Diecimila morti di influenza in tutto il mondo fermano il pianeta.
Invece di stanziare qualche milione di euro per allestire in fretta
ospedali da campo, grazie all’aiuto dei militari (cosa che avrebbe
magari dato una spinta all’economia, con nuove assunzioni, nuovi acquisti di materiali vari, ecc.), si decide di bloccare l’economia
di un paese, segregando la gente in casa, senza tenere conto del numero
dei morti che ci saranno per suicidi o altre complicazioni (come
disordini sociali e altro ancora). In sostanza, invece di usare soldi e
militari per risolvere il problema, li si usa
per risolvere il problema creato dai problemi che il governo stesso ha
creato. Le decisioni in Italia vengono annunciate non dal Parlamento o
da Palazzo Chigi, ma via Facebook, in modo generico, dopo un’ora di
ritardo e snervante attesa che sembra fatta apposta per creare ancora
più tensione. A questo punto ci aspettiamo i prossimi provvedimenti via
Whatsapp. Persino Vespa e Mentana, che non sono propriamente dei
complottisti, iniziano a sollevare qualche “leggerissimo” dubbio sulle
legittimità di tutta la situazione, con un Parlamento che non si
riunisce se non una volta a settimana, e un premier che dà le notizie
più importanti in modo incompleto e via Facebook. Vespa dichiara: «I
casi sono due: o il Parlamento non serve, e questo sarebbe terribile, o
il Parlamento serve e non va a lavorare. E questo è ancora più grave».
Sorprendentemente, a questa decisione italiana seguono altre nazioni, tra cui gli Usa
(che bloccano tutto con soli 5000 contagi e 100 morti). In sostanza:
una nazione che stanzia migliaia di miliardi di dollari per mandare i
suoi soldati in tutto il mondo amorire
(a botte di milioni di morti) e far morire a sua volta milioni di
persone (in Vietnam, Corea, Iraq, Afghanistan, ecc.), questa volta, per
qualche centinaio (che diventeranno migliaia) di morti di influenza,
blocca la sua economia.
E non ritiene di avere fondi necessari per allestire nuovi ospedali e
nuovi posti letto. I provvedimenti con cui da noi vengono emanate le
restrizioni sono provvedimenti amministrativi (quindi illegittimi dal
punto di vista costituzionale); i provvedimenti di presidenti di Regione
e sindaci, lo sono ancora di più; ma essendoci una paralisi di tutto il
paese, il paradosso è che non si può neanche fare una battaglia legale
per ottenere una pronuncia della Corte Costituzionale su tali
provvedimenti. Quando in Cina l’epidemia si ferma, e a Codogno ci sono
zero contagiati, invece di diffondere queste notizie rassicuranti, si
preferisce accelerare ulteriori provvedimenti amministrativi, con
ulteriori misure sempre più restrittive.
Nel frattempo, i media
sciorinano le seguenti notizie: una cassiera di supermercato morta di
coronavirus; ma sulla sua bacheca Facebook compare un parente, che dice
“ma quale coronavirus. E’ morta di infarto”. A Mortegliano c’è un morto
di coronavirus; quello che non dicono è che la morta aveva 102 anni.
L’importante è terrorizzare. Il 19 marzo l’Agcom emana un comunicato con
cui invita i gestori delle piattaforme Facebook, Twitter, Instagram, a
rimuovere le notizie false sul coronavirus, o non corrette o non diffuse
da fonti scientificamente accreditate. Chi dovrebbe decidere quali
notizie siano scientificamente accreditate non si sa. “Le Iene” fanno un
servizio per denigrare il dottor Roberto Santi di Genova, reo di aver
consigliato vitamina C ad alte dosi per combattere il coronavirus (era
noto anche ad Ildegarda di Bingen, nel 1200, che rafforzare il sistema
immunitario diminuisce il rischio di contagio, e nel 1500 era il rimedio
consigliato da Paracelso e Nostradamus, quindi un consiglio di una
banalità al limite dell’ovvio); un provvedimento disciplinare dell’Agcom
colpisce anche Adriano Panzironi, sospendendo tutte le trasmissioni in
cui egli compariva, per lo stesso motivo (consigliava oltre alla
vitamina C anche la D). Nel frattempo circola una raccomandazione che
proviene dal nucleo dell’esercito denominato “Tuscania”;
che raccomanda ai propri militari di assumere… Già, proprio vitamina C e
D. In sostanza, il dottor Santi, che pure è un medico, non dovrebbe
essere considerato parte della comunità scientifica. Ma i militari
possono però seguire consigli non accreditati.
Diventa virale un video di un medico, Fabrizio Lucherini, il cui
titolo è “Stasera mi girano i coglioni e mò basta cazzate, però”, dove
spiega che il conteggio dei contagiati e dei morti, in Italia, è
completamente erroneo, perché tra i morti vengono conteggiati anche
quelli che avevano gravi patologie pregresse, mentre non vengono
conteggiate le persone che, non avendo fatto il tampone, potrebbero
avere il coronavirus senza saperlo. E che in sostanza ribadisce quello
che sanno tutti: hanno tagliato la sanità, da anni, e il vero problema è
la mancanza di posti letto negli ospedali, non il virus in se stesso.
Il problema vero però non è l’aumento dei Tso in tutta italia, i suicidi
che già ci sono e che ci saranno, o la madre decapitata a casa dal
figlio malato di mente a Roma (che non entrerà mai nelle statistiche dei
morti del coronavirus, ma dovrebbe entrare in quella dei morti
provocati dai provvedimenti emessi dal governo); il problema vero sono i
runner, in tutto il paese. Anche chi va a correre in boschi e campagne,
e la polizia fa controlli pure nei boschi e nella campagne. E da alcune
parti vietano (sempre a mezzo di provvedimenti amministrativi
illegittimi) anche gli orti. Non è una necessità, insomma, coltivare da
se stessi il proprio cibo, né curare eventuali animali; tanto c’è il
supermercato. Quale danno possa fare e quale pericolo di contagio possa
esserci per uno che va a coltivare il proprio orto non è dato saperlo.
In Francia, dove non hanno il bidet, i militari devono presidiare le
scorte di carta igienica nei supermercati. Mia sorella, che è in
Germania in quarantena a causa di un contatto con dei contagiati, dove
anche lì non hanno il bidet, mi manda le foto di centinaia di rotoli di
carta igienica. Nel frattempo, nonostante siano chiuse tutte le attività
imprenditoriali, continua a rotta di collo il taglio degli alberi per
far posto al 5G; si plaude alla ricerca di nuovi vaccini; e chi se ne
frega se illustri scienziati come Stefano Montanari e molti altri
continuano a dire che i vaccini danneggiano anziché aiutare. Che ci sia
una correlazione tra questo virus e il 5G (dato che tra l’altro, guarda
caso, si scopre che il virus pare sia stato creato a Wuhan, la stessa
città da cui è
partita
la progettazione e la creazione del 5G, tanto che Wuhan è la prima
città al mondo con copertura interamente 5G), o addirittura che muoiano
di più le persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate, sono teorie
complottiste.
Se i provvedimenti del governo sono assurdi e illegittimi, non meno
assurde sono le “proposte” che vedo nascere in rete. Si va da denunce
precompilate contro Conte per fargli avere l’ergastolo, a decreti del
popolo sovrano, emanati dal “Ministero del popolo sovrano” (sic) che
dovrebbero essere firmati dai cittadini per togliere lo stipendio ai
parlamentari e darlo ai medici in prima linea col coronavirus; e poi
proposte di scendere tutti in piazza e mobilitarci, effettuate in
profili che hanno al massimo 30 “mi piace” e 3 condivisioni. In
sostanza, nonostante questa situazione abbia reso palese a tutti che non
è mai esistita una democrazia, e che per sospendere la nostra libertà basta un’influenza, e che il potere,
in ogni tempo e in ogni luogo, ha sempre concesso al popolo quella
giusta quantità di libertà che riteneva saggio concedergli, c’è qualcuno
che ancora pensa che il popolo possa fare qualcosa e decidere qualcosa,
e per giunta proponendo soluzioni da Armata Brancaleone. Dovrebbe
essere inoltre palese che il potere
non è in Conte, o nei ministri, o nel parlamento, o nella magistratura,
ma altrove. Ma evidentemente non solo non è palese, ma purtroppo la
gente continua a pensare che siamo in democrazia.
Nel frattempo, molti commentatori si concentrano sulla Cina,
affermando che essa ha un danno economico da questa situazione e
magnificando i rapporti esistenti tra Italia e Cina. Senza capire che la
Cina non avrà alcun danno economico da tutta questa situazione, perché
avendo capitali pressoché infiniti, a seguito di questa situazione ci
“aiuterà” economicamente, come ha fatto con la Grecia, dove l’aiuto
economicamente più consistente non è venuto dall’Europa (che ha provocato solo danni alla loro economia)
ma dalla Cina, che ha acquistato il porto del Pireo per 370 milioni di
euro, e investito in altre infrastrutture. Succederà anche da noi,
ovviamente. Ed è un processo, quello dell’acquisizione cinese dei
principali comparti strategici mondiali, che è inarrestabile. Perché tra
i due modelli, quello occidentale e quello cinese, il modello vincente è
quello cinese. Il modello occidentale infatti si basa sul fare la guerra a tutto e tutti, spendendo soldi per guerre inutili (sono secoli che noi Europei andiamo ovunque, Australia, Usa,
Hawaii, Sudamerica, uccidendo i nativi e soppiantandoli con la nostra
cultura a colpi di cannone); il modello cinese si basa sul non fare la guerra
a nessuno (tranne in alcuni momenti storici con i paesi confinanti), ma
comprando economicamente tutto. Due modelli diversi (l’uno basato sulla
forza; l’altro sul denaro), entrambi negativi
per l’evoluzione dell’uomo, si scontrano sullo scenario mondiale. C’è
da sperare che ne emerga un terzo, intermedio. Ma quando?
Tutto questo mi rimanda ai primi tempi di quando aprii il mio sito.
Mi occupavo di bambini scomparsi, e a nessuno interessava nulla tra le
persone che mi circondavano. Mi occupavo di omicidi, portando alla luce
fatti gravissimi, mentre la mia collega e amica Solange toglieva il velo
alle principali stragi italiane. Ma non era un problema per nessuno.
Anzi. Ero un fastidio per molti. Ma se avevo l’influenza, mi
domandavano: “Azz… ma ti serve qualcosa? Riguardati”. Una volta sfuggii
per caso ad un tentativo di farmi fuori, e per lo shock ebbi l’influenza
e la sciatica per quindici giorni; quando raccontavo il fatto mi
consigliavano di prendere un’aspirina. «Sì mamma, ho l’influenza. No
mamma, non me ne fotte nulla del fatto che ho la febbre, ne ho diverse
l’anno, il problema è che mi hanno inseguito per farmi fuori e se non
c’era la Carlizzi… Sì mamma ok, prendo l’aspirina». Vivevo in una sorta
di incubo, in cui mi pareva che per tutti l’unico problema veramente
importante fosse l’influenza. Oggi, come ieri, si ripropone lo stesso
incubo. Il problema è l’influenza. Mica i milioni di morti di tumore in
tutto il mondo; mica i milioni di morti per fame ovunque; mica le
centinaia di bambini che scompaiono ogni anno in Italia (sono molte di
più in Francia o negli Usa, migliaia l’anno); mica i morti provocati da guerre assurde in tutto il mondo.
Quando viaggiavo negli Usa, mi colpivano i supermercati e gli autogrill con le foto dei bambini scomparsi nel nulla, nell’indifferenza dei media e delle autorità. Ma 100 morti di influenza bloccano gli Usa,
e alcune migliaia di morti bloccano il mondo. Stamattina, alle 6, mi
chiama una madre a cui hanno sottratto il bambino. Come si fa a
tutelarla in questo momento in cui ogni garanzia è sospesa? (Non che
prima si potesse fare nulla, in realtà. Ma almeno qualche speranza
c’era, qualcosa si poteva fare. Oggi nulla, perché non c’è libertà di
movimento, le forze dell’ordine sono impegnate in altro, i giornalisti
parlano solo del coronavirus, e tutto è paralizzato). Quanti altri
bambini sottratti saranno oggi nell’impossibilità di essere tutelati dai
loro genitori? Concludo dicendo che sono un soggetto particolarmente a
rischio perché – chi mi conosce bene lo sa – ho da sempre 5-6 influenze
l’anno. Non so per quale motivo – sarà che sono un Ariete, e pare che
gli Arieti siano soggetti più degli altri alle febbri – sarà per motivi
psicosomatici (come sono propenso a credere), ma prendo regolarmente
tutte le influenze che girano, e qualcuna in più. La mia migliore amica,
con cui ho da anni uno strano rapporto simbiotico, è anestesista in un ospedale
in prima linea nella lotta al virus e – come tutti i medici e gli
infermieri in genere – è tra i soggetti più a rischio, ma mi dice: «Non
preoccuparti; muoiono solo le persone che hanno patologie pregresse.
Che, in sostanza, non muoiono di coronavirus, ma di altre complicanze
preesistenti».
Il problema sono i posti letto negli ospedali, non il virus in sé.
Che, se destinassimo ai reparti di terapia intensiva anche solo la somma
che costa un F-35 (circa 100 milioni di euro, secondo le stime de “Il
Sole 24 Ore”), non sarebbe un problema. Non sono preoccupato né per lei
né per me, e non a caso quando stiamo insieme parliamo di bambini
scomparsi, non di influenza, ed è lei che mi ha aperto gli occhi sulle
scomparse di bambini in Francia, facendomi vedere dei documenti
impressionanti. Il problema diventa tale perché questa epidemia è lo
specchio della nostra umanità. Dove il problema delle persone è
riguardarsi contro l’influenza. Spiritualmente, questa situazione è solo
lo specchio di ciò che tutti hanno dentro; il riflesso esterno, di ciò
che è all’interno delle persone e all’interno della società. Una società
che si preoccupa dell’influenza, ma quando scompaiono i bambini se ne
fotte, al massimo mettono le loro facce sui cartoni del latte, come in Usa,
e che se mettono il 5G pensa che sarà un gran vantaggio perché cosi
potrà connettersi più velocemente, ma che si mette in fila come le
pecore per farsi vaccinare, come è successo a Bergamo, perché il vero
problema di ciascuno di noi è l’influenza. E allora, se questi sono i
presupposti, è logico che poi a fronte dell’influenza, venga schierato
l’esercito. E’ una questione di priorità da parte della società.
(Paolo Franceschetti, “Diario folle del coronavirus”, dal blog “Petali di Loto” del 23 marzo 2020).
fonte: LIBRE IDEE
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