giovedì 21 febbraio 2019

Ferdinando Valletti, dal Milan ai campi di concentramento


Nel gennaio del 1944 un collega delatore di Aldo Carpi de' Resmini, pittore ed artista italiano, rivelò ai fascisti le origini ebraiche del pittore. Immediatamente furono informate le SS. Carpi fu arrestato e deportato prima a Mauthausen e poi a Gusen. Aldo Carpi riuscì a documentare la vita e la morte nel campo di concentramento con numerosi schizzi e con un diario personale. All'interno di questo diario si può leggere: «C'era Ferdinando Valletti, altro operaio, un bravo giovane qui di Milano che, ogni volta che correvo il pericolo di rimanere sotto lo scarico dei sassi, mi gridava: "Professor, professor" e correva a prendermi per un braccio e mi tirava lontano. Un'altra volta quel bravo ragazzo mi ha strappato dalle rotaie mentre stavo per finire sotto il treno. Valletti era un amico del Borghi, un operaio dell'Alfa Romeo; si è salvato. Poi quando finiva il lavoro ero proprio stanco, non ne potevo più, avevo le mani e i piedi martoriati, le gambe non mi reggevano. Allora Valletti e un altro dei miei compagni mi prendevano sottobraccio e mi aiutavano a camminare incolonnato con gli altri».


Prima di introdurre la figura di Ferdinando Valletti, ricordiamo che il campo di concentramento di Gusen fu un lager della Germania nazista composto da tre dei quarantanove sotto-campi del campo principale di Mauthausen. I tre campi di concentramento erano situati nei pressi delle piccole cittadine di Langenstein e Sankt Georgen ad der Gusen, nell'attuale Alta Austria, a circa 20 km chilometri da Linz e circa quattro da Mauthausen.
Ferdinando Valletti, la cui storia è legata a quella dei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, nacque a Verona il 5 aprile del 1921. Dopo un'infanzia trascorsa in collegio, si diplomò all'istituto Ferraris. Nel 1938 si trasferì a Milano per lavorare all'Alfa Romeo e, vista la sua abilità con il pallone tra i piedi ed i trascorsi nella squadra dell'Hellas Verona, fu indirizzato alla squadra di calcio del Seregno. Il Milan ben presto si accorse di lui e lo inserì in squadra. Giocò due stagioni con la squadra milanese (1942-43 e 1943-44) nel ruolo di mediano. Durante una partita si ruppe il menisco, fu operato e costretto a smettere di giocare a calcio. Nel frattempo si fidanzò e partì per il servizio militare. Nel 1943, all'età di 22 anni, si sposò.


Nel marzo del 1944 fu catturato dalle SS tedesche per aver aderito ad uno sciopero mentre lavorava per l'Alfa Romeo. Fu inviato prima al carcere di San Vittore e quindi deportato al campo di concentramento di Mauthausen. Successivamente fu trasferito al campo di Gusen II dove fu impiegato nella squadra cemento che aveva il compito di scavare gallerie che dovevano servire per occultare alcune fabbriche belliche tedesche. I prigionieri lavoravano allo scavo di un sistema di gallerie entro le quali venivano collocati impianti per la produzione di armi e parti di aerei delle aziende Steyr-Daimler-Puch AG e Messerschmitt AG. Furono scavati nelle montagne circostanti sette chilometri di tunnel larghi da 6 a 8 metri ed alti da 10 a 15 per ubicarvi la produzione bellica ed i macchinari dell'istituto di ricerca della Scuola Superiore tecnica di Vienna. La maggior parte di queste operazioni erano attinenti al programma per la produzione missilistica delle V2. I lavori erano eseguiti senza sicurezza per la mano d'opera utilizzata, motivo che condusse alla morte di moltissimi prigionieri. Secondo le ultime ricerche vi furono anche eliminazioni di massa con il gas Zyklon B.


All'interno di questa enorme disgrazia, Ferdinando Valletti condivise la prigionia con il pittore milanese Aldo Carpi che lo citerà più volte all'interno del Diario di Gusen. Valletti si salvò anche grazie alla fortuna: per il suo trascorso da calciatore del Milan fu chiamato da un kapò, ovvero un prigioniero di un campo di concentramento nazista al quale era affidata la funzione di comando di altri prigionieri, a sostituire un giocatore di calcio nella squadra delle SS del campo di Gusen. Da quel momento a Valletti fu consentito di lasciare il duro lavoro nelle gallerie a favore delle cucine nel campo di concentramento. Ferdinando svolse un lavoro meno usurante e riuscì a portare, di nascosto, cibo ai compagni. Fu liberato dalle forze alleate il 5 maggio del 1945.
Terminata la guerra, continuò il suo percorso lavorativo all'interno dell'Alfa Romeo di Milano, riuscendo a divenire dirigente.


Nel 1976 fu insignito dell'Ambrogino d'Oro dall'allora sindaco di Milano Aldo Aniasi.
Nel 1979, su iniziativa del Presidente della Repubblica, divenne Maestro di Lavoro e insignito con la decorazione della Stella al merito del lavoro.
Dal 1993 la sua salute fu minata da gravi patologie, tra cui la malattia di Alzheimer che lo costrinse a lasciare, nel 2000, l'attività didattica presso l'Associazione Meccanica e l'ISEO iniziata nel 1970.
Ferdinando Valletti si spense a Milano il 23 luglio del 2007.

Fabio Casalini

fonte: I VIAGGIATORI IGNORANTI

Bibliografia

Aldo Carpi, Diario di Gusen, Einaudi, Torino, 1993 

Italo Tibaldi, Gusen. Sottocampo di Mauthausen, Aned, Milano, 1990 

Duccio Bigazzi, Il portello. Operai, tecnici e imprenditori all'Alfa Romeo (1906-1926), Franco Angeli, Milano, 1988 

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

giovedì 14 febbraio 2019

disintossicarsi dai metalli pesanti con le sostanze naturali


Un elenco di sostanze naturali con effetto chelante che possono aiutarci nella dintossicazione dai metalli pesanti.

Alga clorella

Si tratta di una specie di alga d’acqua dolce che ha dimostrato di possedere proprietà disintossicanti. Agisce come una resina a scambio ionico e ha un buon effetto nel legare i metalli nello stomaco,ma non è altrettanto efficace nel mobilitarli ed espellerli dall’organismo. 


A causa della sua struttura non sufficientemente sottile, non raggiunge i metalli intracellulari e non attraversa la barriera emato-encefalica (non raggiunge il cervello). Può essere usata anche come una fonte significativa di nutrienti come vitamine, amminoacidi, acidi grassi e minerali.
Vari studi (ne cito uno: Uchikawa, T., Maruyama, I., Kumamoto, S., Ando, Y., Yasutake, A.J., Chlorella suppresses methylmercury transfer to the fetus in pregnant mice, «Toxicol. Sci.», vol. 36 (5), ottobre 2011, pp. 675-680) hanno dimostrato che la clorella “predilige” il mercurio tra tutti i metalli tossici.
.....
Coriandolo (Coriandrum sativum)


Chiamata anche cilantro, si tratta di una pianta che riesce a estrarre i metalli dai tessuti nei quali sono depositati, ma una volta estratti questi metalli rimangono in circolazione e non vengono efficacemente espulsi dall’organismo. È quindi necessario abbinare il coriandolo ad altre sostanze chelanti più efficaci per questa espulsione.
Nell’utilizzo terapeutico di questa pianta vi è però il vantaggio che essa attraversa la barriera emato-encefalica grazie a uno dei suoi componenti, il mercaptano, ed è quindi adatta in particolare per la chelazione del sistema nervoso centrale. È stata oggetto di studi in particolare, fin dal 1995, da parte del giapponese dottor Yoshiaki Omura*.



Selenio

Soprattutto nella sua forma organica è efficace nel chelare il mercurio, ma non altri metalli. È inoltre indicato in casi di affezioni alla tiroide di natura autoimmune. 

Trattasi di un metallo pesante che potrebbe diventare “tossico” in base al dosaggio. Per ottenere l’effetto terapeutico desiderato, il dosaggio non dev’essere né troppo alto né troppo basso.

Crusca di riso (IP6)

È efficace in particolare per chelare il ferro. Nella parte relativa ai problemi causati dai vari metalli ho parlato anche del problema del ferro (vedi p. 53). Questo metallo, nella dose giusta è infatti di importanza vitale per l’organismo, ma può provocare dei problemi quando è presente in quantità anche non di troppo superiori al necessario, e non tali da raggiungere i livelli che si vedono in chi soffre di emocromatosi (malattia geneticamente trasmessa nella quale si verificano, a meno che non venga diagnosticata e trattata con flebotomie, degli accumuli eccessivi di ferro prima nel fegato e poi negli altri organi).

L’effetto chelante della crusca di riso è confermato anche dalle grandi proprietà risanatrici che si riscontrano nell’inositolo (inositoloesafosfato), sostanza in essa presente in quantità significative.
Esso ha appunto notevoli qualità di chelazione specifica nei confronti del ferro. Sarà una coincidenza il fatto che i giapponesi, che hanno una lunghezza media di vita tra le più elevate, fanno un largo consumo di riso? E tra l’altro, una sostanza basata soprattutto sulla crusca di riso (elaborata con procedure tali da renderla più assimilabile) è il costituente principale di un preparato, l’MGN-3-Biobran, prodotto dall’azienda farmaceutica Daiwa in Giappone. Questo, a quanto pare, sta dando ottimi risultati contro i tumori. Negli studi (vedi in calce al paragrafo) effettuati su tale sostanza si osserva che, dato che le cellule tumorali utilizzano il ferro come un fattore di crescita primario, i ricercatori in campo oncologico hanno cercato di mettere a punto un farmaco che riuscisse a chelare molecole di ferro e a rimuoverle dal corpo, arrivando così a produrre un antitumorale potenzialmente efficace.
Ricercatori della Wake Forest University, negli USA, osservano che «le sostanze chelanti del ferro possono essere importanti come agenti terapeutici nel trattamento del cancro. È possibile che l’azione terapeutica sia dovuta a una diminuzione del carico di ferro».
Come si sta ora accertando, questa sostanza naturale, l’IP6, tratta dalla crusca di riso ed efficace per chelare il ferro, sembra dirigere la maggior parte della sua attenzione proprio alle cellule anormali, rimuovendo selettivamente il ferro da quelle tumorali, privandole così del loro fattore di crescita primario. L’IP6 non rimuove invece il ferro dai globuli rossi, poiché il ferro nel sangue è strettamente legato all’emoglobina. A differenza di quanto accade con vari farmaci, le cellule sane non risentono quindi alcun effetto negativo da parte dell’IP6. Ci sono stati numerosi studi su animali che hanno dimostrato che l’IP6 è una sostanza con effetti antitumorali, efficace e non-tossica. Ciò nonostante, negli USA il National Cancer Institute non ha a tutt’oggi ritenuto opportuno condurre una sperimentazione clinica sull’uomo attinente all’argomento.

Sono invece state condotte molte sperimentazioni in Giappone, in relazione a una forma modificata di crusca di riso, in cui questa crusca è stata resa più assimilabile, con l’aggiunta di estratti del fungo giapponese shiitake. Su questo preparato vi è una lunga serie di studi che ne dimostra l’efficacia non solo per i tumori ma anche per il diabete.
Probabilmente questi eccezionali effetti della crusca di riso modificata sono dovuti non solo alle proprietà di chelazione del ferro ma anche alla rimozione di altri metalli e sostanze tossiche.

Metil-sulfonil-metano (MSM)

L’MSM contiene zolfo e si trova in frutta, verdura, pesce e carne. L’organismo cerca di incorporare lo zolfo nelle cellule nel modo più naturale possibile, in quanto esso agisce a livello della permeabilità delle membrane cellulari, favorendo così processi metabolici di disintossicazione.
Purtroppo la lavorazione degli alimenti distrugge l’MSM e potrebbe quindi essere utile prenderlo sotto forma di integratore.


Acido alfa-lipoico

L’acido alfa-lipoico, in particolare nella sua forma più attiva (acido R-lipoico), lega i metalli tossici intracellulari e aumenta i livelli di glutatione. 

È solubile nei lipidi, nell’acqua e supera la barriera ematoencefalica, il che lo rende utile per rimuovere i metalli tossici dal sistema nervoso centrale.


Taurina

Questo amminoacido aumenta l’escrezione biliare, protegge la retina, i reni, i polmoni, il cuore e i globuli bianchi (in particolare ineutrofili). Sembra funzionare (ci vorrebbe un maggior numero di studi) come neuromodulatore e antiossidante protettivo del sistema nervoso centrale, in cui è presente in grandi quantità in condizioni fisiologiche. I livelli di taurina possono essere bassi in soggetti con intossicazione da piombo. La taurina protegge i vari tessuti sopra citati dai danni derivanti dai radicali liberi causati da metalli tossici. Si è visto che la taurina ha anche dimostrato un’efficacia nell’aumentare la secrezione di metalli tossici nella bile.

L-glutammina

Si tratta di un altro amminoacido che protegge il sistema gastrointestinale ed è anche coinvolto nella disintossicazione dall’ammoniaca la quale, riducendo la produzione di ATP, interferisce con le reazioni di disintossicazione, che tra l’altro dipendono anche da un’adeguata presenza della stessa ATP. 

La glutammina è un substrato per il glutatione, e sia i livelli di glutammina che quelli di glutatione possono essere ridotti in soggetti affetti da un’intossicazione cronica da piombo.


Vitamina C (acido ascorbico)

Tra i vari effetti benefici della vitamina C vi è anche quello consistente nell’aumento dell’escrezione di metalli tossici nell’intestino e nella protezione contro i danni da radicali liberi. 

Questa vitamina potenzia peraltro l’assimilazione di minerali essenziali, tra i quali il ferro, per cui può non essere indicata, in alte dosi, in chi ha un eccesso di ferro**.

Acido malico (tratto dalle mele)

Un chelante supplementare è il magnesio malato, un acido organico
tratto dalle mele. È un elemento importante nel ciclo di Krebs e supporta l’ossigenazione del tessuto muscolare.

…e infine

La lista delle sostanze con effetto chelante/disintossicante non è lunga quanto quella delle sostanze tossiche, ma tuttavia c’è un minimo
di scelta:
• Allicina (estratta dall’aglio).
• Alga spirulina.
• Alga klamath.
• Varie sostanze e prodotti dell’omotossicologia.
Ma la lista si allunga ogni giorno. Così, ad esempio, emerge sempre
di più il fatto che le proprietà benefiche di molte piante, da sempre
usate nella medicina fitoterapica, sono dovute in buona parte anche alla loro capacità di liberare l’organismo dai metalli tossici.

* Omura, Y., Shimotsuura, Y., Fukuoka, A., Fukuoka, H., Nomoto, T., Significant
mercury deposits in internal organs following the removal of dental amalgam,
& development of pre-cancer on the gingiva and the sides of the tongue and their represented organs as a result of inadvertent exposure to strong curing light (used to solidify synthetic dental filling material) & effective treatment: a clinical case report, along with organ representation areas for each tooth, «Acupunct. Electrother. Res.» vol. 21 (2),aprile-giugno 1996, pp. 133-160, Heart Disease Research Foundation, New York, USA.
** Si veda ad esempio: Teucher, B., Olivares, M., Cori, H., Enhancers of iron absorption: ascorbic acid and other organic acids, «Int. J. Vitam. Nutr. Res.», vol. 74 (6), novembre 2004, pp. 403-419.


Fonte: www.scienzaeconoscenza.it

fonte: LA CREPA NEL MURO

domenica 10 febbraio 2019

cosa sono quelle scie bianche che imbrattano i nostri cieli?

La trattativa con Bruxelles sul bilancio, d’accordo. E i migranti, e Salvini, e Battisti. E Tria, e Macron, e i Gilet Gialli. D’accordo. Ma quelle scie lassù in cielo, esattamente, cosa sono? Le rilasciano gli aerei. Una volta, vent’anni fa, le scie svanivano subito dopo il passaggio del velivolo. Succede ancora oggi, ma è raro. Il più delle volte, queste nuove scie restano sospese a mezz’aria. E lentamente si espandono, e si abbassano. Diventano nuvole e velano l’azzurro, facendo impallidire il sole. Cosa sono? Non si sa, esattamente. Se qualcuno lo sa, non lo dice. Non lo spiega. Dice, al massimo: è aumentato il numero dei voli (che però, da qualche anno, è in diminuzione). Dice che forse è cambiato il tipo di carburante, e parla di vapore acqueo. Davvero? Ma il vapore, si sa, si dissolve subito. Non siamo noi a irrorare i cieli, assicura l’aeronautica militare. O meglio, dice questo: che gli aerei militari italiani non disperdono nell’aria sostanze misteriose. Un altro militare, il generale Fabio Mini, già comandante della Nato in Kosovo, dice un’altra cosa. Sostiene che i cittadini dovrebbero pretendere risposte esaurienti, su questo fenomeno così strano e visibile. Risposte esaurienti non sono state date neppure al Parlamento, di fronte a puntuali interrogazioni: cosa sono, quelle scie che restano per ore nel cielo fino a trasformarsi in nubi? Già: perché non rispondere, nemmeno ai parlamentari?
Tutti le vedono, le strisce, ma in quanti ci fanno caso? Qualcuno le chiama scie chimiche, suscitando l’ilarità di altri, che prendono in giro quelli che “credono nelle scie chimiche”. Credere? Non c’è bisogno di coltivare una fede: basta alzare gli occhi Scia biancaal cielo, in qualsiasi momento. Si vedrà l’azzurro costantemente rigato dalle scie bianche e poi “sporcato”, quando le stesse scie – una volta allargatesi – avranno assunto un colorito grigiastro. Sono veleni? Sono sostanze che rendono l’atmosfera più riflettente per le onde radio, a scopo militare? Sono un velo pietoso che tenta di schermare la Terra, che si sta surriscaldando sotto l’azione del sole? Sono amiche o nemiche, queste scie? Contengono alluminio, come qualcuno dice, o invece sono cariche di ioduro d’argento, come quello che in tanti paesi – tra cui Israele e la Cina – viene normalmente usato, nelle zone aride, per provocare precipitazioni? Quelle sarebbero, appunto, le scie amiche. Di quelle nemiche ha invece parlato il giornalista Gianni Lannes, spiegando che nel 2001 – su richiesta di Bush – Berlusconi autorizzò l’impiego dello spazio aereo italiano per condurre test di modificazione climatica mediante aviodispersione (arosol) di sostanze prodotte in laboratorio. Gli esperimenti sarebbero poi stati avviati nel 2003.
Da circa 15 anni, infatti, la rete bianca delle scie si è andata progressivamente infittendo, senza che nessuno – a livello ufficiale – si sia mai preso la briga di spiegare un fenomeno quotidiano così vistoso. E’ talmente smisurata, la dose quotidiana di scie, che dopo un po’ ci si fa l’abitudine. Quando sono veramente tante, poi, e molto concentrate, dopo qualche ora assomigliano a vere formazioni nuvolose. E invece sono sempre loro: un prodotto artificiale, creato dal transito degli aerei. Solo talmente consuete, ormai – e così tante – che in molti non ci fanno neppure più caso. Sono diventate parte del paesaggio. Per non perderle di vista basta alzare gli occhi al cielo: sono sopra la nostra testa, sempre. Sopra tutti e tutto: sopra Salvini e il reddito di cittadinanza, le elezioni europee, il decreto sicurezza, le pensioni, le tasse. Sugli oceani, galleggiano miliardi di tonnellate di plastica, rifiuti ridotti a poltiglia. Si sa perché sono lì: perché siamo una civiltà un po’ folle. Sono lì – le isole di plastica, grandi quanto continenti – perché non abbiamo voluto spendere i soldi necessari a smaltirle. Hanno una spiegazione, le isole di plastica. Le strisce in cielo, invece, ancora no. Non si sa perché stanno lassù. E a dire il vero, non si sa nemmeno cosa siano. Perché nessuno l’ha ancora voluto spiegare.

fonte: LIBRE IDEE
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venerdì 8 febbraio 2019

fake news - chi le crea, chi le diffonde, perché lo fanno


di Gianfranco Costantini

Cito il dizionario TRECCANI per introdurre questo neologismo che in molti fanno finta di comprendere.

Fake news: loc. s.le f. pl. inv. 
Notizie false, con particolare riferimento a quelle diffuse mediante la Rete.

In quanto neologismo, quindi termine di nuova creazione, in attesa di ulteriori vocaboli capaci di spiegare meglio l’evoluzione del fenomeno, viene utilizzato frequentemente in modo improprio.

Infatti, con questo termine si descrivono fenomeni molto differenti tra loro; la bufala ad esempio è accostata alla dissidenza o alla diversa interpretazione degli stessi.

Se entriamo ancor più nel dettaglio, stesse bufale, ad esempio, possono avere matrice differente, goliardica, se sono messe in giro per divertirsi, o diffamatoria, se s’intende colpire un avversario ed altre.

In attesa delle infinite declinazioni che si potranno contare tra qualche tempo, io mi soffermo sul termine originale: fake news, in altre parole notizia falsa.

In quanto ad abbondanza di notizie false, la rete è seconda (o meglio terza), alla televisione e alla carta stampata che fino a pochi anni fa, godevano del monopolio della comunicazione e le notizie false si diffondevano nell’etere, quasi sempre senza nessun contraddittorio, riprese e rafforzate dalla carta stampata che le trasformavano in verità assoluta ...


E allora perché oggi si parla di fake news, quando i gruppi editoriali, con le loro menzogne, hanno modellato l’intera società moderna?

Perché questi soggetti, mentre mentono spudoratamente sugli argomenti più svariati, si preoccupano delle notizie false che sono pubblicate su internet?

Non avranno mica paura di arrivare secondi o terzi in quest’avvincente classifica?

O forse hanno paura perché molte di queste fake news sono in grado di smontare i loro castelli di menzogne con pochi mezzi e in maniera efficace?

Tante domande hanno bisogno di tante risposte e intensità di ragionamento che vanno molto oltre le poche righe di questa banale riflessione, ma in qualsiasi modo si voglia approcciare, il ragionamento non può non partire da una conclusione tanto banale, quanto essenziale.

Perché il potere che spende tantissimo in risorse intellettuali, che tiene in piedi costosissime strutture di comunicazione perennemente in perdita, dovrebbe permettere a dei blog di informazione libera di sopravvivere? Perché questi siti con pochi soldi e tanta passione, riescono a fornire informazioni molto più dettagliate e attendibili e in poco tempo scalano ogni classifica di autorevolezza?

In una società occidentale un tantino più spinta della nostra, questa situazione ha provocato un problema non da poco all’élite finanziaria dominante negli USA e l’elezione di Trump ha costretto ad infinite manovre per recuperare una situazione che sembra volgere al peggio per i fanatici del mondialismo liberale.

Ricapitolando il potere perde in parte il controllo sulle masse perché i media tradizionali non sono stati capaci di veicolare al meglio le menzogne? Buttiamola in caciara e quindi tutto quello che non è funzionale al disegno dominante è menzogna. Da un lato si cerca in ogni modo di controllare la rete limitando i contenuti sgraditi a suon di multe ai principali social media, dall’altro si scredita tutto ciò che non si riesce a fermare.

La “democrazia occidentale”, infatti, ha sempre usato la tecnica della sordina per gli argomenti scomodi o avversi e la gran cassa per gli argomenti che rafforzano i valori del gruppo di potere dominante.

In un’epoca diversa, quando in Europa c’era il rischio di adesione al Blocco Comunista, l’élite dominanti avevano un approccio differente, oltre a rafforzare attraverso la comunicazione il modello di vita occidentale, erano anche accorte. Ciò perché le masse bene indottrinate avessero anche una buona razione di benessere socio economico. Con il crollo del muro di Berlino, questa componente è scomparsa ed è rimasto in piedi solo il controllo delle masse, man mano sempre più povere e senza alternative.

Tornando alle fake news, la più grande che si ricorda in Italia in epoca recente, è stato il famigerato Spread, diretto responsabile del “colpo di stato” sobrio, avvenuto in Italia con le dimissioni forzate del Cavaliere.

Lo Spread per chi non ricorda, è il differenziale di rendimento dei titoli di stato a lungo termine italiano con gli omologhi esteri, scambiati nei mercati secondari, quindi non di emissione. Nello specifico, si intendeva come spread il differenziale di rendimento tra i BTP italiani e i BUND tedeschi dovuta al rischio che i nostri titoli sembravano avere.

Gli esperti, infatti, sapevano benissimo che il rischio percepito era provocato dalla BCE che non interveniva a raffreddare il fenomeno e sembrava usare lo spread come ricatto sul governo, per costringerlo a fare le famose riforme strutturali. Purtroppo i giornali e le tv hanno praticamente ignorato le analisi che descrivevano correttamente il fenomeno rendendo verità la fake news.

Lo spread rappresentava una questione risibile per i nostri conti pubblici che erano e sono ancora oggi solidissimi, ma che i media ignoranti o in mala fede, avevano trasformato nel cancro nazionale, in grado di far fallire il nostro paese.

Tutte queste fake news, furono riprese ad arte dai media, compreso il più titolato quotidiano economico come Il Sole 24 Ore che con un titolo tristemente noto e un parallelo ancor peggiore con il terremoto dell’Irpinia chiedevano ai politici: “Fate Presto”. Questa massa di menzogne, miste al fanatismo liberale estero diretto, ha portato nel giro di pochi mesi, alla sostituzione di un governo espresso direttamente dalla volontà popolare, con uno nominato da una maggioranza artefatta, guidato da Mario Monti, personaggio riciclato più del vetro, fautore della peggiore stagione socio-economica che l’Italia ricorda dal dopoguerra ad oggi.

Addirittura, il livello delle menzogne era così becero e auto distruttivo che il giorno successivo alla caduta del governo l’Unità titolava “La Liberazione”, con tanto di tricolore al vento. Titolo che poi, per una sorta di legge del contrappasso, di lì a poco ha portato alla chiusura del giornale, diventato inutile carta straccia.

È chiaro che il dibattito sulle fake news, così come è stato presentato dai maggiori organi di informazione è ridicolo; sembra più dettato dalla necessità di sopravvivere e recuperare l’autorevolezza che le élite dominanti pretendono per finanziarli, che ragionare concretamente su un fenomeno vecchio come il mondo, che di nuovo, ha solo il mezzo di diffusione.

Colgo l’occasione per farvi conoscere alcuni blog o siti internet, capaci di fornire informazioni e approfondimenti su argomenti socio economici di ottimo livello.

Byoblu.com – Appello al popolo.it – Goofynomics blogspot.it – Orizzonte48.blogspot.it – Scenarieconomici.it

Fonte: ilsorpassomts.com

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.com/