domenica 9 febbraio 2014

il "nuovo" Berlusconi: frasi da repertorio e gaffe



di Rodolfo Sala

Telefonate a raffica ai club Forza Silvio, e in serata Berlusconi in versione piazzista si presenta a sorpresa all’assemblea dei milanesi. Due ore di discorso, un lunghissimo — e molto personale — excursus della recente storia patria, dal 1993 ai giorni nostri. Tutto per dire che anche stavolta lui ce la farà, «o la va a spacca», ma basta tornare davvero allo «spirito del ‘94» e il gioco è fatto. E il piatto forte servito dal Cavaliere è sempre lo stesso, l’attacco alla magistratura «impunita, politicizzata, che controlla la politica e pensa che la democrazia valga solo se vince la sinistra».
C’è una new entry, il vento anti-Europa soffia fortissimo, e per combattere la concorrenza dei grillini, e un po’ anche dei leghisti, Berlusconi ne inventa un’altra: «L’euro per noi è una moneta straniera, perché abbiamo rinunciato alla nostra sovranità monetaria». Applaudono forte, sedute in prima fila, la fidanzata Francesca Pascale, e due fedelissime come Maria Rosaria Rossi e Licia Ronzulli, ma ci danno dentro pure Mariastella Gelmini e Iva Zanicchi, che con il nuovo portavoce Giovanni Toti tengono a battesimo l’assemblea dei circoli lombardi. Molto repertorio, nel fiume di parole spese ieri dal leader di Forza Italia: i comunisti che sono sempre gli stessi (però nessun accenno a Renzi, almeno a Milano), i «quattro colpi di Stato» realizzati tra il 1995 e il 2011 da presidenti della Repubblica «di parte», gli strali contro la Merkel, il disprezzo per i leader dei partitini un tempo alleati, ma che poi hanno tradito, anche se Casini adesso mostra di ravvedersi.
REPERTORIO MA ANCHE UNA GAFFE 

Che riguarda la legge elettorale attualmente in vigore, il famigerato Porcellum. Dice Berlusconi, in collegamento con Alghero, che «si è perso il contatto con i cittadini perché in Parlamento c’erano i nominati, così gli eletti non dovevano tornare a casa e occuparsi dei problemi locali». Ma sorvola sul fatto che anche la legge elettorale ora in gestazione, quella pensata da lui e da Renzi, non prevede le preferenze, ma liste bloccate, se pure molto corte. E prendono subito la palla al balza un ex sodale e un avversario di sempre. Ecco Renato Schifani, Ncd: «È vero, il Parlamento dei nominati, eletti con liste bloccate introdotte prima dal Porcellum e adesso dall’Italicum, ha allontanato i cittadini dalla politica; siamo certi che Berlusconi proporrà ai suoi parlamentari di votare per le preferenze». E parla di «clamorosa autocritica» Alfredo D’Attorre, deputato del Pd (ma anti-renziano): «Immagino che finalmente non ci saranno più ostacoli a cancellare dall’Italicum le liste bloccate».
MA A MILANO VA IN ONDA UN ALTRO INCIDENTE

Succede quando Berlusconi disegna la strategia in vista delle elezioni, con un vigoroso porta a porta grazie al quale i «missionari della libertà» contatteranno in ogni collegio tutti i potenziali elettori («meno i nostri e quelli del Pd, gli altri è facile individuarli»). Bene, tutto questo dovrà servire a Forza Italia per vincere finalmente da sola, con buona pace del figliol prodigo Casini e degli Alfano-Ciano: «C’è un grande limite nelle coalizioni, riusciremo a realizzare le riforme che servono al Paese solo con un unico partito al governo, il nostro». La Gelmini, reduce da un incontro a Brescia con il centrodestra al gran completo in vista delle amministrative, è un po’ preoccupata: «Silvio dice che dobbiamo arrivare da soli al 51 per cento, in realtà punta al 30. Con tutti gli alleati dobbiamo fare un grande embrassons-nous».
fonte: giacomosalerno.com

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