domenica 29 novembre 2015

Michel de Montaigne


Pieter Bruegel the Elder - Superbia (Pride)

una rappresentazione della torre di Babele

La naturale ed originale malattia dell'uomo: la presunzione


«La presunzione è la nostra malattia naturale e originale. Tra tutte le creature l’uomo è la più fragile e la più soggetta alle calamità; nello stesso tempo è la più orgogliosa.» 

Michel de Montaigne, Saggi: Apologia di Raimondo Sebond, 1580.


All’interno del vasto panorama filosofico rinascimentale, riveste una particolare importanza il pensiero di Michel de Montaigne (1553-1592). I Saggi (1580), la sua opera più celebre, sono una tappa fondamentale di quel processo di rivalutazione dell’uomo caratteristico dell’epoca umanistica, già analizzato dal sottoscritto nell’articolo pubblicato qualche giorno fa Il concetto di uomo nel pensiero filosofico rinascimentale.


I Saggi di Montaigne si pongono l’obiettivo di studiare, e quindi scoprire, le esperienze presenti in testi di autori antichi e moderni, per metterle in relazione con le proprie. Il pensatore segue in questo modo un metodo del tutto autobiografico: attraverso le proprie vicende, ed il paragone con quelle di altri autori indispensabili, egli vuole pervenire alla comprensione ed alla conoscenza della natura umana. 


Tra le esperienze passate, secondo Montaigne rivestono grande importanza lo stoicismo e lo scetticismo, tendenze filosofiche attraverso le quali l’individuo è riuscito a raggiungere la propria libertà spirituale. Lo stoicismo lo ha infatti svincolato dalla materialità, mentre lo scetticismo lo ha liberato dall’arrogante superbia di sapere inducendolo all’indagine ed alla ricerca...

Nella sezione dei Saggi intitolata Apologia di Raimondo Sebond, Montaigne mostra un’idea di uomo del tutto differente da quella comune e più diffusa nel Rinascimento, esposta da Pico della Mirandola nel già citato Dialogo sulla dignità dell’uomo. Il filosofo francese descrive l’essere umano come una «creatura miserabile e infelice», anticipando le teorie moderne che presto interverranno a ridimensionare, se non abbattere totalmente, l’antropocentrismo umanistico.


Vi proponiamo un passo determinante di questo aspetto del pensiero montaigniano, estratto proprio dall’Apologia di Raimondo Sebond, contenuta nei Saggi.


Consideriamo dunque per il momento l’uomo solo, senza soccorsi esterni, armato solamente delle proprie armi e sfornito della grazia e della rivelazione divina, che sono tutto il suo onore, la sua forza, il fondamento del suo stesso essere. Vediamo quanta stabilità ha, con questo bell’equipaggiamento. Mi faccia capire, con la forza del suo discorso, su quali fondamenti ha costruito i grandi vantaggi che pensa di avere rispetto alle altre creature. Chi lo ha persuaso che questa meravigliosa oscillazione della volta celeste, la luce eterna di queste fiaccole che ruotano tanto fieramente sopra il suo capo, i movimenti spaventosi di questo mare infinito siano stati creati e siano continuati per tanti secoli per la sua comodità, e per servire a lui? È possibile immaginare qualcosa di tanto ridicolo quanto il fatto che questa creatura miserabile e infelice, che non è neppur signora di se stessa, esposta alle offese di tutte le cose, si dica padrona e regina dell’universo, del quale non è in suo potere conoscere la più piccola parte, e tanto meno comandarla? […]

La presunzione è la nostra malattia naturale e originale. 


Tra tutte le creature l’uomo è la più fragile e la più soggetta alle calamità; nello stesso tempo è la più orgogliosa. Egli si sente e si vede situato qui, tra la melma e lo sterco del mondo, legato e inchiodato alla parte peggiore, più morta e stagnante dell’universo, all’ultimo livello del creato, il più lontano dalla volta celeste, con gli animali della peggior condizione; e va con l’immaginazione a piantarsi al di sopra del cerchio della luna; a mettere il cielo sotto i propri piedi. Con la vanità di questa stessa immaginazione egli si rende eguale a Dio, si attribuisce qualità divine, da se stesso si elegge e si separa dalla calca delle altre creature, taglia le parti degli animali, suoi fratelli e compagni, e distribuisce loro la porzione di facoltà e di forze che a lui sembra opportuna. Come fa a conoscere, con lo sforzo della sua intelligenza, i moti interni e segreti degli animali? Attraverso quale confronto tra noi e loro deduce la stupidità che attribuisce ad essi?


Da O. Pompeo Faracovi, Il pensiero libertino, Loescher, Torino 1977, pp. 24-25.

Da parole tanto forti è possibile individuare con facilità lo scarto che separa Montaigne dagli altri pensatori rinascimentali, ed in particolare da Pico della Mirandola. Il filosofo francese apre, dopo una rivalutazione ed esaltazione dell’uomo caratteristica dell’Umanesimo, una falla che preannuncia la crisi alla quale si assisterà con il progredire del pensiero filosofico.


L’uomo è un essere naturalmente contraddittorio, superbo eppure caduco, presuntuoso eppure mortale. Secondo quale convinzione egli può innalzarsi a padrone del mondo? Montaigne invita ad una mediazione tra il buio medievale e la celebrazione rinascimentale, necessaria affinché l’individuo acquisti il più sinceramente possibile il dominio di se stesso.


Queste pagine sono una critica al radicale antropocentrismo umanistico dilagante in quell’epoca. Montaigne auspica un atteggiamento che sia più scettico e meno megalomane, perché l’uomo che «si rende eguale a Dio», è in realtà una «creatura miserabile e infelice», aggiungo io vacua ed annoiata, che deve possedere la coscienza di ciò per poter vivere con dignità i pochi anni che gli sono concessi.


Attualizzando il passo, leggendolo ed interpretandolo in chiave contemporanea, si può notare come la presunzione umana di cui parla il filosofo francese, considerata a ragione «la nostra malattia naturale e originale», nel nuovo millennio, e già nel Novecento, sia giunta all’apice, generando ovunque distruzione, ed un progresso tecnologico che ha impoverito l’esistenza dell’individuo. Un individuo che, perduto dapprima nella società di massa, oggi chissà in cosa, ha smarrito la sua libertà, e dunque se stesso.



fonte: crepanelmuro.blogspot.it

Dezzani: sui francesi veglia la Dgse, e i risultati si vedono

Per scovare i mandanti della carneficina del “venerdì 13” non serve allontanarsi da Parigi, probabilmente basterebbe visitare il quartier generale della Dgse, la Cia francese. Lo sostiene Federico Dezzani, analizzando le falle, troppo clamorose, della sicurezza: tre kamikaze che si fanno saltare in aria allo stadio, uccidendo solo se stessi, per dar modo ai colleghi di scorrazzare in pieno centro su una Seat Leon nera, per quasi mezz’ora, sparando nel mucchio. Tutti gli indizi, afferma Dezzani, conducono ai vertici dei servizi segreti francesi, rinnovati sotto Nicolas Sarkozy e confermati sotto la presidenza di François Hollande: «Con il subentrare allo spionaggio transalpino di personaggi vicini agli angloamericani è avviata nel 2012 la strategia della tensione. Dopo una pausa coincidente con i primi due anni della presidenza di Hollande, il terrorismo islamico riesplode in concomitanza alla caduta verticale del capo dello Stato nei sondaggi». Sarebbe questo, sostiene l’analista, il vero ruolo della “Direction générale de la sécurité extérieure”: organizzare l’accurata copertura necessaria a rendere efficace l’azione dei commando, nient’altro che manovalanza reclutata e addestrata.
Sul suo blog, Dezzani ricostruisce la mattanza. Apre le danze alle 21.30 davanti allo Stade de France il kamikaze Ahmad al Mohammad, con cintura esplosiva: si fa saltare in aria ed è il solo a morire. Cinque minuti dopo, in centro, compare la Seat HollandeLeon: i terroristi a bordo sparano contro i ristoranti “Petit Cambodge” e “Carrillon”, 15 morti. Allo stadio si fa esplodere un secondo kamikaze (Bilal Hafdi?), morendo senza causare vittime. Intanto la Seat raggiunge Rue de la Fontaine au Roi, bersaglio i locali “Casa Nostra” e “Bonne Bière”, 5 morti tra gli avventori. Poi l’auto si ferma in Rue de la Charonne, davanti al bistrot “Belle Equipe”: altre 19 vittime. Alle 21.40, vicino a Place de la Nation, un terrorista sceso probabilmente dall’auto nera, Brahim Abdeslam, si fa esplodere al locale “Compte Voltaire”: ferisce alcuni avventori ma è l’unico a perdere la vita. La Leon nera, guidata presumibilmente dal fratello del kamikaze, Saleh Abdeslam, sarà ritrovata a Montreuil, ad ovest di Parigi, con tre Kalashinkov a bordo.
Non è finita: alle 21.40 scendono da una Volkswagen Polo nera quattro terroristi, armati di fucili automatici e a pompa. Fanno irruzione nella sala da concerto Bataclan, durante un’esibizione degli Eagle of Death Metal: inneggiando ad Allah, alla Siria ed all’Iraq compiono una carneficina. Pochi minuti dopo, alle 21.53, ancora nei pressi dello stadio si fa esplodere un terzo kamikaze: nessuna vittima, eccetto lui. «Solo a questo punto, Hollande è trasportato al ministero degli interni, mentre la partita continua fino al termine». Venti minuti dopo la mezzanotte, le teste di cuoio fanno finalmente irruzione nel Bataclan, dove nel frattempo è avvenuta la mattanza: tutti terroristi si fanno esplodere, tranne Samy Animour che è colpito a morte prima di azionare la cintura. Bilancio del terrore nel teatro, 90 morti. Ma intanto affiorano le prime stranezze: mentre per il “Wall Street Journal” Hollande avrebbe lasciato lo stadio alla prima e non alla terza esplosione, le foto ritraggono il presidente nella Un feritosala stampa dello stadio alle 21.36, quindi sarebbe corretta la versione di “Le Monde”: Hollande trasportato all’esterno solo dopo la terza e ultima esplosione, a rischio ormai cessato.
E’ come se i kamikaze avessero ricevuto l’ordine di farsi saltare in aria non tanto per uccidere spettatori, quanto per attirare la polizia lontano dal centro, dove stavano per entrare in azione i commando di killer. «Tra l’esplosione del primo e del terzo kamikaze intercorrono 33 minuti: è il tempo dell’azione terroristica nel suo complesso, anche se gli ultimi strascichi si protraggono al Bataclan fino alle 00.20». La terza deflagrazione nei pressi dello stadio, in Rue de la Cokerie vicino al McDonald’s, era il segnale che la sicurezza attendeva per trasportare Hollande fuori dallo stadio? Le prime stranezze risalgono a due ore prima della strage: alle 19.30, secondo “Le Figaro”, un avventore del ristorante “Cellar”, a tre minuti del Bataclan, ha inutilmente segnalato alla polizia la presenza di un’auto sospetta, una Volkswagen Polo nera, parcheggiata di traverso, con a bordo quattro individui (musulmani europei, secondo il ristoratore). Erano intenti a digitare sui telefonini e, a quanto pare, in evidente stato di alterazione da droghe. «E’ risaputo che i tagliagole dell’Isis in Siria ed Iraq facciano uso di anfetamine, sia per commettere atrocità a cuor leggero sia per sconfiggere la paura», scrive Dezzani. Il 26 ottobre al porto di Beirut sono state bloccate due tonnellate di anfetamine Captagon prima che fossero imbarcate sull’aereo privato di un principe saudita.
Secondo Dezzani, gli elementi direttamente operativi il 13 novembre a Parigi sarebbero stati non meno di 20-25: troppi, per passare inosservati. «Che un complotto riguardante un tale numero di persone, molte delle quali note ai servizi e per di più “calde”, sia sfuggito ai radar della sicurezza francese – a dieci mesi di distanza da Charlie Hebdo e a tre mesi dall’attacco terroristico sul treno Amsterdam-Parigi – è una falla simile all’11 Settembre: impossibile, a meno che i servizi non siano complici». Quanto alla provenienza delle armi, si scopre che il 5 novembre la polizia tedesca aveva fermato in Baviera uno slavo ortodosso del Montenegro a bordo di una Volkswagen carica di Kalashnikov e diretta a Parigi. Le auto impiegate, poi, sono piene di indizi, dalle targhe ai biglietti dei parcheggi:  «Sembrano essere studiati apposta per indirizzare le indagini in Belgio, dove anche agli attentatori di Charlie Hebdo avrebbero acquistato le armi: lo scopo è probabilmente alleggerire la posizione delle autorità francesi, rendendo più giustificabili all’opinione pubblica i continui smacchi subiti dalle forze di Il premier Manuel Vallssicurezza. Le dichiarazioni di Hollande e Valls puntano infatti a discolpare la Francia ed evidenziare le responsabilità esterne».
La parte più assurda della vicenda? E’ la pretesa che l’operazione sia stata pianificata in Siria. Secondo Hollande, «gli attacchi sono stati stati decisi, pianificati in Siria, organizzati in Belgio e condotti sul nostro territorio con complici francesi». Avvalorano questa testi persino i «fantomatici servizi iracheni», secondo cui la Francia sarebbe stata informata in anticipo, almeno il giorno prima, dell’ordine di morte “partito dal Califfo”. Abu Bakr Al-Baghdadi? «Nient’altro che un prodotto dei servizi americani, sfornato dal famigerato carcere di Bucca gestito dalle truppe statunitensi in Iraq, crogiolo di quasi tutti i capi dell’Isis». In ogni caso, aggiunge Dezzani, visto che l’Isis bombardato dalla Russia è ormai in rotta da settimane, è pura fantasia ipotizzare che un micidiale “quartier generale” dei terroristi sunniti abbia potuto organizzare gli attentati in Francia senza farsi scoprire da Nsa, Cia, Mossad e Dgse. Ma la cronaca regala anche risvolti tragicomici: secondo la “Cnn”, dalla sua roccaforte di Raqqa (ora bersagliata dai missili russi) i boss del Califfato avrebbero aggirato l’Fbi usando messaggi criptati in modo semplicissimo. «Ora si scopre che gli attacchi di Parigi sono stati organizzati attraverso la messaggeria della PlayStation 4: è l’equivalente dei taglierini per dirottare i Boeing sulle Torri Gemelle».
Terroristi braccati? Macché: «Si scopre che “la mente” della strage di Parigi, il marocchino Abdelhamid Abaaoud, si vanta – sulla propaganda web del Califfato – di viaggiare  indisturbato tra Siria e Belgio, pur essendo ricercato dalle polizie di mezzo mondo. Ricorda un po’ i brigatisti che, negli anni di piombo, riuscivano sempre ad evadere dal carcere in un modo o nell’altro». Ma se il vero Al-Baghdadi «è già morto, almeno due volte», e se l’Isis è sotto scacco in Siria ed Iraq, visto che il commando del “venerdì 13” è composto «da piccoli criminali della banlieue parigina e qualche reduce siriano in botta da anfetamine», chi ha coordinato e supervisionato gli attacchi? «Cherchez à la Dgse», suggerisce Dezzani, puntando il dito contro l’intelligence francese all’estero, l’equivalente transalpino della Cia e dell’Mi6. Ai tempi di Jacques Chirac, di tanto in tanto il servizio francese rifilava agli americani qualche colpo basso, come «la sullodata morte di Bin Laden», secondo i francesi risalente al 2006, «per ridicolizzare la “Guerra al terrore” di George W. Bush e Tony Blair». Ma la situazione si è ribaltata con l’avvento al’Eliseo di Nicolas Sarkozy: tra i primi provvedimenti del neo-presidente, oltre a riportare la Francia sotto il comando integrato Bernard Bajoletdella Nato, «c’è, non a caso, il pensionamento dei vertici dei servizi fedeli a Chirac e la cooptazione di nuovi elementi, di provata fede atlantica».
Una rivoluzione copernicana: dal 2007, secondo “Le Monde”, l’intelligence inglese ha accesso illimitato ai dati riservati francesi. E nel 2008 arriva a coordinare i servizi Bernard Bajolet, ex-ambasciatore francese in Iraq e Algeria. Poi torna alla diplomazia in Afghanistan, ma nel 2013 è lo stesso Hollande a richiamarlo alla guida della Dgse. «Il periodo in esame – rileva Dezzani – coincide con i tentativi di Parigi, Washington, Londra, Tel Aviv e monarchie sunnite, di rovesciare Bashar Assad: Hollande arriva fino ad ipotizzare un intervento franco-americano contro Damasco nell’estate del 2013, prima che Obama si tiri indietro lasciandolo con il cerino in mano». Strategia della tensione? Parla da sola la tragedia del 2012, con il franco-algerino Mohammed Merah che a Tolosa fa 8 vittime, colpendo militari e comunità ebraica. Poi si scoprirà che il killer era un informatore della Dgse: «Quante cose avrebbe potuto raccontare, il giovane magrebino, se non fosse stato ucciso nel blitz delle teste di cuoio per “catturarlo”?».
Sarkozy perde le elezioni, e all’Eliseo arriva Hollande: «La strategia della tensione è momentaneamente archiviata, finché i sondaggi di gradimento del presidente socialista raggiungono, nel breve volgere di tre anni, un record negativo storico». E riecco il terrore, da “Charlie Hebdo” al treno Amsterdam-Parigi, fino alla strage di novembre. Uno stragismo che, sotto Hollande, secondo Dezzani «ha compiuto un salto di qualità: sia per l’efferatezza e spettacolarità crescente degli attacchi, sia per la loro internazionalizzazione». La violenza a Parigi «si salda col tentativo, da parte del Likud israeliano e dei falchi americani, di trascinare il presidente Barack Obama in guerra, prima in Yemen (Charlie Hebdo) e poi in Siria, con l’ultima carneficina parigina». Ecco perché diventa facile sospettare che Bajolet, il capo della Dgse, non potesse essere all’oscuro degli Mohammed Meraheventi in preparazione. «La corresponsabilità dei servizi francesi nelle stragi dell’ultimo anno – aggiunge Dezzani – è certificata dalla sconcertante indulgenza di cui godono, nonostante le incessanti e drammatiche débacle».
Dall’inizio del 2015 sono state uccise quasi 150 persone, senza che nessuna testa sia caduta. Al contrario: anziché accusare la sicurezza, Hollande annuncia misure d’emergenza per limitare la libertà, controlli sulla stampa e perquisizioni non autorizzate dalla magistratura. La strage di Parigi serviva anche per costringere Obama a spedire truppe in Siria? Obiettivo mancato: il capo della Casa Bianca si è accordato con Putin al G20 di Antalya e ha bocciato qualsiasi ipotesi di “stivali americani” sul suolo siriano. Ma non c’è da stare tranquilli, conclude Dezzani, perché c’è il rischio che la strategia della tensione vega utilmente impiegata in politica interna, e sempre di più: «Si può dire che i vertici del sistema euro-atlantico considerano ormai lo stragismo di Stato un arnese della politica simile alle mance elettorali sotto elezioni: l’avvicinarsi di tornate elettorali decisive, tra il 2016 ed il 2017, rende sicuro il crescendo di violenza».

fonte: www.libreidee.org

stefaniarock


martedì 24 novembre 2015

prima dell’acqua potabile, Messina avrà il plastico del Ponte

Berlusconi ci aveva provato con la Protezione Civile di Bertolaso, il suo ras delle Grandi Opere e dei Grandi Eventi per il business del ventunesimo secolo: un Italia da trasformare interamente in un lucroso enorme luna park per turisti. Varie ed eventuali implicazioni criminali di quel tentativo a parte, dal punto di vista politico-economico anche Matteo Renzi sembra pensare ad un progetto del genere, almeno fin da quando ha sostituito Lupi alle Infrastrutture (ex Lavori Pubblici) con il suo fedelissimo Delrio. Non sorprende quindi che abbia appena conferito alla Protezione Civile poteri straordinari,  dopo aver affondato Marino consegnando il Giubileo al renziano Team Expo, del quale ogni giorno i media embedded tessono le lodi con toni agiografici. Anche il Vaticano sembra partecipare attivamente al programma. Millenario fiuto per gli affari. E l’odore dei soldi inasprisce la guerra fra bande. Oltretevere come nel Pd. Per il riutilizzo dell’area Expo sono già in arrivo almeno duecento milioni di euro.
Non ci sarebbe stato bisogno in realtà di nessun Vatileaks per sapere che la Chiesa Cattolica è una delle multinazionali più avide e corrotte del pianeta. E la gestione delle attrazioni e dei flussi turistici è sempre stata una delle sue specialità. Renzi è un Renzianimatore turistico, e fare dell’Italia il suo villaggio probabilmente è proprio il compito che gli è stato assegnato. Perché il progetto in realtà non è soltanto berlusconiano. Questa è anche l’idea che le classi dirigenti d’Europa e del resto del mondo hanno dell’Italia: un resort di loro proprietà dove venire ad ammirare panorami, monumenti, e culi, al dolce canto dei tenorini di Sanremo.
Quindi il premier che gli serve in Italia è un curatore, un commissario, come Monti, ma con un’immagine mediatica più accattivante. Un commissario cazzaro. E gli serve una Costituzione truccata come una Volkswagen apposta per mantenere il Commizzaro al suo posto il più possibile.
Secondo gli ultimi sondaggi, in un eventuale ballottaggio il Movimento 5 Stelle batterebbe il Pd. L’Italicum sarà quindi modificato in modo che assegni la maggioranza assoluta dei seggi al perdente. Poi il Team Expo sostituirà Camera e Senato con due padiglioni. Alla maggioranza del resto degli italiani resteranno i ruoli di cameriere stagionale, sguattero precario, guida turistica abusiva. Pizzaiolo. Cubista. Sfondo da selfie. Agli intellettuali, quello di posteggiatori. Meno i turisti capiranno l’italiano, più apprezzeranno i loro stornelli. Messina avrà il plastico del ponte prima dell’acqua potabile. Mentre il Commizzaro s’impegnerà a dimostrare ai Casamonica d’essere un giostraio più abile di loro.
(Alessandra Daniele, “Il Comizzaro”, da “Carmilla online” dell’8 novembre 2015).

www.libreidee.org

la copertina profetica dell'Economist

The Economist ha pubblicato nel mese di gennaio una copertina criptica dal titolo "The World in 2015" che ha caratterizzato diverse immagini misteriose. Ha fatto prevedere entrambi gli attacchi terroristici a Parigi nel 2015?

L'8 gennaio 2015, Vigilant Citizen ha pubblicato un articolo intitolato The Economist 2015 la copertina è piena di simboli criptici e fosche previsioni. In effetti, la copertina della rivista soprannominata "The World in 2015" contiene diverse immagini strane e sinistre che sembrano annunciare 
un anno violento. Probabilmente la parte più enigmatica della copertina è in basso a destra dove si vedono due frecce con dei numeri misteriosi, un mucchio di terra e un vecchio dipinto.

Guardando indietro a quello che è successo quest'anno, la porzione della copertura diventa piuttosto preoccupante. E' un po' troppo profetica. In primo luogo, il dipinto accanto alle frecce è di Leonardo Da Vinci, La Belle Ferronière. Stranamente quel dipinto si trova al Louvre, a Parigi.

In secondo luogo, i numeri sulle due frecce sono 11.5 e 11.3. I due attacchi terroristici di Parigi del 2015 si sono verificati l'1/7/15 (Charlie Hebdo) e l'11/13/15 (in inglese il mese viene messo prima del giorno). Le cifre sulle frecce possono quindi essere riorganizzate per compensare entrambe le date. 

11.5 = [1 - (1+1+5) 7 - 15] e 11.3 [11 - (1.3) 13 -15 (1+1+3)].


Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati da gruppi terroristici islamici: Al Qaeda e Isis. Sulla copertina dell'Economist si può notare un uomo nei panni del terrorista con in mano un fucile russo ed è circondato da ciò che sembrano essere macchie di sangue. Tra l'altro la maggior parte delle vittime parigine sono state uccise da fucili Kalashnikov. (Il guanto bianco può benissimo rappresentare la mano nascosta della Massoneria). Sulla copertina si può anche vedere il presidente francese François Hollande che sta guardando da tutt'altra parte. 

Non ho dubbi che l'Isis venga utilizzato come strumento per promuovere l'Agenda dell'elite occulta tra cui: Invadere la Siria e giustificare le misure di sorveglianza draconiane e stato di polizia in Occidente. Guardiamo gli effetti concreti dell'Isis di quest'anno:

- Invasione della Siria, distruggendo il suo status di forza regionale;
- Accelerazione dell'esodo di massa dei siriani verso l'Occidente;
- Apertura delle porte ai rifugiati siriani in tutto il mondo occidentale (potenziata dall'immagine di un bambino morto);
- Con l'attacco a Parigi, causando un panico diffuso nel mondo occidentale, si giustificano tattiche di monitoraggio più severe e stato di polizia più serrato.

Nel frattempo i media parlano di un terrorista con passaporto siriano e che Hollande sta prendendo in considerazione gli attacchi come se fossero un atto di guerra (vedi anche À la guerre comme à la guerre).

Questo attacco provocherà paura, odio e diffidenza verso siriani e musulmani e quindi le cose sono destinate a complicarsi. Ma perché hanno compiuto un gesto così orribile coinvolgendo e uccidendo tanti innocenti che non c'entrano nulla? Beh, il loro motto è Ordo ab Chao ... Ordine dal caos. 

Tratto da Vigilant Citizen 

fonte: freeondarevolution.blogspot.it

il cuore degli amici


sabato 21 novembre 2015

baby killer



è un film del 1974 diretto da Larry Cohen.

Trama

A Los Angeles, Frank Davis e la moglie Lenore sono in attesa del loro secondo figlio. Frank è un consulente di pubbliche relazioni di successo e sua moglie è una casalinga che dedica il suo tempo a fare da mamma per il loro primo figlio, Chris. La coppia aveva evitato di avere un figlio per diversi anni, mentre Lenore ha preso pillole contraccettive. Quando il bambino sta per nascere, lasciano Chris con un amico di famiglia, Charley e si recano in ospedale.

Il loro secondo bambino è nato mostruosamente deforme e munito di zanne ed artigli. Subito dopo la nascita, uno dei medici tenta di soffocarlo, ma il bambino lo uccide insieme agli altri medici e agli infermieri, dopodiché fugge attraverso il lucernario. Lenore è invece lasciata in vita ed è lo stesso Frank a scoprire la carneficina.

Frank e Lenore sono autorizzati a lasciare l'ospedale, mentre la polizia indaga sulle uccisioni. Il mostruoso bambino intanto si sta incamminando verso casa Davis, uccidendo la gente che incontra, incluso un musicista e un lattaio. Licenziato dalla ditta per cui lavora, Frank rifiuta di accettare come suo quel bambino e si mette d'accordo con il tenente Perkins, incaricato del caso, per eliminare il mostro, il quale nel frattempo ha ucciso altre persone.

Nel frattempo, il medico che ha prescritto i farmaci da prescrizione a Lenore viene contattato da un dirigente farmaceutico, il quale afferma che il bambino potrebbe essere il frutto di una mutazione subita dal feto a causa dei farmaci da prescrizione. Egli inoltre dice al medico che il bambino deve essere eliminato per impedire che si sappia in giro la verità.

Mentre Frank si reca in una scuola locale, dove è stata segnalata un'intrusione e dove un poliziotto è stato assassinato, il bambino arriva a casa, dove Lenore lo accoglie e lo nasconde nel seminterrato. Intanto Chris, che sente nostalgia della sua famiglia, fugge dalla casa di Charley per tornare a casa sua. Frank scopre che Lenore nasconde il bambino, prende una pistola e scende nel seminterrato dove trova Chris intento a parlare con il suo fratellino dicendogli che lo proteggerà. Frank grida a Chris di togliersi di torno, quindi spara al figlio deforme, colpendolo.

Il bambino fugge dalla cantina e assalta Charley, il quale scoperta la fuga di Chris si era precipitato al suo inseguimento, al collo uccidendolo. Quando Frank spara di nuovo, il bambino fugge. Lenore corre in cantina gridando contro Frank, il quale dopo averla avvisata che il bambino ha appena ucciso Charley la schiaffeggia e le dice di tornare in casa con Chris mentre lui va a caccia del bambino omicida.

La polizia contatta Frank e lo informa che il bambino è stato avvistato nelle fogne. Frank prende un fucile e si reca nella fogna a caccia del bambino. Quando finalmente lo trova, Frank si rende conto che il bambino è semplicemente spaventato e che a lui non farà alcun male. Si scusa con lui per averlo ferito e, dopo averlo avvolto nel suo cappotto, cerca di sfuggire alla polizia.

All'uscita delle fogne si ritrova davanti una squadra di poliziotti armati ai quali Frank implora di non uccidere il bambino. Quando il medico urla alla polizia di aprire il fuoco sul piccolo mostro, Frank lancia il bambino contro il medico. I poliziotti aprono quindi il fuoco, uccidendo sia il bambino che il medico.

Mentre i coniugi Davis sono accompagnati a casa dalla polizia, giunge una chiamata che informa al detective che un altro bambino deforme è nato a Seattle .

Box office

Distribuito nel 1974, il film si rivelò un completo fallimento. Tre anni dopo il film venne ridistribuito con una nuova campagna pubblicitaria di maggiore impatto. Il nuovo spot televisivo mostrava una carrozzina con la musica "Rock-a-bye Baby" in sottofondo, poi una mano artigliata faceva la sua comparsa dalla carrozzina ed una voce fuori campo diceva "C'è solo una cosa sbagliata nel bambino Davis. Esso è vivo". La nuova campagna pubblicitaria attirò gente nelle sale, facendo guadagnare alla Warner Bros. 7,1 milioni di dollari nei soli Stati Uniti.

Novelization

Dal film è stata tratta nel 1977 una novelization ad opera di Richard Woodley.

A differenza del film, la sua novelization espone in maniera chiara i pericoli dei diversi farmaci che erano somministrati alle donne incinte durante gli anni '50 e '60 (ad esempio il Talidomide), l'uso di farmaci per la fertilità e l'uso indiretto dei pesticidi sulle persone. Senza dubbio, Cohen si è ispirati ai vari e possibili effetti di iatrogenesi, mutazioni genetiche e teratogenicità prodotti da questi farmaci sui bambini non ancora nati specialmente nei casi di combinazioni di più farmaci. Nel film infatti, il personaggio di Lenore Davis dopo aver fatto uso di pillole contraccettive orali ha fatto uso di un farmaco per la fertilità non adeguatamente testato per facilitare il concepimento del suo secondo figlio.

Seguiti

Il regista Larry Cohen ha diretto due sequel del suo film: It Lives Again, uscito nel 1978, e Baby Killer 3 (It's Alive 3: Island of the Alive), uscito nel 1987.

Remake

Nel 2008 è stato realizzato un pessimo remake del film intitolato It's Alive e diretto da Josef Rusnak.

Curiosità

Nello stesso periodo uscì nei cinema un altro film su un bambino assassino: Sharon's Baby.
Il titolo del film è visibile in un teatro nel film Blue Nude (1977).
Il look del bambino mostro è stato fonte di ispirazione per quello dell'alieno bambino del film Creepozoids (1987).
In uno dei livelli del videogioco Blood ambientato in un ospedale, nel seminterrato è presente una zona segreta dove è visibile una culla dalla quale esce una mano demoniaca allo stesso modo come è mostrato nella locandina originale del film.

fonte: Wikipedia

TRAILER

Volkswagen? Robetta: Gm fece sparire i tram dagli Usa

Emissioni truccate e airbag difettosi: negli ultimi 18 mesi, due dei più grandi produttori di auto al mondo sono stati giudicati responsabili di “complotti di morte”. «Le rivelazioni recenti, tuttavia, non possono competere con gli scandali industriali precedenti», avverte lo scrittore canadese Yves Engler, che punta il dito contro gli infiniti atti di pirateria industriale (e corruzione poltica) per soppiantare il trasporto sostenibile, elettrico, a favore del motore a scoppio. A tener banco, ovviamente, oggi è il caso Volkswagen: l’azienda tedesca è stata colta in flagrante per aver equipaggiato milioni di automobili con sistemi taroccati per la misurazione delle emissioni, “pulite” nel corso dei test ma, durante la guida, con un rilascio di ossido d’azoto 40 volte superiore al limite dichiarato. Così, «migliaia di persone saranno colpite da asma, malattie ai polmoni e altri disturbi». Lo scandalo Volkswagen ricorda quello della General Motors, impegnata a «nascondere i difetti nel meccanismo di accensione dell’airbag in milioni dei suoi veicoli». Gli interruttori difettosi fanno in modo che l’airbag si rompa in caso di incidente: «General Motors riconosce che almeno 124 persone sono morte in conseguenza di un’anomalia, della quale i dirigenti della compagnia erano a conoscenza da anni».
In uno scandalo di portata più grande, cinquant’anni fa, ricorda Engler in un post su “Counterpunch” tradotto da “Come Come Chisciotte”, erano emerse informazioni che «coinvolgevano le compagnie di automobili in un complotto, con lo scopo di San Franciscomantenere la popolazione sotto la coltre di una nebbia tossica». Il “complotto dello smog” è stato rivelato nel 1968, quando il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha archiviato un caso di antitrust contro le “tre grandi”, accusate di collusione nel celare l’installazione di marmitte catalitiche e altre tecnologie per ridurre l’inquinamento. A partire dal 1953, disse il Dipartimento di Giustizia, «i difensori e i co-cospiratori sono stati coinvolti in un accordo e complotto irragionevole per la limitazione della suddetta libera concorrenza e commercio nell’equipaggiamento di controllo delle emissioni inquinanti presente nel motore dei veicoli». Per acquietare le critiche montanti sull’inquinamento dell’aria generato dalle automobili, General Motors, Ford e Chrysler (insieme all’Ama, Automobile Manufacturers Association), trovarono un accordo proprio nel 1953 per la ricerca congiunta sulle tecnologie per ridurre le emissioni inquinanti. «I produttori di automobili hanno asserito che la loro alleanza era determinata dall’interesse per la salute pubblica. Non è stato così».
Col passare del tempo, continua Engler, è emersa l’evidenza che le Tre Grandi si erano in realtà unite per rinviare l’installazione dei costosi dispositivi anti-inquinamento. Nel libro “Taken for a Ride”, Jack Doyle scrive che «i produttori di automobili, tramite Ama, hanno complottato non per competere nella ricerca, sviluppo, produzione e installazione dei dispositivi» per il controllo dell’inquinamento. In realtà «hanno fatto, congiuntamente, tutto ciò che era in loro potere per ritardare tale ricerca, sviluppo, produzione e installazione», imbrogliando i consumatori. «Ma lo scandalo di portata ancora più grande, nell’ambito delle automobili, è stato di molto peggiore dell’alleanza dello smog», scrive Engler. «È stato un complotto che ha mutato l’aspetto dei paesaggi urbani in tutto il Nord America». Il capo di General Motors, Alfred Sloan, già nel 1922 aveva creato un gruppo di lavoro con l’incarico di «minare e sostituire il tram elettrico». La prima azione del gruppo fu il lancio di una linea di autobus che, a Los Angeles, arrivava un minuto prima della vettura elettrica. Risultato: la linea dei tram General Motorsè stata ben presto chiusa. «Al tempo vi erano centinaia di linee tramviarie a Los Angeles, così il caso della chiusura di una di esse non si è rivelato particolarmente degno di nota. Ma ciò è stato foriero di cose a venire».
All’inizio degli anni ’20 si assisteva al boom dell’industria tramviaria, ricorda lo scrittore canadese. C’erano 1.200 tra compagnie tramviarie e di treni interurbani, con 29.000 miglia di percorso. Negli anni migliori si superavano i 15 miliardi di passeggeri. Più di mille miglia di percorso per i tram si intersecavano nella sola area di Los Angeles, portando ogni giorno al lavoro la maggior parte delle persone. Ma la concorrenza motorizzata stava crescendo: il numero di auto su strada ha raggiuse quota 20 milioni negli anni ’20. In questo periodo così cruciale nella storia del traffico, «General Motors era intenta nell’eliminazione della concorrenza». Offrì ai politici municipali delle Cadillac gratis, «affinché votassero la condotta della compagnia». Fece pressioni anche sulle banche nelle piccole comunità, «in modo tale da mettere alla fame le compagnie locali che finanziavano i tram». E in seguito fu stato reso disponibile un credito agevolato per le compagnie tramviarie che sostituivano i loro percorsi con autobus di General Motors. Nel 1932, l’azienda fondò l’Ucmt, United Cities Motor Transportation, per l’acquisto di compagnie tramviarie in aree urbane e la loro conversione in linee per autobus. Percorsi rivoluzionati, cavi aerei rimossi. A conversione completata, «la Ucmt ha rivenduto le nuove reti di autobus, a condizione che non venissero riconvertite a tram».
Nel relativo anonimato di Galesburg nell’Illinois, continua Engler, la stessa Ucmt fece la sua prima acquisizione di controllo nel 1933. «Muovendosi rapidamente, aveva già smantellato le reti tramviarie in tre centri urbani, prima di ricevere il richiamo ufficiale dell’American Transit Association». Dopo il richiamo ufficiale nel 1935, General Motors sciolse la Ucmt. Ma «non ci è voluto molto prima che le sue attività anti-tram venissero ripristinate e raddoppiate». General Motors e soci «hanno sviluppato un network di organizzazioni per il contatto con la clientela». Nel ‘36, Gm si è unita a Greyhound per formare il gruppo National City Lines; nel 1938 ambedue collaborarono con la Standard Oil della California per creare la Pacific City Lines; nel 1939 altre due compagnie, Phillips Petroleum e Mack Truck, si unirono alla National City Lines. Infine, American City Lines è stata creata nel 1943 per focalizzarsi sulle città più grandi. Più difficile la penetrazione di Gm nelle grandi città: «Nelle aree Tram a Manhattanurbane più grandi le linee dei tram erano spesso di proprietà delle compagnie elettriche, le quali con i guadagni della vendita dell’energia elettrica, hanno potenziato le rotaie».
Le compagnie elettriche, spiega Engler, beneficiarono di un accantonamento fiscale che permise loro di assorbire i deficit dei tram, tramite tasse più basse. Ma la cosa non sfuggì agli strateghi di Gm, prontissimi come sempre a premere sui politici per promuovere i propri sacri interessi: «Bloccata da quest’accordo di proprietà dell’elettricità per i tram, all’inizio degli ’30 General Motors ha prodotto una quantità di dossier per il Congresso, sottolineando la mancanza di entrate erariali che ne è risultata». Come prevedibile, «la strategia di General Motors si è rivelata un successo». Il Public Utility Holding Company Act del 1935 «ha reso estremamente difficile per le compagnie energetiche possedere le linee dei tram», e così hanno iniziato a venderle. «Diciotto mesi dopo, General Motors ha fatto a pezzi 90 miglia di rete tramviaria a Manhattan. Dopo aver trasformato con successo il sistema tramviario di New York, General Motors e i suoi amici intimi si sono spostati a Tulsa, Philadelphia, Montgomery, Cedar Rapids, El Paso, Baltimora, Chicago e Los Angeles. Yves EnglerDetto fatto, un centinaio di reti elettriche di trasporto in 45 città sono state fatte a pezzi, convertite e rivendute». Verso la metà degli anni ’50, quasi il 90% della struttura elettrica dei tram negli Stati Uniti era stata liquidata.
«I difensori di General Motors negano che qualsiasi complotto abbia avuto luogo», scrive Engler. Tuttavia i fatti sono schiaccianti: come ha evidenzato Edwin Black nel libro “Internal Combustion”, General Motors fu condannata dal Dipartimento di Giustizia, dal Senato e dai tribunali «per pratiche anti-trust che erano parte di questo complotto internazionale». In una sezione dell’accusa del 1947 si legge che i difensori furono «coinvolti coscienziosamente e di continuo in un accordo sleale e illecito», nonché «in un complotto per l’acquisizione di un reale interesse finanziario in una parte effettiva delle compagnie che forniscono il servizio di trasporto locale in varie città», per «eliminare ed escludere la concorrenza nella vendita degli autobus, dei derivati del petrolio, dei pneumatici e delle camere d’aria alle compagnie locali di trasporto». Il verdetto fu di colpevolezza. «Tuttavia, la punizione per aver complottato per distruggere un modello di traffico di massa è ammontata a una multa di 5.000 dollari: non certo un deterrente, per una compagnia che vale miliardi di dollari».

fonte: www.libreidee.org

mercoledì 18 novembre 2015

cabaret



è un film musicale del 1972, diretto e prodotto da Bob Fosse.

Il film è un riadattamento su pellicola del musical di Broadway Cabaret del 1966, a sua volta ispirato ai racconti berlinesi di Christopher Isherwood: il centro della storia è infatti la vita ai tempi della Repubblica di Weimar nel 1931, prima dell'ascesa al potere del Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler.

Venne definito "il primo musical adulto" e ottenne un grande successo di pubblico, ma anche qualche dissenso da parte della critica. Nel 1995 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2007 l'American Film Institute l'ha inserito al sessantatreesimo posto della classifica dei cento migliori film americani di tutti i tempi (nella classifica originaria del 1998 non era presente).

Trama

1931: nella Berlino della Repubblica di Weimar, arriva come insegnante di inglese uno studente di lingue moderne, Brian Roberts. Timido e inibito, Brian - nella pensione dove ha trovato alloggio - resta affascinato dalla vitalità della sua vicina di stanza, Sally Bowles, una vulcanica soubrette che lavora al Kit-Kat, un cabaret frequentato da omosessuali, intellettuali, artisti e da borghesi alla ricerca di fremiti trasgressivi. Ben presto, l'amicizia tra i due vicini si tramuta in una relazione affettiva, con Sally che introduce al sesso il compagno.

Fritz, un amico tedesco, si dibatte tra mille difficoltà finanziarie. Nasconde oltretutto le sue origini ebraiche di cui si vergogna. Lui vuole entrare nel bel mondo e si fa passare, con successo, per luterano. Fritz individua la soluzione ai suoi guai in un matrimonio d'interesse. Così, quando Brian comincia a dare lezioni di inglese alla ricchissima Natalia Landauer, figlia di un importante industriale, Fritz gli chiede di presentargliela. Ma Natalia, oltre a essere ricca, è anche bellissima e il cacciatore di dote comincia a innamorarsi sinceramente della sua preda.

Sally conosce casualmente Maximilian von Heune, un ricco aristocratico tedesco: bello ed affascinante, "Max" sembra corteggiare Sally, che accetta volentieri le sue attenzioni. Inizialmente Brian appare diffidente ed infastidito dall'interesse che questi dimostra verso Sally, ma ben presto diventa più tollerante cosicché tutti e tre passano insieme ore allegre e spensierate. Max si dimostra generoso, intelligente e divertente. Partiti per passare qualche giorno nel palazzo di Max, i tre scorgono passando con l'auto in una via di Berlino alcuni poliziotti e passanti attorno ad un uomo morto con la testa fracassata, vittima della dilagante violenza nazista. Max liquida il fatto con aria di superiorità: la classe dirigente, la classe cui lui appartiene, non lascerà che questi bifolchi, ovvero i nazionalsocialisti, prendano il potere. Al massimo saprà usarli affinché possano liberare la Germania dal bolscevismo, facendo il "lavoro sporco" al posto loro. Al ritorno, Brian e Max si trovano ad assistere, in una locanda, al canto di un giovane nazista che intona, con sentimento e partecipazione, un inno alla Vaterland, la patria tedesca, dai forti connotati nazionalistici. Tutti i presenti, gioventù hitleriana in testa, camerieri, avventori, gitanti si mettono a cantare in coro, accompagnando il giovane in un crescendo che sembra trasformarsi in una manifestazione politica e di fede nel credo nazista. Brian resta sgomento, Max accenna un sorriso sarcastico.

Ritornati a Berlino, lui con un portasigarette d'oro e un maglioncino di cashmere, lei con una costosa pelliccia, doni di Max, i due riprendono la vita di sempre, preparandosi per un lungo viaggio in Africa che Max ha proposto loro di fare. Tempo dopo, Brian, appena rincasato dopo essere stato accompagnato in auto da Max, visibilmente turbato, accusa Sally di essere una ragazza fatua, frivola e leggera: insomma, l'accusa di essere andata a letto con Max. Sally non accetta di essere imbrigliata in una relazione che non la lasci libera e rivendica il suo diritto di fare ciò che vuole. Ammette di essere l'amante di Max e non si pente di quello che ha fatto. Ma Brian la lascia di sasso quando le dichiara di non essere la sola a potersi vantare di aver fatto l'amore con il bel barone. Così i due capiscono che Max li ha semplicemente usati per ingannare il tempo e, infine, per portarseli a letto. Una volta ottenuto ciò da entrambi li liquida inviando loro dei soldi e ringraziandoli "per il bel tempo passato insieme". Ormai i raid nazisti si fanno sempre più frequenti e coinvolgono anche lo stesso cabaret, ritenuto un covo di viziosi degeneri. Sally è incinta, ma non è sicura se di Max o di Brian; quest'ultimo decide alla fine di prendersi cura di Sally e del bambino e, insieme, i due sognano di lasciare Berlino e la Germania, per diventare una famiglia in Inghilterra. La situazione politica si fa sempre più difficile. Fritz che, ormai, è innamorato di Natalia decide di chiederla in moglie all'avvento del regime: il suo, però, è un atto di coraggio, perché Natalia è ebrea. Fritz le confessa di esserlo anche lui, e i due si sposano mentre nelle strade monta la marea dell'antisemitismo.

Un giorno, rientrato a casa, Brian scopre che è sparita la pelliccia di Sally. Comprende che fine possa aver fatto e ne ha presto conferma. Il regalo di Max è servito a pagare l'aborto della ragazza. Sally non si arrende alla prospettiva di una vita da casalinga, in una casetta a schiera, a lavare i panni insieme alle vicine.... Convince Brian che la soluzione che ha preso è quella giusta. Lui partirà per l'Inghilterra, lei cercherà di realizzare i suoi sogni d'attrice. Brian prende il treno, lascia Berlino. Dietro a sé, Sally, il loro bambino, la Berlino che non esiste più, Max e i suoi regali svaniti, l'ambiente fumoso e irripetibile del Kit-Kat: sembrano tutti i protagonisti di un affresco che comincia a sbiadire. Rimarranno nella memoria solo attraverso i ricordi di Brian.

Produzione

Il film, prodotto dalla ABC Pictures, ebbe un budget di 6 milioni di dollari e fu girato in Germania dal febbraio al luglio del 1971. Le riprese furono effettuate a Berlino Ovest, Monaco di Baviera, Lubecca in Bassa Sassonia e, per il palazzo di Max, nello Schloß Eutin in Schleswig-Holstein.

La canzone Cabaret cantata da Liza Minnelli è stata scritta da John Kander e Fred Ebb.

fonte: Wikipedia

MEIN HERR

il satanismo, un fenomeno in piena espansione

Con il termine Satanismo ci si riferisce a quei movimenti religiosi la cui devozione è indirizzata alla figura di Satana. Il Satanismo esiste da tempi immemorabili e oggi più che mai è presente in un’inquietante presenza domestica: cinema, tv, video giochi, siti internet, libri, fumetti, testi di canzoni. 

Ed è proprio attraverso questi mezzi, apparentemente innocui che Satana manda i suoi messaggi. Chi diventa “figlio di Satana” lo fa per scelta o per ribellione, perché crede di acquisire più forza, più importanza, più prestigio, tutto quello che la "società moderna" richiede. Consapevole del fatto che dovrà commettere azioni trasgressive, contro l’etica e la morale, consapevole anche del fatto che per raggiungere tali obiettivi occorre fare del male, e lo fa.

La seduzione dell’occulto, spesso sotto forma di New Age è sottile ma molto penetrante, un bombardamento mediatico che ricorda che Satana è onnipresente nella vita di tutti i giorni, come se si fosse verificata un’improvvisa conquista dell’occulto e dell’irrazionale sulle menti. Nel periodo medioevale, nel quale la società viveva condizionata dalla superstizione, vi era una netta e chiara contrapposizione tra il bene, impersonificato dalla Chiesa, e il male rappresentato da tutto quello che non rientrasse negli insegnamenti cattolici, quindi Satana. La magia, la stregoneria, i culti a Satana erano all’ordine del giorno (così come oggi, con la differenza che nell'era moderna le masse vengono tenute all'oscuro), ed erano parte integrante della società medioevale. Con il passare dei secoli la presenza del Satanismo si fece sempre più lieve, più nascosta fino ad arrivare ai giorni nostri nei quali si fa persino fatica a riconoscerne l’esistenza, ma questo non significa che non esista, anzi è sempre presente, ha solo cambiato il suo modo di agire, di avvicinarsi alle persone per persuaderle, agisce nel silenzio e la sua grande opera è proprio questa: far credere che lui non esista. E' proprio nel silenzio che molti sentono il suo richiamo assordante.

Il successo del satanismo in Europa e in Italia non è comprensibile se non si tiene conto dell’antica tradizione occultistica e iniziatica che per secoli ha interessato le diverse nazioni europee con un forte potere a volte anche politico. E si, anche nella politica, passata e attuale, vi sono condizionamenti occulti, basti pensare come fin dal '500 tradizioni magiche occultistiche si rifacevano a conoscenze e rituali adottati da gruppi massonici dediti a parodie anticlericali. La massoneria è una setta ben conosciuta ancora oggi di cui è risaputo che molti politici ne fanno parte.

Il Satanismo è oggi una dottrina che elabora una serie di azioni rituali che hanno come oggetto l’adorazione di tutto quello che è contro alla teologia giudaico-cristiana. Presenta una ribellione totale all’etica, alla morale e all’ecosistema. I valori dei satanisti sono anti-istituzionali e dissacratori di tutto ciò che è sacro, spesso con pratiche sessuali ripugnanti e sacrifici umani o animali, tutti rituali che vengono svolti durante i culti a Satana. Il satanismo, se pur nascosto, è presente notevolmente nella società moderna e molti, più di quello che si possa pensare, sono i suoi seguaci.

Secondo una ricerca stimata dal professor R. Noblet, docente dell’Università del Sud-California, in America nel 1946 erano attive 10.000 congreghe sataniche. Nel 1976 diventarono 48.000 e nel 1985 addirittura 135.000. Alla fine del XX secolo, secondo alcune statistiche, i satanisti presenti solo sul territorio degli USA, erano più di 1.135.000. In Italia le sette sataniche, individuate, sono circa 10mila, con oltre 800.000 adepti. Le occasioni per aderirne sono tante: internet, negozi di musica gotica, raduni camuffati da feste, ma è difficilissimo uscirne, o meglio uscirne vivi. Un universo sotterraneo che di tanto in tanto emerge attraverso tragici casi di cronaca nera.

Molto grave è l’allarme sui minori. Secondo i dati di Telefono Arcobaleno sarebbero 33 su 100 i giovanissimi attratti da satanismo, stregoneria e occultismo, lettori di pubblicazioni e siti internet del settore o, ancora peggio, coloro che sono stati vittime di abusi. Il 3% avrebbe un’età compresa tra i 6 e i 10 anni, il 9% tra gli 11 e i 14, il 21% tra i 15 e i 17. Giovanissimi lasciati sempre più soli a se stessi, anche dalle famiglie, che si ritrovano bombardati da messaggi satanici subliminali presenti in internet, tv, videogiochi e musica.



Le tipologie di satanismo delle sette sataniche o mafio-massoniche

Le sette sataniche sono generalmente considerate le più pericolose soprattutto a causa del carattere negativo che deve contraddistinguere ogni componente e le pratiche ritualistiche di morte che alcune di esse mettono in atto. Le sette sataniche sono gruppi organizzati in modo gerarchico. AI vertice c’è un capo, che fa da tramite tra il gruppo e Satana. Oltre agli adepti abituali ci sono anche gli adepti accessori, spesso donne e bambini, che vengono plagiati o suggestionati dagli iniziati più anziani, attraverso manipolazioni psicofisiche, e vengono utilizzati nei rituali satanici di tipo sessuale.

I satanisti sono individui particolarmente “carismatici” che influenzano gli adepti utilizzando potenti tecniche di suggestione o strategie di manipolazione mentale. Generalmente i capi preferiscono reclutare persone facilmente vulnerabili e senza punti di riferimento. Nei neo-adepti prevale sempre la sensazione di aver trovato finalmente una guida che ha poteri e conoscenze speciali, e che li potrà aiutare a risolvere i propri problemi, sia di carattere esistenziale, psicologico, che materiale.

La manipolazione mentale utilizzata per rinforzare l’appartenenza al gruppo e per mantenere il consenso frequentemente si avvale dell’utilizzo di droghe e di tecniche ipnotiche; tuttavia in genere è semplicemente l’attività satanista che persuade l’adepto a rimanere all’interno della setta. Per esempio, è difficilissimo che un seguace, convinto di aver accresciuto attraverso i rituali il proprio potere energetico e psichico, abbandoni la setta. Piuttosto, qualora le richieste fatte al Demonio non vengano esaudite, crede di non avere abbastanza fede, di non aver compiuto i riti correttamente, o di dover compiere sacrifici più cruenti.

All’interno del satanismo esiste principalmente una corrente “personale” ed una “impersonale”. Oltre a queste due correnti principali che definiscono il satanismo in senso stretto, ne esistono altre che costituiscono la spiritualità di diverse sette e società segrete, principalmente fondate sul culto di Satana e Lucifero in chiave gnostica.

Prima di proseguire è opportuna una precisazione riguardo ad Aleister Crowley. Egli viene da molti considerato il padre e creatore della corrente “personale” del satanismo. Questa definizione viene tuttavia spesso rigettata da altri che non accettano che venga classificato come “satanista” né tantomeno fondatore di tale tipo di culto. Sostengono infatti che nonostante il suo comportamento provocatorio e fuori dagli schemi morali dell’epoca in cui è vissuto, sarebbe sufficiente leggere le sue principali opere per dedurne che non è mai stato un satanista e che con il satanismo non ha in realtà mai avuto nulla da spartire, al punto da dichiararsi egli stesso totalmente contrario a simili pratiche deviate verso il “lato oscuro”, come viene ad esempio riportato nel ventunesimo capitolo della sua opera più importante, Magick. 

Egli avrebbe inteso la magia come una via iniziatica verso superiori stati di coscienza. Verrebbe addirittura considerato ateo e le forze occulte che intendeva mobilitare non verrebbero affatto identificate con il diavolo della Bibbia: egli stesso affermò che «il diavolo non esiste», che per lui «non c’è altro dio che l’uomo» e che Satana è semplicemente un nome inventato dalle religioni per i loro fini. Un simile approccio si avvicinerebbe più al satanismo di tipo “impersonale” che a quello “personale” di cui viene considerato il fondatore.



Tipologie di satanismo nel dettaglio

– SATANISMO OCCULTISTA (O TRADIZIONALISTA). E' la corrente principale e afferma l’esistenza di Satana come essere personale (in forma di spirito individuale), invocato dai suoi seguaci, adorato, onorato come Dio; essi si consacrano a lui, gli chiedono potere, dominio sugli altri e l’appagamento di ogni desiderio. È una corrente molto legata all’uso della magia nera e prende molti concetti dalle dottrine di Aleister Crowley. Satana è venerato come una potente entità in grado di dare conoscenze occulte e poteri terreni ai maghi più preparati. La ritualistica è molto complessa e prende spunto da varie fonti, come la Clavicula Salomonis o la Cabala ebraica. Al satanismo occultista appartengono la maggior parte dei più comuni ordini satanici o massonici deviati, strutturati solitamente in livelli, gradi e titoli. I satanisti occultisti apprezzano il ruolo del diavolo biblico tentatore e maligno anziché disprezzarlo. Confermano la tesi cristiana che Satana è il male ma lo appoggiano ugualmente proprio perchè tale. Il satanismo occultista si discosta da quello “spiritualista” in quanto quest’ultimo non concepisce Satana come il “male”. I satanisti occultisti sono molto legati alla forma (vestimenti, oggetti, simboli, ecc), ai rituali (messa nera, sabba, ecc.), a determinate pratiche (stregoneria, malefici, orge, ecc.) e ai sacrifici (animali e talvolta umani).

– SATANISMO SPIRITUALISTA (O TEISTA). Stessa sostanza del satanismo occultista ne rappresenta la forma più moderna e “politically correct”. I cultori del satanismo spiritualista considerano Satana una entità non malvagia, il “dio” delle origini che ha scelto di dare all’uomo il libero arbitrio, che ha voluto fargli comprendere che l’essere umano è potenzialmente un dio. I satanisti spirituali cercherebbero perciò semplicemente l’elevazione spirituale completa fino a divenire il “dio” di se stessi. Non approverebbero le pratiche violente e i sacrifici previsti nel satanismo occultista in quanto facenti parti di un retaggio passato, grossolano e ormai superato. Preferirebbero muoversi su piani spirituali più sottili, meno apparenti, rumorosi ed eclatanti. Ricorrono alle pratiche magiche, alle terapie energetiche, allo yoga, alla meditazione trascendentale, ecc. Rispetto al satanismo occultista si dichiarano più essenziali e meno ancorati alla forma pur ammettendo di possedere molti aspetti in comune.

– SATANISMO RAZIONALISTA (O ATEO). Il satanismo razionalista è più recente rispetto a quello occultista. Fondato da Anton LaVey nel 1966, non crede nell’esistenza di Dio né di Satana come essere personale, ma pensa che esista una forza o energia nascosta in noi e nel cosmo, che può essere fatta emergere, sviluppata e messa al proprio servizio quando si pratica la perversione in tutte le forme, associata a determinati riti blasfemi. Satana quindi non sarebbe altro che un simbolo, l’idealizzazione di questa forza o energia che si trova repressa nell’uomo e che viene catalizzata dai rituali magico-sessuali al fine di liberarla e potenziarla. Questo tipo di satanismo sarebbe concepito in chiave estremamente materialista, edonista e anti-cristiana: i suoi aderenti adottano il nome “satana” in qualità di ribelle contro il Dio cristiano e, dunque, come una figura di ribellione contro tutto il sistema di valori cristiani, che ritengono oscurantisti e falsi. Essi propongono una visione totalmente antropocentrica della realtà. In molti casi il satanismo razionalista rappresenta l’anticamera al satanismo occultista.

– SATANISMO GNOSTICO. Il satanismo gnostico (di stampo manicheo) è una corrente che spesso viene confusa con il Luciferismo: in questo ambito Satana non è visto come un’entità malefica, né come quello descritto nella Bibbia, ma come una divinità che ha dato all’uomo la capacità di evolversi e tornare al suo stato divino originario. Prende molti concetti dalle dottrine dello Gnosticismo, anche se rinnega la visione gnostica del mondo materiale inteso come una prigione da cui fuggire. Il fondatore di questa corrente, Dean Joseph Martin, riordinò tutta una serie di idee con diversi punti in comune, appartenenti a diverse scuole filosofiche e spirituali, come il Pitagorismo, lo Gnosticismo, l’Ermetismo e la Cabala. Il tratto distintivo di questo lavoro di riordino ed unione di idee in apparenza dissimili tra loro è anche la principale chiave di lettura della corrente gnostica: ovvero che sia spiegabile anche il cosiddetto “divino” o “soprannaturale” con lo studio e le leggi scientifiche, in quanto parte di una realtà superiore, ma non per questo priva di logica, anzi strettamente soggetta alle leggi scientifiche. Si prefigge l’evoluzione dell’uomo fino al ritorno ad uno stato di divinità, da cui proviene, utilizzando gli strumenti di cui è stato dotato, e che Satana ha contribuito a rendere utilizzabili concretamente. L’ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza, è vista come un vero e proprio peccato, una condizione da cui l’uomo deve riscattarsi mediante lo studio e la conoscenza in senso lato, che si ottengono con il costante ragionamento sia sulle esperienze filosofiche e spirituali, sia su quelle fisiche. La vita stessa è intesa come una sorta di aula di studio, le cui esperienze sono una fonte inestimabile di conoscenza ed illuminazione. Vita che quindi, secondo il satanismo gnostico, va vissuta pienamente, senza condizionamenti esterni quali superstizioni o convenzioni sociali, ma nel rispetto di se stessi, degli altri e della legalità. Moltissimi principi del satanismo gnostico risultano, quindi, praticamente identici a quelli della corrente razionalista, di LaVey, per il quale Martin ammise sempre di avere rispetto ed ammirazione.

– LUCIFERISMO. In questo contesto troviamo la figura e il culto di Lucifero, considerato nella dottrina catare l’angelo che era stato ingiustamente cacciato dal cielo e di cui si attendeva il ritorno in terra. Lucifero viene venerato come principio del “bene” in opposizione al dio del male e creatore del mondo: il Demiurgo. Questo perché Dio ha voluto negare agli uomini la conoscenza, che invece ha offerto Lucifero sotto forma di serpente dell’Eden. Lucifero non viene neanche identificato come Satana, bensì come l’Eone della Conoscenza, chiamato anche Sophia. Per i luciferiani, che non si definiscono neppure satanisti, la salvezza si raggiunge tramite la conoscenza che viene ostacolata dai dogmi e dalla cieca fede.

– SATANISMO ACIDO. Gli studiosi distinguono nettamente tra un satanismo degli adulti, che si articola in gruppi, spesso della massoneria deviata, che hanno una continuità dottrinale e dei rituali, capi identificabili, sedi, talora anche pubblicazioni e un satanismo giovanile, composto di gruppuscoli di minorenni, privi di una continuità organizzativa e rituale. Il satanismo acido è composto prevalentemente da giovani che si riuniscono per procurarsi e consumare droghe, leggere testi sul satanismo, ascoltare musica satanica e sperimentare i primi rituali rudimentali. Sono prevalentemente fenomeni legati al satanismo acido quelli che stanno dietro alle profanazioni di chiese e cimiteri o ai sacrifici di animali e umani.



Le Messe NereLa messa nera è un rituale satanico nato come parodia della messa domenicale cristiana. Si pensava venissero inizialmente praticate nel Medioevo dalle streghe, ma si sono sempre celebrate e si celebrano ancora tutt’ora nella società moderna. Le messe nere, al di là di rituali che possono appartenere ad una specifica setta, si svolgono alla base di principi e rituali in comune.

Nella messa nera sono importanti gli strumenti e l’abbigliamento per la sua celebrazione che hanno un particolare significato. Il colore nero simboleggia i Poteri dell’Oscurità, i maschi devono indossare tuniche nere, preferibilmente con cappuccio, che coprano completamente il volto in modo da garantire l’anonimato, specialmente nei confronti degli adepti delle classi minori e poter dare libero sfogo alle proprie voglie senza alcun ritegno. Le tuniche devono essere indossate prima di entrare nella stanza del rituale e durante tutta la cerimonia. Per le donne, in alcune congregazioni non è previsto nessun anonimato, queste risultano essere per la convenzione solo “carne su cui far scoppiare i propri impulsi bestiali”. Devono perciò indossare abiti sessualmente eccitanti, con lo scopo di scatenare le pulsioni dei maschi, intensificando in questo modo l’esaltazione. La scarica di adrenalina assicurerà un’attività di energia magica più intensa così da rendere il lavoro più efficace. Le donne più anziane, ormi non più in grado di suscitare tali desideri carnali, dovranno semplicemente vestire di nero. Tutti i partecipanti comunque dovranno indossare amuleti satanici come ad esempio il Sigillo di Baphomet e il tradizionale pentacolo di Satana.

Il simbolo di Baphomet, rappresentato dalla testa di un capro, viene posto sul muro sopra all’altare. Rappresenta i poteri dell’oscurità combinati con la fertilità generativa del capro, e il capro è Satana. Altro simbolo importante è il pentacolo, che nella sua forma “pura” raffigura un uomo che con gambe e braccia aperte disegna una stella a cinque punte: tre in alto e due in basso. La stella a cinque punte, così disposta, vuole simboleggiare la natura spirituale dell’uomo. Mentre la stella a cinque punte, rovesciata, usata nel satanismo vuole rappresentare gli istinti carnali dell’uomo e quindi l’opposto della sua natura spirituale. Quindi la stella risulta capovolta, con due punte verso l’alto e tre verso il basso, così disposta il pentacolo racchiude perfettamente la testa del capro. Le corna di Baphomet, secondo la dottrina satanica, rappresentano il dualismo: l’eterna lotta tra il male e il bene. Mentre le tre punte capovolte stanno ad indicare la negazione della trinità divina. Le parole ebraiche all’interno e intorno al cerchio che racchiude il pentacolo, stanno a significare il Leviathan: il serpente degli abissi, ovvero Satana in persona.

L’altare, elemento essenziale per la messa nera, deve essere rigorosamente realizzato con “carne e sangue”. Infatti il satanismo non è la religione dello spirito, ma della carne e per questo il corpo di una donna nuda sarà l’altare perfetto sul quale celebrare il rituale. La donna ricopre, in quel momento, il ruolo di “ricettore naturale passivo” e rappresenta contemporaneamente la madre terra. L’altro scopo dell’altare di “carne e sangue” è quello di provvedere un punto centrale su cui concentrare l’attenzione degli adepti durante la cerimonia. L’altare deve essere illuminato solo dalla luce delle candele, sono permesse solo candele di colore nero o bianco. Alla sinistra dell’altare deve essere posta una candela nera, a simboleggiare i “Poteri delle Tenebre ed il Sentiero della Mano Sinistra”, sulla destra dell’altare viene posta una candela bianca, a simboleggiare l’ipocrisia di quelli che seguono il “sentiero della mano destra”. Non è permesso utilizzare più di quella candela bianca, mentre le candele nere vengono utilizzate al fine di illuminare la stanza delle cerimonie. Le candele sono considerate il simbolo di Lucifero: “il portatore di luce, la fiamma vivente, il bruciante desiderio, la fiamma dell’abisso”. 

Durante il rituale vengono scritti su una pergamena le “sacre richieste dei partecipanti” che verrà successivamente bruciata dal fuoco sacro delle candele. Il sacerdote conficcherà la sua punta della “Spada del Potere” nelle pergamene contenenti le richieste, non prima però che vengano lette a voce alta. Sarà la fiamma delle candele che avrà il compito di inviare il messaggio a Satana.

L’offerta a Satana, nelle messe nere, più praticata è sicuramente l’orgia. L’energia sessuale che si presume ne scaturisca è fondamentale per i satanisti. Si presuppone che l’energia che emana serva ad avvicinarsi all’entità malefica che si desidera evocare. Importanti sono le funzioni sessuali, in particolare le secrezioni sessuali dell’uomo e della donna, che raccolte nel “calice dell’estasi” e mischiate con vino, o altri alcolici, ed il sangue di tutti gli appartenenti alla setta, vanno a comporre una bevanda, chiamata “amrita” che viene bevuta dal sacerdote e da tutti gli adepti, seguirà poi l’invocazione di Satana.

I satanisti eseguono i loro rituali per garantire la realizzazione delle proprie brame, l’ingrediente principale di tutti i rituali è il desiderio. Il motto dei satanisti infatti è: "fai ciò che vuoi". Un'altra componente essenziale delle messe nere è il sacrilegio, in tutte le sue forme e sue manifestazioni, l’eccitazione che deriverebbe da tutti questi atti sacriligi e blasfemi genererebbe una forza mistica essenziale al fine stesso delle messe nere.



I rituali

La ritualità del satanismo propriamente detto è eclettica, e sembra derivare da una pluralità di fonti come libri, internet o esperienze raccontate da altri satanisti. Il rituale satanico più diffuso e potente è la messa nera in cui hanno luogo episodi di estrema depravazione e ribellione a Dio e alla Chiesa Cattolica. Durante i riti possono essere sacrificati animali, di cui si mangia la carne cruda e si beve il sangue mescolato a vino (come parodia dell’Eucarestia) e si praticano abitualmente abusi sessuali e orge. Spesso i riti sono accompagnati dall’uso di sostanze stupefacenti che abbassano il livello di critica, la soglia di percezione del pericolo e della commissione di reati. Non sempre però durante i riti vengono compiuti atti criminali. In genere, ogni setta, a seconda della specificità che la caratterizza e la differenzia dalle altre, attribuisce ai riti un significato differente.

Per esempio, le sette orientate verso il satanismo occultista utilizzano i riti per venerare e invocare Satana; quelle orientate verso il satanismo razionalista utilizzano la simbologia e i rituali per liberare gli adepti dai condizionamenti morali e sociali (ma non disdegnano comunque il ricorso alla messa nera o rituali similari); quelle orientate verso il satanismo acido attribuiscono maggiore importanza al consumo di alcool e droghe. Il sesso riveste sempre un ruolo fondamentale in tutti i rituali satanici, in quanto è l’atto che consente la procreazione. Durante i rapporti sessuali satanici non viene creata nessuna vita e qualora dovesse capitare c’è subito il ricorso all’aborto che, tra l’altro, viene considerato il sacrificio satanico per eccellenza. I satanisti ritengono che l’energia sprigionata durante l’atto sessuale, e più precisamente durante l’eiaculazione, sia maschile che femminile, permetta all’adepto di entrare in contatto con il male. Rapporti eterosessuali, omosessuali, orge con rapporti masochistici o con sodomizzazioni sono quindi elementi essenziali del rituale satanico.

La ritualità satanica insegna il disprezzo della vita con umiliazioni dolorose che suscitano odio. La personalità si deteriora come si perde progressivamente il senso del valore della vita propria e altrui. L’unica divinità è l’uomo e Satana è il simbolo da onorare, perchè concederebbe all’uomo un dominio sugli altri e le soddisfazioni terrene cui aspira.
Per ammissione degli stessi praticanti, il satanismo è egoismo, odio, individualismo, guerra a tutto ciò che ostacola il raggiungimento del piacere e del gusto di fare del male agli altri. L’iniziazione, infatti, tende ad umiliare e scardinare la personalità attraverso il dolore fisico e psicologico, instillando il disprezzo verso la vita.

Il compimento del rito prevede l’uso di un altare, che generalmente è rappresentato da una donna nuda. Sovente si ricorre anche all’impiego di giovani. Da alcune testimonianze di fuoriusciti, assunte attraverso operatori medico-religiosi, sono emersi raccapriccianti aspetti di alcune ritualità aventi per oggetto: feti di aborti provocati; l’introduzione di piccoli animali nelle cavità naturali della donna; l’uso di sangue mestruale per siglare accordi; sacrifici di animali per lanciare maledizioni. In particolare, è stato dettagliatamente descritto lo svolgimento di una"messa nera", celebrata in una chiesa di forma ottagonale ubicata nei pressi della Basilica di Superga, a Torino.

Nel momento centrale del rito, venivano amputate le zampe ad una capra e gettate su di un fuoco. Contestualmente tutti i presenti invocavano un demone invitandolo a recarsi dalla persona designata per procurarle la stessa mutilazione. I medesimi testimoni, che sarebbero stati gravemente minacciati, hanno fatto riferimento ad una pericolosa "Setta della Mano Nera", risalente al settecento che, come quella denominata "Gli Illuminati" di Baviera (e della sua propaggine "Gli Illuminati di Tanatos"), compirebbe con cadenza annuale un sacrificio umano per il quale verrebbero prescelti come vittime barboni o prostitute.

I satanisti celebrano i propri rituali, oltre che nei sabati e nelle notti di luna piena, anche durante altre notti dell’anno che corrispondono alle loro festività:

– il 1° gennaio, corrisponde a una festa druidica;
– il 2 febbraio, Candelora (Candlemas), detta Festa delle Luci, essa segna la fine del regno del Re dell’inverno, signore del caos. Durante questa notte vengono consacrate le candele che verranno utilizzate per i rituali dei mesi successivi e vengono iniziati i nuovi adepti;
– il 21 marzo, è l’equinozio di primavera;
– il 24 aprile, sabba (il termine “sabba” indica le riunioni notturne delle streghe);
– il 30 aprile, la notte di Valpurga, è la data d’inizio dell’estate esoterica. Durante questa notte viene festeggiato il giorno di rivincita sulla Legge del Bene e si svolgono anche riti propiziatori per l’accumulo di denaro e il raggiungimento del successo;
– 24 giugno, durante questa notte vengono celebrati riti di protezione per gli adepti e malefici contro i nemici;
– 25 giugno, è considerata la notte della magia;
– 31 luglio, viene celebrato uno dei sabba più importanti;
– 1 agosto, detto Lammas, è il giorno in cui, secondo la tradizione, Lucifero fu precipitato dal cielo sulla Terra;
– 24 agosto, viene celebrato il Sabba;
– 29 settembre, viene celebrata la conoscenza demoniaca;
– il 31 ottobre, commemorazione dei defunti e di tutte le potenze delle tenebre, detta Samhain o Halloween. Questo giorno è considerato il capodanno di Satana, perché secondo un’antica credenza popolare, le anime dei defunti tornano in visita nelle proprie case, per cui è possibile stabilire un contatto con loro. I satanisti utilizzano la celebrazione per fare delle richieste al Demonio, perché credono che verranno esaudite;
– il 13 dicembre, perché è il giorno più corto dell’anno;
– il 21 dicembre, che è il solstizio d’inverno e secondo la tradizione pagana gli spiriti dell’aria e dell’acqua infuriano dappertutto.



Sette Sataniche in Italia

Chiesa di Satana: si è formata tra il 1968 e il 1970 a Torino in seguito a contatti con la Chiesa di Satana californiana, fondata da Anton Szandor La Vey nel 1966, riconosciuto dai suoi seguaci come il “Papa Nero” e che scrisse La Bibbia di Satana, la quale diete istruzioni e guida. La setta pratica magia sessuale. Il rituale della messa nera ha al suo centro la consumazione di una mistura di secrezioni sessuali denominata “amrita”. Nel corso delle celebrazioni viene gridato l’odio per Dio, attraverso la profanazione del crocifisso e l’uso di amuleti.

Chiesa di Satana: nata anch’essa intorno agli anni '70, a Torino, porta lo stesso nome della precedente, ma rappresenta un’organizzazione diversa. Mentre la prima ha origini californiane, la seconda ha contatti con organizzazioni sataniste francesi con cui mantiene i rapporti fin dalla sua nascita. La setta celebra, a volte, i suoi riti all’aperto nelle campagne. La messa nera ha elementi di magia sessuale. Le due chiese di Satana contano più di 50mila seguaci.

Associazione srl dei Bambini di Satana: fondata a Bologna da Marco Dimitri nel 1982 si dichiara satanista di “stile pagano”. Tra gli anni '80 e '90 la setta si mette in evidenza per le frequenti scorribande notturne tra chiese sconsacrate e cimiteri della Romagna e delle Marche. I riti includono elementi tantrici e magia sessuale, tutti hanno rapporti con tutti. L’iniziazione avviene tracciando il numero 666 con il sangue di Dimitri, sulla fronte dell’iniziato, che riceve così il marchio della Bestia. Il novizio deve scrivere un patto nel quale dichiara fedeltà assoluta all’opera magica e si proclama Satana, dio di se stesso, firmandolo poi con il proprio sangue. La dottrina impone che tale giuramento sia per la vita, non si può più tornare indietro. Nel tempio si celebrano matrimoni eterosessuali e omosessuali, matrimoni a tre e incestuosi (qualsiasi grado di parentela). Il satanismo di Dimitri sembra di tipo razionalista-pagano: “Alla materia dell’universo noi abbiamo dato il nome di Satana, noi siamo Satana, non ammettiamo alcun Dio all’infuori di noi”. Ma dall’altro canto si afferma pure che “Satana e i suoi demoni sono il nucleo della materia in eterna trasformazione, in continuo movimento…Dio non può dove Satana regna”. Nel 1996 la setta è stata oggetto di un’inchiesta giudiziaria per violenza carnale nel corso di messe nere su una ragazza sedicenne e su un bambino di circa tre anni. Le indagini hanno portato alla luce ramificazioni della setta in altre città italiane.

Chiesa Nera Luciferiana: detta anche Congregazione Luciferiana, nata a Roma nel 1890 e guidata (fino alla sua morte) dall’occultista Sergio Gatti, in arte Efrem del Gatto, che univa all’attività di satanista quella di mago a pagamento. Del Gatto dichiarava di aver ricevuto sette manifestazioni di Lucifero. La setta segue il culto di Lucifero, ritenuto il “principe perfetto” di gran lunga superiore a Dio. Nei riti si eseguono flagellazioni e azioni liberatorie e, durante la messa nera, si tagliuzzano mani e braccia per offrire sangue a Lucifero.

Impero dei Ribelli Luciferiani: sono l’espressione tipica di quella frangia del movimento giovanile punk influenzato dallo stile cosiddetto dark o gothic e dalla musica black metal. Individuati come responsabili di numerose incursioni in alcuni cimiteri e chiese per sconsacrarli.

Luciferiani: i membri di questa setta, nata a Torino, adorano Lucifero e si definiscono apportatori di Luce Nera. Durante le loro oscure cerimonie sono soliti utilizzare lunghi sai neri con cappuccio e si radunano per compiere i loro riti in una cappella sconsacrata. Sulla parte di fondo della chiesa è raffigurato il Capro di Mendes o Becco di Sabba, disegnato da Eliphas Levi nel “Rituale dell’alta Magia”, il cui capo è ornato dalla fiaccola, simbolo di Lucifero, che vuol dire “portatore di luce” e che era tra tutti i cherubini il “più luminoso”.

Eletti di Satana Astarottiani: si tratterebbe di una nuova setta nata dalla fusione della setta romana “Eletti di Satana” e quella di Berlino, i “Seguaci di Astaroth”. Responsabile della setta italiana sarebbe Veronica Escobar, mentre la setta romana sarebbe stata diretta da Patrizia Silvestri. La setta ha sedi a Roma, Bologna, Firenze, Genova, Torino, Treviso, Udine, Ancona, Rieti, Lucca, Milano, Palermo e Bari. Per farne parte bisogna pagare una tassa d’iscrizione di oltre cinquemila euro. Le attività della setta consistono nell’adorare il diavolo, nella pratica di riti di magia nera e magia sessuale. Secondo la Escobar alla setta affluiscono soprattutto le persone rifiutate dalla Chiesa Cattolica, in particolare gli omosessuali. La setta balzò agli onori della cronaca diversi anni fa quando al motto “La Chiesa vi toglie, Satana vi dà”, alcuni suoi seguaci distribuirono ai passanti delle banconote da 50mila e 100mila lire. Il fatto avvenne in otto città italiane.

Confraternita dei Cavalieri della Freccia d’Oro: per farne parte a tutti gli effetti è necessario passare attraverso varie iniziazioni. Una di queste è nota come il “rito dell’immpiccagione”. Il rito si svolge all’interno della “grotta delle esecuzioni” posta sotto il Tempio dell’Amore Satanico, luogo cerimoniale della Confraternita dei Cavalieri della Freccia d’Oro: qui si erge il patibolo pronto a impiccare l’iniziato. Il momento culminale del rito vede l’adepto, completamente nudo e libero, salutare l’assemblea e dirigersi al patibolo. A questo punto il Mago-Guerriero mette la corda attorno al collo dell’iniziato che comincia la sua ascensione allo spazio vuoto. Si tratta indubbiamente di un istante in cui lo strangolamento minaccia di essere fatale. L’iniziato, svenuto, allora scivola, sostenuto dal Mago, sul pagliericcio, e viene ricoperto da un panno di seta gialla, messo fin dall’inizio ai piedi del patibolo. Seguono quindi altre pratiche rituali espletate con la partecipazione di una donna adeguatamente informata, chiamata Dama, e finalizzate al completamento del rito, che si conclude con una sorta di matrimonio esoterico-simbolico fra l’iniziato e la Dama, dove non sono assenti pratiche esplicite di carattere sessuale.

Tempio di Seth: è uno tra i più importanti gruppi satanici americani, fondato del 1975 da Michel A. Aquino, dopo che questi lasciò la Chiesa di Satana americana. Il suo gruppo è devoto a Seth, il dio egizio, considerato il precursore del Satana dei cristiani. Aquino si è scisso da La Vey sulla questione dell’esistenza di Satana. La Vey la negava, mentre Aquino l’affermava. La dottrina di Aquino mira a risvegliare la divinità degli individui per mezzo di atti consapevoli della volontà e dell’intelletto. Il gruppo crede che nel corso dei secoli Seth sia intervenuto nell’evoluzione umana per creare una nuova specie che possiede un’intelligenza superiore, non naturale. La filiale italiana si trova a Napoli ed è stata accusata di aver organizzato una messa nera nei sotterranei dello stadio San Paolo.

Tempio del Sole d'Oro: ispirata all’analoga setta inglese Golden Dawn, opera nella provincia di Arezzo e tra le sue fila conterebbe anche numerosi membri dell’alta società italiana. Il rito di iniziazione si pratica sgozzando un piccione nero e termina con un’orgia collettiva.

Iod Astrum Aurum: nel settembre 1994 venivano segnalati sul quotidiano “Il Piccolo” alcuni episodi di riti satanici celebrati in una grotta nei pressi di Padriciano (Trieste). Dalle indagini è risultata l’esistenza di un gruppo satanico, i cui adepti, durante le messe nere facevano uso di sostanze stupefacenti, immolavano animali, profanavano ostie consacrate e altri paramenti sacri rubati nelle varie Chiese, inoltre svolgevano pratiche sessuali contro natura. Tutti gli adepti sono stati identificati.

Ierudole di Isthat: misterioso gruppo satanista tutto femminile, di cui si è scoperta traccia a Pescara. Adorano Isthat, dea babilonese dell’amore e della vita sessuale. Oltre all’aspetto erotico ha anche una funzione bellica e astrale ed è simboleggiata da una stella con 8 raggi.

Loggia Nera: i seguaci di questa setta satanica si radunano in una casa privata di Roma. Si sono fatti conoscere tramite la rivista di controcultura “Torazine”. Dichiarano che il corpo di Satana è composto dall’erotizzazione degli esseri umani e propongono una via satanica alla conoscenza. Riconoscono Anton La Vey come il Papa Nero e sostengono le dottrine di Crowley. Spiegano che grazie alla vita satanica, gli odori, i sapori, gli umori, dei nostri corpi diverranno macchine da guerra tese alla dissoluzione della cultura cristiana attraverso la vera santificazione senza tempo: il godimento.

666 Realtà Satanica: la setta è stata fondata a Milano da Filippo Scerba, noto come “Principe Demus”. In genere i suoi membri si ritrovano in case private o presso negozi di dischi o articoli magici. Scerba, la cui formazione satanica risente degli insegnamenti della Wicca luciferina (diffusa soprattutto in Francia) e dai contatti con la Chiesa di Satana di Anton La Vey, elabora una dottrina tutta personale: Satana è figlio di Dio e fratello di Gesù Cristo; la Terra è un pianeta di livello non particolarmente elevato dove tutto nasce e muore; esiste la reincarnazione e diverse entità e demoni. Degli insegnamenti di La Vey, Scerba ne adotta uno come principio fondamentale: “i forti prevalgono sui deboli”. Fra i rituali c’è il “rito della mano del morto”, consistente nello scavare una tomba, tagliare la mano del cadavere, coricarsi nella bara, che viene richiusa per un breve tempo, poi, una volta finito il rito, risistemare la tomba come era prima; il rito “del bue (o capra)”, consistente nel sacrificio di un animale, in genere all’aperto, che viene legato a quattro alberi, che corrispondono a “Lucifero, Satana, Levitan e Belial”, dopo di che viene squartato, il sacerdote immerge l’adepto nelle viscere dell’animale, il quale dopo il rito potrà essere bruciato, sepolto o consumato. Poi c’è il “rito del palo” tipico rito sessuale.

Orgasmo Nero: setta satanica clandestina di Roma. Sembra che gli adepti siano dediti alla pedofilia e ad ogni sorta di connubio sesso-morte. Adorano Belzebuth dalle ali di pipistrello, di cui dicono di essere figli prediletti. Secondo alcuni, gli adepti di questa setta praticherebbero il vampirismo e farebbero uso di droghe.

Mano Nera: organizzazione attiva in varie zone d’Italia, ispirata alla setta satanica americana Black Hand, di cui ne riprende il modus operandi: un omicidio all’anno con relativa estrazione degli organi interni della vittima per macabri rituali.

Satanael – Universale Fratellanza della Luce Nera: piccola setta satanica nata e operante nella provincia di Bari, curano anche una rivista satanica di nome Black Star.

Sacro Cerchio dell'Alba Dorata: fondata a Genova da un architetto genovese, è una setta satanica che pratica lo sgozzamento di piccoli animali e alla fine del rituale praticano l’accoppiamento con una vergine.

Figli del Demonio: setta satanica di Venezia e zone limitrofe, collegati alla setta satanica giapponese di Shoko Asahara e gli adepti si definiscono servi fedeli di un’entità maligna orientale chiamata Angra Maniyu.

Queste sono solo alcune delle sette sataniche presenti nella nostra società moderna, alle quali migliaia di persone ne sono diventate seguaci e ogni giorno ce ne sono altrettante che ne diventano o sono potenziali adepti.


La Diffusione

Se negli anni ’80 la Chiesa di Satana ha conosciuto un periodo di declino, dagli anni ’90 fino ad oggi i movimenti satanici si sono nuovamente diffusi in misura considerevole in tutto il mondo occidentale. La diffusione del culto satanico negli Stati Uniti è tale che in California le varie Chiese di Satana hanno il diritto di figurare sulle Pagine Gialle e sugli elenchi telefonici fra le organizzazioni religiose. Oltre che negli USA, le Chiese di Satana si sono diffuse in quasi tutti gli stati. Seguire la storia di ciascuno di essi non è cosa facile, perché tendono a scindersi per dar vita a nuovi gruppi continuamente.

L’Italia è fra i paesi occidentali coinvolti nella proliferazione e nella diffusione delle sette sataniche. Sin dall’800, infatti, in Italia si è diffusa l’idea che Torino fosse la capitale del satanismo. Questa credenza è nata quando, tra il 1850 e il 1870, il governo piemontese entrò in conflitto con la Chiesa Cattolica e mise in atto una politica di tolleranza e liberalismo verso spiritisti, maghi, gruppi religiosi o parareligiosi, tra cui alcuni che praticavano evocazioni diaboliche. Da qui nacque la credenza che Torino fosse la città del Demonio. Dopo il 1890 Torino cessò di avere l’atteggiamento di tolleranza che aveva caratterizzato il ventennio precedente e perse il ruolo di capitale delle spiritualità alternative e della magia.

L’interesse per la magia e l’occulto si spostò, quindi, in altre zone d’Italia, come Roma, Milano, Firenze e Napoli. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Diavolo in Italia era soprattutto un simbolo di trasgressione utilizzato dai movimenti goliardici universitari. Durante gli anni della contestazione giovanile, a partire dal 1968, la goliardia torinese ebbe un ruolo cruciale nell’accogliere le notizie provenienti dagli Stati Uniti sulla Chiesa di Satana di La Vey e nella successiva diffusione del satanismo in Italia.


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fonte: freeondarevolution.blogspot.it