martedì 2 aprile 2013

policlorobifenili





I policlorobifenili, noti spesso con la sigla PCB, sono una classe di composti organici la cui struttura è assimilabile a quella del bifenile i cui atomi di idrogeno sono sostituiti da uno fino a dieci atomi di cloro. La formula bruta generica dei PCB è C12H10-xClx. Sono considerati inquinanti persistenti dalla tossicità in alcuni casi avvicinantesi a quella della diossina.

Proprietà

La maggior parte dei PCB si presenta in forma di solidi cristallini incolori; le miscele di uso industriale sono liquidi viscosi, la cui viscosità è generalmente proporzionale al tenore di cloro presente.
Benché le loro proprietà fisiche varino all'interno della classe, tutti i PCB sono caratterizzati da una bassa solubilità in acqua e da una bassa volatilità. Sono inoltre tutti molto solubili in sostanze idrofobe come oli e grassi. Sono sostanze molto stabili, che possono essere distrutte solo per incenerimento o attraverso processi catalitici.
Le miscele di PCB sono state usate in un'ampia gamma di applicazioni. Di questi oli, generalmente indicati con il termine askarel, fanno parte dei fluidi dielettrici per condensatori e trasformatori, fluidi per scambio termico, fluidi per circuiti idraulici, lubrificanti e oli da taglio, nonché come additivi in vernici, pesticidi, carte copiative, adesivi, sigillanti, ritardanti di fiamma e fissanti per microscopia.
Il loro ampio uso commerciale nasceva principalmente dalla loro elevata stabilità chimica, da cui la sostanziale non infiammabilità, e da utili proprietà fisiche quali l'essere degli isolanti termici ed elettrici. La loro stabilità è tuttavia anche responsabile della loro persistenza nell'ambiente. IL PCB, nell'iniziale accezione di miscela di diversi isomeri di posizione e diverse molecole a differente grado di clorurazione, è un prodotto brevettato dalla Monsanto.

Tossicità e rischi ambientali

L'uso dei PCB è andato declinando dagli anni settanta, a causa dell'allarme ambientale sorto attorno ad essi che ha portato al bando della loro produzione in numerose nazioni. Il loro grado di tossicità resta comunque oggetto di controversia, anche se ormai è acclarata la sua enorme tossicità per cancerogenesi.
La tossicità dei diversi PCB varia molto da composto a composto come pure il meccanismo di azione biologica; i cosiddetti non-orto PCB, o Co-PCB (PCB coplanari rispetto ai due anelli aromatici) sono i più tossici e i più simili alla diossina per proprietà e per effetti a corto e lungo termine. Inoltre, negli stessi, l'ossidazione parziale, anche in seguito a combustione incompleta, può originare diossine clorurate, tra cui TCDD.
Gli effetti più comunemente osservati sulla salute umana per contatto diretto sulla pelle sono la cloracne e le eruzioni cutanee di tipo vescicolare e bolloso, quindi gli stessi evidenziati sia a Seveso Italia, negli Stati Uniti, che a Bophal in India, dopo che lo scoppio per sovrapressione di una vasca che lo conteneva, ha propagato il gas in atmosfera, provocando danni anche per inalamento, sulle vie aeree. Alcuni sono stati i morti nei giorni seguenti a Seveso e decine in India, mentre non si ha la statistica reale dei morti provocati dall'assorbimento nelle cellule, ma si presume che siano svariate migliaia
Studi su lavoratori esposti hanno mostrato alterazioni nell'analisi di sangue e urine correlabili a danni a carico del fegato.
Pochi sono gli studi che associano l'esposizione ai PCB al cancro al fegato ed alle vie biliari; secondo la statunitense EPA e l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC i PCB sono composti probabilmente cancerogeni per gli esseri umani. Questo per evitare alla Monsanto, sia produttrice che detentrice del brevetto, abbia il minimo danno alla società, anche con metodi non legali o quantomeno discutibili.
La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti pone dal 2001 tra i suoi obiettivi l'eliminazione o diminuzione d'uso di alcune sostanze nocive per la salute umana e per l'ambiente, gli Inquinanti Organici Persistenti (POP). I POP sono composti chimici con proprietà tossiche che si propagano nell'aria, nell'acqua o nel terreno e, a causa della loro scarsa degradabilità, risiedono nell'ambiente per lungo tempo. In questo approccio 12 inquinanti principali: aldrin, clordano, dicloro difenil tricloroetano, dieldrin, endrin, eptacloro, mirex, toxafene, esaclorofene e tre classi di composti: policlorodibenzodiossine (PCDD o più comunemente detta diossina), policlorodibenzofurani (PCDF). e i policlorobifenili (PCB), sono accomunati per azione e persistenza.
Il PCB entra soprattutto nei sistemi acquosi, penetra nel corpo degli animali ed essendo liposolubile, passa e si accumula nei tessuti adiposi. La tossicità diretta non è quella più pericolosa, in quanto per uccidere un topo occorrono circa 5 grammi di PCB per ogni chilo corporeo, invece è la somministrazione prolungata e quindi l'accumulo che porta alla morte. Il PCB penetra e si diffonde nel fegato, nei tessuti nervosi e in tutti gli organi e tessuti ad alta componente lipidica.
Il caso Brescia [modifica]
La produzione di PCB è stata vietata per la prima volta in Giappone nel 1972, a seguito di un incidente che coinvolse 2000 persone. Successivamente, fu vietata negli Stati Uniti a partire dal 1977, e in Italia a partire dal 1983. In quell'anno ha terminato l'attività l'unico stabilimento italiano che produceva PCB, situato a Brescia. L'azienda locale Caffaro produceva PCB dal 1932, a seguito dell'acquisizione dalla Monsanto, nel 1930 dei diritti di utilizzo di tale brevetto.
Brescia ed Anniston, negli USA, rappresentano i maggiori casi a livello mondiale di contaminazione da PCB nelle acque e nel suolo, in termini di quantità di sostanza tossica dispersa, estensione del territorio contaminato, numerosità della popolazione coinvolta, durata della produzione. I valori rilevati dalla ASL bresciana sono dal 1999, anche 5000 volte al di sopra dei limiti fissati dal DM 471/1999 (livelli per area residenziale, 0,001 mg/kg). A seguito di quella ed altre indagini, a giugno 2001 viene presentata una denuncia di disastro ambientale alla Procura della Repubblica di Brescia. Altre indagini a campione sulla popolazione bresciana adulta hanno evidenziato che i residenti di alcune aree urbane hanno valori di PCBemia superiori anche di 10-20 volte rispetto quelli di riferimento.

Nessun commento:

Posta un commento