di Gianni Lannes
Nel belpaese la qualità della vita peggiora a vista d'occhio, mentre schizzano gli affari in camice bianco. Altro che prevenzione. Il popolo italiano divora le medicine: in media 23 confezioni a testa. Il consumo infatti aumenta sempre più. Lo attestano ben due rapporti appena sfornati dall’Istat e dall’Osmed. Al contempo, peggiora la salute mentale con 2,6 milioni di “depressi”. Aumentano tumori maligni, Alzheimer e demenze senili.
In base ai dati riportati nel periodo considerato gli italiani hanno acquistato un totale di 1.398 milioni di confezioni di medicinali, per una media di circa 23 confezioni a testa, con una crescita pari al +2,0% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente.
Ancora di più sale il consumo di antibiotici, di cui sono state consumate 22,3 dosi giornaliere ogni mille abitanti con un aumento del 5,4% trainato dalle regioni del Sud.
«Gli italiani - commenta il direttore generale dell'Aifa Luca Pani - si sono confermati grandi utilizzatori di farmaci per l'apparato cardiovascolare, che restano in testa alla graduatoria di consumo e spesa. I farmaci per l'apparato gastrointestinale e metabolismo sono i secondi nella classifica dei più utilizzati. Gli italiani fanno inoltre largo uso di antidepressivi che sono risultati la categoria del Sistema Nervoso Centrale maggiormente prescritta tra i farmaci distribuiti dalle farmacie pubbliche e private'».
I farmaci più prescritti sono ancora un volta, i farmaci per il sistema cardiovascolare i più consumati e acquistati, con 486,6 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti e 48,1 euro pro capite, per un totale di quasi 3 miliardi di euro. Complessivamente, tale classe costituisce il 42,3% del consumo totale di farmaci e il 19,8% della spesa farmaceutica. I farmaci dell'apparato gastrointestinale e metabolismo hanno occupato il secondo posto per quantità prescritte (178,5 dosi giornaliere ogni mille abitanti) e il quarto per spesa pubblica con 31,4 euro pro capite, per un totale di 1,8 miliardi di euro. Globalmente (spesa convenzionata lorda e strutture pubbliche), questa categoria rappresenta il 15,5% del consumo totale di farmaci e il 12,9% della spesa farmaceutica. Al terzo posto della speciale classifica, troviamo i farmaci del sangue ed organi emopoietici occupano, con 129,4 dosi giornaliere prescritte per 1.000 abitanti e una spesa pari a 21,6 euro pro capite. Complessivamente, tale classe costituisce il 11,2% del consumo totale di farmaci e il 8,9% della spesa farmaceutica pubblica. I farmaci del sistema nervoso centrale (SNC) sono al quarto posto in termini di prescrizione (84,3 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e al quinto per spesa pubblica con 24,6 euro pro capite. Nel suo complesso, tale categoria di medicinali costituisce il 7,3% del consumo totale di farmaci e il 10,1% della spesa farmaceutica pubblica. I farmaci per l'apparato respiratorio, con 52,9 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, si collocano al quinto posto per prescrizione con una spesa complessiva pari a 13,6 euro pro capite e costituiscono il 4,6% del consumo totale di farmaci e il 5,6% della spesa farmaceutica pubblica.
I consumi hanno continuato a mostrare un'ampia variabilita' regionale e, in particolare, sono stati caratterizzati da un gradiente Nord-Sud. La Campania (32,4 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), seguita dalla Puglia (29,6 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e dalla Calabria (27,7 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) continua ad essere la Regione con il maggior consumo di antibiotici mentre i consumi meno elevati sono stati registrati nella P.A. di Bolzano (12,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti), in Liguria (15,1 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e in Friuli Venezia Giulia (15,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti). E' necessario evidenziare, spiega l'Aifa, che il consumo di antibiotici durante i primi 9 mesi del 2013 potrebbe aver risentito dell'andamento della vaccinazione anti-influenzale condotta durante gli ultimi mesi del 2012. In proposito, e' stata registrata una rilevante riduzione del -26,2% del numero di dosi di vaccino somministrate nel 2012, rispetto alla precedente campagna vaccinale del 2011. Tutte le Regioni, ad eccezione della Valle D'Aosta, hanno mostrato un incremento dei consumi in termini di DDD/1000 ab die rispetto al 2012 e i maggiori incrementi sono stati registrati nelle Regioni Marche (+11,7%), Abruzzo (+11,5%) ed Umbria (+9,,6%) mentre gli incrementi meno rilevanti sono stati rilevati in P.A. di Bolzano (+0,9%), Sicilia (1,6%), e Sardegna (+1,9%).
Secondo l’Istat «all’interno di una popolazione, quella italiana, il cui tasso d’invecchiamento è in costante aumento, con relativa crescita di patologie sia acute che, soprattutto, croniche, il consumo di farmaci è oramai una pratica ben assestata con un tasso percentuale pari al 31,1% sul totale nel solo 2013, in lieve crescita nel 2014 secondo le previsioni attuali nonostante la costante contrazione della spesa farmaceutica, con il tasso diretto maggiormente verso donne e bambini in età infantile, questi ultimi rappresentano da soli il 7%. Interessante, secondo quanto emerso dai dati, la situazione delle terapie non convenzionali che svelano un quadro diviso tra diverse soluzioni, tutte però in calo, come nel caso di consumo farmaci omeopatici, al 4,1%, oppure i trattamenti manuali, al 3,6%, senza dimenticare la fitoterapia e l’agopuntura, 1,9% ed 1% del totale, ciò grazie all’aumento della quota di assunzione per prescrizione medica stabilizzata all’88,1%, in contrapposizione al dato di utilizzo di farmaci in via autonoma, calato al 14,6%».
riferimenti:
fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it
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