venerdì 31 gennaio 2014

genocidio


NON DI FALLIMENTO SI TRATTA MA DI CRIMINE CONTRO L’UMANITA’

Intervista esclusiva di Alessandro Bianchi al Columnist economico del Telegraph Ambrose Evans Pritchard. - Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell’Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un’unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l’Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale? Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell’Abenomics. Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo .... Segue 
“L’ITALIA RISCHIA IL COLLASSO NEL 2014″: Io a dire il vero vedo un paese già collassato da almeno il 1995 ... ma forse sbaglio!
I documenti appena rilasciati, le testimonianze di funzionari del Dipartimento di Giustizia e della DEA dimostrano che le storie riguardanti il traffico di droga (cocaina) diretto dal governo Americano in Messico, sono vere. Un'indagine condotta dalle autorità Messicane ha scoperto che gli USA hanno permesso al più grande cartello della droga di quel paese, Sinaloa, di operare senza timore di essere perseguito. Il cartello del Sinaloa è considerato essere responsabile per l'80% della cocaina che entra in USA attraverso Chicago. In cambio di questa collaborazione i dirigenti del Sinaloa hanno fornito alla DEA tutte le informazioni sulle bande rivali.
.... HAHAHAHAHAHA, ma dai, davvero? E pensare che ancora OGGI qualcuno si stupirà di sentire tutto ciò:  RICORDATE SEMPRE CHE QUESTO LAVORO, nel settore proibito intendo, LO PUOI FARE SOLO SE FAI ARRESTARE GLI ALTRI E DAI UNA GRANDE FETTA DEL GUADAGNO IN MAZZETTE PER PROTEGGERTI, allora, in quel caso, se regali meriti e onori alle divise, illuse di combattere i male e che salgono di grado, e paga, arrestando qualcuno, tu puoi proseguire il tuo lavoro tranquillamente. 
Questo lo disse uno sbirro, non italiano, ad un mio conoscente, e ovviamente ha smesso di lavorare e s'è fatto 72 ore di celletta ...
MA VEDIAMO IN COMPENSO come si preoccupano DAVVERO della nostra salute ... se ne deduce molto, lo sapete?
Da leggere per bene fino in fondo.
STATISTICHE sui TUMORI nel MONDO
I dati dell’istituto di ricerca tedesco di Heildelberg dicono che il 98% dei malati di cancro muore entro il 5° anno per la chemio/nonostante la chemio.


Come NON RICORDARE GLI ARTICOLI DELL'ULTIMO PERIODO?
IL TUTTO è SEMPRE FRATTALE, IL SISTEMA è MESSO COME NOI!


(Nazioni Occidentali – alcuni tipi)

I tumori polmonari rappresentano il 33% delle morti per neoplasie !
Con la chemio e la radio terapia si ottengono questi risultati:

Sopravvivenza dopo 1 anno dalla diagnosi 7,5%; dopo due anni, dal 10 al 13%.
Tratto da: “Prevenzione” – Lunedi 8 aprile 2002 e da: “Tempo Medico” - 18 aprile 2002
I dati dell’istituto di ricerca tedesco di Heildelberg dicono che il 98% dei malati di cancro muore entro il 5° anno per la chemio/nonostante la chemio.
Crediamo che le persone abbiano il diritto di valutare queste info per decidere quali strade terapeutiche intraprendere.
I medici non lo fanno, generalmente dicono ai loro pazienti, e spesso con scarso tatto e supponenza: “se non sviluppi recidive entro 5 anni è fatta !”, questa è una truffa enorme, tanto più che in questo scandaloso affare da MILIARDI di EURO all’ANNO gli unici ad averne dei benefici sono i MEDICI e le CASE FARMACEUTICHE, non certo i pazienti !
  • Colon – Retto 950.000 - 500.000 = 64% morti
  • Stomaco 875.000 - 650.000 = 75% morti
  • Fegato 560.000 - 550.000 = 98% morti
  • Esofago 400.000 - 330.000 = 84% morti
  • Pancreas 200.000 - 200.000 = 100% morti
  • TOTALE 3.000.000 - 2.200.000 (media 84,2 % morti)
..Secondo la nostra opinione una persona ha il diritto di scegliere se passare questi 5 anni in attesa del “verdetto” in pace con la sua famiglia, magari sostituendo la chemio, o integrandola, con altri metodi terapeutici non invasivi, oppure trascorrerli dentro e fuori dagli ospedali !

Il dramma è che se, come dicono le statistiche, 1 persona su tre sarà vittima del cancro, il 30% degli italiani è destinato ad ammalarsi (le stime dicono circa 12/15 milioni), e se tutti faranno solo chemio, e non saranno informati, ne’ avranno un oncologo o medico di fiducia di vedute più “aperte” che consiglierà loro “almeno” di abbinare un altro o più trattamenti di medicina alternativa, come ad esempio la dieta (tipo la collaudatissima Gerson, che arriva fino al 70% -100% di casi di successo, in base alla tipologia di tumore) e le vitamine/antiossidanti ad alto dosaggio (seguendo le linee guida della Medicina Ortomolecolare scoperta dal premio Nobel per la Chimica e per la pace Linus Pauling), o gli Antiacidi come il Bicarbonato di Sodio e l’Ascorbato di potassio del Pantellini, di questi ”milioni di malati di cancro che ricorrono “solo” alla chemio, se ne salveranno solo il 2 % !
Esiste tuttavia un altro studio che fornisce dati più incoraggianti per alcune tipologie di cancro, ma che non credo sia mai stato presentato ai malati prima di consigliare la chemioterapia (che, ricordo, è a base di farmaci a loro volta cancerogeni):
Pubblicato nel 2004 lavoro scientifico australiano che prende in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della CHEMIO nella cura del cancro.
I risultati sono catastrofici: solo il 2% dei pazienti sottoposti alla chemio risulta essere ancora vivo dopo 5 anni dall’inizio del trattamento “terapeutico”.
L’articolo è molto semplice come impostazione e, sia in tabella 1 (pp.551) che in tabella 2 (pp.552) sono riportate, in ultima colonna, queste percentuali di sopravvissuti alla SOLA CHEMIO dopo 5 anni dall’inizio del trattamento:

- percentuale di sopravvissuti dello 0% (zero per cento): cancro del pancreas, cancro dell’ utero, cancro della prostata, cancro della vescica, cancro del rene, Melanoma, Sarcoma e Mieloma Multiplo;


- percentuale di sopravvissuti dell’1% : cancro dello stomaco e del colon;
- percentuale di sopravvissuti del 2% : cancro della mammella e del polmone;
- percentuale di sopravvissuti del 3-5% : cancro del retto;
- percentuale di sopravvissuti del 4-5% : tumori al cervello;
- percentuale di sopravvissuti del 5% : cancro dell’esofago;
- percentuale di sopravvissuti del 9% : cancro dell’ovaio;
- percentuale di sopravvissuti del 10% : linfoma NON Hodgkin;
- percentuale di sopravvissuti del 12% : cancro della cervice uterina;
- percentuale di sopravvissuti del 40% : Seminoma del testicolo e Linfoma di Hodgkin.

Studio: Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560 – vedi:http://fiocco59.altervista.org/images/studi_effetti_chemio_5_anni.pdf

Bisognerebbe mettere un freno alla carneficina da chemio, mentre che fate?, ….continuate nel vostro silenzio ipocrita per non urtare la pubblica sensibilità, oppure URLATE questi dati a gran voce ?
Noi abbiamo scelto di non tacere, le persone hanno diritto di sapere prima di decidere !

Commenti NdR: Questi sono i risultati dell’Oncologia mondiale !!!
Prevenzione inesistente !!
Diagnosi precoce, rara ed incompleta (mancanza di strumentazione adatta con relativi protocolli)
Terapia inefficace alla guarigione, tossica e pericolosa per la salute del malato
(Chemio + Radio) con Probabile accelerazione del processo di morte !!!
Evidentemente la medicina ufficiale è incapace a sanare, anzi accelera il processo di degrado fisiologico del malato, portandolo facilmente e più velocemente alla morte prematura.
vedi: Statistiche sul Cancro + Statistiche sulla Chemio
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Ecco tutti i trucchi per falsare le percentuali


Vediamo le grandi serate TV, con ospiti che raccontano le guarigioni dai tumori, ormai all’87% dei casi.
Sono barzellette che non racconterebbe nessun comico: pensate che il nostro Alberto Sordi lo avrebbe mai fatto?
Eppure loro lo fanno.

Usano semplici trucchi: ne cito qualcuno.
Se viene ospedalizzata una paziente con, ad esempio tumore al seno, e fatta la terapia viene dimessa, non la chiamano dimissione, la chiamano guarigione.
Se dopo 3 mesi ritorna con un tumore al fegato, non sara’ certo da ricollegarsi a quanto prima. Ma cosa dici?!
Ma c’e’ di piu: se un paziente viene dimesso, e poi ritorna anche per controlli e viene di nuovo dimesso, ad ogni passaggio e’ un dato positivo.
Dato che si puo’ morire solo 1 volta, anche se si viene dimessi 9 volte, alla fine il risultato sara’ del 90% di guarigioni e del 10% di mortalita’ !
C’e’ di piu’, c’e’ di piu’.
Attivano calcoli che un bambino in terza elementare non farebbe.
Ad esempio, tumore al testicolo/tumore al polmone.
Del primo si salvano anche piu’ del 90%, del secondo si arriva a fatica al 10%.
Una media stimata sarebbe del 50%, ma si nasconde che quelli del testicolo sono solo 2000, mentre i colpiti da tumore al polmone sono 40.000.
A questo punto, il bambino in terza elementare comprenderebbe che la media non e’ piu’ 50%.
Ma c’e’ una statistica che non si fa mai. A fronte del prezzo pagato in termini economici e di sofferenza, non si conosce se lo stesso paziente potrebbe vivere di piu’ se si escludesse qualsiasi intervento terapeutico…
Di contro ci sono statistiche che parlano chiaro:
l’aggressivita’ di un tumore recidivante diventa esponenziale dopo la chemioterapia.
L’estrema difficolta’, se non l’impossibilita’ di “terapeutizzare” il tumore se la necessità di una chemioterapia si ripresenta, e’ il sacrificio che un paziente deve pagare all’altare delle terapie chemiotossiche.
Penso a quanti attendono la ricerca negata di valide strategie per guarire, a quanti contano i loro minuti passare, perche’ la lotta per la vita e’ questione di minuti. Penso alla cattiveria umana che interpone il profitto a tutto, anche alle sofferenze altrui, alle malattie.
Così dicendo farebbero due cose buone: non danneggerebbero Madre Natura, e non creerebbero un alibi alla catastrofe della medicina chimica.
In ultimo desidererei che il Presidente del Consiglio facesse un grande regalo a tutti gli italiani: dato il profuso sforzo del Consiglio Superiore di Sanita’, creare per loro una sede apposita, piu’ confortevole e piu’ lontana possibile dall’Italia, magari in Alaska, dove poter svolgere le loro preziosissime ed efficienti mansioni Direttive.

Speriamo che il Presidente ci dia ascolto e che ci faccia questo regalo.
By Giuseppe Parisi (medico)
Tratto da: Aduc – associazione per i diritti degli utenti e consumatori.

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Anche il più recente studio sui benefici della chemioterapia (fatto su pazienti australiani e americani) ne conferma la sua inutilità. Ma i trucchi statistici usati dai produttori dei farmaci riescono a confondere sia pazienti che medici..
By Ralph Moss, Ph. D.

Uno studio importante, condotto da oncologi, è stato recentemente pubblicato nel journal Clinical Oncology.
Questa meta-analisi, intitolata “Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti” è stata condotta per quantificare accuratamente i benefici del trattamento chemioterapico su adulti affetti da tumori comuni.
Tutti e tre gli autori sono oncologi
Il professore associato Graeme Morgan, l’autore principale, è un radiologo al Royal North Shore Hospital in Sydney; il professore Robyn Ward è oncologo all’University of New South Wales; mentre il radiologo Michael Barton è membro del Collaboration for Cancer Outcomes Research and Evaluation, Liverpool Health Service, Sydney.

Il professore Ward fa anche parte del comitato che stila le raccomandazioni sull’efficacia dei farmaci per il Governo australiano (Therapeutic Goods Authority of the Australian Federal Department of Health and Aging).
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi dei risultati di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti (US National Cancer Institute’s Surveillance Epidemiology and End Results – SEER) per il periodo gennaio 1990 – gennaio 2004.

Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso I benefici della chemioterapia.
Anche così, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro (cioè, statisticamente zero…n.d.t.)
Malgrado la crescente evidenza che la chemioterapia non prolunghi affatto la sopravvivenza del malato – commentano gli autori - gli oncologi continuano a presentare il trattamento come un approccio razionale e promettente contro il cancro.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione. “In realtà, malgrado l’uso di nuove e costose combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli” (Morgan 2005).
Gli autori hanno messo in evidenza che, per ragioni spiegate nello studio, i risultati raggiunti (il 2%di efficacia) dovrebbero essere visti come il limite massimo di efficacia (cioè, sono stime ottimistiche, piuttosto che pessimistiche).
Comprendere il “Rischio Relativo”
Com’è possibile che al paziente si offra regolarmente al trattamento chemioterapico, quando i benefici sono così minuscoli? Nella loro discussione, gli autori citano la tendenza da parte della professione medica a presentare i benefici della chemioterapia in termini statistici che sono raramente compresi dai pazienti.

Per esempio, gli oncologi frequentemente esprimono i benefici della chemioterapia in termini di “rischio relativo”, piuttosto che fornire una percentuale di sopravvivenza.
Il rischio relativo è un gergo statistico che permette di presentare l’intervento come considerevolmente più benefico di quanto lo sia realmente.

Ad esempio, se ricevere un trattamento causa un abbassamento del rischio di ritorno del cancro dal 4% al 2%, questo può essere espresso come una diminuzione del rischio relativo del 50%.
Questi valori sembrano buoni. Molto più buoni che dire che il trattamento offre una riduzione di rischio di solo il 2% che il cancro ritorni. Una dichiarazione del genere non convincerebbe molti pazienti a fare il trattamento…
I pazienti non sono gli unici fuorviati dall’uso eccessivo del rischio relativo nell’esporre i risultati degli interventi medici.
Numerosi studi hanno dimostrato che anche i medici sono frequentemente confusi da questi trucchi statistici.

Secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal, la percezione del medico nel prescrivere un farmaco è significativamente influenzata dal modo nel quale I testi clinici gli vengono presentati.
Quando i risultati sono espressi come una riduzione del rischio relativo, i medici credono che il farmaco sia molto più efficace, e sono molto più propensi alla sua prescrizione di quanto lo siano se gli stessi risultati fossero stati presentati come una riduzione del rischio assoluto (Bucher 1994).

Un altro studio, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, ha dimostrato che il modo nel quale i benefici di sopravvivenza sono presentati influenza le decisioni degli oncologi nel raccomandare o meno la chemioterapia.
Lo studio ha mostrato che, quando ai medici sono forniti i valori di rischio relativo per un trattamento chemioterapico, sono più disposti a raccomandarlo ai loro pazienti di quanto lo siano quando forniti della stessa matematica informazione, espressa come una riduzione del rischio assoluto (Chao 2003).
La maniera nella quale l’informazione clinica è presentata ai medici è quindi d’importanza vitale. Ad esempio, un farmaco presentato come in grado di ridurre una ricorrenza del cancro del 50% è probabilmente in grado di attrarre l’attenzione ed il rispetto di entrambi l’oncologo ed il paziente, benché il rischio assoluto che prevenga un ritorno possa invece essere basso – forse solo dell’ordine del 2 o 3 per cento.
Dato che l’80% dei pazienti decide sulla raccomandazione dell’oncologo, il modo nel quale il medico comprende e trasmette i benefici del trattamento è quindi d’importanza vitale
By Ralph Moss, Ph.D.
http://www.cancerdecisions.com/ Newsletter 226 – 03/05/06
Tradotto da Rinaldo Lampis – www.movimentoconsensus.org
Segnalato da Sepp Hasslberger – http://www.newmediaexplorer.org/sepp/ –http://www.laleva.cc/
Leggere la tesina su Cancro e Medicina Naturale + Terreno Oncologico


Il Cancro nasce in sintesi e secondo la Medicina naturale, perche’ l’organismo del canceroso e’intossicato, e la microcircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, a valle di essa, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzionecellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismoalterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamenteinfiammazione nei tessuti e stress ossidativo cellulare e per caduta immunodepressione, e parallelamente alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione dellaflora battericapH digestivo non regolare (e quindi l’organismo e’ mancante di minerali evitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassitibatteri e funghi (candida) i quali producono anche tossine ed ulterioriinfiammazioni: Ma tutto cio’ e’ “gestito” come Causa primordiale daiConflitti Spirituali(consci ed inconsci) e dall’intenso stress del vissuto.
Il Cancro quindi e’ una malattia MULTIFATTORIALE.
Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’ammalamento.
Cioe’ devono lavorare per disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare il pH digestivo, e normalizzare le digestioni + ilmalassorbimentosempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare ilsistema immunitarioSEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali(quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sulmetabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quellotissutale, sempre presenti in qualsiasi malattia e specie nel cancro, per i danni allamicrocircolazione indotti dalle intossicazioni piu’ o meno intense.

vedi: Terapia G. Puccio, dimostrazioni effetti del Bicarbonato di Sodio
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi, di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso, anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro - Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
CRAP: Nutriterapia Biologica Metabolica x Cancro

fonte: fintatolleranza.blogspot.it

mercoledì 29 gennaio 2014

la fine del mondo di Vento Flavia


miseria


L’Italia verso la miseria. Prossima fermata Atene


Stiamo arrivando al dunque, le misure di austerity inaugurate su impulso tedesco dall’iper-europeista ed illuminato Mario Monti stanno finalmente dando gli amari frutti: a fronte di una domanda persistentemente debole la crisi si sta avvitando, il debito statale pure, chi può se ne scappa via mentre le grandi multinazionali cinesizzano l’Italia (Electrolux), riducendo forzosamente la disponibilità economica da lavoro dei
residenti italiani. Insomma, un paese che come da piani sta diventando serbatoio di manodopera a basso costo. Continuando così saremo a breve come la Grecia. E, dico io, come potrebbe essere altrimenti: l’eccesso di tasse ha azzoppato la ripresa, le misure draconiane hanno tolto speranza nel futuro e la negazione dei diritti acquisiti, ad es. esodati, hanno finanche innescato sfiducia nelle istituzioni ed incertezza negli impegni che lo Stato aveva preso con i cittadini, anche questi sono aggiustamenti economici. Ed infatti la conseguenza è che i consumi non ci sono, la gente non spende per paura del futuro. E l’economia si ferma.

Spiacente ma sono costretto ad affermare che le vere e pesanti conseguenze – qui siamo solo agli inizi – non tarderanno a venire: in un paese senza futuro l’immigrazione ha già rallentato, l’emigrazione ha accelerato, la popolazione italiana scende…. E così il PIL, la vera base imponibile, scende e scenderà costringendo il paese verso l’angolo delle misure straordinarie che bisognerà avere il coraggio di attuare. Su, diciamolo, è impossibile continuare ad aumentare le tasse, la Bundesbank, la DIW, insomma la Germania predicano raziocinio chiedendo una patrimoniale per i capitali privati. Se si continua a non fare nulla prima o poi si arriverà lì, vero Letta? E quando dico patrimoniale intendo un prelievo dai risparmi almeno dell’ordine del 10%, più probabilmente del 15 o 20% del patrimonio finanziario disponibile delle famiglie, mica bruscolini. E la nazionalizzazione dei fondi pensione privati.

E pensare che l’avevamo scritto che Monti ci avrebbe portato al disastro, alla Grecia, alla svendita del Paese e del futuro come nazione libera e democratica…. Un’intera classe politica si è “allineata” agli interessi delll’Europa tedesca che diligentemente applica il piano di rientro dai debiti dei paesi periferici, con un vantaggio diretto ed immediato per la sola Germania di un euro molto più debole di quello che sarebbe il marco, questo lo sappiamo. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Guardate chi prende le decisioni oggi in Italia e mi direte in due o tre anni che tipo di carriera faranno in Europa, io dico che assurgeranno agli onori politici continentali (come dimenticare il mitico ministro Saccomanni che si è costruito una realtà parallela di previsioni di elevata crescita che cozzano ad esempio con quanto previsto oggi da SP’s per l’Italia oltre che con il senso comune, sembra quasi che per il tramite di quadri idilliaci si voglia evitare a tutti i costi l’inevitabile voto di protesta alle europee del maggio prossimo) . Questo, volendo, si chiama anche cooptazione.


La cosa che non capisco è la poca capacità degli italiani ad individuare la radice dei propri mali. Io vado contro corrente rispetto ai messaggi possibilisti che appaiono – o meglio apparivano – con regolarità su questo sito: il taglio delle spese dello Stato non è più sufficiente, giunti a questo livello anche la lotta all’evasione rischia di essere ulteriormente recessiva se interpretata in termini repressivi per le aziende che ancora danno lavoro (e che sempre più stanno pensando di andarsene). Se si vuole risolvere il problema della prossima miseria italica bisogna avere il coraggio di andare contro la Germania, tagliare sì la spesa pubblica tagliando soprattutto quella della casta partendo dalle provincie e regioni, ma facendo contemporaneamente deficit di bilancio e blindando le grandi imprese statali [ENEL ed ENI ad esempio sono due imprese che stanno facendo meglio dei competitors europei, pagano un dividendo del 6% e Saccomanni le vorrebbe vendere per pagare un debito che mediamente costa ben meno del 4%]! Con i pavidi politici delle grandi intese la vedo durissima…

Ricordiamo che la Grecia iniziò la spirale una volta che il debito statale giunse al 140% del PIL, l’Italia oggi è ad oltre il 134%….

Le possibilità sono due: o si esce dall’euro, anche per il tramite di una patrimoniale per il pagamento del debito estero che serva a non fare adirare il vicino teutonico [che smetterebbe di vendere Audi e Mercedes senza concorrenza], o si costringe Angela Merkel a rinegoziare i trattati, permettendo anche all’Italia di sforare il 3% di deficit. I sodali in questa impresa titanica potrebbero essere solo la Grecia di Syriza e la Francia Lepenista, la Spagna è già troppo in là nell’aggiustamento – oltre ad essere legata mani e piedi alla Germania, non avendo praticamente nessuna industria – ed il Portogallo è succube di Barroso, un altro paese che manda in miseria i propri cittadini facendo fare una brillante carriera al politico di “riferimento”. Restare nell’euro a queste condizioni non è un’opzione, almeno secondo chi scrive.

Per ora l’Italia sta facendo ben altro: i politici non tagliano le spese, restano saldamente ancorati alla sedia [se continuano così temo che presto o tardi rischino di vedere usate le spranghe per mandarli a casa, purtroppo], le misure “radicali” e/o “risolutive” non vengono prese, il paese si impoverisce e lo Stato invece di mettersi a dieta fa(rà, a breve) l’errore di vendere le poche multinazionali italiane rimaste – occhio soprattutto a ENEL – , con il risultato di spostare a termine occupazione di livello ed utili all’estero, la Fiat con la sede fiscale in UK insegna. Ossia, la fine del peggio non è ancora in vista.

Dunque, mi chiedo e vi chiedo, che si fa? Si attende la morte economica? Si ritornerà tutti poveri? Tornerà la fame e la miseria? Eh si, anche perchè quando si inizieranno ad intaccare le riserve patrimoniali liquide delle famiglie, durante il 2014, beh, allora sarà veramente l’inizio della fine. O della fame…. Anche perchè ad una patrimoniale – che innegabilmente andrebbe a diminuire i depositi e quindi successivamente annichilerebbe il credito bancario disponibile per la clientela – ne seguirebbe inevitabilmente un’altra che so, in cinque anni se come penso il Paese non dovesse riprendere a crescere. E senza multinazionali, senza grandi aziende che creino l’humus per la piccola impresa l’Italia è morta, economicamente e imprenditorialmente desertificata. O meglio, per come la possiamo vedere oggi l’Italia sta diventando un paese ad altissime tasse per i residenti e sempre più a buon mercato per gli stranieri, i turisti, un paese sotto oppressione fiscale, anch’essa una forma di fascismo (di fatti il fascismo mussoliniano nacque anche da un eccesso di tasse). Non dimentichiamo che il redditometro selvaggio sta arrivando…. Ed estremizzando si giungerà presto al punto in cui chi detiene il debito comprerà anche le case degli italiani, i proventi delle vendita verranno usati dalle famiglie impoverite per pagare le tasse e finalmente il debito estero del paese, ossia i denari torneranno da dove sono venuti. Troppo pessimista? Vedremo, io dico che non mi sbaglio. Dovessi dirla tutta l’Italia ha una sola speranza: una guerra mondiale o qualcosa del genere, almeno in quel caso non sarebbe la sola ad impoverirsi veramente – oggi l’Italia è molto ricca e diventerà molto povera continuando così -…..
Io spero che gli italiani si rendano conto di quanto sta accadendo.

Io il mio dovere di spiegare e provocare per attirare l’attenzione sui problemi veri del Paese l’ho fatto. E soffro nel constatare, ad esempio, che una porcata enorme come quella della misura contro gli esodati non abbia causato una vera e propria levata di scudi stile ’68 contro chi l’ha attuata. Ciò significa che di speranza non ce ne è più.

Ripeto, spero che gli italiani si rendano conto di quello che sta accadendo, consigliando per lo meno di segnare a penna rossa il nome ed il cognome di coloro che stanno svendendo il futuro dell’Italia allo straniero. La memoria, almeno quella, non potranno svenderla.

Mitt Dolcino


fonte: terrarealtime.blogspot.it

Oskar Schindler



è stato un imprenditore tedesco, famoso per aver salvato, durante la seconda guerra mondiale, circa 1.100 (secondo altri, come riportato sulla sua lapide, 1.200) ebrei dallo sterminio (Shoah), con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-Fabrik), situata in via Lipowa n. 4, nel distretto industriale di Zablocie, a Cracovia.
L'intera vicenda è stata scoperta grazie a un evento casuale: l'incontro tra lo scrittore australiano Thomas Keneally e Leopold Pfefferberg (Poldek), grande amico di Oskar. Keneally entrò nel negozio di Pfefferberg e i due si conobbero. Keneally fu colpito dalla storia che l'amico gli raccontò e, stabiliti contatti con gli altri Schindlerjuden (gli «ebrei di Schindler»), scrisse il romanzo La lista di Schindler da cui, successivamente, è stato tratto il film del 1993 Schindler's List, diretto da Steven Spielberg.

Schindler nacque a Zwittau (oggi Svitavy) nel Sudetenland, ovvero nei Sudeti, una regione all'epoca in Austria-Ungheria e successivamente in Cecoslovacchia, dove viveva per la maggior parte popolazione di lingua tedesca. L'annessione di questa alla Germania nazista fu per Schindler l'inizio di un'avventura che lo portò a Cracovia. La città polacca per molto tempo fu la sua dimora.
Qui acquistò a basso prezzo una fabbrica in via Lipowa n. 4, nel quartiere industriale di Zablocie, che chiamò Deutsche Emaillewaren-Fabrik, dove produsse pentolame e in seguito munizioni. Arrivò a occupare, durante la sua attività di imprenditore, circa 1.200 lavoratori ebrei (secondo alcune fonti, sarebbero stati 1.100). Alcuni dicono che, almeno inizialmente, abbia agito a scopo di lucro sfruttando il lavoro sottopagato di persone in stato di bisogno, come molti altri imprenditori in tutta la Germania. In seguito, tuttavia, iniziò a difendere attivamente i suoi operai. Egli avrebbe sostenuto che alcuni lavoratori incompetenti erano in realtà essenziali per il buon andamento della fabbrica, e qualsiasi danno che veniva loro fatto, risultava nelle sue proteste e richieste di risarcimento al governo.
L'orrore determinante a cui dovette assistere fu il rastrellamento del 1942 nel ghetto di Cracovia. I soldati stavano trasferendo gli ebrei in un campo di concentramento a Plaszów, e uccisero selvaggiamente molte persone che cercavano di nascondersi nelle proprie case. Dopo il rastrellamento utilizzò ancor più le doti di diplomatico di cui era in possesso per salvare i suoi Schindlerjuden ("gli ebrei di Schindler"). Si accordò con Amon Göth, il comandante di Plaszów, per il trasferimento di 900 ebrei nell'adiacente complesso industriale, dove sarebbero stati relativamente al sicuro dalle angherie delle guardie tedesche.
Quando l'Armata Rossa era ormai prossima a liberare Cracovia, i tedeschi distrussero i campi e uccisero gran parte degli internati. Schindler, tuttavia, riuscì a spostare 1.100 "lavoratori" in una fabbrica a Brunnlitz in Cecoslovacchia, sottocampo del complesso di Gross-Rosen, nell'ottobre 1944. Nel trasferimento, il convoglio della forza lavoro femminile, che partì a distanza di una settimana da quello maschile, venne deviato per un errore burocratico al campo di concentramento di Auschwitz. Schindler riuscì comunque nell'intento di farselo restituire, e tutte le donne raggiunsero definitivamente Brunnlitz, che venne poi liberata nel maggio del 1945.
Alla fine della guerra Schindler riuscì a emigrare in Argentina. Qui fece bancarotta e ritornò in Germania nel 1958, per intraprendere una serie di avventure imprenditoriali di poco successo. Nel 1961, in occasione della sua prima visita in Israele, ricevette l'entusiastica accoglienza di 220 sopravvissuti. Da allora visse tra Israele e Germania. Dal 1971 visse a Hildesheim, in Germania, dove morì il 9 ottobre 1974 in un ospedale.
Per suo stesso volere, la sua salma fu subito traslata e riposa tutt'oggi nel piccolo cimitero francescano cattolico, che si trova vicino al sito della Dormizione di Maria sul monte Sion, nella parte vecchia di Gerusalemme, in Israele. La stessa tomba compare nelle ultime sequenze a colori del film Schindler's List del 1993, quando i veri ebrei superstiti, ormai anziani, vengono accompagnati dagli attori a deporre un sasso sulla lapide (un'usanza ebraica). L'epitaffio sulla lapide recita la scritta Giusto tra i giusti in ebraico e l'indimenticabile salvatore di 1200 ebrei perseguitati in tedesco.
Il 18 luglio 1967, l'apposita commissione israeliana Yad Vashem ha deciso di riconoscere Oskar Schindler Giusto tra le nazioni; tale decisione è stata confermata il 24 giugno 1993 ed estesa alla moglie di Schindler Emilie.

La lista di Schindler

Il manoscritto originale della lista di Schindler venne trovato nel 1999 in una valigia che lo stesso imprenditore aveva lasciato nella casa di una coppia di amici a Stoccarda. Nel 2009 fu rinvenuta una copia-carbone della lista in una biblioteca di Sydney, in Australia, in mezzo ai manoscritti di Thomas Keneally. La prima copia venduta apertamente al pubblico è stata messa all'asta su ebay nel luglio 2013, con una base d'asta di tre milioni di dollari.

lunedì 27 gennaio 2014

l'uomo di paglia




è un film italiano del 1958, diretto e interpretato da Pietro Germi, presentato in concorso all'11º Festival di Cannes.

Trama

Sembrerebbe una situazione tipica dei film della commedia erotica all'italiana. La moglie va in vacanza e il marito resta in città... ma il film di Germi ha ben altra portata. È la storia di una famiglia operaia che si sta avviando a lasciare la sua classe, che ormai negli anni sessanta sta per trasformarsi in piccola borghesia. Andrea è un buon padre di famiglia romano, quarantenne operaio specializzato che ogni giorno va al lavoro salutando cortesemente i vicini di casa che incontra sul pianerottolo. Pur abitando nello stesso palazzo, come accade negli alveari cittadini, Andrea non ha mai incontrato una giovane donna, Rita, che invece occasionalmente conosce quando la domenica va al mare a trovare la moglie e il figliolo. Si scambiano poche parole ma è l'inizio di una passione incontenibile con Rita, così affascinante nella dolce estate romana. Nonostante un'iniziale diffidenza in realtà è anche lei attratta da quell'uomo in cui vede il suo stesso desiderio di un amore libero e totale a cui alla fine si abbandona. Ma Andrea è un uomo a metà: ama sinceramente la giovane ma nello stesso tempo non è capace di staccarsi definitivamente dai suoi affetti familiari sino a quando non decide di troncare la sua relazione. Il fuoco di paglia ha bruciato intensamente ma ora si è spento del tutto. Ma Rita non può vivere senza quell'uomo e per questo si uccide.
È un dramma tipicamente borghese ottocentesco quello che ora vive Andrea che già si sentiva in colpa per il tradimento verso sua moglie alla quale per liberarsi confessa tutto. Luisa travolta dalla verità non può accettarla e abbandona il marito portando con sé il figlio.
Andrea continua a vivere disperatamente e senza pace quando, la notte dell'ultimo dell'anno trova in casa la moglie con il figlio. Tutto sembra come prima: la moglie lo ha perdonato e la vita sembra tornare a scorrere su i soliti binari; ma non è così: negli sguardi che Andrea e Luisa si scambiano rimarrà la traccia indelebile di quel dramma che ha sconvolto la loro vita.

La critica della Sinistra

Germi non ebbe mai buoni rapporti con la critica cinematografica di sinistra che lo giudicava negativamente più per le sue posizioni politiche che per l'effettivo valore estetico dei suoi film. Germi in particolare aveva osato, lui antifascista convinto, mettere in discussione lo stereotipo che la sinistra si era costruito della figura dell'operaio. Per questo motivo, per un lungo periodo sino alla fine degli anni ottanta Germi fu messo da parte dall'intellighenzia del partito comunista che non poteva accettare quello che Germi aveva intuito: la trasformazione sociale della classe operaia. La colpa del regista era quella, secondo Guido Aristarco, direttore di "Cinema Nuovo" scrivendo de Il ferroviere, di avere dato al protagonista Marcocci una configurazione politica che «appartiene a un populismo storicamente sorpassato» con idee risalenti «all'epoca del movimento socialista esordiente [...] con i turatiani del primo dopoguerra...».
Insomma il vero operaio non può essere un crumiro come il ferroviere di Germi.
Critiche queste della sinistra che venivano sonoramente contraddette dal successo che la pellicola ebbe presso il pubblico popolare in Italia, e a Mosca e a Leningrado durante "La settimana del film italiano".
Le stesse critiche, se non più aspre, ritornarono in occasione della prima dell'Uomo di paglia dove addirittura il protagonista, un operaio, viveva un classico dramma borghese che non poteva appartenergli. Scriveva Umberto Barbaro: «Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza solidarietà umana - metodici e abitudinari come piccoli borghesi - la cui socialità si esaurisce in partite di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie - che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell'amore, che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio - e poi piangono lagrime di coccodrillo, con le mogli e dentro chiese e sagrestie - questi operai di celluloide, che, se fossero di carne ed ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all'estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi».
Anche gli intellettuali di sinistra dissidenti da queste posizioni estreme, che non potevano non vedere l'arte cinematografica di Germi, ma non avevano però il coraggio di dirlo apertamente si mantenevano su una posizione di "qui lo dico e qui lo nego" come Glauco Viazzi che sosteneva che volesse dire ignorare la realtà sociale non riconoscere che «operai siffatti esistono nella realtà e in gran numero, e non solo tra quelli che poi votano dicì o socialdemocratico, ma anche tra quelli che danno il voto ai partiti di classe» ma insieme diceva che L'uomo di paglia, valutato artisticamente, non meritasse che «un cauto e moderato elogio».
Altri come Antonello Trombadori, direttore de "Il Contemporaneo", insieme al vice direttore Carlo Salinari e allo storico Paolo Spriano, scrivevano nel 1956 a Palmiro Togliatti una lettera destinata a rimanere privata  con la quale chiedevano al segretario del partito di incontrarsi con Germi per non allontanare un uomo, e i "mille come lui", così importante per il movimento antifascista: «Veniamo proprio in questi giorni dall'aver visto un film italiano assai bello e commovente, certamente popolare: "Il ferroviere", di Pietro Germi. È un'opera di un socialdemocratico militante, eppure è un film pervaso da ogni parte di sincero spirito socialista».(cfr. Carlo Carotti, Pietro Germi il socialdemocratico, 20 marzo 2007 Vedi articolo completo).

fregature mentali

Ipnosi e funzionalità immunitaria

di Maria Vittoria Bossolasco

L’ipnosi può essere interpretata all’interno della prospettiva psiconeuroendocrinoimmuno-logica, come fenomeno con specifiche modalità d’azione, in cui può avvenire il superamento del limite psiche-materia organica, con predominio assai spesso della psiche sul soma e un’influenza del più profondo inconscio biologico da parte di forze psichiche di tipo suggestivo. “L’ipnosi, lungi dall’essere risposta esclusivamente psichica, l’ipnosi è anche risposta somatica viscerale organica, in cui corpo e mente interagiscono, aiutandosi e compensandosi a vicenda, è un insieme di fenomeni neurologici, biochimici, elettrici, psicologici, sociali.” (Granone, 1986) Nella prospettiva psicosomatica, l’idea che lo stato mentale e quello emotivo possano, attraverso il sistema immunitario, influenzare l’insorgenza e/o il decorso di una malattia organica, ha affascinato intere generazioni di studiosi e ha prodotto numerosi studi sperimentali volti ad indagare un’eventuale relazione causale tra stress e funzionalità immunitaria. 

Le patologie in cui si riconosce il ruolo patogenetico dello stress sono sempre più numerose, e l’allontanamento da situazioni stressanti, quando è possibile, è ritenuto necessario supporto alle specifiche terapie, anche nella convinzione che gli interventi comportamentali possano avere conseguenze positive per la funzione immunitaria. I dati sperimentali attualmente disponibili mostrano che condizioni di stress psicologico possono produrre alterazioni nella funzionalità immunitaria, anche se ogni individuo risponde agli eventi stressanti in relazione al suo substrato emozionale, alla sua personalità e allo stato psichico di base. 

Nel corso degli ultimi anni non pochi ricercatori hanno studiato l’influenza sulla funzionalità immunitaria, dell’ipnosi e delle tecniche ad essa collegate, e le hanno impiegate a scopo psicoterapeutico, a partire dall’assunto teorico avanzato fin dal 1985 dallo stesso Granone che ”Così come lo stress, attraverso il circuito d’integrazione PNEI, deprime la funzionalità immunitaria, è verosimile che, in determinati soggetti, si possano utilizzare gli stessi canali per ottenere benefiche modificazioni, suscitando in ipnosi immagini particolari tali da creare monoideismi suggestivi, etero- ed autoindotti, fortemente plastici e influenzanti le condizioni organiche.” 

Quest’ intuizione è stata confermata sperimentalmente da numerosi studi che hanno messo in evidenza che in trance ipnotica, particolari e mirate suggestioni possono mobilizzare le cellule immunitarie, gruppo cellulare di pronto intervento per sradicare infezioni o degenerazioni patologiche, e che è possibile creare immaginariamente neuropeptidi utili sotto l’aspetto terapeutico. Gli interventi condotti sui pazienti oncologici da Simonton e Simonton negli anni ’80 sono stati tra i primi impieghi della terapia immaginativa per potenziare il sistema immunitario. 

Si trattava di un programma psicoterapeutico con l’impiego di tecniche, spesso molto suggestive ed efficaci, di rilassamento e di visualizzazione in immaginazione delle proprie cellule immunitarie impegnate nella lotta contro le cellule neoplastiche che si concludeva con la distruzione di queste ultime. Sempre negli anni ’80, anche Spiegel e collaboratori hanno istruito donne con neoplasia mammaria metastatica a praticare forme di rilassamento e di autoipnosi. Molti altri studi sperimentali hanno messo in evidenza che l’immaginazione e il rilassamento svolgono un’azione di facilitazione dell’immunità, modificando l’effetto immunosoppressivo esercitato dagli eventi stressanti. Non sempre, tuttavia i dati sperimentali confermano queste conclusioni e soprattutto i risultati non sono univocamente interpretabili (Van Rood e collaboratori,1993; Miller e Cohen, 2001).


A oggi sono numerose le questioni che rimangono aperte, per esempio, non è facile quantificare il contributo dell’ipnosi nell’ambito dei trattamenti riportati in letteratura, dal momento che gli approcci utilizzati sono piuttosto eterogenei, spaziando dalle tecniche di rilassamento e di immaginazione, all’impiego del biofeedback, dell’ipnosi, all’uso di paradigmi di condizionamento. Non esiste nessuna misura standard globale della funzione immunitaria e i parametri indicatori della funzionalità immunitaria non sono individuabili in modo univoco, benché alcune variazioni siano più evidenti di altre, e più persistenti nel tempo. Alcuni ricercatori ricorrono al conteggio dei vari sottogruppi di leucociti del sangue, con la difficoltà che deriva dal fatto che essi sono interdipendenti, con le variazioni in uno che producono effetti a cascata sugli altri.

Altri studiosi, invece, dosano specifici mediatori, come alcune citochine; altri ancora hanno suggerito che, in generale, determinazioni funzionali forniscono un indicatore più realistico della funzione immune rispetto alle misurazioni quantitative ( Kiecolt-Glaser e Glaser , 1992). Inoltre, non sempre si procede con l’opportuna randomizzazione nella costituzione dei gruppi sperimentale e di controllo, accorgimento metodologico importante proprio perché molti dei parametri immunologici non hanno valori “normali”. Infine, dall’esame delle varie sperimentazioni, risulta che la raccolta dei campioni da analizzare non sempre avviene nello stesso momento per il gruppo sperimentale e quello di controllo, né il disegno sperimentale prevede regolarmente l’inserimento dei follow-up o, quando questo è effettuato, non sempre sono riportate le determinazioni immunologiche.

In sintesi, sembra che l’influenza dell’ipnosi sulla funzionalità immunitaria e la sua efficacia immunomulatoria sia nel complesso modesta, anche se è forse prematuro concludere che il sistema immunitario non è influenzato dagli interventi psicologici. Piuttosto, i risultati permettono di ricavare alcune indicazioni metodologiche per una corretta sperimentazione e pongono problemi concettuali e di metodo, che devono essere risolti prima di giungere a conclusioni definitive. Emerge la necessità di usare appropriati campioni clinici, di specificare la tipologia della tecnica impiegata e dei parametri immunologici individuati come indicatori, di effettuare i prelievi per le determinazioni in tempi non casuali e di seguire disegni sperimentali più rigorosi che prevedano i follow- up, con relativa determinazione dei parametri indici della funzionalità immunitaria. D’altra parte, la valutazione dell’efficacia dell’ipnosi nel modulare il sistema immunitario non sempre è agevole, e le difficoltà nei confronti di un’interpretazione univoca potrebbero persistere perché costringere lo studio dell’efficacia di un intervento ipnotico all’interno di protocolli strutturati secondo criteri che non considerano l’individualità dei soggetti, può risultare fuorviante. 

L’ipnosi, in quanto fenomeno che coinvolge mente e corpo, risente dell’esistenza di variabili nella strutturazione psichica, che differiscono da individuo ad individuo e che inevitabilmente si riflettono sull’ipnotizzabilità, come è stato messo in evidenza dagli studi che valutano l’influenza che viene esercitata dalla struttura dell’immaginazione usata e dalla capacità di costruire immagini chiare associate a forti sentimenti. Non tutti gli individui sono dotati di un’immaginazione coinvolgente, sono capaci di lasciarsi assorbire dalla propria fantasia o immaginazione, arrivando a sognare ad occhi aperti e a sviluppare delle immagini molto vivide. La rappresentazione mentale, l’immagine mentale, il pensiero, sono una forza. Il pensiero deve invece essere affermativo, deciso, chiaro nella sua finalità, al contrario il pensare nervoso, incerto, superficiale, agitato, distratto, senza chiarezza, che scivola da un contenuto all’altro, è un pensiero povero di energia realizzatrice. 

Forse i risultanti contrastanti sull’efficacia immunomodulatoria dell’ipnosi, lungi dall’essere prova del limite dell’ipnosi, discendono dall’originalità con cui ogni individuo realizza il monoideismo plastico. E’ verosimile che l’influenza sulla funzionalità immunitaria sia maggiore proprio negli individui in cui il monoideismo plastico si manifesta nel modo migliore sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo.

Bibliografia
F. BOTTACCIOLI Psiconeuroendocrinoimmunologia, Edizioni Red, Como, 1995
F. GRANONE Eccezionali possibilità umane, in particolari condizioni psichiche, Rassegna di Ipnosi, 1985, 12: 43-59
F. GRANONE Cosa è l ipnosi; come si instaura; a che serve; con quali modalità psiconeurofisiologiche agisce, Rassegna di Psicoterapie, 1986, 13: 111-124
G. GUANTIERI L’ipnosi, Rizzoli, Milano, 1975
J.K. KIECOLT-GLASER, R. GLASER, Psychoneuroimmunology: Can Psychological Interventions Modulate Immunity, Journal of Consulting and Clinical Psychology, 1992, 60(4): 569-575
J.K. KIECOLT-GLASER, P.T. MARUCHA, C. ATKINSON, R. GLASER, Hypnosis as a Modulator of Cellular Immune Disregulation During Acute Stress – Journal of Consulting and Clinical Psychology, 2001, 69(4): 674-682
G.E. MILLER, S. COHEN – Psychological interventions and the immune system. A meta-analytic review and critique – Health Psychology, 2001, 20: 47-63
C. PERT, The molecules of emotions: Why you feel the way you feel, Scriber, New York, 1997
O.C. SIMONTON, S. MATTHEWS-SIMONTON, T.F. SPARKS, Psychological intervention in the treatment of cancer, Psychosomatics, 1980, 21: 226-233
O.C.SIMONTON, S. MATTHEWS-SIMONTON, J. CREIGHTON, Getting well again, New York Bantam Books, 1980
D. SPIEGEL, J.R. Bloom, H. KRAEMER, E. GOTTHEIL, Effect of psychosocial treatment on survival of patients with metastatic breast cancer, Lancet, 1989, 2: 888-901
Y.R. VAN ROOD, M. BOGAARDS, E. GOULNY, H.C. VAN HOUWELINGEN, the effects of stress and relaxation on the in vitro immune response in man: a meta-analytic study,Journal of Behavioral Medicine, 1993, 16(2): 163-181


Fonte: 

fonte: fintatolleranza.blogspot.it

cambiamenti di K



Annuso l’aria e sento che è tempo di grandi cambiamenti.
Dopo 20 anni di immobilità la nostra politica comincia a dare finalmente segnali di  trasformazioni, ancora deboli ma carichi di ottime intenzioni. C’è tutta una frangia pronta a  denigrare il m5s “il dittatore Grillo”  per dirne una.  Ben sappiamo che alla sinistra andavano bene i soliti Schifani e combriccola di delinquenti pluri condannati. In questi anni, la sinistra italiana, non ha mai né detto né tantomeno fatto qualcosa per combatterli seriamente, come il popolo a gran voce gridava.
La novità dei grillini in parlamento sprona la sinistra a fare i conti con se stessa. Si vocifera che fosse già tutto organizzato ma francamente io non lo credo affatto. Guardo i notiziari televisivi e vedo nuove facce e mi chiedo: grillini?....no, sono del pd. Ma dove erano prima? Ma son sempre stati lì è che adesso è venuto il momento buono di mostrarli. Almeno apprezzo il loro sistema di avvicinarsi alla volontà popolare che vuole rinnovamento tra le file del partito. Cazzo….il pdl candida Schifani e Brunetta, dai su…..!!!!
Benché nutra moltissime riserve sui nuovi presidenti delle camere sono già felice, no…..di più, sono entusiasta che non ci siano più il fascista Fini e il mafioso Shifani, e se vi par poco questo!!??!!
Dicevo mantengo le mie perplessità nei confronti di Grasso, e sì, per le sue dichiarazioni dell’anno scorso, maggio 2012 durante la trasmissione di Radio 24 “La Zanzara”: “Darei un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia. Ha introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi. Siamo arrivati a quaranta miliardi di euro”. Il candidato della lista Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, in campagna elettorale, ha ricordato che Grasso divenne Procuratore nazionale antimafia “scelto da Berlusconi in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli, colpevole di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica”. Ahi ahi ahi……Possibile che il consulente di Giovanni Falcone non conosca gli affari sporchi che legano Berlusconi alla mafia? Non è possibile vero? Personaggio molto ambiguo questo Grasso. Ma in fondo dice anche la verità, perché è vero che è stato fatto qualcosa contro la mafia, ma per distruggere i clan rivali ai politici in parlamento.
Passiamo della Boldrini. Bella donna, discorso di introduzione alla camera piacevole, per lo meno fuori dagli schemi classici che il paese ci ha abituato in questi ultimi anni. La faccia buonista della NATO. No, dico, l’ho scritto abbastanza grande NATO???? In pratica quella che si occupa di trovar rifugio ai disperati ai quali hanno fatto guerra per i loro cazzutissimi interessi. Volete saperne di più? Leggete qui.
Quindi Grillo e i suoi mi paiono legittimamente dubbiosi sugli inizi di questa nuova fase politica. Ma del resto da qualche parte bisognava pure cominciare. Ricordiamoci che non c’è stata una vera e propria rivoluzione. Tutto è sempre uguale, siamo inseriti in un sistema ben preciso, o cambiamo quello o cerchiamo di combatterlo al suo interno. La differenza è che si è inserito un tarlo nel mobile d’epoca e deve pian piano compiere il suo lavoro dall’interno; distruzione o rinnovamento vero e proprio? Staremo a vedere.
Non sono d’accordo su chi percepisce Grillo come un dittatore. E’ vero che c’è sempre la possibilità che dare potere a una persona sola può ritorcerci contro. Ma in realtà Grillo è fuori dai poteri veri e propri; lui si arrabbia perché i suoi non stanno alle regole che il movimento aveva sottoscritto per i parlamentari e questo mi pare più che logico, per lo meno dal loro punto di vista, in ragione del fatto che l’hanno firmato. Non sono d’accordo in verità sul filmare tutte le assemblee dei parlamentari 5 stelle per poi essere messe in rete. E’ un bene che fra di loro si discuta che ci possa essere anche del dissenso, ma poi ciò che deve uscire da lì è la decisione che la maggioranza di loro ha stabilito. E questo perché coinvolgere tutta la popolazione non potrebbe che creare caos e alla fine un nulla di fatto. La mia esperienza teatrale, nel mio piccolo, mi è stata d’insegnamento. Finché tutti potevano dir la loro non si progrediva di un solo passo. Così è stato deciso di scegliere un capo che fungesse sia da coordinatore artistico che da regista e che avesse sempre l’ultima indiscussa parola su tutto; o ti sta bene così, o te ne vai altrove. Ha funzionato da subito, da un ammasso di casino, quale eravamo, siamo diventati un gruppo che ha saputo costruire qualcosa di piacevole per sé e per gli altri. Come figura di riferimento sono stata scelta io; comunista, atea, dagli indubbi atteggiamenti poco ortodossi in un ambiente oratoriale, lontano da me mille miglia. Ma credetemi i miei peggiori nemici sono stati sempre coloro che erano dalla mia parte politica. Tutto questo sarebbe un altro discorso piuttosto lungo che c’entra si e no con quanto volevo dirvi. Insomma la mia figura di “dittatore” all’interno del gruppo ha permesso alla compagnia teatrale di svilupparsi. Che sia merito anche delle mie capacità? Capacità non solo artistiche ma anche di venir incontro alle esigenze dei più sempre mantenendo integra la dignità di tutti? Io ascolto sempre tutti ma alla fine decido sempre io e mi assumo la responsabilità anche di sbagliare.
Intendo dire che è necessaria la figura di una persona responsabile a cui fare riferimento. Il popolo è un ammasso di caproni; tutti avran da dire la loro ma quando c’è da mettersi in prima linea stai sicuro che si disperderanno tutti. Meglio dare responsabilità a pochi che si prendano l’onere anche di sbagliare in quanto essere umani. Per questo non è un bene mettere tutto sul web. Che la gente faccia le sue richieste e pure le sue critiche. Sarà l’integrità morale delle persone elette a fare la differenza.
Detto questo passo al Francesco di turno. Altra ventata di novità. E qui son di nuovo dolori. Il papa che piace, il papa buono, ah…perché ci sono anche papa cattivi vero? ammissione di colpa? No, magari! Solo ignorante superficialità. Il papa vicino ai poveri. Ah sì? Quindi si è convinto della necessità di provvedere al fine di combattere la povertà? Ma va……Combattere la povertà significa ben altro che elargire un po’ di carità e di benedizioni. La cosa che più mi spaventa è che piace molto anche tra le frange di tutte quelle persone che di solito se ne fregano di questioni religiose. E questo solo perché ha un modo semplice di parlare, si rapporta con la gente col loro stesso linguaggio, un linguaggio religioso quasi medioevale ma non se ne accorge nessuno. Afferma che chi non prega cristo è il diavolo, (“Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”), quindi io e tutta la mia famiglia saremmo il diavolo e un diavolo di solito si combatte. Dice che vuole portare la fede sino ai confini del mondo, come un moderno crociato e di non cedere al pessimismo che il diavolo ci offre, e di nuovo menziona il diavolo. Seguendo l’insegnamento di Ignazio di Loyola, il fondatore della Compagnia di Gesù, Francesco ci dice di reagire opponendo il sorriso al pessimismo. E’ una forma di evangelizzazione molto molto potente, di sapore medioevale ma molto potente in grado di avvicinare una moltitudine di persone in buona fede ma che diverranno esse stesse strumento del progetto di rinsaldamento del potere della chiesa nei paesi dove sta perdendo forza per poi scatenarli contro coloro che non credono o che credono in altro. La sua collusione, presunta o meno, con la dittatura argentina non mi sorprende affatto. A parte quei preti che vivono per la strada a diretto contatto con i veri problemi quotidiani delle persone, l’alto clero è sempre stato dalla parte dei più forti, meglio se di destra, perché ai comunisti la religione non è mai piaciuta molto, tutt’al più  tollerata per non offendere nessuno. Sono molto preoccupata altro che papa umile!! Sto cazzo…..
Come considerazione finale non posso che concludere che questa ondata di cambiamento ha un che di sospetto. Benché ritenga il m5s in buona fede, lo credo strumento di coloro che finalmente volevano liberarsi della mafia berlusconiana che non corrispondeva più ai loro interessi. Che fine farà il movimento? Che Grillo si impunti è un bene in fondo, ma non farà la differenza se i potenti non saranno d’accordo. E che siano d’accordo non mi pare un buon segno per i soliti poveri cristi.
Quindi, tutto è in gioco. In fondo, anche se poi tutto ritornerà tra i ranghi, è un momento di rinnovamento molto eccitante, un momento storico che può fare la differenza, potrebbe anche togliere un po’ di potere ai soliti, anche se con l’avvento di questo Francesco la vedo dura.
Guarda caso eh? proprio questo papa adesso.
Kamala

mercoledì 22 gennaio 2014

le anime morte




 (in russo, Мёртвые души, Mërtvye duši, Mjortvyje duši, IPA: ['mʲortvɪjɪ 'duʃi]) è un romanzo pubblicato nel 1842 dallo scrittore russo, ucraino di nascita, Nikolaj Vasil'evič Gogol'. È un classico della letteratura mondiale e sicuramente l'opera più nota di Gogol', insieme ai racconti Il cappotto e Il naso.
Le anime morte è un romanzo satirico che Gogol' scrisse quasi interamente durante il suo soggiorno a Roma.
Gogol' era intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia seguendo un modello dantesco. E Le anime morte, che in sé rappresenta un romanzo compiuto, era, nelle intenzioni dello scrittore, solo la prima parte di questo grande poema, quella nella quale veniva descritta la dimensione morale più bassa della Russia (l'inferno, in uno schema dantesco). Questo grande progetto rimase incompiuto.

Trama

Un giorno, nel capoluogo del governatorato di N. arriva l'affabile Consigliere di Collegio Pavel Ivanovič Čičikov.
Il suo intento è quello di acquistare a buon prezzo le "anime morte". Con questo termine si indicano quei servi della gleba morti dall'ultimo censimento e per i quali i proprietari continuano a pagare il testatico fin quando non ne verrà registrata la morte nel prossimo censimento. Čičikov punta così a crearsi, con il minimo sforzo, un numero di servitori ("fantasma") elevato al punto tale che ipotecandoli si possa costituire un grosso capitale.
Questa idea semplice e un po' diabolica cerca la sua attuazione in una capitale di governatorato popolata da personaggi pittoreschi, notabili cittadini o piccoli proprietari terrieri, tutti portatori di un vuoto morale che li fa sembrare spesso più morti di quei servitori che vengono rievocati e che sono l'oggetto delle trattative.
La cosa deve chiaramente restare nascosta, ma alla fine tutto salta fuori (anche a causa dell'avida Korobočka, che, dopo aver venduto delle anime morte a Čičikov, arriva in città per chiedere il valore di mercato di queste anime per paura di averci rimesso). L'unica soluzione è la fuga che vanifica tutti gli sforzi fatti.

Commento

L'idea prima del libro fu suggerita a Gogol' da Puškin ed è tratta da un fatto di cronaca.
Successivamente Gogol' sviluppò il progetto di farne una prima parte di un grande poema sulla Russia che però non vide mai la luce, anzi segnò in un certo senso il suo declino. Infatti scrisse solo la seconda parte che poi bruciò quasi per intero (ne rimangono i primi capitoli).
Ai personaggi spregevoli di questa prima parte avrebbero dovuto fare da contraltare delle figure via via migliori fino ad arrivare ad un finale ideale che avrebbe dovuto indicare una sorta di via verso la redenzione per l'intero popolo russo.
Questo disegno non ebbe luogo e la critica si divide nel giudicare Le anime morte come un romanzo anche di denuncia sociale, come potrebbe fare intendere il suo inserimento nel progetto del grande poema appena esposto, piuttosto che considerarlo in sé stesso, per ciò che realmente è stato ed è, cioè un vivido quadro di una Russia sgangherata e sonnolenta, abitata da figure grottesche e patetiche, delle quali il protagonista, Čičikov è il più degno rappresentante.
In ogni caso questo romanzo è uno spartiacque nella letteratura russa che fino a quel momento sembrava non accorgersi di certe realtà. Il grande successo che riscosse all'epoca è nulla a confronto dei riflessi che ha avuto sull'intera letteratura del suo paese, a partire proprio dalle opere spiccatamente di denuncia sociale che cominciarono a fiorire, come ad esempio le Memorie di un cacciatore di Ivan Turgenev.

Curiosità

Il primo titolo del romanzo fu "Le avventure di Čičikov ovvero le anime morte". Questo per addolcire quel Le anime morte sul quale pendeva un sospetto di allusione religiosa eterodossa.
Nel 1923 l'editore francese Ambroise Vollard, chiede a Marc Chagall, a Parigi, l'illustrazione delle "Anime morte": le opere di Chagall saranno pubblicate solo più tardi, nel 1948, grazie all'editore Tériade.
Gogol' scrisse una parte dell'opera in viaggio tra Albano e Genzano, ponendo a confronto le bellezze paesaggistiche laziali con quelle della propria patria.

una vita tranquilla




è un film del 2010 diretto da Claudio Cupellini, con Toni Servillo.

Trama

Antonio De Martino, ex camorrista cinquantenne, che ha dei conti in sospeso con la malavita italiana è fuggito in Germania dove si è rifatto una vita tranquilla vivendo da 15 anni sotto il falso nome di Rosario Russo e gestendo un hotel con ristorante di cui è diventato chef. Stimato dalla comunità locale ha accanto a sé la propria amata famiglia: la moglie tedesca Renate (che ignora il suo passato) e il figlio Mathias di nove anni avuto da lei. Un giorno, al ristorante si presentano due giovani napoletani, Diego ed Edoardo: Diego è in realtà il figlio di primo letto di Rosario, che lo accoglie benevolmente (tenendo tuttavia nascosta alla nuova famiglia la imbarazzante parentela), dandogli vitto e alloggio e dedicandogli parte del proprio tempo. Diego invece prova un evidente rancore nei confronti del padre, che ha lasciato la famiglia italiana quando lui era piccolo, senza farsi più vedere.
Emergono quindi inquietanti retroscena del passato di Rosario e del presente di Diego, giunto in Germania per assassinare, per conto della camorra, un industriale tedesco, che sta per stipulare un contratto per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla Campania. Il padre, ignaro dei motivi per cui Diego è giunto in Germania, ma messo in allerta dai suoi comportamenti, lo segue nel momento dell'attentato, e il suo intervento impedisce che Diego commetta materialmente l'omicidio, portato a termine con feroce determinazione da Edoardo.
A questo punto la situazione precipita: Rosario sollecita con determinazione il figlio e l'amico Edoardo a lasciare al più presto la Germania, ma quest'ultimo, che ha riconosciuto nell'albergatore il boss pentito De Martino, gli palesa la sua scoperta, pur garantendogli il suo "rispetto" ed il suo silenzio.
Rosario non può mettere a rischio la sua famiglia e la sua nuova identità: decide quindi di far fuori Edoardo attirandolo in una "trappola", innescando così una serie di conseguenze: il figlio lo aiuta a far sparire il cadavere dell'amico, ma non accetta il consiglio del padre di seguirne le sue orme, rifacendosi "una vita tranquilla" sotto altro nome, lontano dall'Italia; anzi in ossequio alle regole della malavita, decide di consegnare il padre alla "giustizia" della camorra.
Diego rapisce pertanto Mathias, costringendo Rosario a raggiungerlo ad un appuntamento-agguato presso l'autogrill, di Teano sull'Autosole, dove giungono pure due killer della camorra. Lasciato Mathias in autogrill, Rosario e Diego si avviano in auto, seguiti da quella dei killer. All'ultimo istante, Diego cambia idea e cerca di salvare il padre, inducendolo ad accelerare l'auto per fuggire: ne nasce una sparatoria nella quale Diego perde la vita, mentre Rosario riesce a scappare e recuperare Mathias, che riporta in Germania dalla madre.
Nelle sequenze finali, Rosario viene mostrato mentre fugge di nuovo, mescolandosi agli operai extracomunitari di una delle numerose industrie di Heidelberg, iniziando, ancora una volta, una nuova esistenza sotto una nuova identità e alla ricerca di una nuova "vita tranquilla".