domenica 8 febbraio 2015

"antico" scritto di K

Le passioni giovanili restano impresse nei nostri cuori per sempre.
Le passioni poi non sono altro che l’espressione delle nostre doti e attitudini, di tutto ciò per cui siamo portati naturalmente.
Io avrei dovuto fare la ballerina. Pensate che quando vedo un film ambientato nel mondo della danza mi emoziono come una ragazzina e mi vengono i brividi; posso vederlo e rivederlo anche molte volte e il turbamento rimane sempre quello.
Ancor di più mi sarebbe piaciuto fare la ballerina di night club, tipo Crazy Horse, e da giovane avevo proprio quel fisichino lì, tipico delle fanciulle del famoso club di Parigi; tette piccole e culetto alto e sporgente, snodata, armonica e disinibita. A mio parere i loro spettacoli sono tremendamente sexy e mai volgari, consigliabili anche ad un pubblico di minori, piuttosto che le oscenità trasmesse dalle nostre televisioni ogni ora del giorno.
Parlo di questo perché l’altro giorno ho rivisto Burlesque, il musical interpretato da Cher e Christina Aguilera.

Di quel film mi piace tutto cazzo; mi piacciono gli attori, mi piacciono le musiche e le canzoni, mi piacciono i balletti e soprattutto mi piacciono i costumi, il paradiso dell’estrema femminilità. Anche se il film mantiene una sensualità e un erotismo tutto sommato infantili, tracciando la descrizione di quel mondo in modo sfacciatamente romantico, io riesco ad emozionarmi come un’adolescente al suo primo provino, o persino alla sua prima sperimentazione sessuale, e con ciò mi pare di aver detto tutto.
La mia prima vera esperienza di danza la feci proprio l’anno prima di rimanere incinta. Avevo 31 anni e partecipai a un corso di danza jazz dove l’allieva più grande aveva 21 anni e arrivava da anni di danza classica. Prima performance sul palco, incinta di due mesi, spaccate in aria, con costante nausea e quella microscopica tutina che iniziava a starmi stretta. Mio marito quando mi vide ballare mi disse che non dovevo smettere anche dopo aver avuto la nostra bimba, ma la vita ha un suo imprevedibile corso e le mie scarpette e i miei tutù rimasero per anni inscatolati.
Sui 40 anni frequentai un corso di danza moderna, insieme a un gruppo di ragazze che guarda caso erano pazzescamente sempre più giovani di me. L’insegnante era convinta che io avessi fatto anni di danza classica quando in verità non ne ho mai seguito nemmeno un’ora. Ho il portamento e il fisico della ballerina classica e ancora adesso la mia istruttrice di pilates è convinta che io lo sia stata per come sono in grado di roteare i piedi, oltretutto, e io, che mi sono stancata di dare spiegazioni in merito, glielo lascio credere.
Insomma, se ho un rimpianto nella mia vita è quello di non essere stata in grado di seguire la mia strada, facendo ciò che mi riesce più facile e che è evidente a tutti; peccato non lo sia stato anche per i miei genitori, ma erano altri tempi e non ne gliene faccio certo un torto.
Mi rimangono i sogni, quelli nessuno me li può levare; quei sogni che mi fanno ancora vibrare di emozioni adolescenziali, le passioni di una vita che mai si spegneranno in me.
Kam

(18 gennaio 2012)

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