venerdì 13 febbraio 2015

Locke


il traffico è scorrevole.
se non sa cosa dire alla donna che sta partorendo suo figlio, per lui una sconosciuta, se non ha parole per garantire una sua presenza affettiva, il traffico è scorrevole.
ovvero sono in macchina, guido con prudenza, conosco la strada e controllo il traffico. anzi tutto è sotto controllo e quindi tutto funzionerà al meglio, anche senza amore.
predilige e sceglie un senso pratico, una razionalità che tutto risolve, un senso di giustizia cosmico e universale, una programmazione ferrea, una pignoleria ossessiva, un controllo assoluto, per Ivan Locke il mondo gira così.
precede nella sua claustrofobica scatola, smista il mondo al telefono, crede di dirigere persone e cose con la forza di volontà, con la ragione, il senso di giustizia. 
al contrario di suo padre, questo fantasma che lo perseguita, lui farà la cosa giusta.
si occuperà di questo figlio che nasce per colpa sua.
un figlio nato per colpa, ovvero fuori dal controllo. la mancanza di controllo è colpa, vivere nel caos è colpa.  la sua vita senza padre è stata caos, ora tutto risponde alla ferrea legge del controllo e, secondo Locke, il controllo è giustizia.
ma i conti li ha fatti male, Ivan Locke. al controllo non risponde nulla, solo la costruzione dei suoi grattacieli. non la vita.
non basta consultare la cartellina, chiamare il vigile per il blocco della strada, trovare operai di fortuna per rimettere in tensione i cavi, garantire il C6 per la colata di cemento. mentre costruisce il palazzo,  demolisce la sua vita.
convinto che basterà fare la cosa giusta per sistemare tutto, per contrapporsi a suo padre, in realtà guida verso il suo destino, dritto e inesorabile. non c'è cosa giusta, rispondere alla colpa di questa nascita significa fare del male a sua moglie e ai suoi figli. anche lui farà del male come lo ha fatto suo padre. non potrà sistemare il nascituro extraconiugale, sostenere la madre sola e alla deriva e al contempo tenere lavoro e figli.
e lo capisce Locke, guidando nella notte, lo capisce. pur nella cosa giusta, nella sua decisione, nella sua responsabilizzazione, qualcuno pagherà comunque, lui, i suoi figli, sua moglie. non scapperà, è vero, eroe di un tempo malato che tutto lascia alle spalle noncurante e immaturo, terrà fede alla sua parola senza mentire sull'amore che non prova, ma il dolore, che teme più della morte, lo coglierà.
e piange alla voce del suoi figli, il loro rancore per l'abbandono lo colpirà duramente. ora sono confusi, non capiscono, ancora non sanno. impareranno che anche il padre sbaglia, come il suo prima di lui, che l'imprevedibile è dietro l'angolo, che la vita non è misurabile e non è una colata di calcestruzzo, ma che sfugge al controllo, che è dolore e mancanza, anche nelle migliori intenzioni.
Locke, Un film di Steven Knight. Con Tom Hardy.
fonte: nuovateoria.blogspot.it

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