sabato 27 giugno 2015

a chi viaggia e a chi non viaggia

un ponte lungo 5 giorni, che parte da venerdì e giunge ad oggi. non male.
una lunga salutare camminata, peccato che domani sia finita. com'è potuto succedere?
intanto venerdì mattina mostra di quel gran genio di Leonardo.
che mostra eccelsa.
e poi a spasso per la mia città a vedere qualche novità, come il nuovissimo mercato del Duomo sopra la ristrutturata Feltrinelli.




un caffè e una brioche, buoni.
un giro per il mercato, piccola spesa, cara.
un giro al secondo piano, un bistrot ben messo, abbordabile.
un giro al terzo piano, un ristorante Le bollicine del Duomo, accattivante.
e un altro ristorante Spazio Milano, con i giovani cuochi della Niko Romito Formazione (mah..), senza giudizio, direi apparentemente, economicamente, inavvicinabile.
a volte la sensazione è che un certo nuovo di Milano sia solo per ricchi,  esclusività che accontentano sempre i soliti ultra benestanti. Milano è cara, costosa, seleziona e tiranneggia, e questo, ovviamente, non mi piace. e questo è certamente un grave, gravissimo errore.


certamente bella, e democratica, è la vista, sulla galleria, sulla piazza.
uno sguardo alla galleria ristrutturata, luminosa.
un salto all'ex albergo diurno Capobianchi, in piazza del Duomo 19/A, ora Expo in città Lounge, luogo di eventi, incontri e conferenze. ma anche momenti di barbershop, angoli di lettura, temporary shop, ricarica cellulare, infopoint, guardaroba.
alle 12.00: chiuso.
avranno fatto tardi ieri sera.
ma quando apre allora?
ma l'idea non è nuova, anzi.
Aperto nel 1924, il primo diurno milanese era molto di più di un semplice bagno pubblico: accanto a docce e bagni in tinozza, forniva servizio di deposito bagagli, lavanderia e ancora barbiere, parrucchiere, manicure, noleggio ombrelli, manutenzione cappelli, divanetti di lettura e scrittura, fino alla vendita dei biglietti per treni e spettacoli. Insomma era una vera e propria città sotterranea, costruita per rispondere a un’esigenza igienico sanitaria, ma divenuta in breve luogo di passaggio e svago. L’idea è di Cleopatro Cobianchi che, di ritorno da un viaggio a Londra (era il 1911) decide di importare anche da noi questa struttura dedicata alla cura della persona. Il successo è immediato (come anche l’appoggio del re Vittorio Emanuele III e del Duce) e in più i costi per usufruire del servizio sono alla portata di tutti. “Entrando era come varcare la soglia di un altro mondo”, ci racconta Laura Bolognini Cobianchi, pronipote di Cleopatro, il cui padre, assieme allo zio, gestiva il Diurno di piazza Duomo. “Ci si lasciava alle spalle il caos della città, per entrare in una dimensione ovattata, ma familiare. C’erano i profumi del vapore e gli odori del legno, il rumore delle vecchie macchine da scrivere con i tasti e ancora il banco dei cambi e una serie di cunicoli che correvano nel ventre della città” 
testo di Marilena Roncarà
http://www.clubmilano.net/2015/02/albergo-diurno-cobianchi/ 

strepitosa scoperta. come sia nella veste rinnovata non so, ma l'ex Capobianchi, pensato per dare "a chi viaggia e a chi non viaggia" ristoro, recupero, servizi, è un'idea da irromentabile Milano, avrei voluto vederlo allora. potrei vederlo adesso.

fonte: nuovateoria.blogspot.it

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