domenica 28 aprile 2013

Cecile Kyenge




LA PRIMA MINISTRA ITALIANA DI COLORE
IN BOCCA AL LUPO MINISTRO KYENGE !!

Il neo ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, è nata a Kambove in Congo 49 anni fa ed è un medico oculista. Modenese, vive a Castelfranco dell'Emilia, ed è da tempo impegnata in politica, prima nei Ds, poi nel Pd.
Già responsabile regionale per l'immigrazione nel Pd, consigliere provinciale a Modena, viene eletta deputata lo scorso febbraio, sola parlamentare di colore della diciassettesima Legislatura alla Camera. Prima donna di origine africana a sedere in Parlamento la Kyenge è sposata e madre di due figlie. Laureata in medicina e chirurgia, specializzata in oculistica. Dal settembre 2010 è portavoce nazionale della rete Primo Marzo per cui si occupa di promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani.
Tra i suoi impegni, la promozione e il coordinamento del progetto 'Afia' per la formazione di medici specialisti in Congo in collaborazione con l'Università di Lubumbashi. Lo scorso 8 marzo, proprio nel giorno della Festa della Donna, la deputata del Pd era stata raggiunta da insulti razzisti rivolti su Facebook da un esponente della Lega Nord. Insulti indirizzati anche a Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del Pd.
Sempre a marzo la neo ministro è stata una dei quattro firmatari - oltre a Pierluigi Bersani, Khalid Chaouki e Roberto Speranza - della proposta di legge depositata alla Camera sul riconoscimento della cittadinanza agli immigrati, uno degli otto punti che lo stesso Bersani aveva proposto per il governo. La proposta di legge contempla il riconoscimento della cittadinanza per chi nasce in Italia da stranieri residenti da almeno 5 anni e della possibilità di richiederla anche per chi non è nato in Italia ma vi è cresciuto.

fonte: new free italy

con Anna Skellern


sabato 27 aprile 2013

in Spagna


su facebook




Penso meriti di essere letto e meriti riflessione ;( ♥

Mentre mia moglie mi serviva la cena , le presi la mano e le dissi: "Devo parlarti''. Lei annui e mangiò con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi.... quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca... Mi feci coraggio e le dissi: "Voglio il divorzio''. Lei non sembrò disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: "Perché'?''. Quella sera non parlammo più e lei pianse tutta la
notte. Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ....aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna ...Giovanna! Io ormai non amavo più mia moglie...mi faceva solo tanta pena...mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio. Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi!  ''Come?! Avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!''. A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me... per tutte le sue energie... però non potevo farci nulla... io amavo Giovanna! All'improvviso mia moglie cominciò a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione... l'idea del divorzio cominciava ad essere realtà. Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva... non cenai e mi misi a letto... ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna. Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre lì seduta a scrivere... mi girai e continuai a dormire. La mattina dopo mia moglie mi presentò le condizioni affinché accettasse la separazione. Non voleva la casa, non voleva l'auto   tantomeno il negozio... soltanto un mese di preavviso... quel mese che stava per cominciare l'indomani.  Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto! Il suo ragionamento era semplice: ''Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non è giusto distrarlo con i nostri problemi''. Io fui d'accordo però lei mi fece un ulteriore richiesta. "Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta... in questo mese però ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa ''. Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace. Raccontai la cosa a Giovanna che scoppiò in una fragorosa risata dicendo:  ''Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie... dille che oramai tu sei mio... se ne faccia una ragione!''. Io e mia moglie era da tanto che non avevamo più intimità, cosi' quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati ....nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo: "Grande papà, ha preso la mamma in braccio!''. Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore....camminai dieci metri con mia moglie in braccio... lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce: "Non dirgli nulla del divorzio ... per favore...  Acconsentii con un cenno, un po' irritato, e la lasciai sull'uscio. Lei usci' e andò' a prendere il bus per andare al lavoro. Il secondo giorno eravamo tutti e due più rilassati .... lei si appoggiò al mio petto e... potetti sentire il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo... Mi resi conto che non era più  cosi' giovane... qualche ruga .. qualche capello bianco....! Si notava il danno che le avevo fatto! Ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi'? Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimità stava ritornando tra noi.... questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio.... e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre più. Non dissi nulla a Giovanna per rispetto! Ogni giorni era più facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che mi stavo abituando ad alzarla, e per questo ogni giorno che passava la sentivo più leggera.Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi... si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse: ''I miei vestiti mi vanno grandi." Mi' mi resi conto che era dimagrita tanto...ecco perché mi sembrava cosi' leggera! Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione... troppo dolore e troppa sofferenza pensai. Senza accorgermene le toccai i capelli ... nostro figlio entrò all'improvviso nella nostra stanza e disse:  "Papà è arrivato il momento di portare la mamma in braccio (per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbracciò forte ed io girai la testa ... ma dentro sentivo un brivido che cambiò il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo...la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata ... mi venne da piangere! L'ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi: "Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimità con te....Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina... mia moglie restò a casa. Mi diressi verso il posto di lavoro... ma a un certo punto passando davanti casa di Giovanna mi fermai... scesi e corsi sulle scale... lei mi aprì la porta e io le dissi: ''Perdonami..ma non voglio più divorziare da mia moglie... lei mi guardò e disse: "Ma sei impazzito?" Io le risposi: '' No...e' solo che amo mia moglie... era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato... ma ora ho capito i veri valori della vita, dal giorno in cui l'ho portata in braccio mi sono reso conto osservandola e guardandola che dovevo farlo per il resto della mia vita! Giovanna pianse mi tirò uno schiaffo e entrò in casa sbattendomi in faccia la porta. Io scesi le scale velocemente, andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori.le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: "Cosa scriviamo sul biglietto? le dissi: ''Ti prenderò in braccio ogni giorno della mia vita finché morte non ci separi'. 'Arrivai di corsa a casa... feci le scale entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca....  mia moglie era a terra ...morta! Stava lottando contro il cancro... ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna senza nemmeno accorgermene. Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo...si un mese...affinché a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio....affinché nostro figlio non subisse traumi.....affinché a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre."
Questi sono i dettagli che contano in una relazione...non la casa... non la macchina.... non i soldi... queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice... ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d'amore. A volte non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

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fonte: new free italy

carriera


venerdì 26 aprile 2013

Floriana B.


“DEFINIRE E’ LIMITARE”: FLORIANA B. (DIDI’ LOVE) SI RACCONTA!!!

Ciao Floriana, grazie per avermi concesso questa intervista. Come stai?
Ciao Alex, grazie a te per l’invito. Da un paio di anni la mia vita è molto piena sia nel privato che professionalmente, un po’ stanca ma tutto bene.
Descriviti al nostro pubblico raccontami un po’ di te.
Mi piace raccontare me stessa come una donna che ama la vita sotto ogni sfumatura. Che sta cercando di raggiungere un equilibrio, tra gioco e vita reale, fragilità e forza. Esprimersi attraverso fotografia ed arte fa parte della ricerca.
Da quanto tempo posi come fotomodella?
Dal 2002
Come è stata la tua prima volta davanti all’obiettivo fotografico?
Molto naturale, divertente. Abbiamo scattato al mare, ero rilassata e a mio agio. Come se lo avessi sempre fatto davanti a qualcun altro.
Quali sono i motivi per cui hai deciso di posare?
Voglia di comunicare. Più di ogni cosa per ribellarmi alla morale comune secondo cui una donna non è vista di buon occhio se esprime la propria femminilità e la voglia di mettersi in gioco usando il proprio corpo.
Hai partecipato a diversi shootings: quali di questi ricordi con più piacere?
Ogni set ha lasciato in me ricordi positivi.
Il mondo della fotografia  è come lo immaginavi prima di farne parte?
Quando ho iniziato eravamo in pochi in questo sottobosco dello spettacolo, in un certo senso era puro. Adesso è pieno di figure false e arroganti e di gente che cerca solo di fare soldi.
Cosa pensi del genere fotografico Glamour  nudo?
Generi come altri, sta al fotografo realizzare immagini piacevoli, che siano di nudo o meno.
Che cosa vuol dire essere sexy?
Essere sexy è istintivo, non è dettato da altro, ne dal modo di vestirsi o di atteggiarsi. E’ una dote innata. Si può essere sexy anche con uno sguardo e completamente vestiti.
Per sedurre basta solo essere belle oppure….?
Dipende dall’uomo che vuoi sedurre, per alcuni basta veramente poco.
Quanto influisce nel tuo quotidiano il fatto di essere una così bella ragazza?
Non credo sia una cosa fondamentale, certo complimenti e sorrisini non mancano ,sono piacevoli ma bisogna sfoderare altre doti. Cultura, intelletto ed educazione per dirne alcune.
Cosa apprezzano maggiormente di te i fotografi con cui hai lavorato?
L’ entusiasmo ,  la serietà, la voglia di mettermi in gioco. Di essere parte del progetto sotto vari aspetti.
Cosa riesce a farti emozionare?
La mia bimba, le persone che amo e molte piccole cose di ogni giorno.
Ti definisci più bambola o più pantera?
Mi definisco da sempre “ogni cosa ed il suo opposto” quindi  bambola e pantera secondo le situazioni.
Quali sono le tue passioni?
Viaggi, lettura, cinema, cucina, stare a contatto con la natura, arte. Ogni cosa che mi trasmette positività  e novità.
Un tuo pregio e un tuo difetto
Sensibilità, pregio e anche difetto.
Che cos’è sacro per te?
Famiglia e vita privata.
C’è qualcosa di te che cambieresti?
Fisicamente ,dopo anni di lotta, ho imparato ad amarmi. Vorrei essere  meno sensibile, imparare ad ignorare la cattiveria gratuita.
Come descriveresti la tua vita sentimentale?
Privata.
I tuoi progetti futuri?
Ogni cosa che verrà sarà un regalo di vita. Fotograficamente, considerando che non ho mai voluto agenzie e vincoli, ho raggiunto obiettivi che sognavo da tempo. Varie pubblicazioni tra cui alcune più importanti come Playboy Italia  e Portogallo. GQ. Mostre d’arte con un Saturno Buttò in Biennale. Sono più che soddisfatta.
Il tuo sogno?
Un paese sano dove crescere mia figlia.
Ultimo film visto?
The hours
Ultimo libro letto?
De Sade
Il tuo piatto preferito?
Mangio di tutto a patto che sia ben cucinato. Il cibo non deve annoiarmi, come ogni cosa, sono molto esigente.
Un  motto o una frase che più ti rappresenta?
Ho fatto mia la frase “ Definire è Limitare!” E’ più che adatta alla mia visione della vita.
Vuoi approfittare di questo spazio per dire o mandare una dedica a qualcuno?
Vorrei parlare in generale, vorrei che la gente fosse un po’ più aperta verso gli altri, la condivisione delle gioie degli altri è un grande gesto di amore. L’odio e l’arroganza non portano a nulla.
Manda un saluto ai nostri lettori!!!
Un bacio e un grazie di cuore  a chi mi segue da anni.
A.C.
fonte: www.mondospettacolo.com

senso di colpa





Collegata alla colpa, intesa come il risultato di un'azione o di un'omissione che identifica chi è colpevole, reale o presunto, di trasgressioni a regole morali, religiose o giuridiche, può esservi la sensazione di essere in colpa.

Il senso di colpa conscio

Il colpevole delle trasgressioni cioè spesso prova quel senso di colpa che può considerarsi un aspetto imprescindibile della costituzione umana nel suo progresso evolutivo che si manifesta con il senso di responsabilità che accompagna la libera scelta delle nostre azioni.
La psicoanalisi sostiene che nel corso dell’età evolutiva, il bambino prima obbedisce alle regole per la paura di essere punito o di perdere l'affetto delle persone da cui dipende poi, crescendo, aumenta in lui la consapevolezza e il dispiacere di aver fatto del male agli altri o a se stessi e nasce il sentimento di responsabilità e il desiderio di riparare al danno causato.
« Senso di responsabilità o senso del dovere significa essere consapevole del male compiuto e/o del proprio essere in quanto segnato da questo male. Questo senso di colpa nasce di solito attraverso il "sentirsi" colpevole...provare un sentimento di colpa. Più precisamente si tratta non di un sentimento ma di diversi sentimenti ed emozioni spiacevoli, come, per esempio, inquietudine, angoscia, tristezza, sconforto, dolore. Per questa ragione si suole anche parlare di «sensi di colpa». »
Il senso di colpa, cioè, quando è conscio e motivato da azioni ritenute malvagie, realmente compiute, è riferibile a un meccanismo della coscienza evoluta che, se non è deformato, ci avverte di un disagio per aver infranto delle regole e ci stimola a porre rimedio alle conseguenze dannose dei nostri atti.
« E perciò è pensabilissimo che anche il senso di colpa prodotto dalla civiltà non venga riconosciuto come tale, rimanga in gran parte inconscio o venga in luce come un disagio, come una scontentezza, per cui si cercano altre motivazioni. »

Il senso di colpa inconscio

Vi è anche un senso di colpa inconscio se determinato da sconosciute motivazioni irrazionali o fantasie che differisce dal significato precedente assumendo quello di un'emozione che inficia la nostra autostima e la sicurezza in se stessi al punto di generare alcune patologie psichiche come ansia e depressione. Un comportamento patologico si rinviene anche in coloro che non provano alcun senso di colpa come effetto delle loro trasgressioni.
Secondo Freud questo fenomeno psichico risale a un momento dello sviluppo mentale nel quale non si percepisce una netta distinzione tra l'interiorità e il mondo esterno, tra pensiero e realtà per cui egli notava il comportamento di «delinquenti per senso di colpa» che compiono delitti per ricevere quel castigo dovuto per le loro colpe immaginarie ed inesistenti.
L'origine più profonda del senso di colpa, secondo l'analisi freudiana, è nel complesso di Edipo «in quanto da esso deriva la possibilità di distinguere tra "buono" e "cattivo", e soprattutto tra "buono" e "bene". Infatti, in seguito alla proibizione di possedere il corpo del genitore amato, quello che è "buono", quindi gradevole, diviene "male" , ossia cattivo.» In quel desiderio proibito è la nascita del senso di colpa e di ogni nevrosi.