martedì 23 agosto 2022

mangiate questi alimenti per far morire di fame le cellule cancerogene


Flora Zhao – The Epoch Times  – 19 Agosto 2022

Alcuni possono non rendersene conto, ma molte persone hanno cellule cancerogene nel proprio corpo senza che queste rappresentino un pericolo. Fortunatamente, esistono alcuni alimenti comuni che possono interrompere l’apporto di nutrienti alle cellule cancerogene e farle morire di fame.

Le autopsie di persone decedute a causa di un trauma spesso rivelano colonie microscopiche di cellule cancerogene, note anche come tumori in situ. Alcuni li chiamano “tumori senza malattia”.

Per esempio, alcuni ricercatori danesi hanno eseguito autopsie su donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni, che non avevano mai avuto un cancro durante la loro vita, e hanno scoperto che il 39% di loro aveva piccole lesioni cancerose al seno. Solo all’1% delle donne di questa fascia d’età sarebbe stato diagnosticato un cancro al seno.

L’esame di alcuni uomini di 60 anni ha mostrato che il 46% di loro aveva evidenza istologica di cancro alla prostata, il che è coerente con i risultati dello studio autoptico. Tuttavia, la prevalenza del cancro alla prostata negli uomini di età compresa tra i 60 e i 70 anni è in realtà di circa l’1%.

C’è un altro esempio, ancora più estremo: alcuni scienziati finlandesi hanno esaminato 101 autopsie e hanno scoperto che il tasso di rilevamento istologico del cancro alla tiroide nelle persone di età compresa tra i 50 e i 70 anni era quasi del 100%. In realtà, però, solo allo 0,1% delle persone di questa fascia d’età verrebbe diagnosticato un tumore alla tiroide (esperienza diretta: l’istologico della mia tiroide asportata completamente riscontrò un carcinoma capillifero di 2,5 mm., N.d.T.).

Se una percentuale così alta di persone ha cellule cancerogene, perché solo una piccola percentuale di esse sviluppa tumori fatali? Perché nella maggior parte delle persone le cellule cancerogene sono dormienti e hanno bisogno di informazioni ed energia supplementari per continuare a crescere e diventare tumori maligni.

Tutto inizia con i nostri vasi sanguigni.

Alcune malattie emergono perché i vasi sanguigni sono cresciuti “fuori controllo”.

In generale, la lunghezza totale dei vasi sanguigni del corpo adulto raggiunge quasi 100.000 chilometri, sufficiente per fare il giro della terra oltre due volte. Tra questi, abbiamo 19 miliardi di capillari. La maggior parte di questi vasi si è sviluppata quando il feto è ancora nel grembo materno. In circostanze normali, i vasi sanguigni degli adulti sono in gran parte invariati, eccetto che nella guarigione delle ferite e nella riparazione dei tessuti.

Inoltre, vi sono diversi periodi speciali in cui nelle donne i vasi sanguigni crescono. Uno è quello in cui i vasi sanguigni costruiscono ogni mese l’endometrio dell’utero; un altro è durante la gravidanza, quando i vasi sanguigni formano la placenta che collega la madre e il feto.

Il corpo umano è progettato con grande sottigliezza e precisione per essere in grado di bilanciare e regolare da solo il numero di vasi sanguigni in ogni momento e in ogni situazione. Quando è necessario creare nuovi vasi sanguigni, come nel caso della guarigione di una ferita, l’organismo rilascia delle proteine chiamate fattori angiogenici. Esse agiscono come fertilizzanti, stimolando la germinazione dei vasi sanguigni per produrne di nuovi. Le dimensioni e il numero di questi nuovi vasi sanguigni sono conformi a uno standard prestabilito e la loro crescita non va fuori controllo. Quando l’organismo non ha bisogno di determinati vasi sanguigni, rilascia degli inibitori naturali dell’angiogenesi che riportano i vasi alla loro forma originale.

Tuttavia, se per qualche motivo l’organismo non fa crescere un numero sufficiente di nuovi vasi sanguigni nel posto giusto e al momento giusto, o non è in grado di “sfoltire” i vasi sanguigni in eccesso, si verifica uno squilibrio dell’angiogenesi che può portare a malattie.

Decine di malattie importanti sono associate a uno squilibrio dell’angiogenesi, tra cui l’aterosclerosi, la retinopatia diabetica, l’artrite reumatoide, la degenerazione maculare, la psoriasi, l’infiammazione cronica e persino il cancro.

Le cellule cancerogene si affidano ai vasi sanguigni per ottenere sostanze nutritive e degenerare in tumori letali

L’angiogenesi svolge un ruolo fondamentale nella crescita del cancro.

Infatti, perché un tumore cresca più di qualche millimetro, c’è bisogno di un apporto di sangue. Le cellule cancerogene possono rilasciare fattori angiogenici per creare il proprio apporto di sangue; possono anche stimolare le cellule normali vicine a produrre fattori angiogenici, indirizzando così i vasi sanguigni verso di sé.

I nuovi vasi sanguigni che ne derivano forniscono un apporto costante di ossigeno e sostanze nutritive al tumore in crescita, favorendone l’espansione. Le cellule tumorali invadono quindi i tessuti vicini, si spostano in diverse parti del corpo e formano nuove colonie di cellule tumorali, il che è chiamato metastasi tumorale.

Se manca l’apporto di sangue i tumori non possono crescere oltre una certa dimensione o diffondersi. Per questo motivo, gli scienziati hanno sviluppato una classe di farmaci chiamati inibitori dell’angiogenesi (noti anche come agenti anti-angiogenici) che possono bloccare l’angiogenesi tumorale. L’obiettivo di questi farmaci è prevenire o rallentare lo sviluppo del cancro impedendo la crescita dei vasi sanguigni che sostengono il tumore e interrompendo l’apporto di sangue al tumore.

Da quando è stata introdotta, la terapia anti-angiogenica ha ricevuto un’ampia attenzione ed è uno dei trattamenti efficaci per il cancro. Tuttavia, gli inibitori dell’angiogenesi agiscono rallentando o arrestando la crescita dei tumori, non distruggendo le cellule cancerogene. La ricerca attuale ha dimostrato che in alcuni tipi di cancro gli inibitori dell’angiogenesi sembrano essere più efficaci se combinati con altre terapie, come la chemioterapia convenzionale e l’immunoterapia, e questa è una delle direzioni in cui si procederà in futuro ad esplorare ulteriormente le terapie antitumorali.

Alimenti che possono combattere l’angiogenesi e indurre la morte delle cellule tumorali

Interrompendo i vasi sanguigni intorno al tumore, è possibile interrompere l’apporto di sostanze nutritive e affamare le cellule cancerogene fino alla morte?

In un certo senso, prevenire e controllare lo squilibrio dell’angiogenesi equivale a prevenire e controllare una serie di malattie, tra cui il cancro. Gli scienziati ritengono che l’uso di una combinazione di composti che interferiscono con l’angiogenesi per prevenire il cancro sia un approccio fattibile e promettente per combattere il cancro.

L’amore di Madre Natura per gli esseri umani si riflette anche nei nutrienti che inserisce nei nostri alimenti. I nostri ingredienti quotidiani sono ricchi di numerosi e potenti fattori anti-angiogenici. L’assunzione di questi inibitori naturali dell’angiogenesi attraverso la dieta è molto comoda e semplice. E soprattutto non hanno gli effetti collaterali dei farmaci, il che li rende adatti alla maggior parte di noi.

Nutrienti polifenoli

Quercetina: la quercetina appartiene alla famiglia dei polifenoli flavonoidi e si trova in alcuni tipi di frutta e verdura come cipolle, broccoli, mele e frutti di bosco, oltre che nell’olio d’oliva, nell’uva e nel tè. La quercetina influisce sulla proliferazione, sulla migrazione e sull’angiogenesi delle cellule endoteliali (membrana sottile che riveste i vasi sanguigni e il cuore). Come composto anti-angiogenico, ha dimostrato di avere un effetto mirato sull’angiogenesi tumorale in esperimenti sia in vitro che in vivo. È stato anche dimostrato in esperimenti su animali che la quercetina può ridurre l’angiogenesi.

Attualmente è in corso uno studio clinico basato sulla quercetina come integratore alimentare per il trattamento del cancro della pelle. I risultati dovrebbero essere annunciati nel 2023.

Miricetina: anche la miricetina è un flavonolo presente in molte piante, tra cui cipolle, bacche ed erbe. Le attività biologiche della miricetina comprendono effetti antiossidanti, antinfiammatori e antitumorali. È anche un inibitore dell’angiogenesi e i suoi effetti sono stati dimostrati in diversi tipi di cancro.

Alcuni scienziati hanno trattato cellule di cancro ovarico umano con diverse concentrazioni di miricetina, ed hanno poi effettuato colture di tessuti e osservazioni. Hanno scoperto che la miricetina può bloccare efficacemente l’angiogenesi indotta dalle cellule di cancro ovarico.

Dopo aver trattato la pelle dei topi di laboratorio con la miricetina e aver effettuato esperimenti con luce ultravioletta per più giorni, gli scienziati hanno scoperto che la miricetina era in grado di inibire in modo significativo la formazione di nuovi vasi sanguigni indotta dalla luce ultravioletta nella pelle dei topi.

Inoltre, nella famiglia dei polifenoli flavonoidi, gli scienziati si stanno concentrando su due flavonoli: il kaempferolo e la fisetina. Queste due sostanze, che si trovano in verdure, frutta, tè ed erbe, mostrano anche proprietà legate alla chemioprevenzione del cancro e sono potenti inibitori dell’angiogenesi.

Genisteina: nella famiglia dei polifenoli isoflavoni, la genisteina è una sostanza rappresentativa. È uno dei principali isoflavoni della soia. È stato dimostrato che la genisteina inibisce la crescita di diversi tipi di cancro in vitro e in vivo e che l’anti-angiogenesi è una delle sue numerose proprietà anti-cancro.

La genisteina coniugata con il triossido di arsenico può inibire efficacemente l’angiogenesi e lo sviluppo dei tumori maligni del fegato umano.

In uno studio clinico pubblicato nel 2019 sulla rivista Cancer Chemotherapy and Pharmacology, una combinazione di chemioterapia con l’uso di genisteina e di un’altra sostanza chimica, e di terapia anti-angiogenica, ha mostrato risultati promettenti nel trattamento del cancro colorettale metastatico.

Polifenoli del tè verde: il consumo regolare di tè verde può ridurre il rischio di alcuni tipi di cancro. I polifenoli del tè verde hanno proprietà chemiopreventive e anti-angiogeniche, e le catechine contenute nei polifenoli del tè verde mostrano proprietà anti-angiogeniche molto forti.

Alcuni ricercatori hanno impiantato fattori di crescita endoteliale vascolare (VEGF) in alcuni topi di laboratorio. Un gruppo di topi ha poi bevuto acqua semplice, mentre l’altro gruppo ha bevuto acqua addizionata di catechine. I risultati hanno mostrato che, rispetto ai topi del gruppo che beveva solo acqua, la neovascolarizzazione corneale indotta è stata significativamente inibita nelle cornee dei topi del gruppo che beveva tè, e l’area di neovascolarizzazione è stata inibita dal 35% al 70%.

Idrossitirosolo: l’idrossitirosolo è un composto fenolico presente come uno dei principali componenti attivi dell’olio di oliva vergine. È un inibitore naturale dell’angiogenesi. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che l’idrossitirosolo può praticamente inibire e interrompere l’angiogenesi al di fuori delle cellule.

Nutrienti terpenici

I terpeni sono presenti in molti frutti e verdure e i loro componenti antitumorali rappresentativi sono l’acido ursolico e il cafestolo.

Acido ursolico: l’acido ursolico è presente nelle foglie di diverse piante aromatiche commestibili, tra cui rosmarino, melissa, verbena, origano e salvia. Anche alcuni frutti, come mele e mirtilli, contengono acido ursolico.

L’acido ursolico ha diverse attività biologiche e ne sono state dimostrate anche le proprietà anti-angiogeniche. Può inibire l’angiogenesi delle cellule endoteliali della vena ombelicale umana e il suo effetto inibitorio aumenta con l’aumento della concentrazione di acido ursolico.

Cafestolo e kahweol: Il cafestolo e il kahweol, presenti nei chicchi di caffè e nel caffè non filtrato, hanno proprietà antinfiammatorie e antitumorali. Gli esperimenti hanno anche dimostrato che il cafestolo può interferire con la formazione dei vasi sanguigni extracellulari delle cellule endoteliali della vena ombelicale, e la sua efficacia diventa più forte con l’aumento della concentrazione di cafestolo. Considerato l’elevato consumo di chicchi di caffè nel mondo, la loro funzione antitumorale è ben percepita.

Nutrienti dell’antrachinone

Emodina: l’emodina è un antrachinone presente naturalmente nel rabarbaro. Ha dimostrato attività antitumorale contro diversi tipi di cellule tumorali umane in molti esperimenti in vitro e in vivo.

Alcuni ricercatori giapponesi hanno trattato le cellule endoteliali della vena ombelicale con l’emodina. I risultati della coltura tissutale hanno mostrato che, rispetto al gruppo di controllo, l’emodina ha inibito in modo significativo l’angiogenesi all’esterno di queste cellule e il suo effetto inibitorio è aumentato con l’aumento della concentrazione.

Aloe-emodina: è un antrachinone presente nelle foglie di aloe vera. Anche l’aloe-emodina ha dimostrato di avere un potenziale anti-angiogenico.

Questi inibitori naturali dell’angiogenesi sono tra gli ingredienti più facilmente reperibili. Il consumo regolare di questi alimenti aiuta a interrompere l’apporto di sostanze nutritive alle cellule tumorali e a “farle morire di fame” prima che abbiano la possibilità di degenerare formando tumori.

Link: https://www.theepochtimes.com/eat-these-foods-to-starve-cancer-cells-to-death_4673488.html?utm_source=healthnoe&utm_campaign=health-2022-08-21&utm_medium=email&est=XCEEeLYLzIszmn5YtUn%2BQs8ZMpoxwTBr7zXV0zahbhFVx3SQI55u8lMoYMWYfbbrimxgWw%3D%3D

Scelto e tradotto (IMC) da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte

fonte: COME DON CHISCIOTTE

 

giovedì 18 agosto 2022

la vera storia dello schiavismo


Hanno destato molto scalpore le parole di Giorgio Bergoglio in Canada. Vale la pena di ricordare la vera storia dello schiavismo e della guerra allo schiavismo nelle Americhe. Quando Colombo vi arrivò, le Americhe erano praticamente spopolate, abitate da popolazioni attualmente in fase di beatificazione, che in realtà erano sistematicamente dedite alla guerra, allo schiavismo e ai sacrifici umani di apocalittica ferocia. Molto frequente il cannibalismo, sia a scopo rituale che alimentare. La rapidissima conversione dell’America del Sud fu anche dovuta alla crudeltà dei regimi procedenti, di cui il popolo fu felice di liberarsi.  La popolazione era scarsissima ed enormi parti del territorio erano disabitate, anche a causa della belligeranza permanente dei vari gruppi. Tra i più feroci gli Irochesi, noti anche per l’abitudine di mangiare i condannati cotti, ma vivi. L’evangelizzazione delle Americhe  è ben raccontata da Agostino Nobile nel libro Quello che i cattolici devono sapere – almeno per evitare una fine ridicola., uscito nel 2015, la cui lettura è sempre più urgente, forse addirittura già fuori tempo massimo,  visto che i cattolici nel ridicolo ci stanno già sprofondando. «Nessuno più di Isabella di Castiglia (1451 – 1504)  si preoccupò per le anime dei suoi nuovi sudditi, che insieme a Papa Paolo III vietò lo schiavismo e gli abusi contro gli indios. Già nel 1478 la Regina cattolica aveva fatto liberare gli schiavi dei coloni nelle Canarie, e la proibizione della schiavitù degli indigeni del Nuovo Mondo viene rispettata dai suoi successori, incoraggiando i matrimoni tra i suoi sudditi e gli indios. Escludendo la regione dei Caraibi, l’Argentina e il Brasile (dove dal XVIII secolo i laicisti e la massoneria hanno avuto l’impatto maggiore), i paesi di lingua latina sono popolati da una maggioranza amerinda e meticcia, mentre nel nord protestante non esistono quasi più indios. L’altissima  percentuale dei neri  presenti negli Stati massonico protestanti del nord provano – se ce ne fosse ancora bisogno – come la tratta degli schiavi negli Stati del nord America sia stata così estesa da cambiare la struttura sociale e culturale. Non bisogna comunque dimenticare che la storia americana non inizia con l’invasione degli europei, da sempre in quelle terre le tribù locali si scannavano a vicenda, come spesso avveniva e avviene in tutte le culture tribali. I missionari cristiani, a differenza degli altri colonizzatori, hanno portato il messaggio che nobilita l’uomo, estirpando da quelle culture le tradizioni che vogliono l’uomo guerriero, schiavo, vittima sacrificale per gli dei. Gli Incas e gli Aztechi, per esempio, celebravano sacrifici umani di massa. Per cattivarsi la benevolenza degli dei arrivavano a gettare dalle loro piramidi migliaia di schiavi donne, uomini e bambini. Il teologo spagnolo Francisco de Vitoria (1492-1546) a difesa degli indios scrisse una carta dei diritti umani che vale la pena riportare: 1 – Per nascita gli uomini sono liberi. 2 – Per diritto naturale nessuno è superiore agli altri. 3 – Il bambino non viene all’esistenza in ragione degli altri, ma di se stesso. 4 – È meglio rinunciare al proprio diritto che violare quello altrui. 5 – È lecita all’uomo la proprietà privata; ma nessuno è talmente proprietario che non debba, a volte, condividere con altri i suoi beni. In caso di estrema necessità tutte le cose sono comuni. 6 – I dementi perpetui – che non hanno e non c’è speranza che avranno l’uso della ragione – sono soggetti di diritto e possono essere proprietari. 7 – Al condannato a morte è lecito fuggire, perché la libertà si equipara alla vita. 8 – Se il giudice, non curando l’ordine del diritto, ottiene a forza di torture la confessione del reo, non può condannarlo, perché così agendo non si è comportato da giudice. 9 – Non si può mettere a morte una persona che non sia stata giudicata e condannata legittimamente. 10 – Ogni nazione ha diritto a governare se stessa e può scegliere il regime politico che vuole, anche quando non è il migliore. 11 – Tutto il potere del re viene dalla nazione, perché questa è libera per principio. 12 – L’orbe intero, che in certa maniera costituisce una repubblica, ha il potere di dare leggi giuste e convenienti a tutta l’umanità. 13 – Non è lecita una guerra che porti alla nazione un male ben maggiore dei vantaggi che per mezzo di essa si vogliano raggiungere, quali che siano le ragioni e i titoli per cui si ritiene che sia giusta. 14 – Se il suddito constata l’ingiustizia della guerra, può rifiutarsi di parteciparvi, anche contro il mandato del principe. 15 – L’uomo non è lupo per l’uomo, ma è innanzitutto uomo».  Se analizziamo i testi, possiamo renderci conto che lo schiavismo è stato un fenomeno atroce e totale al di fuori del cristianesimo, molto meno feroce all’interno del cristianesimo, e anche qui dobbiamo fare una distinzione tra protestantesimo e cattolicesimo. La condanna dello schiavismo è nata nel cattolicesimo. All’interno del cattolicesimo sono sicuramente esistiti schiavisti, ma le linee teoriche dell’antischiavismo sono nate qui. In Canada Bergoglio ha dimenticato la verità storica, le missioni cattoliche che hanno creato scuole, ospedali e villaggi dove finalmente non era più permessa la tortura e non era  più permesso lo schiavismo, normalmente praticato degli irochesi e dagli altri gruppi etnici, esattamente come non era più permesso lo stupro etnico, le donne di altre tribù schiavizzate. I missionari cattolici hanno pagato con la vita e con il dolore: sono stati mangiati cotti ma vivi. (gli irochesi arrostivano il prigioniero vivo, poi tagliavano le parti esterne del suo corpo già cotte e le mangiavano sotto i suoi occhi mentre cuoceva il resto). La loro storia è raccontata da padre Celestino Testore, nel libro I santi martiri canadesi, 1941.  In Canada Bergoglio non ha ricordato questi martiri e le innumerevoli vite che avevano salvato, e si è scusato per fatti mai avvenuti. Quello delle fosse comuni di bambini è una leggenda nera clamorosamente smentita, visto che non sono mai stati riesumati dei cadaveri. Quei bambini erano stati tolti alle loro famiglie dallo stato canadese, non certo dai sacerdoti  cattolici che non dividevano mai i bambini dalle famiglie, stato che poi li ha affidati orfanotrofi cattolici, perché non intendeva occuparsene. Lo storico Jacques Rouillard, docente della Facoltà di Storia dell’Università di Montreal, lo scorso 11 gennaio ha pubblicato sul portale canadese Dorchester Review un lungo articolo in cui dimostra come non ci sia nessuna  sepoltura irregolare o di massa, ma semplici cimiteri per gli studenti e per i docenti. Le cause di morte dei bambini, documentate, sono tubercolosi, influenza e, più raramente, incidenti, e sono assolutamente in linea con le statistiche sanitarie di quegli anni, sono completamente sovrapponibili alle statistiche di morte degli orfani inglesi degli orfanotrofi inglesi degli stessi anni e nettamente inferiori alle statistiche di morti degli orfanotrofi sovietici e di quelli rumeni sotto Ceausescu, enormemente inferiore alla percentuale di morti degli orfanotrofi cinesi chiamati dying room, stanze della morte, mentre sono migliaia e migliaia i bambini salvati nei secoli, nei continenti  dagli orfanatrofi cattolici. Il professor Tom Flanagan e il magistrato Brian Gesbrecht, nel 2022 sul Dorchester Review con il titolo The False Narrative of the Residental Schools Burials, ribadiscono come non ci sia traccia di un solo studente ucciso nei 113 anni di storia delle scuole residenziali cattoliche. Perché Bergoglio si è scusato per fatti mai provati? La civiltà cristiana cattolica è stato il primo baluardo contro lo schiavismo, contro genocidio, contro lo sfruttamento estremo dell’uomo sull’uomo. Dopo che sarà stata abbattuta, cancellata o ridotta a un cagnolino che sta al guinzaglio del nuovo ordine mondiale e prende ordini da Davos, non ci saranno più baluardi. Siamo stati noi i padroni della scienza, della tecnica, della filosofia e dell’arte, i paladini della guerra allo schiavismo, coloro che hanno parlato di dignità umana non perché fossimo migliori degli altri, ma perché noi abbiamo avuto straordinaria fortuna di fondere la spiritualità biblico evangelica, la filosofia greca, il diritto romano, e anche la passione dei barbari. È stato un miracolo. Una volta che noi saremo stati annientati, distrutti, addomesticati, sostituiti, il concetto di dignità umana non esisterà più, e lo schiavismo, che sta già  germogliando nascosto dentro parole molto più miti come gravidanza per altri ed eutanasia del non consenziente, esploderà come non mai. I miracoli non si ripetono. La Provvidenza non interviene una seconda volta, dopo che i suoi doni sono stati buttati.

fonte: SILVANA DE MARI COMMUNITY

 

intervista - Nonchalant Magazine


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mercoledì 22 giugno 2022

le conseguenze indesiderate della politica vaccinale COVID-19. Perché mandati, passaporti e restrizioni possono causare più danni che benefici

 

British Medical Journal
: Le politiche vaccinali sono cambiate drasticamente durante la COVID-19, con la rapida comparsa di obblighi vaccinali a livello di popolazione, passaporti vaccinali nazionali e restrizioni differenziate in base allo stato vaccinale. Mentre queste politiche hanno suscitato un dibattito etico, scientifico, pratico, legale e politico, la valutazione delle loro potenziali conseguenze indesiderate è stata limitata. Qui delineiamo una serie completa di ipotesi sul perché queste politiche possano essere controproducenti e dannose. Il nostro quadro prende in considerazione quattro ambiti:
  • (1) la psicologia comportamentale, 
  • (2) la politica e la legge, 
  • (3) la socioeconomia e 
  • (4) l'integrità della scienza e della salute pubblica. 
Sebbene i vaccini attuali sembrino aver avuto un impatto significativo sulla diminuzione della morbilità e della mortalità legate al COVID-19, sosteniamo che le attuali politiche di vaccinazione obbligatoria sono scientificamente discutibili e probabilmente causeranno più danni alla società che benefici.

Limitare l'accesso delle persone al lavoro, all'istruzione, ai trasporti pubblici e alla vita sociale in base allo stato di vaccinazione contro il COVID-19 viola i diritti umani, promuove lo stigma e la polarizzazione sociale e influisce negativamente sulla salute e sul benessere. Le politiche attuali possono portare a un ampliamento delle disuguaglianze sanitarie ed economiche, a un impatto negativo a lungo termine sulla fiducia nel governo e nelle istituzioni scientifiche e a ridurre l'adozione di future misure di salute pubblica, compresi i vaccini COVID-19 e le vaccinazioni di routine. L'obbligo di vaccinazione è uno degli interventi più potenti nel campo della salute pubblica e dovrebbe essere usato con parsimonia e attenzione per sostenere le norme etiche e la fiducia nelle istituzioni. Noi sosteniamo che le attuali politiche sul vaccino COVID-19 dovrebbero essere rivalutate alla luce delle conseguenze negative che abbiamo delineato. Sfruttare strategie di responsabilizzazione basate sulla fiducia e sulla consultazione pubblica e migliorare i servizi e le infrastrutture sanitarie rappresentano un approccio più sostenibile per ottimizzare i programmi di vaccinazione contro il COVID-19 e, più in generale, la salute e il benessere della popolazione.

Introduzione

A partire dal 2021, i governi e la comunità scientifica hanno attuato e giustificato politiche di prova obbligatoria della vaccinazione per controllare la COVID-19. Queste politiche, avviate in tutto lo spettro politico, anche nella maggior parte delle democrazie liberali, si sono diffuse a livello globale e hanno coinvolto: obblighi sul posto di lavoro (ad esempio, un mandato federale statunitense "no jab, no job"); passaporti verdi/vaccini che limitano l'accesso alle attività sociali e ai viaggi (ad esempio, Israele, Australia, Canada, Nuova Zelanda e la maggior parte dei Paesi europei); mandati scolastici (ad esempio, la maggior parte delle università nordamericane); chiusure differenziate per i non vaccinati (ad esempio, Austria e Australia); l'uso di parametri vaccinali per revocare le misure di blocco e altre restrizioni (ad esempio, Australia, Canada e Nuova Zelanda); accesso differenziato all'assicurazione medica e all'assistenza sanitaria (ad esempio, Singapore); vaccinazione obbligatoria per tutta la popolazione con tasse, multe e carcere per i non vaccinati (ad esempio, Filippine, Austria e Grecia) (vedi tabella 1).

Le motivazioni comunicate pubblicamente per l'attuazione di tali politiche sono cambiate nel tempo. I primi messaggi relativi alla vaccinazione contro il COVID-19 come misura di risposta alla salute pubblica si concentravano sulla protezione dei soggetti più vulnerabili. Alla fine dell'estate del 2021, la comunicazione si è spostata su una raccomandazione di vaccinazione universale per ridurre il carico di lavoro degli ospedali e delle unità di terapia intensiva (ICU) in Europa e Nord America, per affrontare la "pandemia dei non vaccinati".

I vaccini COVID-19 hanno rappresentato un intervento critico durante la pandemia, visti i dati coerenti sull'efficacia del vaccino nel prevenire la morbilità e la mortalità legate al COVID-19.3–6 Tuttavia, il fondamento scientifico delle politiche vaccinali obbligatorie a tappeto è stato messo sempre più in discussione a causa del declino dell'immunità sterilizzante e delle varianti emergenti che destano preoccupazione.7 Un numero crescente di evidenze mostra un significativo declino dell'efficacia contro l'infezione (e la trasmissione) a 12-16 settimane, sia con le varianti Delta che Omicron,8–13 anche con la terza dose.14 15 Dalle prime segnalazioni di trasmissione post-vaccinazione a metà del 2021, è diventato chiaro che gli individui vaccinati e non vaccinati, una volta infettati, si trasmettono ad altri con tassi simili.16 L'efficacia del vaccino può anche essere inferiore nei gruppi di età più giovani.17 Mentre tassi più elevati di ospedalizzazione e di morbilità e mortalità associate alla COVID-19 possono essere osservati tra i non vaccinati in tutte le fasce d'età,3–6 le politiche di passaporto e di mandato non sembrano riconoscere l'estrema differenza di rischio tra le popolazioni (i benefici sono maggiori negli adulti più anziani), sono spesso giustificate sulla base della riduzione della trasmissione e, in molti Paesi, ignorano il ruolo protettivo dell'infezione precedente.18 19

Le politiche dei mandati e dei passaporti hanno provocato la resistenza della comunità e della politica, comprese energiche proteste di massa nelle strade.20 21 Gran parte dei media e dei dibattiti civili nelle democrazie liberali hanno inquadrato questo fenomeno come una conseguenza di forze "antiscientifiche" e "di destra", ripetendo narrazioni semplicistiche su percezioni e risposte pubbliche complesse. Mentre i vaccini obbligatori per altre malattie esistono in alcuni contesti (ad esempio, nelle scuole, nei viaggi (ad esempio, per la febbre gialla) e, in alcuni casi, per gli operatori sanitari),22 i vaccini obbligatori per gli adulti a livello di popolazione, i passaporti e le restrizioni segregate non hanno precedenti e non sono mai stati attuati su questa scala. Queste politiche vaccinali sono state in gran parte inquadrate come un'offerta di "benefici" (libertà) per coloro che hanno una serie completa di vaccinazioni COVID-19,23 24 ma una proporzione considerevole di persone ritiene che condizionare l'accesso alla salute, al lavoro, ai viaggi e alle attività sociali allo stato di vaccinazione COVID-19 sia intrinsecamente punitivo, discriminatorio e coercitivo.20 21 25–28 Ci sono anche segnali preoccupanti che indicano che le attuali politiche vaccinali, piuttosto che essere basate sulla scienza, sono guidate da atteggiamenti sociopolitici che rafforzano la segregazione, la stigmatizzazione e la polarizzazione, erodendo ulteriormente il contratto sociale in molti Paesi. Valutare i potenziali danni sociali delle restrizioni alla pandemia COVID-19 è essenziale per garantire che la politica di salute pubblica e della pandemia sia efficace, proporzionata, equa e legalmente giustificata..29 30 La complessità delle risposte pubbliche a queste nuove politiche vaccinali, attuate nel contesto sociopolitico unico della pandemia, richiede una valutazione.

In questo articolo, riflettiamo sulle attuali politiche vaccinali contro la COVID-19 e delineiamo una serie completa di ipotesi sul perché possano avere conseguenze indesiderate di vasta portata che si rivelano controproducenti e dannose per la salute pubblica, soprattutto in alcuni gruppi sociodemografici. Il nostro quadro di riferimento prende in considerazione quattro ambiti: (1) la psicologia comportamentale, (2) la politica e la legge, (3) la socioeconomia e (4) l'integrità della scienza e della salute pubblica (vedi figura 1). Il nostro obiettivo non è quello di fornire una panoramica esaustiva o di riassumere completamente le ampie argomentazioni etiche e legali contro (o a favore) dei mandati e dei passaporti per i vaccini COVID-19. Questi aspetti sono stati ampiamente discussi da altri. 31–33 Non è ancora possibile fare una rassegna completa del contributo dei mandati e dei passaporti alle riduzioni di morbilità e mortalità del COVID-19, anche se alcuni studi esistenti sull'adozione dei vaccini sono citati di seguito. Il nostro obiettivo è piuttosto quello di aggiungere a queste argomentazioni esistenti un quadro interdisciplinare di scienze sociali che permetta a ricercatori, politici, gruppi della società civile e autorità sanitarie pubbliche di affrontare la questione dei danni sociali involontari derivanti da queste politiche, tra cui la fiducia del pubblico, la fiducia nei vaccini, la polarizzazione politica, i diritti umani, le disuguaglianze e il benessere sociale. Riteniamo che questa prospettiva sia urgentemente necessaria per informare le politiche pandemiche attuali e future. Le politiche vaccinali obbligatorie per la popolazione sono diventate una parte normativa della governance delle pandemie e della risposta alla biosicurezza in molti Paesi. Ci chiediamo se questo sia avvenuto a scapito degli adattamenti delle comunità locali e dei gruppi a rischio, basati su un impegno democratico deliberativo e su approcci alla salute pubblica non discriminatori e basati sulla fiducia.
Cosa possiamo imparare dalle scienze comportamentali?
Reazione, radicamento e adozione del vaccino

A parte la vaccinazione obbligatoria degli anziani (prevista in Repubblica Ceca, Grecia, Malesia e Russia), la maggior parte delle politiche non specifica gli individui a più alto rischio di esiti gravi da COVID-19, tra i quali i tassi di adozione del vaccino COVID-19 e la fiducia nel vaccino sono molto elevati.34 35

Sebbene gli studi suggeriscano che le politiche attuali probabilmente aumentano in qualche misura i tassi di vaccinazione a livello di popolazione,36–39 i guadagni sono stati maggiori nei soggetti di età inferiore ai 30 anni (un gruppo a rischio molto basso) e nei paesi con un tasso di adozione inferiore alla media.36 Inoltre, le intuizioni della psicologia comportamentale suggeriscono che queste politiche probabilmente rafforzano la sfiducia e provocano la reattività, una motivazione a contrastare una minaccia irragionevole alla propria libertà. La letteratura esaminata da Drury et al 40, compresa un'indagine condotta da Porat et al41  nel Regno Unito e in Israele, ha rilevato che la vaccinazione obbligatoria contro il COVID-19 aumenterebbe probabilmente i livelli di rabbia, soprattutto in coloro che sono già diffidenti nei confronti delle autorità, e farebbe poco per persuadere i già riluttanti. 

Due esperimenti condotti in Germania e negli Stati Uniti hanno rilevato che un nuovo obbligo per il vaccino COVID-19 avrebbe probabilmente energizzato l'attivismo anti-vaccinazione, ridotto l'adesione ad altre misure di salute pubblica e diminuito l'accettazione di futuri vaccini volontari contro l'influenza o la varicella. 42 43 Un terzo esperimento ha rilevato che i mandati selettivi aumentano la reazione quando gli obiettivi dell'immunità di gregge non sono spiegati in modo chiaro44 - cosa che la maggior parte dei governi non è riuscita a comunicare in modo adeguato e convincente, avendo spostato le proprie motivazioni dall'immunità di gregge alle metriche dei ricoveri ospedalieri/di terapia intensiva. De Figueiredo et al45 hanno riscontrato che i passaporti vaccinali nel Regno Unito inducono una diminuzione netta della propensione a vaccinarsi tra coloro che non hanno ricevuto una dose completa di vaccinazione, mentre Bell et al46 hanno riscontrato che gli operatori sanitari del Regno Unito che si sentivano pressati a vaccinarsi avevano maggiori probabilità di rifiutare il vaccino COVID-19. Jørgensen et al47 hanno riscontrato che la reintroduzione dei passaporti vaccinali alla fine del 2021 in Danimarca ha aumentato la sfiducia tra i non vaccinati. Infine, recenti dati francesi suggeriscono che il passe sanitaire è stato associato a un aumento della vaccinazione, ma che lo ha fatto in misura minore tra i soggetti più vulnerabili, può aver contribuito a un aumento degli effetti nocebo e non ha ridotto l'esitazione vaccinale in sé; gli autori hanno concluso che: "La vaccinazione obbligatoria per la COVID-19 corre il rischio di politicizzare ulteriormente la vaccinazione e di rafforzare la sfiducia nei confronti dei vaccini".48

Dissonanza cognitiva

L'interpretazione pubblica di queste politiche è avvenuta nel contesto di una pandemia in rapida evoluzione. Spesso gli annunci pubblici e la copertura mediatica hanno semplificato eccessivamente, hanno faticato a comunicare i potenziali eventi avversi (compreso un rischio potenzialmente più elevato nei convalescenti)49 e hanno sopravvalutato l'efficacia del vaccino sulla trasmissione. Le notevoli preoccupazioni dell'opinione pubblica riguardo ai segnali di sicurezza e alla farmacovigilanza sono state ulteriormente alimentate dalla mancanza di piena trasparenza dei dati dello studio clinico COVID-1950 51 e dalla variazione dei dati sugli effetti avversi, come gli eventi di coagulazione del sangue,52 miocarditi53 e alterazione del ciclo mestruale.54 Questi cambiamenti sono stati associati a modifiche delle linee guida per la vaccinazione in termini di ammissibilità a diversi vaccini in alcuni Paesi. Obblighi, passaporti e restrizioni creano un ambiente in cui gli effetti di reattività sono potenziati, perché le persone con scarsa fiducia nei vaccini vedono le informazioni contraddittorie come una convalida dei loro sospetti e preoccupazioni. La pressione a vaccinare e le conseguenze del rifiuto aumentano il controllo delle informazioni e la richiesta di chiarezza e trasparenza. Le politiche attuali hanno probabilmente facilitato vari livelli di dissonanza cognitiva, uno stress psicologico provocato dalla percezione di informazioni contraddittorie.

Citando il potenziale di contraccolpo e resistenza, nel dicembre 2020 il direttore del dipartimento di immunizzazione dell'OMS ha dichiarato: "Non credo che prevediamo che nessun Paese crei un mandato per la vaccinazione [COVID-19]".55 Molti governi hanno inizialmente seguito con dichiarazioni pubbliche simili, per poi cambiare posizione, spesso all'improvviso, a metà o alla fine del 2021 durante l'ondata Delta o Omicron, compresa l'Austria (il primo Paese ad annunciare un mandato completo per tutta la popolazione). 56 57 La dissonanza cognitiva può essere stata aggravata dalle mutevoli motivazioni fornite per le politiche di mandato vaccinale, che originariamente si concentravano sul raggiungimento dell'immunità di gregge per bloccare la trasmissione virale e includevano messaggi pubblici sul fatto che le persone vaccinate non potevano contrarre o diffondere il COVID-19. Le politiche spesso mancavano di una comunicazione chiara, di una giustificazione e di trasparenza, contribuendo a creare persistenti ambiguità e preoccupazioni pubbliche sulla loro logica e proporzionalità.58 Alla fine del 2021, tuttavia, la reintroduzione di interventi onerosi non farmaceutici nei Paesi con obblighi e passaporti ha perpetuato la dissonanza cognitiva, dal momento che i governi avevano promesso che la vaccinazione avrebbe garantito un "ritorno alla normalità" e molte persone (soprattutto i più giovani) si erano vaccinate sulla base di questi annunci.36 48

Quando le regole dell'obbligo sono percepite come prive di una solida base scientifica, la probabilità di un controllo pubblico e di un danno a lungo termine alla fiducia nelle istituzioni scientifiche e negli organismi di regolamentazione è molto più alta. Un buon esempio è il mancato riconoscimento dell'immunità derivata dall'infezione negli obblighi vaccinali e nei passaporti dei datori di lavoro in Nord America, compresa la maggior parte delle università e dei college.59 Nonostante le chiare evidenze che l'immunità derivata dall'infezione fornisce una protezione significativa da malattie gravi al pari della vaccinazione,18 31 lo stato di infezione precedente è stato costantemente sottovalutato. Molti individui con immunità post-infezione sono stati sospesi o licenziati dal lavoro (o spinti ad andarsene) o non hanno potuto viaggiare o partecipare alla vita sociale31 56–59 mentre la trasmissione è continuata tra gli individui vaccinati sul posto di lavoro. Questa incoerenza è stata ampiamente trattata dai media americani conservatori e libertari, in modo da rafforzare la sfiducia non solo sulle basi scientifiche delle politiche vaccinali, ma anche sull'intero establishment della sanità pubblica, compresi i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

Lo stigma come strategia di salute pubblica

Dal 2021, il discorso pubblico e politico ha normalizzato lo stigma nei confronti delle persone che non si sono vaccinate, spesso intrecciato al tono e all'inquadratura degli articoli dei media.60 I leader politici hanno individuato i non vaccinati, incolpandoli per: la continuazione della pandemia; lo stress sulla capacità degli ospedali; l'emergere di nuove varianti; l'impulso alla trasmissione agli individui vaccinati; la necessità di continue serrate, maschere, chiusura delle scuole e altre misure restrittive (vedi tabella 2). La retorica politica si è trasformata in moralizzazione, capro espiatorio e colpevolizzazione, utilizzando termini peggiorativi e promuovendo attivamente lo stigma e la discriminazione come strumenti per aumentare la vaccinazione. Ciò è diventato socialmente accettabile tra i gruppi pro-vaccini, i media e il pubblico in generale, che vedeva la vaccinazione completa come un obbligo morale e parte del contratto sociale.61 L'effetto, tuttavia, è stato quello di polarizzare ulteriormente la società dal punto di vista fisico e psicologico, con una discussione limitata sulle strategie specifiche per aumentare l'adesione, soprattutto nelle comunità in cui i benefici individuali e sociali sarebbero stati sproporzionatamente maggiori. Raramente si discute di chi e perché le persone non si vaccinano. La politica vaccinale sembra aver guidato gli atteggiamenti sociali verso una dinamica "noi/loro" piuttosto che verso strategie adattive per le diverse comunità e gruppi a rischio.

Sfruttare lo stigma come strategia di salute pubblica, indipendentemente dal fatto che gli individui siano o meno contrari ai vaccini, è probabilmente inefficace per promuovere l'adozione del vaccino.62 I soggetti non vaccinati o parzialmente vaccinati hanno spesso preoccupazioni basate su alcune forme di evidenza (ad esempio, una precedente infezione da COVID-19, dati sul rischio in base all'età, problemi di fiducia storici/correnti nei confronti della sanità pubblica e dei governi, compreso il razzismo strutturale), esperienze personali (ad esempio, esperienza diretta o indiretta di reazioni avverse ai farmaci o di lesioni iatrogene, traumi non correlati, problemi di accesso alle cure per affrontare gli eventi avversi, ecc.) e preoccupazioni sul processo democratico (ad esempio, la convinzione che i governi abbiano abusato del loro potere invocando un costante stato di emergenza, evitando la consultazione pubblica e facendo eccessivo affidamento sui dati prodotti dalle aziende farmaceutiche) che possono impedire o ritardare la vaccinazione.45 46 63–66 La retorica infiammatoria è in contrasto con il consenso sociale precedente alla pandemia, secondo il quale i comportamenti sanitari (compresi quelli legati a fattori di rischio noti per la COVID-19 grave, ad esempio il fumo e l'obesità) non influiscono sul modo in cui le istituzioni mediche, culturali o legali trattano gli individui in cerca di cure. Alcuni governi hanno discusso o imposto multe o premi per l'assicurazione medica ai non vaccinati, mentre gli amministratori degli ospedali hanno preso in considerazione la possibilità di utilizzare lo stato di vaccinazione come criterio per il protocollo di triage. L'Associazione Medica Americana ha rilasciato una dichiarazione in cui si rifiuta di curare i pazienti non vaccinati67 , ma questo non ha impedito che si continuasse a parlare di vergogna e capro espiatorio nei confronti di chi sceglie di non vaccinarsi.

Fiducia, potere e teorie del complotto

La fiducia è uno dei più importanti predittori dell'accettazione dei vaccini a livello globale,68 69 compresa la fiducia nei vaccini COVID-19.63 70 71 I dati dimostrano che la trasparenza delle informazioni negative sui vaccini aumenta la fiducia e Petersen et al72 hanno rilevato che quando le autorità sanitarie non sono trasparenti, può aumentare la ricettività a spiegazioni alternative.

Le politiche sul vaccino COVID-19 hanno il potenziale di erodere la fiducia nei vaccini e il contratto sociale nel particolare contesto della pandemia, che ha esacerbato le ansie sociali, le frustrazioni, la rabbia e l'incertezza. Quando sono stati introdotti i mandati per il vaccino COVID-19, molte comunità avevano lottato contro le serrate e altre severe restrizioni di salute pubblica, avevano subito una successione di ondate pandemiche con regole mutevoli che avevano messo a dura prova la fiducia dei cittadini nei confronti del governo, avevano subito un impatto negativo sulla loro sicurezza economica e sui loro mezzi di sussistenza ed erano state esposte a una cultura della paura indotta dai media e perpetuata da un'abbondanza di informazioni contrastanti e confuse. Tutto ciò si è verificato all'interno di una più ampia tendenza globale di aumento delle disuguaglianze tra Nord e Sud, ricchi e poveri, nonché di erosione della fiducia nelle istituzioni e negli esperti.

È probabile che molte delle spiegazioni alternative della pandemia, spesso chiamate teorie della cospirazione, si siano ulteriormente radicate quando le politiche vaccinali sono state implementate con forza nel 2021, creando un forte pregiudizio di conferma che i governi e i poteri aziendali agissero in modo autoritario. Coloro che si oppongono all'obbligo dei vaccini e ai passaporti hanno maggiori probabilità di avere scarsa fiducia nel governo e nelle istituzioni scientifiche,25–28 63 64 e queste convinzioni e diffidenze sono probabilmente cresciute a causa della propensione delle politiche a giustificare la segregazione sociale, creando nuove forme di attivismo. Inoltre, sulla discussione pubblica sul vaccino COVID-19 si sono innestate molteplici percezioni e logiche sociali relative alla scienza, alla tecnologia e al potere aziendale e governativo, in particolare per quanto riguarda le capacità autoritarie di biosorveglianza.73 Queste includono le preoccupazioni per l'adozione di dispositivi di tracciamento impiantabili (compresi i microchip), i documenti d'identità digitali, l'aumento dei sistemi di credito sociale e la censura delle informazioni online da parte delle aziende tecnologiche e delle agenzie di sicurezza statali. La pandemia COVID-19 coincide con progressi tecnologici di vasta portata che consentono nuove forme di sorveglianza di massa da parte dello Stato.74 75 Ad esempio, i dispositivi intradermici biocompatibili emergenti possono essere utilizzati per conservare le registrazioni dei vaccini,76 mentre i microchip impiantabili multifunzione (che possono regolare l'accesso agli edifici e i pagamenti finanziari, come i telefoni cellulari) sono ora disponibili sul mercato.77Gli aspetti delle politiche di passaporto dei vaccini (che dipendono dai codici QR), combinati con queste innovazioni - così come la censura da parte delle società di social media delle sperimentazioni cliniche e delle questioni di sicurezza dei vaccini da parte di fonti affidabili come il BMJ78 - hanno probabilmente rafforzato e aggravato il sospetto e la sfiducia sull'imparzialità delle linee guida della sanità pubblica e dei vaccini.79 È molto probabile che gli effetti di reattività generati dalle attuali politiche vaccinali abbiano aumentato l'opinione che la salute pubblica sia influenzata da potenti forze sociopolitiche che agiscono nell'interesse privato, il che potrebbe danneggiare la futura fiducia sociale nella risposta alle pandemie.

Effetti politici e legali di mandati, passaporti e restrizioni sui vaccini
L'erosione delle libertà civili

Le politiche sul vaccino COVID-19 che abbiamo delineato rappresentano un'ampia interferenza con i diritti delle persone non vaccinate. Mentre alcuni governi hanno introdotto mandati e passaporti attraverso il processo democratico (ad esempio, Svizzera, Austria, Francia), molte politiche sono state imposte come regolamenti, decreti, ordini o indicazioni in stati di emergenza e attuate in modi che hanno consentito decisioni giuridiche ad hoc e regole irregolari e iperpermissive del settore privato, con responsabilità limitate o ricorsi legali per affrontare le violazioni dei diritti.58

I passaporti vaccinali rischiano di sancire per legge la discriminazione basata sullo stato di salute percepito, minando molti diritti degli individui sani: infatti, le persone non vaccinate ma precedentemente infettate possono essere generalmente meno a rischio di infezione (e di esiti gravi) rispetto agli individui doppiamente vaccinati ma privi di infezione.80 Un test settimanale negativo per la SARS-CoV-2 è spesso visto come un compromesso al posto della vaccinazione completa, ma questo comporta ulteriori oneri (anche finanziari) per le persone non vaccinate, rischiando anche danni alla reputazione. I mandati imposti dai datori di lavoro che non prevedono soluzioni ragionevoli (ad esempio, test, trasferimento o riassegnazione delle mansioni) o che richiedono la vaccinazione dopo una precedente infezione anche quando i dipendenti possono lavorare a distanza, costituiscono probabilmente un'imposizione sproporzionata di un intervento sanitario senza una giustificazione legata al luogo di lavoro.81 Molti Paesi hanno anche inasprito la possibilità di richiedere esenzioni religiose, mediche o filosofiche, che si prestano a decisioni poco chiare e a interferenze politiche.82 Forse il caso di più alto profilo fino ad oggi riguarda l'espulsione del tennista maschile di prima fascia, Novak Djokovic, agli Australian Open 2022, nonostante gli fosse stata concessa un'esenzione medica sulla base di una documentata infezione pregressa.83 Mentre i media si sono affrettati ad alludere a problemi nella sua presentazione ufficiale, il Ministro dell'Immigrazione ha ammesso che il giocatore aveva un risultato valido del test e che rappresentava solo un rischio "molto basso" per la salute degli australiani.84 Tuttavia, il tribunale ha stabilito che era ragionevole per il Ministro concludere che la presenza di Djokovic avrebbe potuto "favorire il sentimento anti-vaccinazione" e quindi avere un impatto negativo sulla vaccinazione e sui richiami.84 Ha approvato la caratterizzazione di Djokovic come una minaccia all'"ordine civile e alla salute pubblica" australiana. 83 84Il caso sottolinea le preoccupazioni legate ai mandati per i vaccini e ai passaporti come strumento per una politica sproporzionata che aggira le libertà civili e i processi normativi.

I passaporti, che comportano la condivisione di informazioni mediche con estranei, comportano anche notevoli problemi di privacy. Avendo stabilito questi precedenti di passaporti a livello di popolazione, è ipotizzabile che nel prossimo futuro possano essere ampliati per includere altri dati sanitari personali, tra cui test genetici e cartelle cliniche, il che creerebbe ulteriori violazioni dei diritti e discriminazioni basate sullo stato biologico per i datori di lavoro, le forze dell'ordine, le compagnie assicurative, i governi e le aziende tecnologiche. I passaporti vaccinali COVID-19 hanno normalizzato l'uso dei codici QR come requisito d'ingresso regolamentato nella vita sociale; in Francia e Israele, i cittadini con doppia vaccinazione hanno perso il loro "status" quando i passaporti hanno richiesto una dose di richiamo nel 2021/2022.85 86Le aziende tecnologiche interessate alla biosorveglianza utilizzando l'intelligenza artificiale e la tecnologia di riconoscimento facciale hanno ottenuto grandi contratti per implementare i passaporti vaccinali e ora hanno un interesse finanziario a mantenerli ed espanderli.87

Polarizzazione politica

Le politiche sui vaccini COVID-19 hanno generato un intenso dibattito politico, proteste di massa nelle strade e hanno stimolato nuovi movimenti populisti con opinioni politiche diverse.20 21 25–28 56 Gli studi dimostrano che mentre molti sostengono queste politiche, altri le considerano intrinsecamente coercitive, discriminatorie, sproporzionate e contrarie ai valori liberali dell'autonomia corporea, della libertà di scelta e del consenso informato.25–28 È chiaro che le politiche attuali sono divisive e impopolari per molti, anche per i vaccinati, e che sono diventate fonte di rabbia e collera collettiva, in particolare per coloro che sono stati licenziati dal lavoro o isolati e banditi dalla vita sociale.

Le politiche sui vaccini COVID-19 possono influenzare le prossime elezioni. Ad esempio, i partiti di destra e populisti in Germania (Alternativa per la Germania), Canada (Partito Popolare) e Austria (Partito della Libertà) si sono espressi con forza contro la segregazione medica. Dopo aver attuato la prima politica di vaccinazione obbligatoria a livello mondiale nel febbraio 2022, l'Austria l'ha sospesa 6 giorni prima che la polizia imponesse multe (massimo 3.600 euro), in parte a causa di preoccupazioni legali, proteste di massa in strada e del fatto che il tasso di vaccinazione non era migliorato in modo significativo (il 20% degli adulti rimane non vaccinato). 56 88 Nel 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionale il mandato federale di vaccinazione dell'amministrazione Biden,89 proprio quando è entrato in vigore per 80 milioni di lavoratori (pur mantenendo il mandato per gli operatori sanitari); i repubblicani avevano a lungo criticato i mandati.90 91 In Martinica e Guadalupe, i passaporti vaccinali hanno provocato mesi di disordini politici e proteste violente che hanno minacciato la stabilità del governo francese.48 Pottinger92 ha sostenuto che i mandati e i passaporti potrebbero scatenare insurrezioni e guerre civili in Sudafrica.

Proprio come i mandati di vaccinazione contro il vaiolo nella Gran Bretagna del 1850 crearono il primo movimento "anti-vax",93 il contraccolpo contro le politiche del COVID-19 sta stimolando una rete globale connessa dalle moderne tecnologie di comunicazione contro queste misure. Questi contraccolpi possono contribuire ad aumentare la sfiducia nei confronti di altri vaccini e a promuovere nuove forme di radicalizzazione e di protesta. Mentre le testate giornalistiche tradizionali hanno espresso preoccupazione per il crescente "fervore anti-vaccinazioni" dell'estrema destra e per il potenziale di violenza94, anche i politici di centro e di sinistra hanno usato questa retorica per la propria agenda. In Canada, il Primo Ministro Trudeau ha sfruttato il sostegno della maggioranza alla vaccinazione obbligatoria e ai passaporti per dividere l'opposizione conservatrice nelle elezioni federali del 2021. La fine delle esenzioni per i camionisti non vaccinati che attraversano il confine tra Stati Uniti e Canada ha scatenato le proteste del "convoglio della libertà" dei camionisti all'inizio del 2022 in Canada, che hanno portato a settimane di occupazione delle strade davanti al Parlamento. La protesta si è conclusa con l'invocazione senza precedenti dell'Emergencies Act, equivalente alla legge marziale, che è stata pesantemente criticata dalle organizzazioni per la libertà civile e ha comportato il congelamento dei conti bancari dei manifestanti.95 96 Negli Stati Uniti, la California e New York (Stati controllati dai Democratici) hanno implementato i passaporti vaccinali COVID-19 per i bambini, mentre la Florida, la Georgia e il Texas (controllati dai Repubblicani) stanno introducendo una legislazione per rimuovere i vaccini obbligatori per l'infanzia nelle scuole in generale. Alcuni gruppi per la libertà medica e anti-vaccinazioni hanno fatto affermazioni sempre più false e infiammatorie, e i proprietari e i dipendenti di aziende che richiedono i codici QR per l'ingresso sono stati presi di mira per abusi, in alcuni casi. A loro volta, i sostenitori dei pro-vaccini hanno equiparato i gruppi sociali contrari all'obbligo di vaccinazione agli "anti-vaxxer" e persino ai terroristi interni, chiedendo alle agenzie governative e alle società di social media di rafforzare le leggi sulla censura. Le camere dell'eco hanno distorto la ragionevolezza della valutazione del rischio di alcuni individui favorevoli all'obbligo, che ora temono che le persone non vaccinate siano "non sicure" - fisicamente ma anche culturalmente - nonostante le prove scientifiche. La polarizzazione politica e la radicalizzazione, sia degli anti-mandato che dei pro-mandato, aumenteranno se le politiche punitive sui vaccini continueranno.

Disunità nella governance della salute globale

Le attuali politiche sui vaccini rischiano di favorire la disunione nella governance sanitaria globale. Nonostante l'OMS abbia dichiarato all'inizio del 2022 che i richiami avrebbero prolungato la pandemia contribuendo all'accaparramento dei vaccini e a una scarsa offerta,97 le università (compresi alcuni dipartimenti di salute globale) dei Paesi ricchi hanno imposto i richiami per gli studenti e i docenti sani e a basso rischio,59 quando i tassi di vaccinazione sono rimasti bassi in molti Paesi a basso/medio reddito (LMIC).98 Gli sforzi per fare pressione sulle aziende farmaceutiche (che hanno sviluppato i vaccini con il sostegno di fondi pubblici per la ricerca) affinché rimuovano le protezioni sui brevetti si sono dimostrati infruttuosi.99 100 Le aziende farmaceutiche si sono assicurate che i costi degli effetti avversi siano sostenuti dai governi101; a loro volta, alle decine di milioni di migranti e richiedenti asilo nel mondo potrebbe essere negato il vaccino COVID-19 a causa di problemi di responsabilità legale.102 Contemporaneamente, alcuni scienziati definiscono i non vaccinati (come gruppo omogeneo) la fonte di future varianti ("fabbriche di varianti") alimentando una retorica infiammatoria103 che potrebbe aver contribuito alla reazione pesantemente criticata di chiudere le frontiere internazionali verso l'Africa meridionale durante la diffusione di Omicron alla fine del 2021. Ai viaggiatori internazionali, soprattutto quelli provenienti dal Sud del mondo, è stato impedito di recarsi nei Paesi ad alto reddito in base al tipo di vaccino ricevuto.

L'introduzione di passaporti e obblighi vaccinali è finanziariamente costosa e distoglie risorse e attenzione da altri interventi. In Canada, il governo Trudeau ha stanziato 1 miliardo di dollari per i passaporti vaccinali104 e nello Stato di New York, il sistema Excelsior Pass App sviluppato da IBM costerà più di 27 milioni di dollari.87 È importante notare che concentrarsi sui "non vaccinati" come causa del collasso del sistema sanitario distoglie l'attenzione pubblica dai fallimenti dell'equità globale e dalle profonde sfide strutturali che la capacità della sanità pubblica deve affrontare in molti Paesi. Inoltre, i governi non devono occuparsi di altre strategie per aprire le scuole e mantenere sicuri gli spazi pubblici, come il miglioramento della ventilazione e il congedo per malattia retribuito. L'adozione indiscriminata a livello globale delle attuali politiche sul vaccino COVID-19 può anche compromettere la sovranità nazionale, in quanto altera le priorità sanitarie nei Paesi meno sviluppati, sottraendo budget ad altre importanti priorità sanitarie e ignorando l'opinione pubblica: una nuova forma di colonialismo vaccinale. Forse è ancora più significativo che le metriche di vaccinazione siano legate ad accordi finanziari internazionali e a prestiti per lo sviluppo e che le aziende farmaceutiche e tecnologiche influenzino l'adozione globale dei sistemi di passaporto e delle politiche di mandato per le pandemie attuali e future.

Impatti socioeconomici

Aumento della disparità e della disuguaglianza

Storicamente, i gruppi emarginati - quelli che devono affrontare sfide economiche e i gruppi razziali e minoritari - tendono ad avere meno fiducia nei programmi di vaccinazione e sono più propensi a diffidare.63–66 68–71 Ciò solleva la possibilità che le attuali politiche vaccinali possano alimentare le disuguaglianze esistenti.105 Un rapido policy briefing del Nuffield Council on Bioethics106 ha sottolineato che i passaporti per l'immunità potrebbero "creare ambienti di lavoro coercitivi e stigmatizzanti" ed è "più probabile che aggravino piuttosto che correggere... gli svantaggi strutturali e... la stigmatizzazione sociale".106 È molto probabile che i mandati e i passaporti siano stati implementati in modo da discriminare i gruppi svantaggiati, tra cui gli immigrati, i senzatetto, gli anziani isolati, le persone con malattie mentali, specifici gruppi culturali e religiosi, coloro che vivono in condizioni precarie e le persone con determinate opinioni e valori politici. Inoltre, le comunità che storicamente sono state soggette alla sorveglianza dello Stato, alla segregazione, al razzismo strutturale, ai traumi o alla violenza possono avere maggiori probabilità di opporsi ai mandati medici. In Israele, i rapporti suggeriscono che le comunità beduine e palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati hanno affrontato grandi ostacoli all'accesso al vaccino, con una maggiore diffidenza nei confronti della vaccinazione e barriere burocratiche per l'accesso e l'utilizzo dei pass verdi anche quando si è vaccinati.58 Sfide simili sono state sollevate tra i Rom europei e nelle comunità nere nel Regno Unito e negli Stati Uniti.45 66 107 Complessivamente, anziché potenziare l'agency umana e rafforzare le comunità e la coesione sociale, molte delle attuali politiche vaccinali - tra cui le multe mensili per il mancato rispetto della vaccinazione (ad esempio, in Grecia e Austria) - possono contribuire a svuotare gli individui e a creare stress e disarmonie psicosociali a lungo termine.

Ridotta capacità del sistema sanitario

La pandemia ha creato un'immensa tensione sui sistemi sanitari, contribuendo a interrompere i programmi di immunizzazione globali108 e a provocare il burnout degli operatori sanitari e sociali, con il rischio di peggiorare i risultati clinici per tutti i pazienti. Queste tendenze possono essere esasperate dall'attuale spinta politica verso l'obbligo di vaccinazione COVID-19 per gli operatori sanitari e sociali e il licenziamento del personale non vaccinato. Gli argomenti etici contro queste politiche sono stati illustrati da altri.31 33 109

Nonostante queste considerazioni, molti Paesi potrebbero perdere personale di prima linea a causa dell'obbligo. Nel dicembre 2021, nonostante l'imminente imposizione di un mandato vaccinale (poi revocato) per i lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale (NHS) a contatto con i pazienti, l'8% degli operatori sanitari nel Regno Unito (73.000 persone) non era ancora vaccinato.110 Alla fine del 2021, il Quebec (Canada) ha abbandonato il mandato proposto per gli operatori sanitari, citando la devastante carenza di manodopera che avrebbe causato nei sistemi ospedalieri (il 3% del personale, pari a 14.000 persone, non era vaccinato).111 Entrambi i casi hanno creato uno stress immenso per il personale sanitario e gli amministratori, già sovraccarichi, e sono stati criticati per la loro mancanza di chiarezza e per il processo politico disordinato.112

Esclusione dal lavoro e dalla vita sociale

Le politiche di vaccinazione COVID-19 che limitano in modo sproporzionato l'accesso delle persone al lavoro, all'istruzione, ai trasporti pubblici e alla vita sociale possono essere considerate una violazione dei diritti costituzionali e umani.113  Gli effetti economici della limitazione dell'accesso al lavoro possono anche avere implicazioni indirette per le persone a carico dei non vaccinati. Un sondaggio condotto nell'ottobre 2021 negli Stati Uniti ha rilevato che il 37% dei partecipanti non vaccinati (il 5% dei partecipanti in generale) lascerebbe il lavoro se il datore di lavoro richiedesse loro di fare il vaccino o di sottoporsi a test settimanali; tale percentuale sale al 70% dei partecipanti non vaccinati (il 9% di tutti i partecipanti) se il test settimanale non fosse un'opzione.114 La privazione economica e lo stress dei genitori derivanti dalla limitazione dell'accesso al lavoro e dall'esclusione dalla vita sociale possono avere conseguenze psicologiche e di sostentamento a lungo termine sugli individui, sulle famiglie e soprattutto sui bambini.30 I commentatori hanno anche evidenziato il potenziale impatto dei mandati nel creare strozzature nella catena di approvvigionamento di alcuni prodotti di base e nel commercio transfrontaliero e hanno sostenuto che la modifica delle norme e dei regolamenti sui vaccini rischia di avere un impatto negativo sulla ripresa economica complessiva di alcuni settori dell'economia, tra cui il turismo115

L'integrità della scienza e della salute pubblica

Erosione dei principi chiave dell'etica e del diritto della salute pubblica

Le attuali politiche vaccinali possono erodere i principi fondamentali dell'etica della salute pubblica. Come riconoscono alcuni di coloro che sostengono l'obbligatorietàe113 116, e contrariamente alla rappresentazione mediatica secondo cui "i non vaccinati sono completamente liberi di rifiutare", molte politiche vaccinali COVID-19 limitano chiaramente la scelta e il normale funzionamento del consenso informato. Ciò ha messo i professionisti medici in una posizione scomoda, confondendo i confini tra vaccinazione volontaria e involontaria. È chiaro che molti di coloro che si vaccinano lo hanno fatto a causa delle gravi conseguenze di un rifiuto, come la perdita del lavoro e dei mezzi di sussistenza o l'accesso a eventi sociali e viaggi. Dovremmo soffermarci a considerare in che misura le politiche attuali, e il modo in cui vengono attuate in ambito clinico, creino un precedente per l'erosione del consenso informato in futuro e abbiano un impatto sull'atteggiamento della professione medica nei confronti di coloro che sono reticenti a sottoporsi a una specifica procedura medica.

Secondo l'etica della salute pubblica, il principio di proporzionalità richiede che i benefici di un intervento di salute pubblica siano superiori alle restrizioni della libertà e agli oneri associati.32 Sarebbe una violazione del principio di proporzionalità imporre significative restrizioni della libertà (e/o danni) in cambio di banali benefici per la salute pubblica, soprattutto quando sono disponibili altre opzioni. I dati dimostrano che l'efficacia degli attuali vaccini COVID-19 nel ridurre la trasmissione è limitata e temporanea,7–16 probabilmente più bassa nelle fasce di età più giovani a cui si rivolge l'obbligo di vaccino e il passaporto36 e che un'infezione precedente fornisce, grosso modo, un beneficio paragonabile.18 31 80 L'efficacia dell'obbligo di vaccino nel ridurre la trasmissione è probabilmente minore di quanto molti si aspettassero o sperassero, e diminuirà nel tempo. Questi problemi sono stati ampiamente discussi nell'arena pubblica, sollevando l'idea che molte delle attuali politiche vaccinali non siano più guidate dalla migliore scienza, ma siano piuttosto utilizzate per punire gli individui che non si vaccinano e per plasmare l'opinione pubblica e la compliance. Alcuni governi lo hanno ammesso pubblicamente; nelle parole del Presidente francese Emmanuel Macron, l'obiettivo è quello di "far arrabbiare [i non vaccinati] ... fino alla fine. Questa è la strategia"117. L'obbligo di una terza dose per i ragazzi che frequentano il college o l'università in America è stato ampiamente discusso dai media statunitensi, nonostante la mancanza di prove di un sostanziale beneficio clinico,59 118 e con l'evidenza di un piccolo ma ancora significativo rischio di miocardite che aumenta con ogni dose.119–121 I Paesi scandinavi hanno adottato un approccio precauzionale e volontario nelle loro raccomandazioni per la vaccinazione dei bambini, con le autorità svedesi che hanno dichiarato che "a causa del basso rischio di malattie gravi per i bambini, non vediamo alcun chiaro beneficio nel vaccinarli".122 Ciò rafforza la percezione che gli attuali obblighi di vaccinazione scolastica COVID-19 (ad esempio, in California) siano sproporzionati, soprattutto perché gli studi sulla sicurezza nei bambini piccoli rimangono relativamente scarsi.123

La proporzionalità è anche una condizione fondamentale dal punto di vista costituzionale e dei diritti umani.113 124 125 I requisiti formali dei test di proporzionalità legali, che variano leggermente a seconda della giurisdizione e del contesto, riflettono in genere un bilanciamento simile a quello dell'etica della salute pubblica. In parte a causa della moderazione richiesta dalla legge quando si tratta di valutare la ragionevolezza di interventi politici complessi, diversi tribunali, comitati e tribunali per i diritti umani e arbitri del lavoro hanno sostenuto i mandati come proporzionati o hanno fatto dichiarazioni sulla loro legittimità.113 Questo sembra aver portato a un'ampia presunzione che i mandati siano giuridicamente non problematici. Tuttavia, un requisito comune della proporzionalità giuridica è che non siano disponibili altre misure restrittive dei diritti che possano ragionevolmente raggiungere l'obiettivo chiave della salute pubblica. La sistemazione del posto di lavoro o le alternative alla vaccinazione, come i test, dovrebbero essere e sono state spesso identificate da tribunali, corti e arbitri come un elemento centrale della legalità dei mandati.81 113 124 126 I mandati che impongono una vaccinazione incondizionata, quelli che ignorano il ruolo dell'infezione precedente e quelli che ignorano un equilibrio rischio/beneficio mutevole a seconda delle popolazioni specifiche, dovrebbero essere considerati sospetti da una prospettiva di proporzionalità legale.

Quando i cittadini percepiscono i mandati come eticamente e legalmente problematici e in violazione delle norme stabilite in materia di consenso informato e proporzionalità, ciò eroderà la fiducia nelle istituzioni sanitarie e scientifiche pubbliche e persino nei tribunali che hanno avallato o promosso attivamente tali politiche. Questo presenta un paradosso impegnativo per gli esperti e le autorità: gli scienziati e le organizzazioni favorevoli ai mandati arriveranno a riconoscere che i mandati e i passaporti erano risposte politiche sproporzionate? Un aspetto fondamentale per costruire la fiducia nella scienza e nella salute pubblica è il riconoscimento aperto di quando gli esperti si sbagliano e di quando le politiche sono state sbagliate; tuttavia, sembra che molti funzionari abbiano raddoppiato le loro narrazioni. Questo può minare i criteri etici e legali fondamentali per le politiche e avere effetti dannosi sull'integrità della salute pubblica stessa.

Erosione della fiducia nella supervisione normativa

I vaccini COVID-19 sono stati sviluppati a tempo di record per soddisfare un bisogno urgente di salute pubblica e sono stati accettati da miliardi di persone, prevenendo morti, gravi ricoveri e sequele a lungo termine della SARS-CoV-2.3–6 I vaccini COVID-19 hanno anche generato almeno 100 miliardi di dollari di profitti per le aziende farmaceutiche, in particolare per la Pfizer.127 L'accettazione di mandati e passaporti - e la retorica sui "no-vax" - ha contribuito a un cambiamento culturale nelle norme di trasparenza e responsabilità scientifica e aziendale?

I governi si sono rifiutati di rivelare i dettagli dei contratti con i produttori, anche per quanto riguarda le dosi aggiuntive o i vaccini di "nuova generazione".99 In genere, i vaccini non vengono approvati fino a quando non vengono raccolti 2 anni di dati di follow-up,2 ma, data l'urgenza della pandemia COVID-19 e l'armonizzazione internazionale delle nuove norme agili, i nuovi vaccini COVID-19 a mRNA sono stati messi in uso d'emergenza in Europa e in Nord America alla fine del 2020.128 C'è il timore che, nella nebbia della crisi, la politica dei vaccini sia guidata dai produttori di vaccini piuttosto che da una revisione scientifica e normativa indipendente. Ad esempio, nell'aprile 2021, Moderna ha informato i propri investitori che si aspettava un robusto "mercato dei richiami di varianti" come fonte di profitti. Allo stesso modo, l'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla ha suggerito che sarebbe necessaria una quarta dose di vaccino, senza alcuno studio clinico o valutazione indipendente che dimostri che i benefici delle dosi successive superano i rischi, né considerazione delle mutevoli dinamiche cliniche con la variante Omicron.118 Questo non fa che aumentare la sfiducia nei confronti del processo decisionale sull'uso del vaccino e dei mandati che ne derivano. L'opinione pubblica è a conoscenza della storia di illeciti farmaceutici aziendali e dei risarcimenti penali e civili per miliardi di dollari, anche con Pfizer, in parte derivanti dalle pratiche di marketing e dalla falsa rappresentazione della sicurezza e dell'efficacia dei farmaci.50 51 129

La natura dei mandati, dei passaporti e delle restrizioni ha aumentato le richieste pubbliche di responsabilità scientifica e di trasparenza, che si sono dimostrate fondamentali per costruire una fiducia a lungo termine nelle vaccinazioni.130 Questo ha aumentato la necessità di monitorare diligentemente tutti i segnali di sicurezza per gli effetti avversi in specifiche fasce demografiche131 e di esplorare le tendenze della mortalità generale della popolazione e i potenziali effetti non specifici.132 Tuttavia, i dati originali degli studi clinici rimangono indisponibili per un esame scientifico indipendente50 51; un informatore ha sollevato importanti preoccupazioni sull'integrità dei dati e sulle pratiche di supervisione normativa presso una società a contratto che collaborava agli studi clinici di Pfizer negli Stati Uniti.133 Dopo una richiesta di Freedom of Information Act (FOIA) da parte di un gruppo della società civile (si veda: https://phmpt.org), la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha chiesto (alla fine negato da un giudice federale) 75 anni per rilasciare completamente i documenti interni e le comunicazioni relative al processo normativo tra FDA e Pfizer. Nel settembre 2021, un comitato consultivo della FDA ha votato 16-2 contro il vaccino per i giovani adulti sani negli Stati Uniti, ma è stato scavalcato dalla Casa Bianca e dal CDC, portando alle dimissioni di due dei maggiori esperti di vaccini della FDA.118 Tali sforzi hanno solo aumentato la percezione che le agenzie di regolamentazione siano "catturate" dall'industria e che ignorerebbero comodamente un rapporto di effetti avversi più alto del solito per controllare la pandemia. Sono state sollevate preoccupazioni sulla mancanza di un giusto processo nelle richieste di risarcimento per lesioni da vaccino per il vaccino COVID-19,100 che devono essere sostenute dai governi e non dalle aziende farmaceutiche. Un video di una tavola rotonda del Congresso degli Stati Uniti sugli eventi avversi del vaccino COVID-19, con la partecipazione di persone danneggiate dal vaccino, confermate dal punto di vista medico, provenienti dagli studi clinici originali, di un medico dell'esercito statunitense e di Peter Doshi (redattore senior del BMJ), è stato rimosso in modo permanente da YouTube.134 Queste pratiche non rafforzano la fiducia che le autorità siano trasparenti o applichino standard ottimali per la sicurezza, l'efficacia e la qualità della regolamentazione di questi nuovi vaccini, standard che dovrebbero essere più rigorosi, visti i precedenti legali per i mandati e i passaporti.

Conclusione

L'adozione di nuove politiche vaccinali ha provocato contraccolpi, resistenze e polarizzazioni. È importante sottolineare che queste politiche non sono viste come "incentivi" o "spinte" da una parte consistente della popolazione25–28 41 45 soprattutto nei gruppi emarginati, poco serviti o a basso rischio COVID-19. Negare alle persone l'istruzione, i mezzi di sussistenza, le cure mediche o la vita sociale a meno che non si vaccinino - soprattutto alla luce dei limiti dei vaccini attuali - è probabilmente in tensione con i principi costituzionali e bioetici, soprattutto nelle democrazie liberali.30–33 Sebbene il sostegno pubblico si sia consolidato dietro queste politiche in molti Paesi, dobbiamo riconoscere che i quadri etici sono stati concepiti per garantire il rispetto dei diritti e delle libertà anche durante le emergenze sanitarie.

Le politiche di vaccinazione possono essere uno strumento importante per la promozione del diritto alla salute, ma devono essere proporzionate e progettate per raggiungere un obiettivo chiaramente definito. Alcuni di coloro che sostengono le attuali restrizioni basate sullo stato di vaccinazione116 sembrano accettare troppo facilmente che queste misure siano effettivamente proporzionate; che non siano più restrittive del necessario; che siano efficaci nel prevenire la trasmissione e nel proteggere il sistema sanitario dal collasso; e che non ci siano altre opzioni disponibili se non mandati punitivi, passaporti e restrizioni segregate. Come illustrato sopra, riteniamo che le attuali politiche vaccinali abbiano fallito su questi fronti e non siano più adatte allo scopo.

Incoraggiamo gli scienziati sociali e comportamentali, i bioeticisti, gli epidemiologi, gli studiosi di diritto e altri a valutare i benefici e i danni delle politiche di vaccinazione COVID-19, insieme a un più ampio dibattito multidisciplinare aperto. Le valutazioni empiriche possono convalidare o meno le preoccupazioni presentate in questo documento, ma la loro generazione è fondamentale per impegnare politici, scienziati e organizzazioni a riconsiderare le attuali politiche che riguardano coloro che non si vaccinano e coloro che si vaccinano a causa di minacce e pressioni. La COVID-19 non sarà l'ultima emergenza di salute pubblica e rimane fondamentale comprendere le ragioni per cui questi approcci sono stati adottati e fornire prove solide per migliorare le future politiche in tempi di emergenze sanitarie.135 In caso contrario, la propensione per mandati, passaporti, restrizioni, multe e punizioni è probabile che diventi una risposta politica accettata per la prossima pandemia, indipendentemente dal fatto che tali politiche siano veramente efficaci, etiche e socialmente dannose.

Se le politiche attuali devono continuare, le burocrazie associate alla sanità pubblica e la società dovranno aumentare la coercizione per affrontare le resistenze attuali e future e, nel processo, arrivare a far leva su strategie più coerenti con la polizia che con la sanità pubblica. Potremmo anche assistere a un raddoppiamento delle forze politiche, che utilizzeranno le persone che hanno scelto di non vaccinarsi come strumento collettivo, psicologico e politico per fare da capro espiatorio e rafforzare una falsa idea di sicurezza tra le persone vaccinate, che desiderano riprendere la vita sociale ed economica. I responsabili politici dovrebbero riflettere sulla necessità di applicare quello che è essenzialmente un nuovo sistema sociale a due livelli e segregato e su come questo influenzerà i diversi gruppi sociali ora e in futuro, dal punto di vista comportamentale, politico e socioeconomico, nonché sull'impatto di tali politiche sull'integrità della scienza e della salute pubblica stessa.

Esistono altre opzioni per affrontare la pandemia e non è troppo tardi per tornare a misure di salute pubblica non coercitive, tra cui un linguaggio pro-sociale e una leadership comunitaria per la vaccinazione, soprattutto per proteggere i gruppi ad alto rischio.7 I futuri investimenti nelle capacità della sanità pubblica, in particolare negli operatori sanitari che costruiscono relazioni di fiducia lavorando nelle comunità, saranno essenziali per avviare riforme positive. Anche il miglioramento della trasparenza dei dati, l'indipendenza dei media e un ampio dibattito e controllo pubblico sulle politiche vaccinali COVID-19 saranno essenziali per mantenere la fiducia della popolazione, aiutare le persone a comprendere meglio i rischi e i benefici dell'uso continuato dei vaccini attuali e informare la ricerca sui miglioramenti e sulle politiche future.


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