venerdì 14 dicembre 2018

le donne canarino (Canary Girls)


Il sacrificio dei soldati durante la prima e la seconda guerra mondiale è ben documentato, e raccontato, mentre gli sforzi delle operaie e degli operai che producevano le munizioni sono una storia meno narrata. Nel 1915, mentre gli uomini stavano combattendo sui campi di battaglia, migliaia di donne rispondevano al grido d’aiuto del governo per unirsi all'enorme sforzo bellico dei vari paesi. Dato che la maggior parte degli uomini in età lavorativa si era unita all'esercito per combattere, le donne dovettero svolgere i lavori di fabbrica tradizionalmente eseguiti dagli uomini. Quest’evento comportò un enorme cambiamento nella cultura del lavoro delle donne poiché la maggior parte di loro, sino a quel momento, si era occupata delle faccende di casa e della crescita dei figli. Nel Regno Unito, nazione di cui analizzeremo il fenomeno, gli slogan come “National Service” e “Women’s Land Army” furono utilizzati per incoraggiare le donne ad unirsi alla forza lavoro presente nel paese.


Le donne furono risparmiate dal trauma delle trincee, ma il loro lavoro non era esente da rischi poiché affrontavano il pericolo quotidiano della manipolazione di sostanze chimiche esplosive; questa lavorazione comportava la possibilità di contrarre malattie potenzialmente letali. Per alcune di loro gli effetti delle lavorazioni furono immediatamente visibili poiché la pelle ed i capelli si macchiavano di una torbida tonalità di giallo, motivo per il quale furono soprannominate le Canary Girls, traducibile in donne canarino. Le Canary Girls erano impiegate nella lavorazione del TNT, trinitrotoluene o tritolo. L’esposizione a questa sostanza era molto tossica e poteva trasformare la pelle in un colore giallo-arancione che ricorda il piumaggio di un canarino.


Una piccola deviazione dal percorso: vorrei ricordare l’utilizzo di questo volatile, il canarino, nelle prime miniere di carbone che non prevedevano sistemi di ventilazione. Sino al 1986 i canarini erano regolarmente utilizzati in queste miniere come primitivo sistema d'allarme. La presenza di gas tossici, come in monossido di carbonio, avrebbe ucciso i canarini prima di avere effetto sui minatori. Poiché questi uccelli tendono a passare cantando la maggior parte del tempo, fornivano un segnale visibile oltreché udibile. La morte del canarino segnava l'immediata evacuazione della miniera. 


Torniamo alle donne impiegate nella produzione di TNT. 
Il trinitrotoluene è costituito da cordite e zolfo. Gli elementi erano noti per la loro pericolosità, e tossicità, ma furono mescolati in modo tale da non entrare in contatto diretto con la pelle delle lavoratrici. I prodotti chimici però reagivano con la melanina presente nella pelle causando una pigmentazione gialla che macchiò le lavoratrici. Questa situazione, malgrado fosse sgradevole, non causava effetti sulla salute. 
Una conseguenza più seria dell’esposizione agli elementi del TNT fu relativa alla tossicità epatica che causò l'ittero tossico. Su oltre 400 casi d’ittero tossico riscontrati tra le lavoratrici delle munizioni durante la prima guerra mondiale, 100 di loro furono fatali. Alla fine della guerra vi erano oltre tre milioni di donne impiegate nelle fabbriche, circa un terzo delle quali lavorava nel campo della produzione di munizioni. Il loro contributo allo sforzo bellico aveva però messo in luce le loro capacità, modificando radicalmente il modo in cui le donne erano considerate nella società e dando un impulso notevole al movimento del suffragio femminile.


Un fenomeno che accompagnò le Canary Girls fu quello dei Canary Babies, ovvero i bimbi nati dalle lavoratrici delle fabbriche di munizioni. Questi bimbi nascevano con un colore della pelle leggermente giallo a causa dell’esposizione delle madri ai componenti del trinitrotoluene. 
Un’inchiesta della BBC portò alla luce testimonianze relative alle Canary Girls impiegate durante la seconda guerra mondiale. Una di queste lavoratrici, Nancy Evans, dichiarò che “eravamo gialli come un canarino. Le sostanze ti penetravano nella pelle; i capelli diventavano biondi”. Nancy lavorò nella fabbrica Rotherwas in Herefordshire. Glady Sangster appartiene ai Canary babies: “Sono nata durante la guerra e la mia pelle era gialla; per questo motivo fummo chiamati Canary Babies. Quasi ogni bambino nacque giallo e gradualmente si sbiadiva. Mia madre mi affermò che lo davano per scontato. Succedeva e basta”. La madre di Glady lavorava vicino ad Oxford presso la National Filling Factory. Un rischio ulteriore, da aggiungere alla tossicità degli elementi del TNT, era relativo al rischio d’amputazione. Nelle fabbriche, le lavoratrici prendevano l’involucro, lo riempivano di polvere e poi lo coprivano con un detonatore. Le esplosioni erano un evento comune, come testimonia Nellie Bagley, operaia della fabbrica Rotherwas: “prima di iniziare il turno di lavoro mi spogliavo completamente; tenevo solo il reggiseno e se aveva un fermaglio metallico sul retro non potevo indossarlo perché avrebbe causato attriti o esplosioni".


Come se non bastassero i rischi relativi alla tossicità ed alla pericolosità degli elementi, a peggiorare l’atmosfera della fabbrica vi erano i serrati controlli da parte del governo, impaurito della possibilità che le informazioni potessero cadere nelle mani sbagliate. Ancora Nellie Bagley ricorda che “eri consapevole che per tutto il tempo in cui lavoravi eri osservato”.
Ma anche nel buio più profondo, una speranza allietava le donne: “La notte cantavamo, spesso sino alle prime ore del mattino. Questo ci faceva andare avanti distraendoci dal pericolo in cui stavamo lavorando”
Una collega di Nellie, Amy Hicks, ricorda che spesso le operaie affermavano che “canteremo anche quando cadranno le bombe”.
Purtroppo le bombe caddero.
Nel 1942 la fabbrica Rotherwas fu attaccata dalla Luftwaffe che fece cadere un paio di bombe da 250 kg sul sito della fabbrica: “Erano le sei del mattino, circa, un aereo scese così in basso da poter vedere la grande croce nera sopra di esso. Poi cadde la bomba. Vi erano numerose ragazze morte vicino a me”.
La figlia di una di queste donne, Jenny Swiffield, affermò che “lavorare in quelle fabbriche era pericoloso come salire, volare e bombardare i nemici. Sono fiera e penso che tutti i figli delle Canary Girls dovrebbero esserlo”.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

Bibliografia

Sue V. Rosser (June 2008). Women, Science, and Myth: Gender Beliefs from Antiquity to the Present (encyclopaedia) 

Potts, Lauren; Rimmer, Monica (20 May 2017). "The Canary Girls: The workers the war turned yellow". BBC News

Hall, Edith. Canary Girls and Stockpots. Workers' Educational Association (Luton branch), November 1977

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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