giovedì 31 gennaio 2013

the elephant man




« La gente ha paura di ciò che non riesce a capire... »

(Joseph Merrick)

 è un film biografico del 1980 diretto da David Lynch. Il film è stato adattato dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences (Sir Frederick Treves) e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (Ashley Montagu).
Il film è stato ben accolto all'epoca della distribuzione, e il successo coinvolse Anthony Hopkins, John Hurt, Hannah Gordon e altri membri del cast.

Trama

Il film si apre con la scoperta del deforme John Merrick da parte del Dottor Frederick Treves durante uno spettacolo di strada gestito dal malvagio Bytes. Merrick presenta numerose deformazioni in gran parte del corpo, soprattutto nel capo per via della sua Sindrome di Proteo, tanto da venire soprannominato L'Uomo Elefante; per non essere deriso quando cammina in mezzo alla gente comune, Merrick indossa in testa un sacco bucato cucito ad un cappello, in modo tale da coprire la testuggine e in parte le deformità del viso. Bytes si ritiene il proprietario di Merrick, tanto che vuol essere pagato per cederlo al Dr. Treves, che per un breve periodo lo porta al suo ospedale per esporre la sua fisicità ai colleghi. Appena Merrick fa ritorno dal suo "proprietario", il quale è in stato di ebbrezza, questi lo picchia violentemente. Treves giunge in aiuto del povero uomo e lo riporta in ospedale per tenerlo in cura e se possibile aiutarlo.
In ospedale l'aspetto di Merrick terrorizza le infermiere, così Treves è costretto a trasferirlo in una stanza di quarantena e venir tutelato dalla capo-infermiera Madre Shead. Treves durante il primo giorno di ricovero parla col direttore dell'ospedale, Mr. Carr Gomm, il quale gli ricorda di non potere tenere sotto osservazione persone incurabili. Per dimostrare che l'uomo deforme non è completamente ritardato, Treves gli insegna alcune parole da dire all'arrivo del direttore. Contrariamente a quanto previsto, l'uomo ripete solo meccanicamente qualche frase e il direttore se ne va, ma inaspettatamente Merrick pronuncia ad alta voce il ventitreesimo Salmo della Bibbia facendo tornare il direttore sui suoi passi, il quale gli concede di poter restare.
Col passare dei giorni, si viene a scoprire il carattere sensibile e sofisticato di Merrick, il quale nascondeva ciò per non essere maltrattato ancora di più da Bytes. Il caso dell'Uomo Elefante giunge alla corte della Regina Vittoria la quale apre un fondo monetario per permettere di dare adeguate cure all'uomo. Treves rimane come affascinato dall'uomo, lo porta in visita a casa sua a prendere il té e gli fa conoscere la sua consorte, Ann. Durante lo scambio di parole, Merrick mostra alla signora Treves il suo più prezioso oggetto di valore: una foto di sua madre, ed esprime il desiderio che lei sarebbe contenta per lui ora che ha trovato dei "buoni amici". Dopo questi episodi, Merrick viene visitato dalla nota attrice teatrale Miss Kendall, la quale gli dona un suo autoritratto e la tragedia di Shakespeare Romeo e Giulietta. La visita dell'attrice ottiene ampia eco in tutto il paese e molti aristocratici e rappresentanti dell'alta borghesia vogliono conoscere Merrick. Nonostante la positività degli avvenimenti, Madre Shead esprime il suo disappunto a Treves, dicendogli che sta continuando a trattare Merrick come un fenomeno da baraccone, anche se è celebrato da una classe superiore. Ciò turba fortemente Treves, che inizia a domandarsi se sta facendo le cose giuste per Merrick o no.
Durante una riunione del consiglio riguardo al tempo indeterminato del mantenimento di Merrick, la Patrona Reale dell'ospedale, Alexandra, porta un messaggio da parte della Regina Vittoria affermando che i fondi per il mantenimento permanente di Merrick all'ospedale sono stati finanziati. Ma proprio allora Merrick viene rapito da Bytes (poiché all'insaputa di tutti un guardiano dell'ospedale faceva entrare prostitute e alcolizzati per tormentare Merrick, fra i quali è arrivato pure Bytes) che lo porta nell'Europa continentale dove lo esibisce in circhi e fiere sottoponendolo in condizioni disumane per via della sua crescente miseria. Alla scoperta del rapimento di Merrick, Treves prende azioni contro il guardiano notturno dell'ospedale insieme a Madre Shead. Intanto Merrick viene aiutato dai suoi compagni fenomeni da baraccone, che lo aiutano a fuggire e procurargli i mezzi per un viaggio di ritorno a Londra. Arrivato alla Stazione di Liverpool Street Merrick viene tormentato da un gruppo di ragazzini e durante la fuga Merrick colpisce accidentalmente una bambina, suscitando l'ira dei presenti che lo privano di maschera e lo inseguono fino al bagno della metropolitana, dove Merrick sviene dalla stanchezza dopo esseresi sfogato:
« NOOO!!! Io... Non sono un elefante! Io non sono un animale! ...Sono un essere umano! »
Mentre Treves inizia le ricerche di Merrick, eccolo arrivare scortato in ospedale da Scotland Yard. Treves e i dottori scoporono che Merrick è prossimo alla morte per via di una Broncopneumopatia cronica ostruttiva. La sera, Merrick viene invitato dalla signora Kendall al teatro per vedere una pantomima basata sulla fiaba del Gatto con gli stivali, dove viene accolto calorosamente dal pubblico presente. Finito lo spettacolo e tornato in ospedale, Merrick ringrazia Treves per tutto ciò che ha fatto per lui, chiamandolo più volte "amico". Finita la conversazione con Treves, Merrick si sdraia supino sul letto, togliendo tutti i cuscini che fungevano da sostegno per la massa abnorme del capo. Merrick sa che tale posizione di riposo, uguale a quella degli esseri "normali", gli provocherà la morte per soffocamento; oramai deciso, muore nella serenità e nella pace che ha sempre desiderato e mai avuto.
Nell'ultima scena si intravede la madre di Merrick accoglierlo nell'infinito dell'universo citando il monologo "Niente morirà mai" di Tennyson.

Produzione

In principio, la sceneggiatura era stata offerta a Terrence Malick, il quale rifiutò la direzione del film. Fu così che fu contattato David Lynch, il quale aveva appena finito di scrivere la sceneggiatura di Ronnie Rocket dall'amico Stuart Cornfeld, giovane produttore, che gli propose quella di The Elephant Man. David Lynch ne rimase immediatamente colpito e accettò. La sceneggiatura era stata scritta da Eric Bergen e Christopher de Vore che si erano basati sui libri The Elephant Man and Other Reminiscences di Sir Frederick Treves e The Elephan Man: A Study in Human Dignity di Ashley Montagu, successivamente Lynch la modificò adattandola al suo stile. La sceneggiatura arrivò tra le mani di Anne Bancroft che la passò al marito Mel Brooks, allora agli esordi come produttore, che decise di fare il film. Brooks però non conosceva affatto Lynch e temeva di affidare un progetto così importante ad un giovane regista inesperto, si convinse dopo aver visto Eraserhead - La mente che cancella.

Distribuzione

Il film è stato presentato in anteprima mondiale a New York City (USA) il 3 ottobre 1980. La distribuzione cinematografica ha avuto termine il 15 gennaio 2004 nelle sale di proiezione ceche, successivamente il film è stato re-distribuito a Tokyo (Giappone) dal 20 novembre 2004. Il 1º luglio 2007, il film è stato proiettato negli USA durante il Los Angeles Film Festival.

Premi e accoglienza

Alla 53ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar il film ha ricevuto 8 nomination come Miglior film, Migliore attore (John Hurt), Migliore scenografia, Migliori costumi, Miglior regista (David Lynch), Miglior montaggio, Migliore colonna sonora originale e Miglior sceneggiatura non originale; nonostante le numerose candidature, il film non ha ricevuto nessuno dei premi citati. Fu invece il film di Robert Redford Gente comune (Ordinary People) ad aggiudicarsi la vittoria nelle categorie più ambite: miglior film e miglior regia. Come riportato dal produttore esecutivo Stuart Cornfeld, Mel Brooks affermò in merito: «Da qui a dieci anni Gente comune sarà la risposta a un gioco di società; ma la gente andrà ancora a vedere The Elephant Man.»[1]
Alle premiazioni della British Academy of Film and Television Arts il film ha ricevuto le candidature come miglior film , miglior attore protagonista (John Hurt), migliore scenografia, migliore regista (David Lynch), migliore sceneggiatura, migliore fotografia e miglior montaggio aggiudicandosi i premi come miglior film, migliore attore protagonista e migliore scenografia.
All'8ª edizione del Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz celebratasi nel 1981, The Elephant Man è stato premiato come film dell'anno.

Inesattezze storiche

Il film si basa su eventi storici ma presenta numerosi anacronismi. Partendo in ordine temporale, gli incidenti alla stazione ferroviaria in Belgio sono accaduti prima dell'entrata in ospedale di Merrick e non dopo come figurato nel film. Merrick si recò in Belgio di sua iniziativa perché i Freakshow divennero illegali in Gran Bretagna. Nel film, Merrick viene rapito e portato in Belgio.
Frederick Treves non portò via Merrick durante uno spettacolo per salvarlo dagli abusi; fu Merrick a contattare Treves tramite una lettera richiedendo le sue attenzioni.
Contrariamente a quanto raccontato dal film, Treves non insegnò a Merrick alcuna parola. A causa della deformità sparsa in tutto il capo, la bocca risultava danneggiata impedendo a Merrick l'uso della parola, dopo numerosi interventi nell'ospedale cui era in cura, Merrick riuscì a parlare liberamente, senza l'appoggio di nessuno.
Il brutale e alcolista Bytes è un personaggio di fantasia inserito nel film per sviluppare la storia.
Il film presenta, alcune volte, un errore comune in molte biografie e opere di finzione sulla vita di Merrick: costui viene chiamato John, quando in realtà il suo vero nome era Joseph.

sabato 19 gennaio 2013

Goldman Sachs




La The Goldman Sachs Group, Inc. è una delle più grandi banche d'affari del mondo, che si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari, prevalentemente con investitori istituzionali (multinazionali, governi e privati).
Fondata nel 1869, ha sede legale al 200 di West Street, a Lower Manhattan, con filiali importanti anche nei principali centri finanziari mondiali (Londra, Francoforte, Tokyo, Hong Kong). È quotata al New York Stock Exchange.
Fornisce servizi di consulenza su piani di acquisizioni e fusioni fra aziende, su sottoscrizioni di titoli di debito, sulla gestione delle risorse finanziarie e sul prime brokerage, oltre che occuparsi di servizi di proprietary trading e private equity. È anche autorizzata al piazzamento di titoli di debito del Governo statunitense.
Fra gli ex-dipendenti e gli ex consulenti più illustri, figurano i Segretari al Tesoro statunitensi Robert Rubin e Henry Paulson, il Governatore della Bank of Canada Mark Carney, il Governatore della Banca centrale europea Mario Draghi e il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti.

Storia

Fondata nel 1869 da Marcus Goldman, un tedesco di origini ebraiche immigrato negli Stati Uniti, la società acquisisce il nome Sachs quando nel 1896 a Marcus Goldman si unisce il genero Samuel Sachs e nello stesso anno viene quotata alla borsa di New York.
Agli inizi del 1900 la banca diviene la miglior guida per le società che vogliono quotarsi: ad esempio nel 1906 accompagna in borsa importanti società come Sears&Roebuck, e la banca sempre in quel periodo diviene la prima Banca di Wall Street a reclutare neolaureati tra le sue fila.
A seguito del grande crack del 1929 la banca rischia quasi il collasso per via della grande esposizione assunta sul finire degli anni '20 sul mercato azionario, anche tramite fondi d'investimento venduti al pubblico, come il Goldman Sachs Trading Corporation, Shenandoah Corporation e Blue Ridge Corporation, dal funzionamento simile allo schema di Ponzi. La reputazione della Goldman Sachs ne soffre per diversi anni. Sul punto John Kenneth Galbraith scrisse: "l'autunno del 1929 fu forse la prima occasione in cui gli uomini riuscirono a truffare se stessi."
Nel 1930 Sidney Weinberg assume il ruolo di Senior Partner e ristruttura la banca, riducendo la sua esposizione sui mercati azionari e focalizzandola verso i servizi ad aziende; attraverso questo processo la banca stringe forti legami con le più importanti aziende americane. Nel 1933 sviluppa una divisione di studio e ricerca sui Fondi d'Investimento, e nel 1934 un dipartimento sull'emissione di Bond Municipali.
Negli anni cinquanta, sotto la guida di Gus Levy, la banca sviluppa avanzate tecniche d'investimento come il Block trading, che consente di negoziare grandi quantità di titoli fuori dalle normali sessioni di mercato. Nascono nuovi elevati guadagni, e la banca decide di aprire nel 1956 la divisione Investment Banking, diventando la prima banca a vendere prodotti finanziari al pubblico. Sempre in quell'anno gestisce la quotazione in Borsa della Ford.
Negli anni ottanta la banca diviene consulente di molti governi intenti ad avviare processi di privatizzazione di aziende statali, e sempre in quegli anni acquisisce la J. Aron & Company per potenziare la propria presenza sul mercato delle materie prime. Nel 1986 viene quotata anche a Londra ed a Tokyo, e nel contempo gestisce la quotazione in borsa di Microsoft e assiste General Electric nell'acquisizione di RCA.
Negli anni novanta e duemila la banca ha continuato la sua espansione, potenziando la sua presenza sul mercato asiatico e portando in borsa società come Yahoo, NTT Docomo ecc.

Critiche e aspetti controversi

Procedimento per frode dell'aprile 2010

Il 16 aprile 2010 Goldman Sachs è stata inaspettatamente incriminata per frode dalla SEC, l'ente governativo statunitense preposto alla vigilanza della Borsa valori.
Al centro dello scandalo vi sarebbe il titolo Abacus 2007-AC1, un complesso sistema, attraverso il quale la banca d'affari avrebbe di fatto truffato i propri clienti, tra i quali figurano anche grandi istituzioni finanziarie internazionali. L'apertura di questo procedimento giudiziario ha spinto al ribasso molti titoli bancari nelle borse europee e statunitensi. Il procedimento è stato formalizzato dalla SEC non con un voto unanime, come accaduto in passato per casi di tale portata, ma con un voto a maggioranza che ha visto i 3 membri della commissione di nomina democratica votare a favore, e i due membri di nomina repubblicana votare contro. Poiché ciò è avvenuto mentre al Senato era in discussione la riforma finanziaria delle banche di Wall Street, voluta dal presidente Barack Obama, è stato ipotizzato che questo caso fosse stato portato avanti per mettere in difficoltà quanti si opponessero a tale riforma. Un gruppo di membri del Congresso ha scritto alla presidente della SEC per protestare, mentre Obama ha negato alcun coinvolgimento politico nel caso.

Revolving doors

Diverse polemiche suscita, in generale e in particolare riguardo a Goldman Sachs, il fenomeno conosciuto come revolving doors (in inglese: "porte girevoli"), per cui determinate persone passano da responsabilità pubbliche a ruoli di vario genere all'interno della banca d'affari e viceversa, configurando un potenziale conflitto di interessi.
I casi più controversi riguardano il ruolo di diversi dirigenti nel contesto della crisi economica del 2008-2010, come ad esempio Henry Paulson: Segretario del Tesoro degli Stati Uniti dalla metà del 2006 al gennaio 2009, ha lavorato in Goldman Sachs a partire dagli anni settanta fino a diventarne direttore operativo (1994-1999) e amministratore delegato (1999-2006). Il lobbista della Goldman Sachs Mark Patterson è stato poi posto alla testa dello staff del Segretario del Tesoro Timothy Geithner, nonostante il presidente Barack Obama, nella sua campagna presidenziale, avesse promesso che l'influenza dei lobbisti nella sua amministrazione sarebbe stata fortemente ridimensionata. Nel febbraio 2011, il Washington Examiner riporta che Goldman Sachs nel 2008 ha intensamente finanziato la campagna presidenziale di Obama del 2008 e che il suo chairman Lloyd Blankfein ha visitato la Casa Bianca almeno dieci volte.
Altri dirigenti di Goldman Sachs che hanno ricoperto ruoli pubblici negli USA:
Robert Rubin, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d'America dal 1995 al 1999, socio dal 1966 al 1992 della banca e co-presidente della stessa dal 1990 al 1992
Robert Zoellick, Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d'America dal 2001 al 2005 e presidente della Banca Mondiale dal 2007, è stato managing director di Goldman Sachs dal 2006 al 2007
Joshua Bolten, capo di gabinetto della Casa Bianca di George W. Bush dal 2006 al 2009 è stato direttore esecutivo di Goldman Sachs International a Londra dal 1994 al 1999
Il dibattito sulle "porte girevoli" di Goldman Sachs si è riaperto in Europa in occasione delle crisi di governo nazionali di fine 2011, in particolare in Grecia e Italia. Alcuni hanno accusato la società di esercitare influenze poco trasparenti su economia e politica. Altri hanno spiegato come sia comprensibile che persone che hanno ricoperto ruoli pubblici vengano assunte a diverso titolo da Goldman Sachs per la loro competenza o per il loro networking, non vedendo in questo nulla di strano (o al limite un fenomeno "non particolarmente commendevole"), e criticando come infondate le teorie tendenti al cospirazionismo
Alcune persone notorie che hanno avuto rapporti a vario titolo con Goldman Sachs e che hanno assunto incarichi di rilievo in Europa sono:
Mario Draghi, Governatore della Banca d'Italia dal 2006 al 2011 e della Banca centrale europea dal 2011, è stato vicepresidente di Goldman Sachs per l'Europa dal 2002 al 2005
Gianni Letta, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nei governi guidati da Silvio Berlusconi
Mario Monti, Commissario europeo dal 1994 al 2004 e Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 2011, è stato consulente di Goldman Sachs
Lucas Papademos, primo ministro della Grecia dal 2011
Altre persone che nel corso della loro vita hanno avuto rapporti con Goldman Sachs e che hanno assunto rilevanti incarichi di governo:
Mark Carney, governatore della Bank of Canada dal 2008 e presidente del Financial Stability Board dal 2001, ha lavorato per tredici anni alla Goldman Sachs
Romano Prodi, presidente dell'IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008 e presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004, è stato consulente della banca d'affari dal 1990 al 1993 e dopo il 1997
Massimo Tononi, sottosegretario all'Economia del secondo governo Prodi dal 2006 al 2008 e presidente di Borsa Italiana dal 2011, è stato partner e advisory director della banca d'affari.



The Goldman Sachs Group Inc.

Stato Stati Uniti d'America
Tipo public company
Borse valori
NYSE: GS

Fondazione 1869
Sede principale New York
Persone chiave
Lloyd Blankfein, presidente & CEO
Gary Cohn, presidente e COO
Jon Winkelried, presidente e COO
Suzanne M. Nora Johnson, vice presidente
David A. Viniar, CFO
Edward C. Forst, CAO
Gregory K. Palm, General Counsel
Esta E. Stecher, General Counsel
Kevin W. Kennedy, capo della gestione del capitale umano
Alan M. Cohen, capo globale di conformità
Settore
Banche

Fatturato US$ 28,811 miliardi (2011)
Risultato operativo $6,169 miliardi (2011)
Utile netto $ 4,442 miliardi (2011)
Dipendenti 33.300 (2011)
Sito web www.gs.com

prima


Gabriele Rigon


lunedì 14 gennaio 2013

il caso Fritzl








si riferisce ad un episodio di cronaca nera avvenuto nella cittadina austriaca di Amstetten dove una donna austriaca (Elisabeth Fritzl) ha vissuto imprigionata per 24 anni in un bunker sotterraneo costruito dal padre, l'ingegnere Josef Fritzl, nella cantina di casa. Durante tutto il periodo della prigionia si sono susseguiti vari abusi sessuali da parte dell'uomo nei confronti della figlia e da questi rapporti incestuosi sono nati sette figli.

Il rapimento

Il 24 agosto del 1984, i coniugi Rosemarie e Josef Fritzl denunciano la fuga della loro figlia diciottenne Elisabeth che, al seguito di una setta religiosa, si sarebbe allontanata da Amstetten, cittadina della Bassa Austria. Si tratterebbe di un allontanamento volontario, il secondo della ragazza che, solo due anni prima, aveva tentato la fuga da casa prima di essere (allora sedicenne) riconsegnata alla famiglia dalla polizia.
“Nel 1982 avevo 16 anni ed ero fuggita da casa. Lui mi stuprava da molto tempo. Dall'autogrill di Strengberg, mi ero nascosta a Vienna. Dopo due settimane la polizia mi trovò. Supplicai gli agenti di non riconsegnarmi a mio padre. Dissi loro che se fossi tornata da lui per me sarebbe stata la fine. Ma non ci fu nulla da fare”.
Quel giorno del 1984 però, si scoprirà in seguito, Elisabeth non si è affatto allontanata di nuovo da casa ma, contro la sua volontà, è stata rinchiusa nella cantina di casa dal padre Josef. La ragazza racconterà poi di aver cercato di fuggire di casa poco prima del rapimento e di aver chiesto aiuto ai poliziotti raccontando loro dei primi abusi subiti da parte del genitore. Non essendo però creduta, le sue affermazioni caddero nel vuoto e fu quindi riaffidata alla famiglia. E proprio a seguito di quest'ultimo episodio, il padre, decise definitivamente di segregarla tenendola nascosta al mondo intero per ben 24 anni.

La prigionia

Nei primi sei mesi della sua prigionia, Elisabeth rimane sempre legata a un letto, drogata e costretta a scrivere una lettera (che il padre consegnerà poi alla polizia) in cui racconta ai genitori di essere scappata all'estero, chiedendo loro di non essere cercata.
Nel corso dei successivi 24 anni, Josef Fritzl, visita la cantina mediamente ogni tre giorni per portare cibo e altri rifornimenti alla figlia e, soprattutto, per abusare sessualmente di lei, contro la sua volontà. A causa di queste violenze, durante la sua prigionia, Elisabeth darà alla luce sette figli.
Uno di questi (Michael) morirà tre giorni dopo la nascita, mentre altri tre neonati (Lisa a nove mesi nel 1993, Monika a dieci mesi nel 1994, e Alessandro a 15 mesi nel 1997) verranno invece poi tolti dalla cantina e portati dal padre/nonno a vivere con lui e con sua moglie, spacciati per figli adottivi e fingendo di averli trovati sulla porta di casa insieme a dei (falsi) biglietti scritti della figlia che ne chiedeva la presa in carico da parte dei propri genitori. Il tutto avviene con la piena consapevolezza delle autorità locali e dei servizi sociali che, per molto tempo, fino alla scoperta della verità, crederanno alla tesi di Fritzl. Gli ultimi tre figli (Kerstin, Stefan e Felix) invece rimarranno sempre nel bunker insieme a Elisabeth, senza mai avere la possibilità di vedere l’esterno e la luce del sole, sin dal giorno della nascita.
Quando Fritzl si recava in cantina lo faceva sin dalla mattina, apparentemente per progettare piani per macchine che vendeva alle imprese, spesso rimanendovi per tutta la notte e impedendo alla moglie anche solo di portargli il caffè. Un inquilino, affittuario di una camera al piano terra della casa che ha vissuto per 12 anni nello stesso stabile dei Fritzl, rivelò in seguito di aver sentito rumori provenire dal piano interrato e di averne poi chiesto spiegazione allo stesso Fritzl che, minimizzando la cosa, avrebbe attribuito il tutto al sistema di riscaldamento a gas.
Quando un giorno Kerstin, la figlia maggiore di Elisabeth, si ammalò gravemente e Josef Fritzl dovette cedere alle richieste della ragazza di portare la bambina in un ospedale, si innescarono una serie di eventi che alla fine portarono alla scoperta della macabra storia.

L'omicidio del neonato

Nel 1996 uno dei figli nati dal rapporto incestuoso, di nome Michael, morirà solo tre giorni dopo la nascita a causa di problemi respiratori, essendo soprattutto privato ​​di qualsiasi assistenza medica. Elisabeth afferma che Fritzl era presente quando il volto del bambino iniziava a diventare viola per problemi di respirazione e che lo stesso si rifiutò di portarlo dal medico, replicando con un secco "succederà quel che deve succedere".
In seguito Fritzl farà scomparire il corpicino del neonato bruciando il cadavere nell'inceneritore di casa e gettando le ceneri in giardino, all'interno della sua proprietà. Al processo, in un primo momento, Fritzl cercherà di difendersi da quell'accusa di omicidio, che potrebbe costargli l'ergastolo in termini di pena, affermando che il bambino non era affatto morto mentre lui era presente. Solo dopo ritratterà tutto, confessando le proprie responsabilità nell'omicidio.

La scoperta

Il 19 aprile del 2008, Kerstin (di 19 anni), la figlia maggiore nata dall’incesto, viene trasportata in gravi condizioni dal padre/nonno Josef nel vicino ospedale dove, afflitta da sintomi gravissimi per una malattia di cui non viene rivelata la natura, i medici del pronto soccorso, ancora ignari della drammatica situazione in cui è vissuta la ragazza, decidono di fare un appello affinché la madre si metta in contatto con loro e raggiunga la figlia in ospedale.
Vista la gravità della situazione, Josef Fritzl decide quindi di liberare la figlia Elisabeth e gli altri due figli ancora rinchiusi nel bunker, non prima di aver allertato la moglie Rosemarie del loro imminente ritorno a casa, dopo tanti anni di assenza. Contemporaneamente a ciò, il personale medico ospedaliero, constatate le varie stranezze della storia, avvisa la polizia locale che, a sua volta, decide di riaprire il fascicolo sulla fuga di Elisabeth.
Il 27 aprile, nel corso dell'interrogatorio a cui è sottoposta, rassicurata riguardo una sua futura protezione nei confronti del padre, la ragazza rivela la storia dei suoi 24 anni in cattività, accusando il genitore di tutte le nefandezze subite in quel periodo di tempo. Con in mano la confessione di Elisabeth, quindi, poco dopo la mezzanotte di quello stesso giorno, gli agenti di polizia arrestano Josef Fritzl accusandolo di gravi crimini contro i membri della sua stessa famiglia: sequestro di persona, stupro, omicidio colposo per negligenza e incesto.
Subito dopo l'arresto l'uomo si chiude in un mutismo totale. Solo il giorno successivo, il 28 aprile, Fritzl confessa ammettendo le proprie responsabilità in relazione ai principali capi d'accusa a suo carico e rivelando l'esistenza di uno scantinato suddiviso in diverse camere tutte prive di finestre, col soffitto alto 1,70 metri e al quale si accede attraverso una piccola porta nascosta, in una parete del suo laboratorio, che poteva essere aperta solo con un meccanismo elettrico del quale solo Fritz conosceva il codice di azionamento.
Quello che ancora non è completamente chiaro, invece, è ruolo di Rosemarie, madre di Elisabeth e moglie di Josef Fritzl: il suo silenzio in tutti questi 24 anni resta uno dei punti oscuri di questa vicenda. La donna, che ha sempre dichiarato di non essersi mai resa conto (fino a una settimana prima dell'arresto) dell'esistenza di un bunker, né tantomeno della presenza al suo interno di sua figlia e dei suoi sette nipoti, rivelò poi di aver sempre creduto alla versione del marito quando sostenne che Elisabeth era fuggita di casa per aggregarsi ad una setta religiosa.

Il processo

Il 13 novembre 2008 Josef Fritzl, 73 anni, viene incriminato per riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, coercizione, incesto e per l'omicidio colposo del neonato Michael. La perizia psichiatrica attesterà la capacità di intendere dell’uomo ma gli riscontrerà gravi disturbi di personalità.
Il 16 marzo 2009 si apre, a St. Poelten, il processo a suo carico presieduto dal giudice Andrea Humer. Fritzl si dichiara colpevole di tutte le accuse ascritte con l'eccezione dell'omicidio e dell'aggressione con la minaccia di uccidere con il gas i suoi prigionieri, se loro avessero disobbedito.
Il 19 marzo 2009, Josef Fritzl viene condannato al carcere a vita, senza possibilità di libertà condizionale per i seguenti 15 anni. L'uomo ha accettato la sentenza senza ricorrere in appello e sta attualmente scontando la sua pena a Garsten Abbey, un ex-monastero dell'Alta Austria trasformato in prigione, in una sezione speciale del carcere per pazzi criminali.

Il rapporto con Elisabeth

Fritzl afferma che non vedeva Elisabeth come una figlia, ma come una compagna. Tuttavia egli stesso ha confessato di averla legata a un palo per 9 mesi e di averla ammanettata più volte durante le molestie, obbligandola a guardare film pornografici e costringendola poi a ripeterne le scene. In una testimonianza videoregistrata della durata di alcune ore, trasmessa durante il processo, Elisabeth dichiarò di subire violenze sessuali da parte del genitore sin dall'età di dieci anni, sconfessando così la difesa del padre che aveva precedentemente dichiarato come, le molestie nei suoi confronti sarebbero iniziate per la prima volta nel 1985, quando sua figlia era ormai diciannovenne.

I sette figli di Josef ed Elisabeth Fritzl

Kerstin: nata nel 1989 e vissuta sempre nel bunker
Stefan: nato nel 1990 e vissuto sempre nel bunker
Lisa: nata nel 1992 nel bunker e poi adottata e cresciuta nella casa del padre/nonno
Monika: nata nel 1994 nel bunker e poi adottata e cresciuta nella casa del padre/nonno
Alexander: nato nel 1996 nel bunker e poi adottato e cresciuto nella casa del padre/nonno
Michael: nato e morto nel 1996 nel bunker
Felix: nato nel 2002 e vissuto sempre nel bunker
Durante il suo interrogatorio, Fritzl, dichiarò di provare del bene nei confronti dei figli nati dall'incesto e di come, poco dopo la nascita di Kerstin, avesse portato in regalo un libro di ostetricia ad Elisabeth. Disse anche di aver cercato di rendere la vita dei figli il più felice possibile, tenendo conto delle condizioni imposte dalla cantina, rifornendo il freezer di cibo sufficiente e curando il sistema di aerazione. Queste affermazioni furono però sconfessate al processo dalla figlia che ricordò come, in occasione di un viaggio all'estero del padre durato un mese, lei e i suoi bambini fossero sul punto di morire per inedia.

Il caso Fritzl nei media

Se da una parte lo stesso Fritzl ha tentato di trarre profitto dalla storia della sua relazione incestuosa con la figlia prendendo, attraverso un intermediatore, contatti con alcune riviste scandalistiche britanniche per vendere al miglior offerente i verbali degli interrogatori e i resoconti dell’inchiesta per una cifra attorno quattro milioni di euro, d'altro canto, il grande risalto mediatico del suo caso, nel corso degli anni, è stato spesso citato in opere letterarie e nei testi di canzoni da parte di band che hanno rivolto lo sguardo alla vicenda giudiziaria e al profilo criminale dell'imputato, traendone diretta ispirazione.
Il testo della canzone Wiener Blut (sangue viennese) inclusa nell'album Liebe ist für alle da del gruppo industrial tedesco Rammstein, è liberamente ispirato alla vicenda di Josef Fritzl che, dopo il caso di Armin Meiwes, è il secondo famoso criminale ad apparire in un loro pezzo.
La band death metal britannica Cerebral Bore ha composto la canzone 24 Years Party Dungeon ispirandosi al caso giudiziario. Il brano è contenuto nell'album Maniacal Miscreation, uscito nel 2010.
I Benighted, band d'ispirazione deathgrind' ha composto il brano intitolato semplicemente Fritzl, dichiarando poi di aver tratto ispirazione dal suo profilo criminale e dalla sua perversione.
La canzone Trapped in the Basement, contenuta nell'album 200 Million Thousand (2009) della band americana Black Lips è dedicata alla vicenda.
Nel 2009 la Back2back Productions ha realizzato il documentario "Josef Fritzl: storia di un mostro" per Sky One. Utilizzando filmati personali e foto, e con interviste esclusive ai familiari, amici ed ex colleghi di Josef Fritzl.
Lo scrittore Paolo Sortino ha pubblicato nell'aprile 2011 il romanzo Elisabeth ispirato al caso Fritzl, uscito per Einaudi nella collana Supercoralli. Dello stesso romanzo sono stati acquisisti i diritti per la trasposizione cinematografica da parte della casa di produzione Lotus

mercoledì 2 gennaio 2013

la Giustizia




Arcani maggiori

0 Il Matto · I Il Bagatto · II La Papessa · III L'Imperatrice · IV L'Imperatore · V Il Papa · VI Gli Amanti · VII Il Carro · VIII (XI) La Giustizia · IX L'Eremita · X La Fortuna · XI (VIII) La Forza · XII L'Appeso · XIII La Morte · XIV La Temperanza · XV Il Diavolo · XVI La Torre · XVII La Stella · XVIII La Luna · XIX Il Sole · XX Il Giudizio · XXI Il Mondo
La Giustizia è l'ottava carta degli arcani maggiori dei tarocchi, è detta anche la Legge universale, Osiride, la vergine Astrea. Francese: La Justice. Inglese: Justice.

Descrizione

Una donna severa, ma imparziale, amministra la giustizia. Sguardo fisso, come se non ci fosse altro che la interessa se non ciò per cui è stata incaricata. In alcuni tarocchi ha un cappuccio, in altri un copricapo o una corona. È seduta su uno scranno con un alto schienale e stringe nella destra la spada della fatalità e nella sinistra la bilancia. In alcuni tarocchi lo schienale è sostituito da due colonne.

Significati generali

Equità, armonia, virtù e onore sono gli aspetti più evidenti di questa carta. È una protezione per l'uomo giusto e rappresenta anche la completa guarigione di coloro che hanno saputo ritrovare il giusto equilibrio. Chi rispetta la Legge non patirà nessuna punizione (che spetta solamente ai colpevoli). La Legge deve essere comunque rispettata. Nessuna violazione della Legge rimarrà impunita. La giustizia può essere paragonata a una imperatrice che ha lasciato lo scettro e lo scudo per un gladio e una bilancia; in lei coabitano il bene e il male, entrambi parte integrante dell' equilibrio universale. La giustizia trova un equilibrio perfetto grazie ad un travaglio interiore simboleggiato dalla bilancia. Per mantenere questo equilibrio bisogna mettere ogni cosa al suo posto e dargli il loro vero valore. La giustizia possiede un alto livello di conoscenza. Questa carta di equilibrio simboleggia pertanto l'armonia esistenziale che è appunto raggiunta da coloro che possiedono rettitudine e onore, ma anche rigore.
carta diritta: è carta positiva e favorevole soltanto per le persone rette. Chi è coscienzioso non ha nulla da temere: l'uomo giusto è sempre salvato da Dio (vedi Noè, Giobbe, ecc.)
carta rovesciata: l'equilibrio, l'armonia, interrotti, portano malattie e depressione. L'ingiustizia trionfa in ogni campo; qualsiasi causa difficilmente viene vinta. Denota insofferenza, misantropia, ingratitudine. Rivela contestazioni sfavorevoli.

Curiosità e analogie

in alchimia, è la decomposizione
in astrologia, per alcuni è Marte in Scorpione o Venere in Cancro
nella cabala, corrisponde alla lettera H (ebraico eth)
ne I Ching, corrispondenza con il segno VI, La vita, e con il segno LX, La delimitazione
in magia, è l'equilibrio magico

Simbolismo generale

È la Legge suprema, severa, incorruttibile ma giusta. L'intelligenza cosmica che amministra con giustizia il mondo. La potenza giusta e conservatrice delle cose.

Riferimenti storici e iconografici

È stata avvicinata all'Arcangelo Michele, i cui attributi sono la spada e la bilancia. Ricorda anche la pesa e la punizione dell'anima dopo la morte, tipica dell'iconografia egizia. Confronta anche Osiride, pesatore delle anime dei defunti. È stata paragonata anche a Temi, dea greca del Diritto. A Dike, a Era-Giunone, ad Astarte. Astrologicamente è Astrea.