giovedì 29 ottobre 2015

lettera di Gabriella Mereu


scrive Gabriella Mereu:

Mi aiutate a divulgare questo articolo? Chiedo a chi é capace ed ha i mezzi di aiutarmi a divulgarlo al più presto. Chi ha problemi nel condividerlo mi mandi un email a " laterapiaverbale@libero.it " perché glielo spedisco.

Quest ' ottobre 2015 è stato mandato in onda ben 4 volte un video delle" iene" contro di me e la mia maniera di curare dopo che in aprile e maggio sono stati divulgati due video diffamatori commentati da Nadia Toffa. Subito dopo é seguita una diffamazione del giornale "l'Unione sarda " e del giornale " Il caffè " dove risiedo in Svizzera. Quest'ultimo mi ha diffamato chiamandomi " Santona" e facendo intendere che ero una truffatrice di poveri malati inermi.
Il 7 luglio sono stata radiata dall'ordine dei medici dopo un processo dello stesso stile di quelli che sono stati eseguiti nel medioevo ad una strega cioè con motivazioni del tutto inadeguate , senza un preavviso, senza contraddittorio e senza da parte mia possibilità di replica negli stessi giornali e televisione che mi hanno diffamato .
La diffamazione da me subita prima di questa estate doveva essere più che sufficiente a distruggere la mia immagine e me come persona. Perché questa replica allora dei quattro video in ottobre? Perché qualcuno evidentemente si sta allarmando in quanto sta scoprendo che potrei essere indistruttibile ed allora si accanisce contro di me . Sapete il perché sarei indistruttibile? Perché ciò che divulgo non é un protocollo alternativo come quello di Prof. Di Bella , non é un preparato, cioé il bicarbonato, che, potendosi comprare anche al supermercato, minaccia di distruggere le case farmaceutiche, secondo ciò che dice Dott. Simoncini . Ciò che divulgo é molto di più in quanto é solo una " chiave" . Quello che suggerisco alla gente é " pericolosissimo " in quanto é un mezzo che apre la strada perché si possa curare da sola. Pertanto non sono una " santona " . É santona chi lucra plagiando le persone mentre invece io le rendo indipendenti . Ho scoperto una semplice verità : che il significato dell'origine della malattia sta nel linguaggio spontaneamente espressivo del malessere da parte del malato . Questo linguaggio indica al malato come rispecchiarsi nei suoi sintomi. Il procedimento porta alla consapevolezza secondo una modalità semplice , leggera ed alla portata di tutti , restituisce alle persone la responsabilità della loro salute é tutto molto semplice, chiaro , leggero , liberate ed altamente terapeutico. Segna la via per rendere i malati indipendenti dal medico e da qualsiasi mercato. Questa chiave può essere divulgata da tutti , in quanto é un'idea non si può distruggere, in quanto é una chiave non si può falsificare.
Il problema per un potere, che cerca di distruggere mistificazione ciò che dico, é uno solo : la " terapia verbale" come io ho chiamato il mio procedimento é semplice e gratis .
Nadia Toffa , la stessa conduttrice televisiva che ha diffamato me, recentemente ha cercato di non far parlare durante la trasmissione " open space " il ricercatore Dott. Montanari che ha scoperto che i vaccini sono inquinati dai metalli pesanti. Anche a lui, come me , é stato liquidato in maniera sprezzante con la definizione di " colui che ha il laboratorio sotto casa " , a me con lo stesso stile hanno tentato di distruggere con l' epiteto di " Santona" .
Questo vi fa capire da che parte sta Nadia Toffa la paladina che difende dai piccoli truffatori e che protegge i grandi truffatori del regime. Tantissimi invece hanno ormai capito che l'ordine dei medici ed i giornali sono gli esecutori di un regime che ci opprime e mette in pericolo le nostre vite .

Gabriella Mereu

http://altrarealta.blogspot.it/

Prefazione al libro Terapia verbale Gabriella Mereu

Un giorno, durante una visita omeopatica ad un paziente che non riuscivo a curare dalla sua allergia, mi venne un'idea: pensai, se l'omeopatia non è un rimedio ma un principio, io allora questo principio potrei usarlo anche solo verbalmente.

Cioè, se come ho tante volte constatato durante la mia esperienza di medico omeopata, la malattia è sempre, o quasi, di origine psicosomatica, io potrei applicare la legge dei simili (curare il male con lo stesso male), che è alla base della medicina omeopatica, non con un preparato omeopatico, ma con le parole.

Avevo altresì imparato che la malattia è un'espressione che non fa altro che rivelare in maniera metaforica un vissuto emozionale, che ha portato alla malattia stessa.
A questo punto pensai che avrei potuto fare omeopatia verbale se, sciogliendo la metafora, avessi detto al paziente quale era il male morale che lo aveva portato alla malattia.

Per poter sciogliere la metafora bisogna avere doti e conoscenze analogiche. Io ho la fortuna di averle, perché, essendo grafologa, da diciassette anni riesco a ricavare il carattere di una persona leggendone e interpretandone la scrittura. La grafologia è, infatti, una scienza che si applica su basi analogiche.
Quel primo paziente di cui ho appena parlato e che aveva una strana allergia alle arance lo curai, infatti, sciogliendo una metafora. Da allora (è successo nel 1996) curo quasi solamente così dolori di tutti i tipi: vertigini, parestesie, emorragie, diarree, verruche e altre eruzioni cutanee, rivelando il significato della malattia-espressione-metafora.

Questa espressione-metafora me la rivela lo stesso paziente con un suo linguaggio che, come ogni lingua, ha la caratteristica di un parlare collettivo in cui ogni parola ha un preciso significato, simile per tutti gli individui che l'adoperano.
Ma il suo significato è celato dietro un'analogia: quest'ultima manifesta un'espressione emozionale. Vi anticipo un esempio: il paziente esprime spesso verbalmente la parola "appoggiare": questa parola manifesta l'esigenza non soddisfatta di avere un appoggio affettivo del prossimo. Questa espressione la ritrovo verbalmente nel dolore alla nuca, quando la persona "non può più appoggiare la testa sul cuscino" oppure, fisicamente, nelle eruzioni cutanee, come per esempio la psoriasi, che si manifesta preferibilmente nei punti d'appoggio: ginocchia, gomiti, nuca, natiche, talloni.

Il linguaggio metaforico del paziente è bellissimo e commovente e io l'ho denominato "pazientese". Più ne raffino la conoscenza, più aumentano le mie capacità terapeutiche attraverso esso

grafica, Katie Lamb e varianti


venerdì 23 ottobre 2015

Italcarni sequestrata: maltrattamenti animali e carne infetta

Carne infetta prodotta in condizioni disumane. Cosa mangi? 
di Dioni

Sono sempre gli scandali a far riflettere: la carne prodotta nello stabilimento dell’Italcarni di Ghedi, Brescia, e commercializzata in tutta Italia, è stata scoperta contenere salmonella e valori batteriologici 50 volte più elevati del consentito. Per di più gli animali erano pesantemente maltrattati, trascinati a terra, spinti e strattonati, picchiati con spranghe e abbandonati sul pavimento privi di forze. Feriti, con fratture alle ossa e carne lacerata a causa delle violenze usate su di essi. E’ proprio a causa di tali maltrattamenti che si sarebbero sviluppati batteri i quali hanno infettato le carni destinate alla tavola degli italiani.

I filmati fanno accapponare la pelle, mostrano animali che giungono ai cancelli dello stabilimento già morti e le sevizie cui sono sottoposti quelli ancora vivi: bovini agonizzanti trascinati sul pavimento agganciati a delle catene, mucche prese a bastonate o sollevate di peso con i bracci meccanici dei muletti, talvolta addirittura infilzate.

Ma non finisce qui: i responsabili sono stati indagati per falso in atto pubblico, smaltimento illecito di rifiuti maltrattamenti e adulterazione di carne destinata al consumo alimentare.
Da quanto è emerso anche dalle intercettazioni telefoniche i registri della macellazione sarebbero stati falsificati e firmati senza effettuare le verifiche obbligatorie previste per legge.

Inoltre la Procura di Brescia e i Nas di Cremona hanno svolto un’inchiesta che ha rivelato un vero e proprio scandalo sul traffico di farmaci veterinari illeciti usati nello stabilimento e in chissà quali altri.
Sono queste le conseguenze di un sistema di allevamento ultra-intensivo dove purtroppo l’illegalità risulta molto diffusa. LaLAV sottolinea la gravità dei maltrattamenti genetici e farmacologici sugli animali, a cui le istituzioni dovrebbero porre fine al più presto.

Purtroppo secondo la LAV i controlli dei servizi veterinari delle ASL non bastano a tutelare i cittadini, dato che le violazioni avvenute al macello Italcarni non sono emerse attraverso di essi ma si è dovuti giungere ad un’indagine congiunta da parte della Procura e dei Nas.

I consumatori dovrebbero essere consapevoli del fatto che la carne è sottoposta a trattamenti medici e doping, con sostanze che finiscono nei loro piatti. Abbiamo dunque da un lato la questione etica del maltrattamento degli animali e dall’altra parte la necessità di tutelare la salute dei cittadini.

Tutte queste sostanze finiscono nel nostro corpo, perciò è importante acquistare prodotti di qualità: che significa biologico o locale. La grande distribuzione deve produrre tanto e a basso prezzo, quindi cosa pensate che ci si di valore nutritivo in quello compri? Ti sei mai domandato come mai il colore della carne è così accesso o perché si restringe molto dopo averlo cotto? Ti sei mai chiesto come può costare così poco? Ti sei mai chiesto perché chi mangia carne spesso ha problemi di parassiti intestinali, problemi ormonali e non risponde agli antibiotici? Beh la risposta è tra le righe, e la soluzione è nella tua scelta consapevole. Abbi a cuore il tuo tempo, dagli tutto il meglio.

Vedi anche:



fonte: freeondarevolution.blogspot.it

venerdì 16 ottobre 2015

vaccini, il governo Renzi verso l'ordinanza: "obbligatori o niente scuola!"


UN ABOMINIO SOTTO REGIME DITTATORIALE IN VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI! A RIGOR DI COSTITUZIONE  (STRACCIATA PERO' DAL TRATTATO DI LISBONA) E DI LEGGE, LE VACCINAZIONI PEDIATRICHE NON SONO PIU' OBBLIGATORIE!

«Si sta pensando a un'ordinanza» per condizionare l'iscrizione a scuola all'avvenuta vaccinazione. Questa la risposta che il ministero della Salute ha dato alla petizione, lanciata sul web, che in poco tempo ha raccolto sedicimila firme per chiedere al ministro Lorenzin di rendere obbligatorie le vaccinazioni per chi va a scuola. E la risposta non si è fatta attendere.
In un momento in cui per le vaccinazioni si scende sotto la soglia-rischio del 95%, ha dichiarato il Direttore Generale alla Prevenzione Ranieri Guerra, lo Stato ha il dovere di proteggere la comunità scolastica. Dalla filosofia dell'intervento alla sua pratica. «Se non sei garantito dalla vaccinazione - ha spiegato - non entri». Una prima misura ma non l'unica al vaglio per contrastare l'aumento di famiglie che rinunciano ai vaccini, denunciato nei giorni scorsi dall'Istituto Superiore di Sanità. Il Ministero, oltre a ribadire l'importanza di garantire un'informazione corretta ed efficace sulle vaccinazioni, «che continuano ad essere ritenute uno dei pilastri della sanità pubblica», sta valutando possibili provvedimenti nei confronti dei medici contrari ai vaccini o che li sconsigliano.

«Ne stiamo parlando con i sindacati dei medici - ha detto Guerra - e abbiamo constatato reazioni positive: il medico che parla male di una pratica raccomandata dal Servizio Sanitario da cui dipende è un medico infedele. Nei suoi confronti si potrebbe pensare anche alla sospensione della convenzione». In questa direzione pure il Piano Vaccinale, in discussione. Intanto, il deputato Crimi ha presentato un proposta di legge che includa nel Piano la non ammissione a scuola dei bambini che non siano in regola con le vaccinazioni.

fonte:



fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

domenica 11 ottobre 2015

Letizia e Shobha Battaglia


ancora guardo fuori, è proprio bella la vista da questa grande finestra. ancora sono qui.
non ho la sensazione di pienezza, e normale autenticità, che ho avuto con Lynsey Addario.
qualcosa mi disturba.
probabilmente è il look eccessivo di Shobha Battaglia, quel tintinnare dei bracciali mi da l'idea di una traccia sonora fuori luogo. anche gli occhiali da sole con la nebbia fuori.
probabilmente è l'odore di fumo, Letizia Battaglia non si ritiene sottopoosta ai divieti di fumo ormai universalmente adottati, e accettati. in una sala gremita di gente, lei, che evidentemente è diversa , si ritiene diversa dagli altri, fuma, una sigaretta dopo l'altra, la cenere cade per terra.
questi aspetti di forzata differenziazione mi mettono subito in una posizione di allarme psichico, c'è qualcosa di stonato, un'imposizione che viene dall'Altro. forse sono solo molto ossessiva, ingabbiata dentro un rigido super io che mi impedisce di accettare serenamente la trasgressione dalle regole.
Letizia Battaglia è certamente una che ha fatto la storia della fotografia italiana, la storia della Sicilia mafiosa. è assolutamente dominante sulla figlia, Shobha, che ne ha seguito, o forse subito, le tracce senza averne il talento giornalistico. fotografa come la madre, ma soggetti alternativi, ha passato metà della sua vita in India a fare meditazione, la tentazione di interpretare una difficile separazione da una figura materna tanto importante è molto forte...d'altronde il problema la porgono loro, di continuo, nella conversazione con Denis Curti, direttore creativo di Casa Tre Oci di Venezia, e Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra Sguardo di Donna: "mi dispiace che tu non sia come me" (Letizia), "io sono diversa da te" (Shobha) e così via, è evidente che la questione è molto aperta tra le due e si propone per forza di cose a chi assiste a un discorso che preveda la loro compartecipazione.
di Letizia emerge ancora oggi la rabbia, e la commozione, la non rassegnazione, della figlia la pacificazione.
Letizia parla del gruppo che si costituitì, nel 1974,  a Palermo, "città orribile", e si diede alla cronaca, all'impegno civile, alla testimonianza della morte per mafia. dice che non si rendeva conto allora , ma oggi si, dell'importanza che avrebbero avuto le sue foto, che la macchina fotografica è stato solo uno strumento possibile per raccontare quel che doveva raccontare. le foto che ha scattato a Palermo hanno dentro il suo cuore, la sua partecipazione, la sua passione, più di qualsiasi altra foto lei abbia fatto, altrove nel mondo.
fuma e la la cenere cade.
la posso perdonare?







scorrono poi, alla fine dell'incontro, foto recentissime di Shobha, immagini acquatiche dentro e con grandi bolle...proprio non saprei...

fonte: nuovateoria.blogspot.it

la febbre del melafonino




di Gianni Lannes


 Ecco la vera crisi in diretta. Apple: da Nord a Sud una massa di lobotomizzati d'Italia in coda il 9 ottobre 2015 per l'iPhone 6S.
Il nuovo prodotto di casa Cupertino debutta ufficialmente sul mercato italiano. E scatta subito la corsa all'acquisto. Già dalla notte si sono formate file davanti ai negozi, mentre alle ore 14:53 Sky Tg 24 segnala "velature diffuse nel cielo di Roma".
Allora, per dirla con Gianni Rodari:  

«E’ inutile parlare di libertà ad uno schiavo che pensa di essere un uomo libero».
 


fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

la Pace sia con te



CHANNEL ISLANDS PRIDE

mercoledì 7 ottobre 2015

cinismo e paura nel “profughismo” della Fortezza Europa

«Una delle novità di questa estate segnata dalle migrazioni è stata il dispiegarsi di una nuova ideologia dell’accoglienza selettiva: il profughismo». Secondo questa rappresentazione, scrive “InfoAut”, i flussi migratori andrebbero classificati dietro criteri di legittimità che distinguano i migranti “bellici” o “politici” da quelli meramente economici, assicurando soltanto ai primi timbri e firme necessari per restare. Un’impostazione «del tutto in linea con la storia recente delle politiche migratorie, fondate sul principio secondo cui viaggiare costituisce un’attività da sottoporre a prescrizioni selettive, con particolare riguardo alla funzionalità dei migranti nei processi di estrazione del valore». Ma la categoria giuridica di profugo, o rifugiato politico, «non nasce con la retorica di queste settimane», anche se proprio adesso diventa centrale nel discorso politico. Le istituzioni europee? Hanno sempre cercato di ignorare i migranti “non economici”, perché «individui scomodi da amministrare», donne e uomini la cui “accoglienza” era «imposta dal diritto internazionale anche là dove non sussistesse l’accesso a una borsa di studio o l’invito per un posto di lavoro».
Meglio quindi «distinguere il presunto viaggiatore disciplinato da quello allo sbando, potenzialmente foriero di problemi per l’ordine pubblico». I flussi degli ultimi mesi, osserva “InfoAut”, hanno reso necessaria una nuova impostazione, di cui il Emergenza profughigoverno tedesco ha tentato di promuoversi capofila. «Le migrazioni odierne sono il prodotto degli sconvolgimenti politici del Nord Africa e dell’Asia occidentale. Pesano le guerre civili in Libia e in Siria: la prima per aver da tempo aperto falle nella gestione draconiana dei flussi subsahariani che Gheddafi aveva, a suo tempo, concordato con Berlusconi; la seconda per aver condotto milioni di persone dalle regioni siriane verso paesi a loro volta instabili come l’Iraq, il Libano o la Turchia, e aver quindi prodotto il desiderio di proseguire il viaggio verso paesi più ricchi – quelli dell’Europa settentrionale». I numeri dei migranti sono notevolmente aumentati, insieme alla loro determinazione a passare le frontiere, «anche a costo della resistenza all’identificazione e alle violenze delle polizie». I capitali europei hanno sempre «bisogno di mano d’opera a basso costo», ma al tempo stesso non possono rinunciare «a trarre beneficio dall’astio (preesistente o indotto) di gran parte delle popolazioni provate dall’austerity verso le masse dei nuovi arriva(n)ti».
Secondo “InfoAut”, il rinato interesse per la categoria del “profugo” «è il nuovo criterio per amministrare l’esclusione là dove il ricorso alle ordinarie procedure non appare possibile». Certo, il governo Merkel, per conto dell’imprenditoria tedesca (ma in contrasto con talune tensioni della Germania profonda), guarda sempre con interesse all’ingresso dei migranti siriani attualmente in viaggio dalla Turchia: «Appartenenti spesso a ceti istruiti, provenienti da un paese dove il sistema educativo è piuttosto avanzato, non di rado importatori di una forza lavoro specializzata o di tendenza cognitiva (al contrario di migranti in gran parte orientati a occupazioni generiche provenienti da altri paesi) essi sembrano rappresentare una merce umana potenzialmente fruttifera per le aziende tedesche». Ma un simile piano di assorbimento selettivo rende necessaria un’efficiente burocrazia dell’immigrazione: per questo i paesi di frontiera, come l’Italia e la Grecia, «sono in queste ore spronati a istituire con celerità e rigore centri d’identificazione, classificazione e deportazione (gli “hotspots”) che permettano un ingresso Profughi Ungheriaordinato verso i confini settentrionali (presupposto necessario per l’ingresso dispiegato alla fase fattuale della “solidarietà” tedesca)».
Non è tutto. Notoriamente, la Siria rappresenta un obiettivo militare per gli Stati Uniti e la Francia, come a suo tempo la Libia, che fu gettata nel caos dai bombardamenti (anche italiani) del 2011. «Incentrare l’attenzione sulla tragedia umanitaria siriana può anche avere, per le potenze europee, un tornaconto propagandistico-militare, preparando le proprie popolazioni all’evenienza di un intervento armato», avverte sempre “InfoAut”, anche perché il fattore politico-militare è prepotentemente all’opera in tutta la fase attuale: «La svolta nord-irachena del 2014 ha aperto una fase di instabilità che ha liberato, secondo linee-forza contrastanti, energie e spazi per numerose contraddizioni sopite, latenti o pregresse nell’Asia occidentale: dalla crisi dei regimi arabi e dei governi-fantoccio all’eredità politico-militare delle resistenze afghana e irachena, fino all’approfondirsi della contrapposizione sunnita-sciita e alle irrisolte questioni kurda, libanese, palestinese». Ciò che accade, dunque, «non è che uno degli effetti collaterali di questo multiforme incendio, e i migranti odierni, come quelli di tutti i tempi, portano con sé questo bagaglio di tensione politica e sociale».
Non a caso, continua il newsmagazine, assistiamo a dinamiche migratorie che, da Ventimiglia a Calais, passando per Gevgelija e Rozske, assumono i caratteri di vere e proprie ribellioni. «Sarebbe allora miope ignorare le contraddizioni che muovono lungo il pianeta assieme agli esseri umani, così come quelle che abitano gli esseri umani che si aggirano per il pianeta». Del resto, «l’universo migrante non è uno spazio evanescente ed etereo», ma un mondo materiale lacerato, frastagliato, stratificato. «Possiamo dimenticare i barconi giunti in Sicilia con libici, siriani e maghrebini autorizzati a respirare, e bengalesi e pakistani assassinati nella stiva, assieme a subsahariani schiacciati a morire sul fondo del fondo, sotto a poppa, in una terribile gerarchizzazione razziale dell’accesso alla speranza o alla morte degli esseri umani?». E’ proprio Profughi siriani«questa procedura di selezione, filtraggio e gerarchizzazione – tanto nella forma selvaggia del mercato illegale, quanto in quella giuridica del mercato istituzionale – che dobbiamo, oggi, rifiutare con estrema chiarezza».
Il richiamo diffuso a una solidarietà caratterizzata dalla retorica “profughista” può allora, in questo momento, assumere un significato pericoloso e ambiguo, conclude “InfoAut”. «Occorre smontare l’idea secondo cui le condizioni economiche non costituiscono un fondamento legittimo per la decisione di partire, considerato non soltanto che il benessere e il malessere economico delle diverse aree geografiche e classi sociali sono interconnessi, ma anche che le dinamiche di guerra e persecuzione politica hanno origini economiche di volta in volta individuabili». Così, «la critica delle politiche di morte e subordinazione portate avanti nel Mediterraneo» non può appiattire le nozioni di libertà, oppressione o guerra secondo una rappresentazione del diritto internazionale «parziale, storicamente situata e politicamente insufficiente». Se i benefici del diritto acquisito vanno sempre rivendicati, «là dove conquiste storiche affiorano nelle sedimentazioni giuridiche in seguito alle lotte e agli sconvolgimenti passati», bisogna «costruire la contrapposizione viva per il cambiamento, dentro gli sconvolgimenti odierni». Attenzione: una contrapposizione che si nutra di una solidarietà «diversa da quella (ipocrita) delle istituzioni», preoccupate solo di «amministrare, gestire e controllare nuove e temibili contraddizioni sociali».

fonte: www.libreidee.org

la Pace nel mondo? Si può fare


loro affogano nel Mediterraneo, l'Europa nella ipocrisia

Le foto dei due bambini siriani morti annegati, Aylan, due anni, Ghalib, 5 anni, non solo hanno fatto il giro del mondo: sono state come un pugno nello stomaco per milioni di europei, e di occidentali. Una vignetta campeggia sulla prima pagina di un importante quotidiano italiano. Riporta l’esclamazione di un altro bambino siriano, in questo caso vivo: “Se fate finire la guerra, ce ne torniamo a casa nostra”. Beata innocenza, risponde l’adulto. In questa frase cè una tale enorme quantità di verità che solo i selvaggi bianchi e ben nutriti possono ignorare. Se sono qui, a invadere l’ex tranquilla Europa, questi poveri disgraziati non hanno colpa. In moltissimi casi, sicuramente la maggioranza, non ne avevano l’intenzione. Fuggono – e fuggiranno – dalle tremende conseguenze della violenza che subiscono. E di questa violenza l’Occidente e l’Europa sono stati i principali promotori. Ma questa immane tragedia che è in corso sta cambiando il volto stesso dell’Europa, frantuma le sue illusioni e la sua prosopopea.
L’Europa si sta dividendo sotto i nostri occhi. E la linea di demarcazione, guarda caso, ci dice molte cose che molti leader europei avrebbero preferito non vedere squadernate così brutalmente. È la linea che fu della “cortina di ferro”. Due pezzi di Giulietto ChiesaEuropa che sono stati rattoppati in fretta e furia, per mostrare un volto unificato di fronte alla “minaccia russa”. Il rattoppo si è rotto. L’Europa centrale e orientale non ne vuole sapere di condividere fardelli che dovrebbero essere comuni e invece non lo sono. L’Europa del sud è sotto una pressione che non può reggere da sola. Gli uni e gli altri non hanno strategie, non hanno capito cos’è successo e, dunque, non hanno le ricette per affrontarlo. Adesso, con grave ritardo, la Germania, cerca di far valere almeno la ragione, più dell’umanità, ormai perduta. L’accordo tra Merkel e Hollande (quest’ultimo dai riflessi pachidermici) dice che l’accoglienza non può essere rifiutata e che l’onere dev’essere proporzionalmente sopportato da tutti. E si delineano punizioni e multe per quei paesi che non rispetteranno le decisioni comuni.
Finalmente è arrivato l’idraulico europeo che turerà i buchi? Non penso che ci riuscirà. Perché questa Europa è piena di spazzatura ideologica, che ottunde le menti dei suoi leader e dei suoi sudditi. Non c’è spazio per i diritti e i valori umani (che avrebbero dovuto essere gli elementi distintivi della costruzione europea) là dove impera l’egoismo e l’interesse dei più ricchi e dei più forti. Lo si è visto e lo si vede con la Grecia, verso la quale ogni idea di solidarietà è stata sacrificata sull’altare dei profitti bancari. Ma, se non c’è solidarietà tra europei, come potrebbe esserci con e verso questi “invasori” sconosciuti che arrivano a migliaia senza nemmeno bussare alla porta? Certo c’è l’insipienza, la mancanza di lungimiranza, la vera e propria stupidità dei La guerra in Siria, fomentata dagli Usaleaders europei. Ma c’è anche la totale impreparazione dei popoli europei a fronteggiare un collasso che nessuno aveva previsto.
Nessuno aveva detto loro che, per esempio, il libero flusso dei capitali, deciso trent’anni fa dai governi già al servizio della finanza, avrebbe comportato, alla lunga, questo disastro. Alla lunga, perché il denaro viaggia alla velocità della luce, ma gli uomini sono poi costretti a inseguirlo, con la loro carne, il loro sangue, la loro vita. Ci mettono solo un po’ più di tempo. Ecco, quel tempo è arrivato. Nessuno aveva detto loro che distruggendo uno Stato, la Libia, si sarebbe creata un’onda di fuga. Nessuno aveva informato la gente che finanziando i fanatici attorno alla Siria, si sarebbe aperta una voragine, da cui sarebbero usciti milioni di profughi. Adesso che fare? Se non si vuole affogare nell’ipocrisia, mentre loro affogano in mare, bisogna invertire tutte le rotte. Le prime dovrebbero essere quelle delle navi della Nato che, a fine settembre, cominceranno la più grande esercitazione militare del dopoguerra. Diretta contro la Russia. Si spenderanno, per niente, sei o sette miliardi di euro, forse molto di più. Ma quanti sanno che è stata la Nato a sostenere gran parte delle due guerre che hanno insanguinato la riva sud del Mediterraneo? Chi dirà la verità ai popoli europei, che camminano verso il nulla guardando dalla parte sbagliata?
(Giulietto Chiesa, “Un’Europa che affoga nell’iprocrisia”, da “Sputnik News” del 4 settembre 2015).

fonte: www.libreidee.org