sabato 28 luglio 2018

cosa sono gli "ORBS"?

...la scienza si interroga.

Un po’ a tutti è capitato di aver scattato delle foto nelle quali compaiono delle enigmatiche “particelle” sospese nell’aria. Curiosamente, il fenomeno si presenta solo in alcune immagini, anche se scattate nello stesso luogo delle altre e a poca distanza di tempo. Vengono chiamate “orbs”. Ma cosa sono in realtà? La scienza inizia a interrogarsi.

Con la diffusione delle fotocamere digitali, il curioso fenomeno degli orbs ha cominciato ad affascinare una parte sempre più ampia di persone, fino a coinvolgere alcuni ricercatori nella comprensione della natura di queste particelle.

Orb è un termine di lingua inglese che definisce un effetto ottico risultante in piccole sfere (somiglianti a globi di luce) che talvolta appaiono nelle immagini fotografiche o nei filmati pur non corrispondendo ad oggetti visibili ad occhio nudo ...



In realtà, il fenomeno è stato poco studiato, ma il dottor Gary E. Schwartz, professore di Scienze Ottiche e la dottoressa Katherine Creath, dell’Università dell’Arizona, nel 2005 hanno pubblicato un interessante studio sulle enigmatiche sfere. [Leggi studio].

Nello studio di legge che la maggior parte degli orbs possono essere spiegati con il riflesso del flash della fotocamera su oggetti presenti nell’ambiente o particelle do polvere in sospensione.

Tuttavia, Schwartz e Creath riconoscono che alcuni orbs sembrano sfidare ogni spiegazione fornita dall’ottica convenzionale.

Uno dei casi più emblematici è quello fornito da un documentario della BBC, nel quale si vede una sfera catturata dalla videocamera muoversi lentamente prima di scomparire nel nulla.


Il documentario è stato girato con una videocamera ad alta definizione a infrarossi montata su un treppiede, eliminando così alcuni dei fattori più comuni che i ricercatori ritengono essere causa della comparsa delle sfere.

“Non è possibile spiegare oggetti come questi che si muovono in percorsi dinamici e imprevedibili come riflessi causati da insetti”, scrivono Schwartz e Creath. “E non è nemmeno possibile spiegare molti di questi percorsi dinamici come causati da particelle di polvere in aria”.

Sebbene i due ricercatori ritengono che la maggior parte degli orbs possa essere spiegata dalla scienza convenzionale, “a questo punto non è né logico, né responsabile, concludere che ogni sfera osservata mondo possa essere causata da un meccanismo riconducibile alla scienza ottica convenzionale come riflesso di oggetti randagi”, concludono i due ricercatori.

Visto che la scienza ammette che il fenomeno degli orbs, almeno parte di esso, esula dalle spiegazioni convenzionali, sarebbe interessante capire cosa possa provocare il curioso fenomeno. La speranza è che qualche ricercatore più coraggioso sia interessato a svelare il mistero nella sua interezza.

Sicuramente qualche presunto orbs ha delle spiegazioni molto fisiche e plausibili, ma taluni casi non riescono a trovare spiegazioni convincenti. Questi bizzarri oggetti eterici si presentano con configurazioni molto particolari, con forme e colori diverse, con strutture interne molte diverse e a volte mostrano anche di essere in movimento:



Uno studio interessante sugli orbs è pubblicato qui
(gradientitemporali.wordpress.com)


Il CICAP, logicamente, approfondisce l'ipotesi fornita dall'ottica convenzionale.

Il risultato è la conferma che si tratterebbe di un'aberrazione ottica.

Ad esempio:
"Su internet è possibile trovare foto che presentano anomalie di diversa natura; di seguito propongo un elenco di possibili cause che possono generare artefatti sulle immagini:
particelle fuori-fuoco illuminate dal flash;
- polvere sull'obiettivo;
- polvere dentro l'obiettivo o nel corpo macchina (tipico delle macchine reflex);
- lens-flare, riflessione interna alle lenti dell'obiettivo (effetto che spesso si trova nelle foto controluce);
- esposizione multipla;
- oggetti fuori-fuoco troppo vicini all'obiettivo;
- ottica di bassa qualità;
- riflessione della luce del flash da parte di oggetti;
- contaminazione della pellicola durante lo sviluppo;
- contaminazione della pellicola durante la stampa;
- polvere sul vetro dello scanner;
- malfunzionamento delle scanner;
- invecchiamento della luce dello scanner;
- umidità;
- pellicola scaduta o conservata in un luogo troppo caldo o umido;
- modifiche digitali della foto tramite programmi di fotoritocco (non è una regola fissa e anche qui è possibile imbrogliare, ma se una foto proveniente da una fotocamera digitale pubblicata su internet non presenta nel file le informazioni EXIF, relative alle modalità di scatto, è stata perlomeno aperta e salvata con un programma di fotoritocco)."

Lo studio completo, di Marcello Garbagnati (CICAP Lombardia), si può leggere qui: www.cicap.org

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.com/

giovedì 26 luglio 2018

Aradia, o il Vangelo delle Streghe

Toscana 1889, il misterioso manoscritto scoperto dal giornalista americano Charles Godfrey Leland.


Charles Godfrey Leland (Filadelfia 1824-Firenze 1903)


Aradia, o il Vangelo delle Streghe è un libro scritto nel 1899 dal giornalista e folclorista americano Charles Godfrey Leland (Filadelfia 1824-Firenze 1903), che affermava di essere venuto a conoscenza, durante le sue ricerche in Toscana, di una oscura tradizione religiosa stregonesca sopravvissuta per secoli. Il libro di Leland è diventato uno dei testi fondamentali dei movimenti neopagani della Wicca e della Stregheria. Il Vangelo delle streghe, sarebbe la traduzione inglese di un manoscritto originale italiano, che Leland raccontò di aver ricevuto da una donna di nome Maddalena. Al testo di Maddalena, Leland poi aggiunse del materiale frutto delle sue ricerche sul folklore e sulle tradizioni italiane. Leland raccontò di avere saputo dell'esistenza del Vangelo nel 1886 ma che la sua fonte, Maddalena, impiegò undici anni per procurargliene una copia. Il libro è strutturato in quindici capitoli che descrivono le origini, le credenze, i rituali e gli incantesimi tradizionali della stregoneria pagana italiana. La figura centrale di questa religione sarebbe la Dea Aradia, venuta sulla terra per insegnare la pratica della stregoneria ai contadini affinché si opponessero efficacemente ai signori feudali che li opprimevano, e alla Chiesa Cattolica Romana. Gli studiosi sono divisi sull’opera di questo studioso inglese di fine Ottocento. Alcuni giudicano del tutto inventate le sue affermazioni sulle origini del manoscritto, altri ne sostengono l'autenticità e lo considerano una documentazione unica sulle credenze popolari in Italia.  Nel libro Leland scrive che: «Diana fu la prima creata al mondo: in lei esistevano tutte le cose. Da se stessa, l’oscurità primordiale, si separò; si divise in oscurità e in luce. Lucifero, suo fratello e figlio, lei stessa e la sua altra metà, era la luce. Quando Diana vide che la luce era così bella, la luce che era la sua altra metà, suo fratello Lucifero, la desiderò con enorme brama. Volendo ricevere nuovamente la luce nella sua oscurità e ingoiarla in rapimento e delizia, tremò per il desiderio. Questo desiderio era l’Alba». Egli scrive che, ogni qual volta nella storia c’è stato un periodo di radicale rivolta intellettuale contro le forze conservatrici e l’autorità costituita, si è sempre sviluppata una corrente intellettuale che considera la Donna come un essere perfettamente uguale, se non superiore all’uomo. Anche nel conflitto tre le varie correnti delle scuole occulte di magia, il neo-Platonismo, la Cabala, le eresie cristiane, la magia e il dualismo persiani, come nei resti della teologia greca ed egiziana in voga ad Alessandria nel terzo e quarto secolo d.C. e nella Casa della Luce del Cairo nel nono secolo, secondo lo studioso inglese si nota come l’uguaglianza della Donna fosse una dottrina preminente. Era Sofia o Elena, la donna affrancata, considerata come il vero Cristo che avrebbe salvato l’umanità. E quando la dottrina dell’Illuminazione, la volontà di rigenerare la società riformandola secondo i principi della più estrema libertà di pensiero, ispirarono nei Templari la speranza di governare la Chiesa e il mondo, la dottrina dell’uguaglianza della Donna, avrebbe ricevuto nuova linfa e nuova attenzione. Durante il Medioevo e anche nel periodo degli Ugonotti francesi, dei Giansenisti e degli Anabattisti, la Donna, secondo Leland, fu più importante ed ebbe un ruolo maggiore nella vita sociale e politica che non in epoche precedenti. Il Vangelo delle Streghe dimostrerebbe che ci sono stati pensatori che hanno considerato la creazione come uno sviluppo femminile, o partenogenesi, da cui è scaturito il principio maschile. Lucifero, o la Luce, era nascosto nell’oscurità di Diana. Il salvatore o Messia di questa dottrina sarebbe una donna, Aradia, anche se le due, madre (Diana) e figlia, sono confuse o adombrate l’una nell’altra nei differenti racconti, come Jahvè è confuso con Elohim.  Secondo Leland: «Tuttora le streghe formano una società segreta o setta, da loro chiamata della Vecchia Religione, e ci sono in Romagna interi villaggi dove gli abitanti sono pagani e sono governati quasi interamente dai Settimani o nati ai setti mesi». Inoltre: «Gli stregoni italiani formano una classe distinta di persone che esercita un grande potere a Napoli e in Sicilia e che possiede interessantissimi documenti magici e diagrammi cabalistici. Questi documenti e diagrammi derivano probabilmente da Malta. Perciò non sembrerà una cosa sorprendente al lettore che questo Vangelo delle Streghe sia stato preservato, seppur nella forma in cui l’ho dato. E vero che non l’ho né avuto né visto come un vecchio manoscritto, ma sono certo del fatto che è stato scritto in tempi antichi e che è ancora ripetuto qui e là oralmente in parti separate».

fonte: http://larapavanetto.blogspot.com/

lunedì 23 luglio 2018

sulla guerra


da "Frammenti di un insegnamento sconosciuto"
di P.D. Ouspensky

C'era una domanda intorno alla guerra: Come impedire le guerre? 
Non si possono impedire le guerre. 

La guerra è il risultato della schiavitù nella quale gli uomini vivono. Ad essere esatti, le guerre non avvengono per colpa degli uomini. Alla loro origine stanno forze cosmiche, influenze planetarie.

Ma negli uomini non vi è alcuna resistenza a quelle influenze, e non vi può essere, perché gli uomini sono schiavi. Se fossero degli uomini, se fossero capaci di "fare", sarebbero capaci di resistere a queste influenze, e di trattenersi dall'uccidersi l'un l'altro.

"Ma coloro che comprendono questo, non possono fare qualcosa?" domandò la persona che aveva posto la domanda sulla guerra. "Se un numero sufficiente di uomini arrivassero alla conclusione categorica che non vi devono più essere guerre, non potrebbero influenzare gli altri?"

Coloro che non amano la guerra l'hanno tentato quasi dal tempo della creazione del mondo, disse G. E tuttavia non vi è mai stata una guerra paragonabile a quella attuale (1938/45).

Le guerre non diminuiscono, ma crescono e non possono essere fermate con mezzi ordinari. Tutte queste teorie sulla pace universale, le conferenze per la pace, ecc., non sono che pigrizia e ipocrisia.

Gli uomini non vogliono pensare a sé stessi, non vogliono lavorare su di sé, non pensano che ai mezzi per indurre gli altri a servire i loro capricci, a fare ciò che desiderano...


Se si costituisse effettivamente un gruppo sufficiente di uomini desiderosi di arrestare le guerre, essi comincerebbero a fare la guerra a coloro che non sono della loro opinione. Ed è ancora più certo che farebbero la guerra a uomini che vogliono anch'essi impedire le guerre, ma in un altro modo. Finirebbero così col battersi.

Gli uomini sono ciò che sono, e non possono fare altrimenti. La guerra ha moltissime cause che ci sono sconosciute. Alcune risiedono negli uomini stessi, altre sono esteriori. Bisogna cominciare dalle cause che sono nell'uomo stesso. Come può l'uomo essere indipendente dalle influenze esteriori, dalle grandi forze cosmiche, quando è schiavo di tutto ciò che lo circonda? Egli è in balia di tutte le cose intorno a lui. Se fosse capace di liberarsi dalle cose, potrebbe anche liberarsi dalle influenze planetarie.

Libertà, liberazione. Questo deve essere lo scopo dell'uomo. 

Diventare libero, sfuggire alla schiavitù - ecco ciò per cui un uomo dovrebbe lottare allorché è diventato, anche solo per un poco, cosciente della sua situazione.

Questa è la sola via d'uscita per lui, poiché nient'altro è possibile finché resta uno schiavo, interiormente ed esteriormente.

Ma non può cessare d'essere schiavo esteriormente finché resta schiavo interiormente. Così, per diventare libero, deve conquistare la libertà interiore.

La prima ragione della schiavitù interiore dell'uomo è la sua ignoranza, e soprattutto l'ignoranza di sé stesso. 

Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua macchina (l'uomo non libero è solo una macchina), l'uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo, in balia delle forze che agiscono su di lui.

Ecco perché negli insegnamenti antichi, la prima richiesta a chi si metteva sulla via (iniziatica) della liberazione, era: Conosci te stesso....

"Il principio 'Conosci te stesso' ha un contenuto molto ricco. Esso richiede in primo luogo, all'uomo che vuole conoscersi, di comprendere ciò che questo significa, in quale insieme di relazioni s'inscriva questa conoscenza e da che cosa essa necessariamente dipenda. 
"La conoscenza di sé è uno scopo molto alto, ma molto vago e distante. L'uomo nel suo stato attuale è molto lontano dalla conoscenza di sé. Questa è la ragione per cui, rigorosamente parlando, lo scopo 
di un uomo non può essere definito la conoscenza di sé. Il suo grande scopo deve essere lo studio di sé. Per lui sarà ampiamente sufficiente comprendere che deve studiare sé stesso. Ecco lo scopo dell'uomo: cominciare a studiare sé stesso, conoscere sé stesso, nel modo più giusto.  
 (Capitolo VI - 119)

"Lo studio di sé è il lavoro, o la via, che conduce alla conoscenza di sé. 
"Ma per studiare sé stessi, occorre innanzitutto imparare come studiare, da dove cominciare, quali mezzi impiegare. Un uomo deve imparare come studiare sé stesso, deve imparare i metodi dello studio 
di sé. 
"Il metodo fondamentale per lo studio di sé è l'osservazione di sé. 

Senza una osservazione di sé eseguita in modo corretto, un uomo non comprenderà mai come le diverse funzioni della sua macchina siano collegate e in correlazione tra loro, non comprenderà mai come e perché, in lui, 'tutto accade'.
( Capitolo V -  97 )

L'influenza della Luna su tutti gli esseri viventi si manifesta in tutto ciò che accade sulla terra.

La Luna è la forza principale, o meglio la forza motrice più vicina, più immediata, di tutto ciò che si produce nella vita organica sulla terra. Tutti i movimenti, tutte le azioni e manifestazioni degli uomini e delle piante dipendono e sono comandati dalla luna. La sottile pellicola sensibile di vita organica che ricopre il globo terrestre è interamente dipendente dall'influenza di questa formidabile elettrocalamita che succhia la sua vitalità.

L'uomo, come ogni altro essere vivente, non può, nelle condizioni ordinarie della vita, liberarsi dalla luna. Tutti i suoi movimenti e, di conseguenza, tutte le sue azioni, sono controllate dalla luna. Se egli uccide un uomo, è la luna che lo fa; se si sacrifica per gli altri, è ancora la luna. Tutte le cattive, tutti i crimini, tutti i sacrifici, tutte le imprese eroiche, così come il modo di comportarsi nella vita di tutti i giorni, tutto questo è comandato dalla luna.

La liberazione che viene con la crescita dei poteri e delle facoltà mentali è una liberazione dalla luna. La parte meccanica della nostra vita dipende dalla luna, è soggetta alla luna. Ma se noi sviluppiamo in noi stessi la coscienza e la volontà e sottomettiamo ad esse la nostra vita meccanica e tutte le nostre manifestazioni meccaniche, sfuggiremo al potere della luna.

Piotr Demianovich Ouspensky

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.it/

venerdì 20 luglio 2018

Gianni Rodari e quei libri bruciati negli oratori


Gianni Rodari, all'anagrafe Giovanni, nacque ad Omegna, città piemontese posta sulle sponde del lago d'Orta, il 23 ottobre del 1920. Il padre, Giuseppe, svolgeva il lavoro di fornaio mentre la madre, sposata in seconde nozze da Giuseppe Rodari, era commessa nel negozio paterno, sito in una delle principali vie della cittadina. Ad Omegna frequentò le prime quattro classi elementari ma in seguito alla morte del padre, sopraggiunta nel 1929 a causa di una broncopolmonite, la madre decise di trasferirsi nel suo paese natale, Gavirate in provincia di Varese, con Gianni e Cesare, nato nel 1921. Negli anni successivi la madre decise di cedere la quota dell'attività di famiglia la fratellastro di Gianni, Mario, nato dalle prime nozze del padre. Nel 1931, all'età di undici anni, entrò nel seminario cattolico di San Pietro martire a Seveso, in provincia di Milano. La strada non era quella corretta e la madre, nel 1934 a quattordici anni di età, decise d'iscriverlo alle scuole magistrali.


A partire dal 1935 Rodari militò nell'Azione Cattolica; dai verbali delle adunanze di Gavirate si evince che nel dicembre dello stesso anno svolgeva la funzione di presidente. Anche l'ano seguente dedicò molto del proprio tempo all'organizzazione cattolica, pubblicando otto libri sul settimanale cattolico L'azione giovanile. Nel frattempo iniziò una collaborazione con Luce diretto da Monsignor Sonzini. Nel 1937 Gianni Rodari si diplomò come maestro a Gavirate. L'anno seguente fece il precettore presso una famiglia ebrea fuggita dalla Germania a Sesto Calende, sempre in provincia di Varese. Nello stesso anno si allontanò dall'associazione Azione Cattolica, rimettendo la presidenza. Nel 1939 decise d'iscriversi alla Facoltà di Lingue presso la prestigiosa università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo pochi esami decise di abbandonare il corso di studi e l'università. Negli anni successivi insegnò in alcuni paesi del varesotto. Di quel periodo Gianni Rodari ricordò che fu una scuola divertente dove i bimbi utilizzavano la fantasia per correggere gli scritti dello stesso maestro. Poco dopo giunse la guerra a modificare la vita dell'uomo nato sulle sponde del lago d'Orta. Gianni fu esonerato dal servizio militare a causa della salute cagionevole. 


Nel frattempo vinse un concorso come maestro ed insegnò ad Uboldo, non lontano da Saronno. Nel 1943 fu richiamato alle armi dalla Repubblica di Salò ed assegnato all'ospedale milanese di Baggio. Per lo scrittore fu un periodo durissimo poiché perse i migliori amici ed il fratello fu internato in un campo di concentramento in Germania. Decise di prendere contatti con la Resistenza lombarda, gettando l'uniforme ed entrando in clandestinità. Il primo di maggio del 1944 s'iscrisse al Partito Comunista Italiano. Con la fine della guerra iniziò la carriera giornalistica in Lombardia, dirigendo il periodico della Federazione Comunista di Varese l'Ordine Nuovo. Nel 1947 iniziò la collaborazione con l'Unità di Milano, curando la rubrica La domenica dei piccoli. Nel 1950 lasciò la città meneghina per la capitale, dove fondò e diresse con Dina Rinaldi il giornale per ragazzi Pioniere. L'anno prima un decreto del Vaticano, conosciuto con il nome di Scomunica dei comunisti, aveva scatenato fortissime polemiche nel paese. 


La Scomunica dei comunisti è il nome con cui è conosciuto, a livello popolare, un decreto della Congregazione del Sant'Uffizio pubblicato il 1 luglio del 1949. Il decreto dichiarava illecita, a detta della Congregazione stessa, l'iscrizione al partito comunista, nonché ogni forma di appoggio ad esso. La Congregazione dichiarò inoltre che tutti coloro che professavano la dottrina comunista erano da ritenere apostati, quindi incorrevano nella scomunica. In questo clima da guerra fredda, nel 1951, Gianni Rodari pubblicò il suo primo libro pedagogico, Il manuale del Pioniere. Come si legge nel libro di Marcello Argilli, Gianni Rodari - Una biografia, il Vaticano definì lo scrittore e pedagogista come “un ex-seminarista cristiano diventato diabolico”. In seguito a queste accuse, le parrocchie bruciavano nei cortili copie del Pioniere e dei libri di Gianni Rodari. Una testimonianza di questi eventi è riportata da Alba Morsilli: “Una domenica mattina mentre mi apprestavo a fare il mio giro mi vide il parroco e mi strappò tutti i giornali di sotto il braccio e li bruciò. Allora non potevo immaginare che quel gesto era perché Gianni Rodari era stato scomunicato dal clero, e per tale motivo le parrocchie bruciavano i suoi libri e scritti...”. Gianni Rodari collaborò per il giornale per ragazzi Pioniere per una decina d'anni, sino alla cessazione della pubblicazione stessa. Il 25 aprile del 1953 sposò Maria Teresa Ferretti, segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare.


Il 13 dicembre dello stesso anno fondò Avanguardia, giornale nazionale della FGCI. Nel dicembre del 1956 fu chiamato da Pietro Ingrao all'Unità, dove resterò sino alla fine del dicembre 1958 prima di passare a Paese Sera come inviato speciale. Dello stesso periodo sono le collaborazioni con la RAI e con la BBC. Tra la fine degli anni cinquanta e la fine dei sessanta, Gianni Rodari si dedicò con passione al lavoro con i bambini. Fu un periodo molto duro per lo scrittore a causa delle condizioni fisiche e della grande mole di lavoro. Sono però anche gli anni della fama e della notorietà, grazie alle pubblicazioni con la casa editrice torinese Einaudi. In questo periodo raggiunse anche la tranquillità economica grazie alle collaborazioni con La via migliore e I quindici. Nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen, noto anche come Piccolo Premio Nobel della narrativa per l'infanzia. Si tratta di un premio letterario internazionale conferito ogni due anni come riconoscimento a un contributo duraturo alla letteratura per l'infanzia e la gioventù. A tutt'oggi Gianni Rodari è l'unico italiano ad aver vinto questo prestigioso premio (da non confondersi con l'analogo premio Andersen italiano).


Nel 1973 uscì il suo capolavoro pedagogico, Grammatica della Fantasia - introduzione all'arte di inventare storia. Il saggio era indirizzato ad insegnanti, animatori e genitori. Sino agli inizi degli anni ottanta continuò le sue collaborazioni giornalistiche e partecipò ad innumerevoli conferenze ed incontri nelle scuole italiane. Alcuni suoi testi pacifici furono musicati da Sergio Endrigo, su tutti spicca la famosa canzone Ci vuole un fiore. Purtroppo il 10 aprile del 1980 fu ricoverato in una clinica di Roma per un'operazione alla gamba sinistra dovuta all'occlusione di una vena. Morì il 14 aprile, quattro giorno dopo il ricovero, a causa di un collasso cardiaco. Aveva 59 anni. Le sue spoglie furono sepolte nel Cimitero del Verano.


Per comprendere l'importanza del personaggio, malgrado il maldestro tentativo di cancellare i suoi scritti con il rogo dei libri voluti dai preti, a partire dal 1980 sono state scritte decine di opere che parlano di Gianni Rodari ed esistono centinaia di parchi, circoli, biblioteche e scuole intitolate alla sua memoria. Il Parco Rodari più importante si trova ad Omegna, sua città natale.

Fabio Casalini



fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/


Bibliografia


Marcello Argilli, Gianni Rodari. Una biografia, Torino, Einaudi, 1990


Marcello Argilli, Carmine De Luca e Lucio Del Cornò (a cura di), Le provocazioni della fantasia. Gianni Rodari scrittore e educatore, Roma, Editori Riuniti, 1993

Pino Boero, Una storia, tante storie. Guida all'opera di Gianni Rodari, Torino, Einaudi, 1992

Franco Cambi, Collodi, De Amicis, Rodari. Tre immagini d'infanzia, Bari, Dedalo, 1985

Franco Cambi, Rodari pedagogista, Roma, Editori Riuniti, 1990

Mariarosa Rossitto, Non solo filastrocche. Rodari e la letteratura del Novecento, Roma, Bulzoni, 2011

Antonino Russo, Gianni Rodari, Bologna, Poligrafica moderna, 1976

Sitografia


www.giannirodari.it


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

martedì 17 luglio 2018

estate: è Natale!




Otranto: faro Palascia, punta orientale d'Italia - foto Gianni Lannes © (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes

C’era una volta: sacro e profano. Fuochi da Oriente a Occidente, da un tempo remoto al presente senza memoria del passato. E mi torna in mente la figura di Giovanni Battista: l’unico santo di cui si celebra la nascita e non la morte o il martirio (24 giugno). Come per il Natale di Cristo (rinascita del sole), la festa cade attorno al giorno del solstizio estivo, la notte delle streghe. A San Giovanni danza la natura. È la festa di una civiltà agricola, una notte che si trascorreva nei campi di grano appena trebbiato, accendendo fuochi che aiutavano il sole a risollevarsi la mattina successiva, dopo il massimo sforzo. Fuoco ma anche acqua: la rugiada di San Giovanni è magica e regala alle donne il potere di generare figli. Il più lungo giorno del sole abbraccia la notte imperscrutabile. Un dualismo senza contrasti apparenti: nelle culture arcaiche - dove la concezione del tempo è circolare - l’opposto è continuità. 


La magia si mescola alla religione, la luce al buio (e viceversa), i santi cristiani convivono con le divinità pagane. L’antropologo James Frazer nel Ramo d’oro scrive che «Chiamando col nome di San Giovanni Battista i fuochi di mezz’estate gli si è data una leggera tinta cristiana, ma non possiamo dubitare che la loro celebrazione dati da molto tempo prima del principio dell’era nostra».

Proprio in quel repertorio di usi e costumi il celebre studioso racconta di falò rituali accesi in tutta Europa: dalla Grecia alla Provenza, dalla Sicilia alla Scozia. Il grande rogo di quella notte, fino a qualche tempo fa, illuminava l’Africa settentrionale, unificando in un unico credo diverse religioni. 

Sul Natale dell'estate la patina di cristianesimo è assai leggera. Molto incandescente il simbolismo del sole, troppo radicati i riti di fertilità della civiltà agricola.

San Giovanni corrisponde anche alla notte delle “streghe”, le donne di un’antica primitiva religione che venerava il caprone prima ancora di Pan e Dioniso. Un credo conservato lontano da templi e basiliche, prima di venir estirpato con ferocia dalla “Santa Inquisizione”. 

 Al calar delle tenebre della vigilia si radunavano le “streghe” per partecipare al Sabba. Volavano a Benevento, a ballare sotto il maestoso noce. E, in effetti, il nocino si può fare solo con i gherigli freschi raccolti il 24 giugno, e tutte le erbe più potenti della farmacopea naturale si colgono nello stesso giorno. La notte di San Giovanni è animata: dai fuochi danzanti alle streghe in festa; dagli amanti alle donne sterili a caccia di rugiada; dalle fate e i folletti a Diana-Ecate, dea delle erbe magiche.

Le feste scandivano il calendario “popolare”: per il 24 giugno il grano doveva essere falciato e le erbe spontanee raccolte. La salvia, ad esempio, che insaporisce i cibi e guarisce buona parte dei mali sconosciuti. Oppure il sambuco, che cura la tosse. E la felce maschio che cicatrizza le ferite. E ancora, in una commistione di magia, medicina popolare (ampiamente saccheggiata dalla scienza ufficiale) e cucina, il viburno, la margherita, l’artemisia: le erbe più potenti per le guarigioni, proprio perché raccolte nel giorno il cui il sole ha conferito loro la massima potenza. L’iperico o erba di san Giovanni, serve a curare le bruciature e le cotture del fuoco. Ma l’ipericina, il principio attivo della pianta, è soprattutto un potente sensibilizzatore dell’organismo alle radiazioni solari. 

Il giorno che festeggia la pienezza di madre Natura, è anche quello dedicato al Battista, ovvero ai battesimi. Un rituale non troppo ortodosso per la chiesa cattolica. Il rito originario, l’immersione, appunto, profumava troppo di pagano per i sacerdoti della regola, troppo vicina alla rugiada magica del seme agreste che fertilizza e feconda donne e natura. Ai giorni nostri del magnifico intreccio fra acqua e fuoco - che percorre la notte e il giorno - non sopravvive che qualche trama perduta.

fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/

giovedì 12 luglio 2018

inganno globale nei libri di storia

I bambini fanno sempre molte domande (e spero che le faranno sempre nel futuro), e noi dovremmo ascoltarle con attenzione prima di rispondere col pilota automatico .. Riporto un esempio. Buona lettura.
Catherine


Insegnare la storia ai bambini è come gettare le fondamenta delle loro credenze, del loro senso di accettazione e dell’inganno globale odierno.
Prendiamo in mano un libro di storia di un bambino, ad esempio di quarta elementare.
Io personalmente l’ho fatto, utilizzando il libro di mio figlio.
E mi sono messa a scorrere le pagine, soffermandomi sulla parte che inizia a parlare delle antiche civiltà.
Per prima cosa gli autori, spiegano ai bambini che cosa è la linea del tempo.

Dopo aver ricostruito i fatti del passato, lo storico pone questi fatti in ordine cronologico, ovvero in ordine di tempo. Dal più lontano al più vicino sulla linea del tempo, che è una delle strade maestre dell’inganno globale.
Per fare questo viene usato il calendario, uno strumento che ogni civiltà ha elaborato, partendo da un evento importante per la sua storia. Noi usiamo il calendario cristiano ed ha come punto di riferimento la nascita di Gesù Cristo.

Bene, a questo punto chiedo a mio figlio che cosa ha capito e che cosa ne pensa di questa schematizzazione.
E come prevedevo, difficilmente un bambino può essere ingannato, ma con facilità può essere indottrinato ...


L’indottrinamento è di sicuro lo strumento migliore per offuscare le menti

Menti giovani che comunque, possono essere ancora liberate da questo inganno globale.

A questo punto chiedo a mio figlio ed anche ad alcuni suoi amici presenti, di farmi qualche domanda sull’argomento.
Lasciando liberi i bambini di parlare e di farsi venire dei dubbi.
Perché è importantissimo concedersi la libertà del dubbio.
Perché lo scopo dell’indottrinamento e dell’inganno globale è proprio questo.

Far si che tu riconosca come attendibile e accettato, tutto ciò che ti viene raccontato come ufficiale e non permetterti di sviluppare un senso critico, e quindi di avere dei dubbi.

Perché secondo il sistema educativo non dobbiamo avere dubbi, dobbiamo semplicemente incamerare tutte le nozioni che ci vengono date.
Per poi partecipare attivamente al mantenimento di questo ormai palese, inganno globale.

Invece, nel momento in cui a dei ragazzini dai la possibilità di avere dubbi, possono esprimerli in piena libertà ed emergono una serie di domande.

E queste sono le domande che sono venute fuori.

Ma sarà proprio vero che questi fatti sono accaduti nel periodo che dice lo storico? Cosa ci dice lo scrittore, la persona che ha scritto questo libro?
Ma prima di decidere quando è accaduto un fatto, qualcuno avrà deciso come costruire questa linea del tempo?
Perché poi il fatto, l’accaduto, lo devi mettere li sopra. Sopra questa linea del tempo.

Un altro bambino ha detto: la linea del tempo mi ricorda tanto la matematica. Secondo te chi l’ha inventata era un matematico?
Perché qualcuno dovrà pure averla inventata.

Un altro bambino ha chiesto: ma se Cristo è così importante per i cattolici, al punto da dedicargli un calendario, cosa hanno fatto le altre religioni?
Ne hanno creato un altro, uno proprio?

E ancora: ma chi ci dice che è vero che quella tavoletta di argilla Sumera ha così tanti anni?
Hanno studiato il materiale? Perché immagino che a quei tempi piovesse tanto e che facesse anche un gran freddo. E ci possono essere stati tanti terremoti, come le eruzioni vulcaniche.

Ma se sotterriamo una tavoletta di argilla e la lasciamo all’aperto per esempio, quanto potrebbe durare tutta intera?
Secondo noi mica tanto tempo.

Mio figlio: mamma, i Sumeri sono esistiti dal 4.000 a.c. ma ti rendi conto, 6.000 anni fa.
E già allora c’erano i Re, i sacerdoti, i nobili, gli artigiani, mercanti, contadini e servi. E quindi quasi come oggi.
Gli artigiani producevano i manufatti, i mercanti li vendevano, i contadini lavoravano la terra.

Ma come è possibile che da 6.000 anni fa, tutto questo è arrivato fino a noi in maniera così chiara.
Dicono addirittura che i Sumeri hanno inventato la scrittura cuneiforme.
Allora da quelle tavolette che sono sopravvissute tutti questi anni, si può capire così bene quello che loro facevano?

Gli storici sono stati capaci di decifrare tutti quei segni?

E di capire tutto sulla religione, sull’economia e sulla scienza dei Sumeri?

Ma non è un po’ strano? Però sul libro raccontano questo.

Mi chiedo come fanno ad essere così sicuri?

E l’ultima domanda, non meno importante, è stata questa.

Sul libro si parla dello stendardo di Ur, che è stato ritrovato nel 1927 in una tomba reale.


Sono 4 pannelli di legno decorato, che rappresentano una scena di guerra ed una di pace.

Mamma, lo trovo ridicolo, come è possibile che un manufatto di legno del 2.500 a.c. è sopravvissuto in condizioni perfette?
Il legno marcisce; se il legno della cascina del tuo bis nonno è marcio, quello di 4.500 anni fa come è possibile che sia sopravvissuto, fino al 1927?
Secondo me qualcuno lo ha fatto, non è possibile.
Lo ha fatto lui e lo ha tenuto nascosto. Poi ha inventato la data e lo ha tirato fuori, per andare sui giornali.

Queste sono le domande dei bambini.


Il fatto che siano domande fatte dai bambini, non vuol dire che siano domande poco importanti.

Perché molto spesso i bambini, privi di condizionamenti e filtri, hanno delle grandi verità dentro se stessi. Verità che come conseguenza della loro purezza, mette automaticamente in dubbio le teorie su cui si basa questo inganno globale.
Ad esempio, io ricordo che quando studiavo storia mi annoiavo molto.
Quindi, probabilmente queste domande me le sono fatte anche io.

Ma le ho subito fatte sparire dalla mia mente, perché chiaramente non mi concedevo la libertà di avere dei dubbi riguardo l’informazione scolastica.

Quindi cosa vogliamo noi di UniQuantum? Vogliamo dare una risposta a queste domande.
O meglio, far comprendere che questi dubbi non sono infondati. Bensì, sono l’inizio della conoscenza liberatoria. Conoscenza che ti permette di liberarti da questo inganno globale, scoprire chi sei veramente e vivere la tua vita in totale libertà, consapevolezza e armonia.

Svelare il falso storico, apparentemente non ci risolve chissà che cosa.
Perché apparentemente credere nelle falsità storiche dell’inganno globale potrebbe anche non arrecarci alcun problema pratico.
Invece è fondamentale conoscere la vera realtà storica.

Dal momento che ognuno di noi fa parte del grande albero dell’umanità, è doveroso conoscere la verità della nostra storia.

È come scoprire che nel nostro albero genealogico, un genealogista ha inserito dei nomi falsi

E lo ha fatto per venderci un prodotto, un servizio, in questo caso per venderci il nostro albero genealogico nel grande mercato dell’inganno globale.

In realtà, anche se sappiamo che un nome del nostro albero genealogico è falso, la nostra vita, per nostra scelta, può anche continuare così com’è.

Il grande valore è che noi, prendiamo finalmente consapevolezza. Perché è nella conoscenza della verità che si basa la libertà di scelta.
E la libertà di scelta ti rende un essere umano libero.
Quindi svelare un falso storico vuol dire svelare una delle basi dell’inganno globale.

Visto che l’inganno globale è a 360 gradi, tutti i falsi storici contribuiscono a questo inganno.
Lo scopo di UniQuantum ed in questo caso la materia della Genealogia della Storia, è proprio questo.

Cominciare a destrutturare tutta la storia che ci hanno raccontato e che ci hanno impacchettato.
E come naturale conseguenza, liberi te stesso dall’inganno globale, vivendo la libertà e l’armonia che meriti.

Fonte: www.universitaquantistica.com

fonte: https://crepanelmuro.blogspot.it/

rehtaeh ecaep


sabato 7 luglio 2018

le scale di Portaluppi



















un personaggio, Piero Portaluppi.
figura singolare, architetto geniale, fanciullino instancabile.
da vedere la mostra (130 Portaluppi) alla sua bellissima Fondazione.
e anche il film a lui dedicato, con la suadente voce narrante di Giulia Lazzarini, L'Amatore.



io ho raccolto le sue scale, stairways to heaven.

fonte: http://nuovateoria.blogspot.com/