sabato 6 luglio 2013
apocalypse now
« Noi insegniamo loro a lanciare napalm sulla gente e poi non li lasciamo scrivere "cazzo" sui loro aerei perché è... osceno. »
(Marlon Brando/Kurtz in una delle scene finali del film)
Apocalypse Now
è un film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola, liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, vincitore della Palma d'oro al 32º Festival di Cannes e di 2 premi Oscar nel 1980 per la migliore fotografia (all'italiano Vittorio Storaro) e per il miglior sonoro.
Trama
1969: la guerra del Vietnam è al suo culmine. Il capitano Benjamin L. Willard è tornato a Saigon; egli è un ufficiale dell'esercito americano, dove nominalmente appartiene ai paracadutisti della 173ª Brigata Aviotrasportata. Willard è profondamente turbato dalle missioni segrete che ha svolto e apparentemente non è più adeguato alla vita civile.
Due funzionari del servizio d'informazione militare, il generale Corman e il colonnello Lucas, più un civile, probabilmente un membro dei servizi segreti, lo convocano per una missione speciale, il viaggio lungo il fiume Nung nella remota giungla cambogiana per scovare il colonnello Walter E. Kurtz, ex alto ufficiale dei "Berretti Verdi" da tempo disertore.
Essi affermano che il colonnello, un tempo considerato un ufficiale modello e prossimo alla promozione al grado di generale, è presumibilmente impazzito e comanda una legione di truppe-sudditi nella foresta della neutrale Cambogia. Le loro rivendicazioni sono supportate da un'inquietante trasmissione radio effettuata da Kurtz stesso. L'obiettivo di Willard sarà infiltrarsi nelle sue fila e porre fine al suo comando, ossia ucciderlo senza scrupoli di sorta, come aggiunge il civile. Ciò si è reso necessario quando un altro ufficiale dei corpi speciali, Richard M. Colby, che era stato inviato prima di lui a svolgere la stessa missione, è passato dalla parte del colonnello.
Il capitano inizia a studiare il dossier su Kurtz durante il viaggio in barca al fino al fiume Nung e apprende che egli ha assunto il ruolo di "signore della guerra" ed è adorato dai nativi e dai suoi fedeli uomini.
Proseguendo nella navigazione, Willard inizia a fare la conoscenza dell'equipaggio del pattugliatore fluviale composto dall'ostinato e formale George Phillips (comandante della barca), Lance B. Johnson (un surfer californiano), Tyrone Miller detto "Clean" ("Mr. Clean" nella versione originale, in riferimento alla versione americana del personaggio di Mastro Lindo del noto prodotto per pulizie domestiche), e Jay "Chef" Hicks (un aspirante chef di New Orleans che Willard descrive come troppo nervoso per il Vietnam, forse troppo anche per New Orleans). L'imbarcazione e i suoi membri, che normalmente svolgono il servizio di pattuglia presso la foce del fiume Nung, appartengono alla marina americana, e non sono nuovi a missioni del genere come conferma il capo Phillips in un dialogo.
Il gruppo giunge a una zona di atterraggio dove incontrano il tenente colonnello William "Bill" Kilgore, il comandante della "cavalleria dell'aria", reggimento elicotteristico della 1st Cavalry Division, che li deve scortare nel primo tratto del viaggio. Kilgore, appassionato di surf, riconosce Lance e gli propone di fare surf sulla foce del fiume Nung.
Willard e l'equipaggio vengono imbarcati sui velivoli con i quali attaccano un villaggio controllato dai vietcong, non distante la suddetta spiaggia mentre la barca viene aviotrasportata da un altro mezzo aereo. La scena resta scolpita nella storia del cinema perché il tenente colonnello, durante l'attacco, fa suonare, tramite altoparlanti installati sugli elicotteri, la celeberrima Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner per galvanizzare il morale del suo reparto e spaventare i nemici; la scena è resa in modo tanto drammatico quanto realistico, fin nei dettagli. Nonostante l'effetto sorpresa e la supremazia, che permettono una rapida conquista del villaggio inizia il contrattacco della guerriglia, con l'attentato suicida all'eliambulanza e gli attacchi a colpi di mortaio da una vicina giungla.
Nonostante tutto ciò il tenente colonnello Kilgore costringe i suoi uomini a praticare il surf, convinto che un attacco aereo sulla posizione del mortaio con impiego di napalm, possa rendere totalmente sicura la zona e infatti, operato il bombardamento da una squadriglia di cacciabombardieri F-5, l'alto ufficiale esulta con Willard, dicendo:
« Mi piace l'odore del napalm al mattino… »
Egli poi dice che quell'odore è come la vittoria, ricordandogli una battaglia durante la quale una collina vi era stata bombardata per dodici ore consecutive.
Il capitano e i suoi uomini proseguono il viaggio in barca sul fiume, non prima però di aver sottratto la tavola da surf al tenente colonnello Kilgore, per divertimento e per dissuaderlo dalla sua ossessione per il surf. Il tenente colonnello, in seguito, manderà degli elicotteri con la sua voce registrata, per convincere loro a restituire la sua tanto amata tavola da surf.
Durante una sosta, Chef va a raccogliere mango nella giungla, accompagnato da Willard ma, durante il cammino, vengono aggrediti da una tigre riuscendo ad ucciderla. Chef ritorna alla barca spaventato e scoppia a piangere lodando il suo odio per questa guerra. Il capitano Willard cerca di approfondire la figura di Kurtz, non capendo perché il servizio di intelligence voglia la sua morte. La barca si addentra lungo il corso del fiume e arriva a una base avanzata di rifornimento: il gruppo si trova ad assistere a uno spettacolo sponsorizzato dalla celebre rivista Playboy che presto degenera perché alcuni soldati tentano di aggredire delle soubrette durante l'esibizione, costringendole così alla fuga su un elicottero.
Poco più avanti troveranno di nuovo le conigliette di Playboy, la cui compagnia sarà barattata in cambio di due barili di gasolio.
Il giorno seguente la barca incrocia un'imbarcazione sampam di commercianti vietnamiti e il capo Phillips ordina di perquisirla per scoprire eventuali armi nascoste, in disaccordo con Willard che vuole proseguire la salita del fiume per abbreviare la missione ma nel frattempo, Chef e gli altri sparano per sbaglio provocando una strage. Il capo Phillips vorrebbe soccorrere l'unica donna sopravvissuta del sampam ma il capitano la uccide con un colpo di pistola, provocando così l'ostilità dell'equipaggio. Mentre la barca si allontana la voce narrante del capitano commenta, tra sé e sé, la vicenda affermando:
« Era un modo particolare che avevamo qui di vivere con noi stessi: li facevamo a brandelli con una mitragliatrice, poi gli davamo un cerotto. »
Il viaggio continua fino all'estremo avamposto sul fiume, un ponte a indicare il limite del fronte, nonché il confine con la Cambogia. Un incredibile ufficiale era in loro attesa da giorni per consegnare loro della posta. L'ottusa ostinazione dei comandi militari, per motivi propagandistici, insiste nel difendere una posizione inutile, dato il luogo è sottoposto a continuo bombardamento dall'artiglieria nord-vietnamita. Mentre è in corso un ennesimo attacco Willard e Lance si recano a terra avventurandosi tra le trincee, dove la confusione regna sovrana e gli ufficiali in comando sono spariti, probabilmente uccisi. Un mitragliere infatti crede Willard il proprio comandante. Phillips cerca di convincere il capitano a desistere paragonando la missione con la continua ricostruzione di quel ponte, dunque un'inutile e sanguinosa fatica di Sisifo.
Il giorno successivo, mentre l'equipaggio della barca è intento nella lettura della corrispondenza, Clean è ucciso da dei vietcong nascosti sulle rive dal fiume. Una sequenza toccante vede il giovane agonizzante mentre da un magnetofono si ode una registrazione di un discorso rassicurante di sua madre. Verrà sepolto in un avamposto francese, dove i soldati si fermeranno a mangiare e a dormire. Phillips, che era quasi un padre per Clean, diventa apertamente ostile a Willard, per poi restare ucciso anche lui successivamente dalle frecce scagliate da altri guerriglieri chiamati Montagnard. Colpito da una lancia, il pilota tenta di uccidere il capitano, tirandolo verso di sé e la punta della lancia che sporge dal suo petto ma muore soffocato.
Giunti a destinazione, vengono incredibilmente accolti da un folto gruppo di locali. Mentre Willard e un oramai inebetito Lance scendono a terra, Chef resta sulla barca con l'ordine di trasmettere in codice l'ordine di un attacco aereo qualora il capitano non faccia ritorno. Il capitano incontra un fotografo free-lance apparentemente folle (Dennis Hopper), che spiega loro la grandezza di Kurtz. Il villaggio controllato dal colonnello sembra caratterizzato da una sanguinaria e pagana anarchia.
Willard viene presto imprigionato e tradotto dal colonnello, il quale gli spiega le sue teorie sulla guerra, sull'umanità e sulla civiltà. Egli ha letto Il ramo d'oro di James Frazer che spiega il sacrificio del Re-Sacerdote e la funzione umana purificatrice del capro espiatorio. In un inquietante monologo, loda la ferocia sanguinaria e assolutamente priva di scrupoli dei vietcong, nel Vietnam, che tagliano il braccio ai bambini a cui gli americani hanno iniettato il vaccino contro la poliomielite.
Chef viene decapitato ma Kurtz vuole risparmiare Willard perché lui solo possa decidere il destino del colonnello, perché in futuro possa raccontare tutta la verità alla famiglia del suo superiore.
Durante un festeggiamento dei Montagnard dove un bue viene sacrificato, il capitano penetra furtivamente nella camera di Kurtz e mentre costui sta trasmettendo un nuovo messaggio, lo uccide con un machete. La fine della sequenza ha come sottofondo The End, canzone dei The Doors, come accade per la sequenza all'inizio del film. Il colonnello spira sussurrando "L'orrore… l'orrore", una citazione dalle parole dell'omonimo personaggio nel romanzo Cuore di tenebra, cui il film si ispira.
Willard è venerato dai nativi come il sacerdote sacrificale. Nella versione definitiva tra le tre filmate - dove si immagina addirittura che il capitano succeda a Kurtz - egli cammina tra la folla, prende Lance per mano (che si stava pienamente integrando tra i Montagnard) e si imbarcano sotto una pioggia scrosciante che lava via il sangue versato.
Finale nella versione italiana
La pellicola si conclude con una ripresa notturna dei bombardamenti accompagnata dai titoli di coda mentre le fiamme si alzano verso il cielo.
Francis Ford Coppola non aveva mai pensato a questa scena come finale alternativo, girata mentre l'aviazione filippina distruggeva il set per direttiva del governo locale onde cancellare traccia delle riprese.
Produzione
La genesi del film
L'idea del film venne nel 1969 a John Milius, che iniziò a scrivere una sceneggiatura su un gruppo di soldati che viaggiano su un fiume durante la guerra del Vietnam. Al progetto si associò George Lucas, che propose l'idea di raccontare le avventure di un plotone di appassionati di surf. Nello stesso periodo Carroll Ballard, grande amico di Milius, di George Lucas e di Francis Ford Coppola, aveva intenzione di realizzare un film tratto dal romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
Fu alla metà degli anni settanta che John Milius ebbe l'idea di accorpare il soggetto di Cuore di tenebra alla sua sceneggiatura sulla guerra del Vietnam. Nel 1975 però Milius e Lucas abbandonarono il progetto per dedicarsi ad altro mentre Francis Ford Coppola decise di continuare nell'impresa, riscrivendo e trasformando la sceneggiatura insieme a Michael Herr, corrispondente in Vietnam durante la guerra e autore di Dispacci, definito "il più bel libro sulla guerra del Vietnam".
Coppola finanziò il film con la messa in onda nei network televisivi americani di una miniserie tratta dai suoi precedenti Il padrino e Il padrino - Parte II, una edizione in ordine cronologico dei film, dalla fuga in America del capostipite alla parabola del suo successore. La miniserie fu conosciuta in Italia come La saga del Padrino. Il regista iniziò le riprese senza aver ultimato la sceneggiatura, che veniva scritta e corretta durante la notte dal regista. Una delle idee innovative del regista fu quella di rendere più drammatica la scena della morte di Mr. Clean (interpretato da un giovanissimo Laurence Fishburne), facendolo morire mentre ascolta un nastro in cui la madre lo saluta e gli augura di tornare a casa.
I nomi riguardanti il film
Alcune curiosità riguardano la scelta di due nomi del film: il nome del protagonista (Benjamin Willard) venne composto utilizzando i nomi dei primi due figli dell'attore Harrison Ford, che nella pellicola interpreta il piccolo ruolo del colonnello Lucas. Lucas a sua volta è chiamato così per rendere omaggio al regista George Lucas.
Riprese
Le riprese di Apocalypse Now vennero effettuate sul fiume Pasangjan, nelle Filippine; però furono difficili i rapporti tra il governo filippino, presieduto dal dittatore Ferdinand Marcos, e la troupe, anche se i molti mezzi aerei che si vedono nel film furono forniti dalle Filippine che li utilizzavano negli attacchi contro i ribelli musulmani nella guerra civile, in corso ai tempi delle riprese. L'attacco degli elicotteri e il bombardamento sulla spiaggia furono invece girati nel villaggio e nella baia di Baler, sempre nell'isola di Luzon. Tra i piloti uno sconosciuto Ronald Lee Ermey, divenuto celebre con il film Full Metal Jacket. Ex addestratore dei Marines, congedatosi per motivi di salute, viveva allora nelle Filippine diventando elicotterista e caratterista per il cinema locale.
Coppola era convinto che per descrivere il colonnello Kurtz doveva calarsi nei panni del personaggio, tracciandone il delirio interiore e la depressione. Il regista allora cominciò a fare una ricerca di sé stesso, leggendo in continuazione la versione tascabile di Cuore di tenebra, che descrive appunto il Kurtz di Conrad che portava sempre con sé e che riempiva di appunti e annotazioni.
Nel 1976, durante le riprese, un tifone distrusse tutti i set e si dovette rifare tutto daccapo: questo avvenne perché Coppola insisteva per girare nella stagione delle piogge, in cui erano molto frequenti i tifoni. In seguito, Sheen fu colpito da infarto e si dovette usare una controfigura inquadrata di spalle durante la sua convalescenza.
Le riprese furono funestate da grandi problemi: i produttori non credevano più nel progetto, i soldi mancavano e il cast e la troupe erano esasperati dalle riprese nelle Filippine, perdevano entusiasmo e c'era il sospetto che facessero uso di droghe; la produzione veniva inoltre osteggiata dal governo americano perché la pellicola aveva uno stampo antimilitarista. Addirittura l'attore Martin Sheen finì con il ferirsi ad una mano durante le riprese iniziali nella camera d'albergo, in quanto, essendo stato fatto realmente ubriacare, ruppe involontariamente uno specchio ferendosi alla mano. Il terrore di non ultimare il film ridusse Coppola in uno stato di depressione, durante il quale tentò il suicidio, perse trenta chili di peso e rischiò la separazione dalla moglie Eleanor.
Durante la realizzazione, furono anche commessi alcuni errori storici, come l'uso di caricatori da 30 colpi per i fucili M16 mentre durante il conflitto furono impiegati quelli da 20 proiettli.
Per avere il copyright del film, il regista fece dipingere su di un muro la scritta OUR MOTTO: APOCALYPSE NOW nella scena in cui Willard, Chef e Lance, unici sopravvissuti del gruppo, arrivano al capolinea e approdano al villaggio indigeno accolti dal fotoreporter americano (interpretato da Dennis Hopper), in quanto il titolo appare solamente in questa occasione.
Nel 1991, al Festival di Cannes, venne presentato il documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse. Un "dietro le quinte" basato sulle riprese effettuate durante la lavorazione del film da Eleanor, la moglie di Coppola, che ne documenta la travagliata gestazione, sia a livello tecnico che umano.
Le cifre
Le riprese durarono quasi un anno e mezzo (marzo 1976-agosto 1977), di cui 230 giorni nelle Filippine.
Furono impiegati 350 000 metri di pellicola.
Per ultimare il montaggio ci vollero due anni.
Per la puntualizzazione del sonoro furono impiegati più di nove mesi.
La celebre scena dell'attacco degli elicotteri commentata dalla musica di Wagner dura solo 8 minuti, ma per girarla furono necessarie ben sette settimane di riprese e fu la prima sequenza girata, nella primavera del 1976.
Il costo finale fu di 30 milioni di dollari (di cui 1 esclusivamente come compenso a Marlon Brando), nonostante un preventivo stimato intorno ai 12 milioni. Questo stava mandando in fallimento la Zoetrope, la casa di produzione di Francis Ford Coppola, che vi investì anche tutti i beni personali.
Nelle sale, il film incassò 150 milioni di dollari, 78 milioni solo negli Stati Uniti.
Cast
Inizialmente per interpretare Willard erano candidati Steve McQueen, Al Pacino, James Caan, Harvey Keitel, Robert Redford e Marlon Brando. Il regista aveva scelto Keitel ma dopo una settimana di riprese Coppola decise di sostituirlo con Martin Sheen.
Per la parte di Kurtz si pensò a Jack Nicholson ma venne scelto Marlon Brando, la cui iniziale indecisione rallentò la lavorazione. L'attore decise di prendere parte al film a patto che le scene in cui appariva fossero girate in penombra per celare il suo notevole aumento di peso. Dennis Hopper, che nel film interpreta un folle fotoreporter adoratore di Kurtz, ha dichiarato che quando Marlon si presentò sul set, Coppola bloccò la produzione per due settimane, ritirandosi insieme all'attore su una barca sul fiume per leggere Cuore di Tenebra insieme a lui. Molte scene che riguardavano Kurtz vennero cancellate dal copione perché Marlon Brando era troppo grasso per poterle interpretare.
Colonna sonora
The End
La canzone The End dei The Doors, scritta dal cantante Jim Morrison fa riferimento al complesso di Edipo e ai concetti del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e dello psichiatra Carl Gustav Jung. Per quanto scelta forse più per il suo impatto estetico all'inizio del film, dove Willard è disteso su un letto mentre pensa a un bombardamento a cui ha assistito in Vietnam, e improvvisata come escamotage per il problema del completamento della pellicola, che per la sua filosofia, bisogna considerare che Coppola aveva conosciuto personalmente il leader dei The Doors alla facoltà di Cinematografia dell'UCLA e che apprezzava molto il brano.
Pertanto il significato della canzone combacia con quello del film in diverse immagini: l'incesto e il parricidio di Edipo raffigurano il passaggio irruente di un individuo a una dimensione chiusa e autodilaniata dentro sé (l'"orrore" di cui parla Kurtz). Inoltre il testo contiene diversi "presunti" riferimenti alla guerra, intesa appunto come gesto in grado di trasformare l'uomo in mostro e nonostante ciò imposta dall'America (il "bus blu" è l'autobus che porta le nuove reclute ai campi di addestramento per poi andare al fronte, mentre il "deserto romano di pena" indica l'autorità nella sua fragile ipocrisia, in questo caso proprio gli Stati Uniti).
The End è l'undicesima e ultima traccia del primo lp dei The Doors uscito il 4 gennaio 1967.
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