKIP di Farage, uno dei partiti più antieuropeisti dell'intera Unione, con posizioni chiare e nettissimw contro euro-eurocrati-Unione Europea è diventato il primo partito, riuscendo a catalizzare voti dall'elettorato di tutti gli altri partiti: compresi quelli più distanti ideologicamente. 

Per arginare questo fenomeno Cameron è corso ai ripari, per evitare che il suo partito si sciolga come una medusa al sole. Ma i suoi proclami sono credibili.... come quelli della Lega Nord: che ora si oppone all'euro DAI BANCHI DELL'OPPOSIZIONE, ma che quando governava AVALLAVA TUTTI I DIKTAT EUROPEI, e fino a quando ha governato difendeva l'Europa, dicendo che "i trattati europei vanno rinegoziati, ma non si deve uscire dall'euro".

Lega Nord che ha votato, ricordiamolo, per la CONFERMA DI NAPOLITANO, che negli ultimi anni ha rappresentato più i diktat di Unione Europea e BCE degli interessi degli italiani... ad iniziare dalla nomina di Mario Monti a premier, che ha fatto più danni di un guerra!

IL "GENIO" MONTI CI è COSTATO COME UNA GUERRA PERSA!
http://informatitalia.blogspot.it/2014/06/il-genio-monti-ci-e-costato-come-una.html


MARIO MONTI CHE, RICORDIAMOLO SEMPRE, NON AVREBBE POTUTO FAR NULLA SENZA L'APPOGGIO INDISPENSABILE DI PD-PDL ed il "centro" che da sempre si schiera dalla parte del vincitore.

Mario Monti dopo aver messo la faccia sulla mattanza si è defilato; niente di strano, dopotutto i poteri forti hanno scelto lui da una parte per la sua "fedeltà" (E' uno degli uomini più fedeli al Bilderberg, al quale è affiliato da ormai 30 anni; fino alla nomina a premier era il presidente europeo della Commissione Trilaterale, membro di Aspen Institute, Spinelli group, collaboratore delle banche d'affari più potenti del mondo, come Goldman Sachs, delle più potenti multinazionali come CocaCola Company e delle agenzie di rating) MA ANCHE PERCHE' NON AVEVA NULLA DA PERDERE dal punto di vista politico.

Vi riproponiamo il seguente nostro articolo, del Marzo 2012:

"Monti ci ha messo la faccia, ma la mattanza sociale è opera dei partiti politici"
http://www.nocensura.com/2012/08/monti-ci-ha-messo-la-faccia-ma-la.html


Mario Monti è stato imposto per portare avanti l'agenda della BCE; agenda che prevedeva tra le altre cose una serie di LIBERALIZZAZIONI che avrebbero dato fastidio alle CASTE ITALIANE;

Bilderberg, Trilateral & co. fanno gli interessi delle grandi banche d'affari USA, che possiedono capitali degni del PIL di tre nazioni europee o delle 50 nazioni più povere del mondo; loro non guardano certo agli interessi delle lobby "nazionali", i porti forti italiani che vengono rappresentati dai partiti.

I partiti si sono premurati di fare in modo che Monti non intaccasse questi interessi. E A PAGARE IL CONTO, SONO STATI I CITTADINI...

Per avere l'avallo dei partiti Monti è sceso a compromessi con loro; PER ESEMPIO LA CASTA DEI NOTAI NON è STATA TOCCATA; Monti ha aumentato il numero dei Notai: ma ha ELIMINATO LE TARIFFE MASSIME, facendo in modo che i notai recuperino in quel modo ciò che hanno perso con l'aumento del numero di notai. http://www.nocensura.com/2012/04/notai-altro-che-abolizione-grazie-monti.html

Monti ha dispensato numerosi regali ai poteri forti:
http://www.nocensura.com/2012/07/tutti-i-regali-di-monti-caste-e-poteri.html


VI CONSIGLIAMO CALDAMENTE LA LETTURA DEI SEGUENTI ARTICOLI:

Alcune vicende che TUTTI dovrebbero conoscere...
http://www.nocensura.com/2014/02/alcune-vicende-che-tutti-dovrebbero.html

QUELLO CHE TUTTI DEVONO SAPERE SUL GOLPE 2011
http://www.nocensura.com/2014/02/quello-che-tutti-devono-sapere-sul.html


PERCHE' A DISTANZA DI 2 ANNI TIRIAMO FUORI NUOVAMENTE LE ANGHERIE DEL GOVERNO MONTI?
Innanzitutto, perché NON TUTTI NE SONO A CONOSCENZA: ma anche perché LA GENTE NON DEVE DIMENTICARE CHI HA CONSENTITO A MONTI DI DEVASTARE TUTTO.... invece quasi tutti sembrano aver dimenticato queste vicende... e addirittura, credono alla solita propaganda dei partiti ... 

Troppa, troppa gente sostiene RENZI, che avallò il governo Monti e che sta portando avanti le MEDESIME POLITICHE, anche se grazie alla censura e alla propaganda molti non sembrano rendersene conto...


Alessandro Raffa per nocensura.com 

fonte: www.nocensura.com

Mare Nostrum

«Mare Nostrum è una costosa coreografia che sta andando in scena per gestire l’invasione controllata e pianificata che l’establishment sovranazioanale europeo ha ideato per consentire la sostenibilità economica e finanziaria di pensioni e debito pubblico», senza dimenticare «i profitti delle multinazionali dei consumi di massa». Lo sostiene Eugenio Benetazzo, secondo cui «in Europa servono 11 milioni di clandestini entro il 2020». Si tratta in fondo di «nuovi consumatori e lavoratori», naturalmente sottopagati, che «consentiranno di compensare gli effetti negativi di un progressivo invecchiamento della popolazione europea e di un crollo della natalità». Per Benetazzo, non è il caso di parlare di cospirazionismo o complottismo, ma di una vera e propria exit strategy: l’Europa, che finora ha sempre voluto «controllare e commissariare tutto quello di cui aveva paura», o che «doveva essere gestito per l’interesse di qualcuno», è sostanzialmente «rimasta alla finestra, lasciando agli italiani il compito di gestire il tutto», cioè la pressione migratoria dal Sud.
Questo, aggiunge Benetazzo nel suo blog, è il principale indizio che fa capire come «quanto sta accadendo non solo va benissimo, ma anzi deve Madre e figlio salvati in mare dalla marina militarecontinuare», perché «lasciare il tutto nelle mani degli italiani è la soluzione ideale», secondo Bruxelles, indifferente all’onere rappresentato dalla vigilanza e dal controllo militare del Mediterraneo, di cui si fa carico l’Italia – da sola – con le costose missioni quotidiane di pattugliamento e assistenza, a cura della marina militare. Benetazzo insiste sulla teoria della pianificazione dell“invasione”: molti dei disperati alla deriva sui barconi pagano anche 5.000 euro per attraversare il Sahara e poi il Canale di Sicilia, mentre «se solo avessero un passaporto, potrebbero atterrare a Roma con un volo di prima classe spendendo meno della metà». Dettaglio: le ondate di boat-people provengono dal Nord Africa della “primavera araba” e da paesi devastati dalla guerra, come la Siria e la Somalia, o da terre come l’Eritrea dove l’Italia supporta una feroce dittatura da cui i giovani fuggono. La grande falla, in ogni caso, è proprio il Maghreb, una volta caduto il regime-gendarme Eugenio Benetazzodi Gheddafi per mano americana, anglo-francese e italiana.
«Tutti rimpiangono i vari leader/dittatori che prima governavano i rispettivi paesi», scrive Benetazzo. «Più di tutti si rimpiange Gheddafi, l’uomo che agli inizi degli anni Ottanta aveva intenzione di creare gli Stati Uniti d’Africa, coalizzando e guidando tutti le nazioni del continente, per evitare di subire lo strapotere delle economie occidentali: per questo faceva paura, non perchè era un dittatore ma perchè il suo carisma e leadership potevano portare ad un cambio di svolta epocale per l’Africa e le loro genti». Piano andato in fumo, come si sa, per il fermo ostruzionismo “imperiale” degli Usa, oltre che per «l’egocentricità» di troppi leader africani, dall’ugandese Idi Amin Dada allo stesso Colonnello libico. «Purtroppo – chiosa Benetazzo – con la sua morte sono iniziati i problemi per il Mediterraneo: il controllo che aveva sulla Libia e sulle sue coste rappresentava la miglior garanzia di stabilità sociale per tutti le popolazioni del Mediterraneo». Ora l’invasione non ha più freni, e ricade interamente sull’Italia – come previsto fin dall’inizio, secondo Benetazzo, che accusa direttamente gli strateghi dell’oligarchia europea insediata a Bruxelles.

fonte: www.libreidee.org

domenica 20 luglio 2014

in Italia si consumano sempre più farmaci






di Gianni Lannes


Nel belpaese la qualità della vita peggiora a vista d'occhio, mentre schizzano gli affari in camice bianco. Altro che prevenzione. Il popolo italiano divora le medicine: in media 23 confezioni a testa. Il consumo infatti aumenta sempre più. Lo attestano ben due rapporti appena sfornati dall’Istat e dall’Osmed. Al contempo, peggiora la salute mentale con 2,6 milioni di “depressi”. Aumentano tumori maligni, Alzheimer e demenze senili.


In base ai dati riportati nel periodo considerato gli italiani hanno acquistato un totale di 1.398 milioni di confezioni di medicinali, per una media di circa 23 confezioni a testa, con una crescita pari al +2,0% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente.
Ancora di più sale il consumo di antibiotici, di cui sono state consumate 22,3 dosi giornaliere ogni mille abitanti con un aumento del 5,4% trainato dalle regioni del Sud.
«Gli italiani - commenta il direttore generale dell'Aifa Luca Pani - si sono confermati grandi utilizzatori di farmaci per l'apparato cardiovascolare, che restano in testa alla graduatoria di consumo e spesa. I farmaci per l'apparato gastrointestinale e metabolismo sono i secondi nella classifica dei più utilizzati. Gli italiani fanno inoltre largo uso di antidepressivi che sono risultati la categoria del Sistema Nervoso Centrale maggiormente prescritta tra i farmaci distribuiti dalle farmacie pubbliche e private'».
I farmaci più prescritti sono ancora un volta, i farmaci per il sistema cardiovascolare i più consumati e acquistati, con 486,6 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti e 48,1 euro pro capite, per un totale di quasi 3 miliardi di euro. Complessivamente, tale classe costituisce il 42,3% del consumo totale di farmaci e il 19,8% della spesa farmaceutica. I farmaci dell'apparato gastrointestinale e metabolismo hanno occupato il secondo posto per quantità prescritte (178,5 dosi giornaliere ogni mille abitanti) e il quarto per spesa pubblica con 31,4 euro pro capite, per un totale di 1,8 miliardi di euro. Globalmente (spesa convenzionata lorda e strutture pubbliche), questa categoria rappresenta il 15,5% del consumo totale di farmaci e il 12,9% della spesa farmaceutica. Al terzo posto della speciale classifica, troviamo i farmaci del sangue ed organi emopoietici occupano, con 129,4 dosi giornaliere prescritte per 1.000 abitanti e una spesa pari a 21,6 euro pro capite.  Complessivamente, tale classe costituisce il 11,2% del consumo totale di farmaci e il 8,9% della spesa farmaceutica pubblica. I farmaci del sistema nervoso centrale (SNC) sono al quarto posto in termini di prescrizione (84,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e al quinto per spesa pubblica con 24,6 euro pro capite. Nel suo complesso, tale categoria di medicinali costituisce il 7,3% del consumo totale di farmaci e il 10,1% della spesa farmaceutica pubblica. I farmaci per l'apparato respiratorio, con 52,9 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, si collocano al quinto posto per prescrizione con una spesa complessiva pari a 13,6 euro pro capite e costituiscono il 4,6% del consumo totale di farmaci e il 5,6% della spesa farmaceutica pubblica.

I consumi hanno continuato a mostrare un'ampia variabilita' regionale e, in particolare, sono stati caratterizzati da un gradiente Nord-Sud. La Campania (32,4 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), seguita dalla Puglia (29,6 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e dalla Calabria (27,7 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) continua ad essere la Regione con il maggior consumo di antibiotici mentre i consumi meno elevati sono stati registrati nella P.A. di Bolzano (12,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), in Liguria (15,1 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e in Friuli Venezia Giulia (15,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti). E' necessario evidenziare, spiega l'Aifa, che il consumo di antibiotici durante i primi 9 mesi del 2013 potrebbe aver risentito dell'andamento della vaccinazione anti-influenzale condotta durante gli ultimi mesi del 2012. In proposito, e' stata registrata una rilevante riduzione del -26,2% del numero di dosi di vaccino somministrate nel 2012, rispetto alla precedente campagna vaccinale del 2011. Tutte le Regioni, ad eccezione della Valle D'Aosta, hanno mostrato un incremento dei consumi in termini di DDD/1000 ab die rispetto al 2012 e i maggiori incrementi sono stati registrati nelle Regioni Marche (+11,7%), Abruzzo (+11,5%) ed Umbria (+9,,6%) mentre gli incrementi meno rilevanti sono stati rilevati in P.A. di Bolzano (+0,9%), Sicilia (1,6%), e Sardegna (+1,9%).

Secondo l’Istat «all’interno di una popolazione, quella italiana, il cui tasso d’invecchiamento è in costante aumento, con relativa crescita di patologie sia acute che, soprattutto, croniche, il consumo di farmaci è oramai una pratica ben assestata con un tasso percentuale pari al 31,1% sul totale nel solo 2013, in lieve crescita nel 2014 secondo le previsioni attuali nonostante la costante contrazione della spesa farmaceutica, con il tasso diretto maggiormente verso donne e bambini in età infantile, questi ultimi rappresentano da soli il 7%. Interessante, secondo quanto emerso dai dati, la situazione delle terapie non convenzionali che svelano un quadro diviso tra diverse soluzioni, tutte però in calo, come nel caso di consumo farmaci omeopatici, al 4,1%, oppure i trattamenti manuali, al 3,6%, senza dimenticare la fitoterapia e l’agopuntura, 1,9% ed 1% del totale, ciò grazie all’aumento della quota di assunzione per prescrizione medica stabilizzata all’88,1%, in contrapposizione al dato di utilizzo di farmaci in via autonoma, calato al 14,6%».


riferimenti:










fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

triste miracolo

Mario Monti, 20 gennaio 2013: «Noi ammiriamo la Germania e vogliamo imitarla in alcune riforme». Beppe Grillo, 15 marzo 2013: «Dobbiamo realizzare un piano comparabile con l’Agenda 2010 tedesca, quel che ha dato buoni risultati in Germania lo vogliamo anche noi» Matteo Renzi, 17 marzo 2014: «La pretesa di creare posti di lavoro con una legislazione molto severa e strutturata è fallita, dobbiamo cambiare le regole del gioco: in questo senso abbiamo nella Germania il nostro punto di riferimento». “Fare come la Germania” è il mantra di tutti, fino al Jobs Act renziano. Storia: nel 2003 il socialdemocratico Schroeder ha smantellato i diritti sociali e tagliato gli stipendi ai lavoratori, per poter rilanciare un’economia basata interamente sull’export e quindi sul basso costo del lavoro. La riforma prende il nome da Peter Hartz, industriale della Volkswagen. Un genio? Fate voi: “Hartz ammette di aver corrotto i sindacalisti Vw ed evita 10 anni di carcere”, titolò di recente il “Sole 24 Ore”. Facile, no? Risultato: nel regno della Merkel dilagano i mini-job da 450 euro, che dopo una vita di lavoro danno diritto a una pensione di 200 euro mensili.
Sul sito “MeMmt.info”, Daniele Della Bona ripercorre i passaggi chiave del falso “miracolo” tedesco, basato sul doppio ricatto imposto ai lavoratori e ai Hartz, il padre delle riforme tedesche, ha corrotto i sindacatipartner europei, costretti alla politica di rigore per colpire l’industria nazionale e quindi smantellare la concorrenza industriale, dell’Italia in primis, così scomoda per la manifattura tedesca. Per Roland Berger, storico consulente di Berlino, la chiave delle riforme iniziate nel 2003 è stata «una liberalizzazione del mercato del lavoro», con stipendi rimasti al palo rispetto all’incremento della produttività, a tutto vantaggio del capitale industriale. «Poi è seguito il taglio dei costi del sistema sociale, l’aumento dell’ età pensionabile a 67 anni, la creazione di un segmento di bassi salari». Una confessione peraltro tardiva, rileva Della Bona nel post ripreso dal blog “Vox Populi”. Più tempestivo era stato lo stesso Schroeder, il cancelliere che regalò un maxi-sconto a Gazprom per poi essere profumatamente assunto dalla compagnia russa. Già nel 2005, al World Economic Forum di Davos, Schroeder ammise: «Abbiamo dato vita ad uno dei migliori settori a bassa salario in Europa».
La chiave del boom tedesco sono i famigerati mini-job, per i quali non è obbligatorio neppure versare contributi sociali. Paghette da fame, per 15 ore settimanali. In compenso, il business trova super-conveniente questa formula di assunzione: nel 2003 i minijobber erano 5 milioni e mezzo, nel 2011 erano almeno 7,5 milioni. Una catastrofe, secondo Della Bona, per i lavoratori tedeschi: esplosione di operai con bassi salari, boom del lavoro temporaneo e part-time, crollo dei salari reali medi, aumento della disuguaglianza sociale e reddituale, calo delle tutele contrattuali per tutti i lavoratori. A chi era funzionale questo disegno? E chi ne ha tratto beneficio? «La prima conseguenza è stata quella di creare un mercato del lavoro altamente segmentato», con alcuni lavoratori ben pagati e «un esercito di bassi salariati, spesso costretti a chiedere un sussidio per sopravvivere o a svolgere un secondo lavoro: fra i minijobber sono 2,5 milioni quelli con un secondo impiego». Non a caso, la quota di lavoratori nella categoria a basso salario (cioè inferiore ai 2/3 del salario medio) è il 24,3% degli occupati: è Roland Bergerpagato con un’elemosina un lavoratore tedesco su 4, cioè quasi 8 milioni e mezzo di occupati.
Nel 2010, secondo Eurostat, all’interno dell’Unione Europea, su 27 paesi membri soltanto 6 avevano una quota di lavoratori a basso salario maggiore di quella tedesca: Estonia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia e Romania. «Non solo 8,4 milioni di lavoratori percepivano nel 2012 una paga oraria inferiore ai 9,30 euro, ma – di questi – 6,6 milioni guadagnavano meno di 8,5 euro all’ora, 5,7 milioni meno di 8 euro, 4 milioni meno di 7 euro, 2,5 meno di 6 euro e 1,7 milioni avevano una paga oraria inferiore addirittura ai 5 euro». Non solo i mini-job “costano” pochissimo e fanno “risparmiare” anche sui contributi previdenziali, ma minacciano di terremotare l’impianto socio-produttivo della Germania, perché creano «le premesse per sostituire lavoratori che avevano contratti a tempo indeterminato». Secondo l’Instituts für Arbeitsmarkt und Berufsforschung (Iab), «il fenomeno è maggiormente visibile nei servizi: qui, molti minijobber svolgono lavori in precedenza assegnati ad occupati a tempo pieno – ma lo fanno con una paga più bassa». Le prove della sostituzione sono visibili anche nel commercio al dettaglio, nel turismo, nella sanità e nel sociale, scrive lo Iab, istituto di ricerca interno all’Agenzia federale per il lavoro. «Soprattutto nelle piccole aziende con meno di 10 dipendenti, i ricercatori hanno potuto confermare che la creazione di nuovi minijobs va di pari passo con l’eliminazione degli occupati a tempo pieno con regolare contratto».
I ricercatori dello Iab ritengono «un pericolo» la sostituzione dei lavoratori regolari nelle piccole imprese: indeboliscono le casse sociali e quindi il sistema sociale tedesco. «In particolare, i lavoratori che per un lungo periodo hanno svolto un minijob, rischiano la trappola della povertà in vecchiaia a causa di una pensione troppo bassa». Non solo: «I minijobber non hanno diritto alle ferie e non hanno accesso ai bonus e alle indennità aziendali». Un trend che viene confermato dai dati dell’Ocse: la quota complessiva di lavoratori a tempo determinato e part-time è aumentata notevolmente a partire dal 2003, superando abbondantemente la soglia del 50% fra i giovani occupati tedeschi. «Non dovrebbe dunque stupire che i salari reali medi siano calati in Germania fra il 2003 e il 2009 di oltre il 6%». La situazione tedesca ha allarmato persino l’Ilo, l’International Labour Office delle Nazioni Unite, secondo cui il boom della Germania non è affatto dovuto a un aumento della produttività, ma solo al super-sfruttamento dei lavoratori Laszlo Andorsottopagati, dal momento che «gli sviluppi della produttività sono rimasti in linea con gli altri paesi dell’Eurozona».
Il trucco, a tutto danno dei lavoratori tedeschi, sono state «politiche di deflazione salariale che non solo hanno avuto un impatto sui consumi privati, ma hanno anche condotto ad un ampliamento delle disuguaglianze reddituali ad un velocità mai vista prima, nemmeno dopo la riunificazione, quando molti milioni di persone della Germania Est persero il loro lavoro». Addirittura la Commissione Europea, nel 2012, «ormai a babbo morto», si è accorta del problema, aggiunge Della Bona. Il commissario europeo agli affari sociali, Laszlo Andor, intervistato dal giornale tedesco “Faz.net”, ha infatti riconosciuto che «il mercato del lavoro in Germania è sempre più segmentato», visto che «un gran numero di occupati ha solo un minijob». Pessimo scenario: «Se continua così – avverte Andor – il divario fra lavori regolari e minijobs crescerà rapidamente: i minijobber rischiano di restare in questa situazione e di cadere nella trappola della povertà». La stretta tedesca sui salari, dice ancora il commissario europeo, ha danneggiato gli altri Stati Ue: «Con la sua politica mercantilista, la Germania ha rafforzato gli squilibri in Europa e causato la crisi».
Meglio tardi che mai, dirà qualcuno. Peccato che adesso tutti ripetano che anche i paesi del Sud Europa dovrebbero fare come la Germania, ben interpretata dalla stessa Merkel a Davos nel 2013: «Per ottenere riforme strutturali è necessario esercitare pressione», ha detto la cancelliera, ammettendo che «anche in Germania i disoccupati sono dovuti arrivare fino a 5 milioni, prima di ottenere la disponibilità all’attuazione delle riforme strutturali». Rispondendo ai Verdi, nella primavera 2013 il governo tedesco ha risposto – mentendo – che la mancanza di competitività dei paesi in crisi nasce da salari troppo alti e scarsa produttività. La strada maestra, ovviamente, sarebbe «la flessibilizzazione del salario, che in futuro dovrà essere orientato allo sviluppo della produttività», per «garantire l’occupazione e aumentarla». Ci sarebbe da ridere, se non fosse che tutti i partner europei – a cominciare da Renzi – mostrano di credere ancora, nei fatti e negli atti di governo, alla fiaba atroce dell’austerity espansiva made in Germany. I lavoratori tedeschi sono condannati anche dall’Epl, l’indice di protezione del lavoro dell’Ocse, che misura la facilità con la quale si può essere licenziati. Quando si parla di Germania, sottolinea Della Bona, dobbiamo tenere a mente che a Berlino ci sono le grandi multinazionali Merkel e Schroeder, stessa politicamercantiliste e i lavoratori, e che l’euro ha beneficiato sicuramente le prime e danneggiato enormemente i secondi.
«La politica economica e commerciale tedesca di tipo mercantilistico (esportare il più possibile e ridurre le importazioni per mantenere un saldo estero positivo: “essere competitivi”, come si dice spesso sui media) ha dapprima condotto a una forte riduzione dei salari dei lavoratori tedeschi, fortemente scesi in termini reali a partire soprattutto dal 2003», e ora minaccia – di conseguenza – di mettere in crisi il bilancio statale (esattamente come in Italia) a causa del crollo dei consumi interni e del gettito fiscale. «Se il salario non cresce, difficilmente il lavoratore tedesco può comprare beni e servizi prodotti a casa propria o all’estero: meno soldi hai e meno cose compri». Ci guadagna solo l’industriale tedesco, che fa affari d’oro in due modi: sottopagando i lavoratori e beneficiando della politica europea decisa a Berlino per colpire la concorrenza, come quella italiana. Il super-export tedesco è esploso alla fine degli anni ‘90, «mentre il volume dei consumi delle famiglie, gli investimenti interni e i salari reali sono rimasti pressoché stazionari». Non stupisce che, dall’ingresso nell’euro fino alla crisi Jobs Act, Renzi sulla strada della Germaniafinanziaria del 2007, la Germania sia stata il paese che è cresciuto meno in Europa, come conferma l’outlook 2013 del Fmi.


Infine, a completare l’affresco ci sono i dati – truccati – della disoccupazione. Ufficialmente, l’Agenzia federale per il lavoro a settembre 2012 parla di 2,7 milioni di disoccupati e di 5 milioni di “persone in età lavorativa ricevono un sussidio di disoccupazione”. Con questi numeri si arriva ad un tasso di disoccupazione di circa l’11.9 %, rileva Della Bona. Ma la stessa agenzia fornisce anche il motivo per cui circa 2,3 milioni di persone in grado di lavorare, destinatarie di un sussidio di disoccupazione, non siano incluse nel tasso di disoccupazione ufficiale: «Non vengono considerati disoccupati tutti coloro che si trovano all’interno di un programma di politica del mercato del lavoro (formazione e inserimento)», cioè quasi 1 milione di persone. Anche chi ha un basso reddito, e per questo riceve un’integrazione, non viene considerato disoccupato: erano 655.000 persone già nel maggio 2012. Sono escluse dal calcolo dei disoccupati altre 630.000 persone, quelle che ricevono un sussidio perché crescono dei figli o vanno a scuola. Poi ci sono 248.000 persone assistite perché “non capaci di lavorare”, e altri 235.000 individui “anziani” che ricevono un sussidio perché hanno più di 58 anni e negli ultimi 12 mesi, semplicemente, non hanno più lavorato. Solo metà dei beneficiari del sussidio è registrata come disoccupata, ammette la stessa agenzia. Anche così, truccando le cifre, la Germania continua a raccontare il suo miracolo triste da 400 euro al mese.

fonte: www.libreidee.org