sabato 7 dicembre 2013

Gange



Il Gange (chiamato localmente Ganga, Devanagari गंगा) è un grande fiume del subcontinente indiano che scorre verso oriente attraversando le pianure del nord dell'India e il Bangladesh. Ha una lunghezza di 2.510 km e le sue sorgenti sono localizzate sul ghiacciaio di Gangotri nello stato indiano dell'Uttarakhand, nell'Himalaya centrale. Sfocia nel Golfo del Bengala con un ampio delta nella regione del Sundarbans. Per millenni ha goduto di una posizione preminente nella religione indù in India ed è adorato nella sua forma personificata della dea Ganga.
Il Gange assieme ai suoi affluenti possiede un bacino idrografico che si snoda su una superficie di circa un milione di chilometri quadrati, che supporta una delle regioni più densamente popolate del pianeta Terra. Quasi la metà della popolazione dell'India vive in un terzo del territorio del paese, compreso in 500 km dalla catena himalayana all'interno della Pianura del Gange.
Nel suo libro Discovery of India, Jawaharlal Nehru scrive:
The Ganges, above all is the river of India, which has held India's heart captive and drawn uncounted millions to her banks since the dawn of history. The story of the Ganges, from her source to the sea, from old times to new, is the story of India's civilization and culture, of the rise and fall of empires, of great and proud cities, of adventures of man…
Il Gange, soprattutto è il fiume dell'India, che ha preso prigioniero il cuore degli indiani e ne ha attratto innumerevoli milioni alle sue rive fin dagli albori della storia. La storia del Gange, dalla sua sorgente al mare, dai tempi antichi ai nuovi, è la storia della civiltà e della cultura dell'India, della nascita e della caduta di imperi, di grandi e fiere città, dell'avventura dell'uomo…

Il corso del fiume

Il Gange ha origine nell'Himalaya dopo la confluenza di sei fiumi: l'Alaknanda, che incontra il Dhauliganga a Vishnuprayag, il Nandakini a Nandprayag, il Pindar a Karnaprayag, il Mandakini a Rudraprayag e infine il Bhagirathi a Dev Prayag (da questo punto il fiume è noto con il nome di Gange) nello stato indiano dell'Uttarakhand. Il Bhagirathi è considerato il tratto iniziale vero e proprio del fiume, e le sue sorgenti traggono origine presso il ghiacciaio di Gangotri, ad un'altitudine di 7.756 metri sul livello del mare. Il fiume è alimentato inizialmente dall'acqua che discende da una serie di ghiacciai tra cui quelli del Nanda Devi e del Kamet.
Dopo aver percorso 200 km attraverso l'Himalaya, il Gange giunge presso le colline di Sivalik alla città di Haridwar, meta di pellegrinaggi. Ad Haridwar una diga ne imbriglia le acque verso il Ganges Canal, che collega il Gange con il suo principale affluente, lo Yamuna. Il Gange, che fino a quel punto è scorso verso sud-ovest, devia il suo flusso verso sud-est attraverso le pianure del nord dell'India.
Il Gange nei suoi primi 800 km di corso oltrepassa la città di Kanpur e in seguito riceve le acque dallo Yamuna vicino alla città di Allahabad. Questo punto è noto come Sangam a Allahabad. Sangam è un luogo sacro per l'Induismo. Secondo antichi testi indù, una volta un terzo fiume, il Sarasvati, si univa agli altri due fiumi in questo punto.
Unendosi a numerosi altri fiumi come il Kosi, Son, Gandaki e Ghaghra, il Gange forma un formidabile fronte d'acqua nel tratto tra Allahabad e Malda nel Bengala Occidentale. Nel tratto sopraccitato oltrepassa le città di Mirzapur, Varanasi, Patna e Bhagalpur. A Bhagalpur il fiume, passate le colline di Rajmahal, inizia a scorrere verso sud. A Pakur inizia a diramarsi con un suo primo ramo, il Bhāgirathi-Hooghly, che va a formare il fiume Hooghly. Vicino al confine con il Bangladesh il Farakka Barrage, costruito nel 1974, controlla il flusso del Gange, deviando dell'acqua che va ad alimentare un canale collegato al fiume Hooghly tenuto relativamente libero dal limo.

Il delta del Gange

Oltrepassato il confine con il Bangladesh, il ramo principale del Gange è noto come fiume Padma fino al punto in cui non incontra il fiume Jamuna, il principale ramo del delta del Brahmaputra. Più a valle il Gange è alimentato dal fiume Meghna, il secondo ramo principale del delta del Brahmaputra, e assume il nome di Meghna.
Con una larghezza di 350 km di delta, il Gange si getta infine nel Golfo del Bengala. Durante il suo corso il fiume ha un regime fortemente torrentizio con portate minime che possono scendere a meno di 600 m³/s e portate massime che possono superare i 50.000 m³/s (dunque esiste un rapporto di 1/83 fra portate minime e massime) nelle piene ordinarie. Nel delta Gange-Brahmaputra, quando i due fiumi sono in piena, viene scaricato nel Golfo del Bengala l'enorme portata di 200.000 - 220.000 m³/s. Solo due fiumi, il Rio delle Amazzoni e il fiume Congo, hanno una maggiore portata d'acqua del flusso combinato del Gange, Brahmaputra e del sistema Surma-Meghna.
Il fiume, inoltre, è caratterizzato da un'alta torbidezza delle acque (oltre 1,2 kg/m³ d'acqua), sicché il delta avanza assai sensibilmente nel mare anno dopo anno.

Significato religioso

Secondo gli indù il fiume Gange (che è maschile) è sacro. È adorato dagli indù ed è personificato come una dea Devi, che detiene un posto importante nella religione indù. Per gli Indù c'è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume (in particolare in talune occasioni) si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza. Le abluzioni mattutine e serali sono normalmente effettuate presso alcune strutture dedicate costituite da scalinate che terminano nel fiume, dette ghats. Molte persone compiono lunghi viaggi per immergere le ceneri della cremazione dei loro familiari nelle acque del Gange; si crede che questa immersione possa far salire l'anima al cielo. Numerosi luoghi sacri indù si trovano lungo le sponde del fiume Gange, tra cui Haridwar e Varanasi, la città più importante dell'induismo. Si ritiene che bere l'acqua del Gange farà sì che dopo l'ultimo respiro l'anima salirà al cielo.
Al Gange si fa riferimento nel Rig-Veda, la prima tra le scritture indù. Appare nel nadistuti (Rig Veda 10.75), che elenca i fiumi da est a ovest. Anche nel Rig Veda 6.45.31, la parola Ganga è accennata, ma non è chiaro se il riferimento è al fiume.

Gli induisti credono anche che la vita sia incompleta senza la balneazione nel Gange almeno una volta nella propria esistenza. Una buona parte delle famiglie indù tiene un flaconcino di acqua del Gange nella propria casa. Viene considerato prestigioso detenere l'acqua della Santa Ganga in casa, e in tal modo, se qualcuno sta morendo, sarà sempre in grado di bere la sua acqua. Molti indù credono che l'acqua della Ganga possa ripulire l'anima di una persona da tutti i peccati passati, e che possa anche curare i malati. Le antiche scritture ricordano che l'acqua del Gange porta le benedizioni dei piedi del Signore Vishnu; quindi la Madre Gange è anche conosciuta come Vishnupadi, che significa "proveniente dal piede di loto del Signore Supremo Sri Vishnu".
Alcune delle più importanti festività indù e raduni religiosi (intesi come culti) si celebrano qui. Varanasi ha centinaia di templi lungo le rive del fiume che vengono spesso inondati durante le piogge. Questa città, specialmente lungo le rive, è un importante luogo di culto indù e sede per la cremazione.
La mitologia indiana afferma che Ganga, figlia di Himavan, re della montagna, aveva il potere di purificare tutto ciò che toccava. Ganga veniva dal cielo e purificava il popolo indiano. Anche dopo il funerale, gli indiani spesso immergono i corpi dei loro morti nel fiume, ritenendo così di purificarli dai loro peccati.

Storia

Durante il primo periodo vedico, l'Indo e il fiume Sarasvati erano considerati i grandi fiumi. Ma più tardi il Gange assumerà il posto principale come mostrato dai suoi numerosi riferimenti.
Forse il primo occidentale a citare il Gange è stato Megastene. Lo ha fatto più volte nel suo lavoro “Indika”: l'India, ancora una volta, possiede molti e grandi fiumi navigabili che, dalle loro fonti in montagna si estendono lungo la frontiera settentrionale, attraversando il paese, e non pochi di questi, dopo essersi uniti gli uni con gli altri, rientrano nel fiume chiamato il Gange. Ora questo fiume, la cui sorgente è di 30 grandi stadi, scorre da nord a sud, e getta le sue acque nel mare che costituisce il confine orientale del Gangaridai, una nazione che possiede una grande forza dagli elefanti di grandi dimensioni. (Diodoro II.37.)
A Roma in Piazza Navona, la famosa scultura, la Fontana dei Quattro Fiumi disegnata da Gian Lorenzo Bernini e costruita nel 1651, simboleggia i quattro grandi fiumi di tutto il mondo (il Gange, il Nilo, il Danubio e il Río de la Plata), in rappresentanza dei quattro continenti allora noti.

Economia

Il bacino del Gange con il suo terreno fertile è di fondamentale aiuto per il settore agricolo e l'economia di India e Bangladesh. Il fiume e i suoi affluenti forniscono una perenne fonte di acqua per l'irrigazione di una vastissima regione. Le principali colture includono riso, canna da zucchero, lenticchie, semi oleosi, patate, e grano. Lungo le sponde del fiume, la presenza di piccole paludi e laghetti consente una ricca gamma di coltivazioni come ad esempio legumi, peperoncino, senape, sesamo e iuta. È altresì importante per la pesca, anche se il fiume rimane altamente inquinato.
Il turismo è un'altra importante attività con le tre città sante per l'Induismo: Haridwar, Allahabad, Varanasi che attirano migliaia di pellegrini alle sue acque.

Ecologia

Il fiume inizia a ricevere le prime acque inquinate poco dopo le sorgenti. Lo sfruttamento commerciale del fiume è aumentato proporzionalmente alla forte crescita della popolazione. Attraversando zone ad alta densità abitativa il Gange raccoglie grandi quantità di sostanze inquinanti, come ad esempio Schistosoma mansoni e coliformi fecali, e berne le acque o semplicemente immergersi in esse per la balneazione comporta un alto rischio di infezione.
Sotto l'aspetto antropico, la pianura gangetica, vasta oltre 1 milione di km², rappresenta una delle zone del pianeta più densamente popolate e più abitate in senso assoluto, raccogliendo quasi mezzo miliardo di persone. Nel suo bacino si trovano due megalopoli come Delhi e Calcutta, con circa 20 milioni d'abitanti in totale, ma si trovano almeno altri 50 agglomerati con oltre 1 milione di abitanti.
L'UN Climate Report delle Nazioni Unite pubblicato nel 2007 indica che i ghiacciai dell'Himalaya che alimentano il Gange potrebbero scomparire entro il 2030, con il rischio che lo scorrere del fiume diventi un evento stagionale risultante dai monsoni.

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